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Xbox Series X, line up iniziale superiore a quella di PS5: la filosofia cross-gen basata sui servizi è vincente

A poche ore dall'evento di presentazione dei giochi first party di Xbox Series X facciamo una scommessa sulla qualità dei titoli proposti.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   22/07/2020

La line-up iniziale (non di lancio, ma dei primi mesi) di Xbox Series X sarà superiore a quella di PS5 in virtù della filosofia cross-gen di Microsoft basata sui servizi. Lo sappiamo che si tratta di un'affermazione tranchant, (più che altro di una scommessa, quindi con la possibilità che chi scrive si stia sbagliando completamente... ma in fondo esprimere un punto di vista significa anche prendersi la responsabilità di ciò che si dice, sennò si rimane dei cerchiobottisti a vita), ma è nostra convinzione che l'azzeramento delle nuove generazioni, come quello praticato da Sony con PS5 rispetto a PS4, non sia più semplicemente sostenibile in chiave qualitativa e finisca per penalizzare proprio i primi giochi esclusivi delle nuove console.

Guardate cos'è successo con Nintendo Switch: uno dei titoli migliori della sua libreria, attualmente uno dei più belli anche dal punto di vista tecnico (questo per ribadire che il concetto di cross-gen come lo si intendeva anni fa non ha semplicemente più senso e andrebbe quantomeno aggiornato), non è un'esclusiva assoluta, ma è un gioco cross-gen. Stiamo naturalmente parlando di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, un gioco di lancio che Nintendo si è potuta permettere perché c'era già Wii U sul mercato a fare da cuscinetto (nonostante lo scarso successo), nel caso la base installata della nuova console non fosse schizzata in cielo come poi è avvenuto (contro le previsioni di gran parte della stampa di settore e di molti videogiocatori).

Le esclusive di PS5 nei primi mesi di vita della console non avranno questo cuscinetto e, quindi, saranno necessariamente dei progetti minori, dal budget ridotto, come rimasterizzazioni ed espansioni autonome di giochi per PS4, migliorati per PS5. Secondo noi si inizierà a vedere qualcosa di più grosso dalla fine del 2021. Il motivo è chiaro: per qualche mese non ci sarà una base installata abbastanza ampia da giustificare titoli con punti di pareggio milionari come The Last of Us 2 o God of War, che arriveranno quando invece ci saranno maggiori garanzie che possano rientrare degli esosi costi di sviluppo.

Con la scelta di dare una continuità completa al suo ecosistema, trasformando l'hardware ufficiale in una semplice porta d'accesso tra le tante al suo software, in particolare ai servizi legati al software, Microsoft può invece contare su di una base installata più ampia e fluida, fatta da chi acquisterà la console, da chi già possiede un Xbox One, da chi gioca su PC e, dopo l'annuncio della fusione di Xbox Game Pass Ultimate con Project Xcloud, anche da chi gioca su mobile. Per questo può permettersi di lanciare la sua macchina con Halo Infinite, che, a naso, su Xbox Series X sarà una delle cose più belle in assoluto, quantomeno in termini tecnici, forte di un lunghissimo ciclo di sviluppo e di una produzione milionaria. Per questo inoltre, Microsoft si è potuta permettere di preparare il salto generazionale a livello software lungo più di tre anni, compiendo una serie di scelte mirate più al futuro che al presente e lasciando andare la generazione Xbox One, irrimediabilmente perduta.

Per questo all'evento del 23 luglio Microsoft punterà al banco e sfodererà tutti i suoi assi, mostrando una line up più ricca di quello che ci si aspetti, pensata per un pubblico di abbonati, più che di possessori di una nuova console, con quest'ultima che farà da pezzo pregiato, sfoggiando il meglio di quanto costruito da Phil Spencer e i suoi negli ultimi mesi.