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Xbox e Activision: l'UK indaga con l'antitrust, Microsoft rassicura Sony e i concorrenti

Mentre nel Regno Unito si rafforzano le indagini sull'acquisizione di Activision Blizzard, Microsoft cerca di rassicurare Sony e gli altri concorrenti.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   01/09/2022

Anche il Regno Unito si muove più attivamente per indagare sull'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, e la preoccupazione per una possibile situazione anticoncorrenziale ha spinto a un'allargamento delle indagini attraverso la CMA britannica (Competition and Markets Authority). Nel frattempo, è arrivata anche la risposta di Microsoft che, di fatto, cerca di tranquillizzare Sony e gli altri concorrenti sulla volontà di non togliere giochi alle altre piattaforme.

L'azione della CMA nel Regno Unito è stata spinta dalle risposte date dalle compagnie interpellate sulla questione e non è difficile immaginare che Sony sia tra quelle che maggiormente hanno spinto gli organi competenti ad agire più approfonditamente nelle indagini, come era emerso anche dagli altri sondaggi effettuati in altri paesi.

"In seguito alla fase 1 della nostra indagine, siamo preoccupati che Microsoft possa usare il proprio controllo su giochi popolari come Call of Duty e World of Warcraft dopo l'acquisizione per danneggiare i propri rivali, inclusi quelli che rientrano nella concorrenza tra servizi su abbonamento e cloud gaming", ha affermato Sorcha O'Carroll della CMA britannica (citando peraltro in maniera alquanto bizzarra World of Warcraft, che è sempre stato limitato alla sola piattaforma PC).

"Se le nostre preoccupazioni non vengono risolte, pianifichiamo di esplorare questo accordo in una Fase 2 più approfondita, per raggiungere una decisione che possa funzionare negli interessi dei giocatori e degli addetti ai lavori nel Regno Unito".

Questa Fase 2 prevede una commissione esterna indipendente che dovrà analizzare più nel dettaglio la situazione e valutare se l'acquisizione sia destinata a danneggiare i concorrenti. Da parte sua, Microsoft ha pubblicato una lunga lettera da parte di Phil Spencer per rispondere a questa nuova indagine e cercare di tranquillizzare Sony, i concorrenti e gli organi competenti sulle proprie intenzioni.

Di fatto, la lettera ribadisce la visione già espressa in precedenza da Microsoft, ovvero la volontà di allargare il pubblico potenziale dei giochi Activision Blizzard portandoli "a tutti" e "dovunque". Più precisamente, Phil spencer riferisce proprio che Call of Duty e gli altri giochi noti di Activision Blizzard usciranno comunque al day one anche su PlayStation e le altre piattaforme previste, facendo presente come la stessa cosa sia accaduta anche con Minecraft.

Dopo aver confermato che l'idea è di portare tutti i giochi Activision Blizzard su Xbox Game Pass, il capo di Microsoft Gaming ha riferito anche che "Come abbiamo detto in precedenza, ci impegniamo a rendere la stessa versione di Call of Duty disponibile su PlayStation nello stesso giorno in cui il gioco viene lanciato altrove. Continueremo a fare in modo che le persone giochino tra loro su piattaforme diverse e dispositivi diversi. Conosciamo i benefici di questo approccio perché abbiamo fatto la stessa cosa con Minecraft, che continua ad essere disponibile su più piattaforme e si è espanso ancora di più da quando Mojang è entrata a far parte di Microsoft nel 2014".

Inoltre ha anche aggiunto che "mentre estendiamo il nostro catalogo a nuovi dispositivi e piattaforme, ci assicureremo di farlo in modo da proteggere la possibilità degli sviluppatori di scegliere come distribuire i propri giochi".

Quello che emerge come scenario più probabile, in base a queste affermazioni, è dunque l'idea che in molti si sono fatti a questo punto sul futuro dei giochi Activision Blizzard sotto Microsoft, ovvero che le serie principali che hanno già un vasto pubblico anche su altre piattaforme continueranno ad essere multipiattaforma, ma la differenza sostanziale sarà data dal lancio al day one su Xbox Game Pass e probabilmente dall'uscita tradizionale, a prezzo pieno, presso gli store delle altre piattaforme. Non è escluso, tuttavia, che siano previste ulteriori differenziazioni, ferma restando la possibilità che i giochi principali, di base, siano comunque disponibili al lancio su tutte le piattaforme.