Assassin's Creed Odyssey conclude la propria avventura con Il Giudizio di Atlantide, ultimo DLC incluso nel Season Pass del titolo Ubisoft e oggetto di questa recensione. Dopo aver avuto a che fare con Persefone e i suoi Campi Elisi, nonché con la crudeltà di Ade nell'omonimo regno, il protagonista del gioco decide di seguire Poseidone e varcare le porte di Atlantide, la leggendaria città che nella simulazione di Aletheia si pone come la culla della civilizzazione, il luogo dove gli Isu hanno creato l'uomo e dove si consuma un aspro conflitto fra le due specie, divise da troppe differenze eppure sorprendentemente simili nei vizi e nelle debolezze. È proprio per cercare di sanare questa frattura che siamo stati scelti: Poseidone ha seguito le nostre vicende e ci ritiene in grado di impiegare la saggezza maturata fra mille battaglie e confronti per svolgere il ruolo di Dicaste di Atlantide. In cosa consiste tale mansione? Una volta entrati in possesso della conoscenza degli Isu, assimilabile attraverso l'interazione con specifici dispositivi sparsi all'interno della mappa, potremo accedere a qualsiasi luogo della città e comprendere chi agisce nel giusto e chi no, decidendo le sorti di cittadini e regnanti.
Atlantide, mappa e struttura
Protagonista del DLC è ovviamente la città perduta di Atlantide, che in questa simulazione ci viene mostrata nelle fasi finali del suo periodo di massimo splendore, poco prima della distruzione. Strutturalmente la mappa è costituita da cerchi concentrici, uniti fra di loro da ponti rialzati oppure al livello dell'acqua, che li circonda e può essere navigata grazie alle tradizionali barche. Parliamo dunque di uno scenario molto diverso dalle montagne dei Campi Elisi e dalle vallate dell'Ade, esplorabile sulle prime con un po' di difficoltà per via di sovrapposizioni complicate e passaggi da superare necessariamente scalando le pareti e sfruttando magari i rampicanti, che fanno la propria comparsa per la prima volta nel gioco, per poi chiamare il fidato destriero e procedere rapidamente verso la meta di turno.
Le architetture sono tipicamente Isu e riprendono dunque il design che abbiamo potuto apprezzare nelle varie "grotte" della serie Assassin's Creed, il che significa che anche i punti di sincronizzazione si presentano come torri moderne, abbastanza anonime e spesso identiche fra di loro. Ci sono senza dubbio diversi paesaggi molto evocativi, valorizzati da un sistema di illuminazione che sfrutta bene l'HDR ma che in più punti si produce in svarioni difficili da non notare, con il sistema che si affretta a modificare colori e riflessi per rendere al meglio l'estetica della zona in cui ci troviamo. Purtroppo i lunghissimi caricamenti in caso di spostamento rapido e/o game over non sono cambiati rispetto all'esperienza di base, sebbene la mappa di Atlantide sia molto più piccola dell'intero mondo greco: si tratta senza dubbio di un aspetto su cui gli sviluppatori dovranno lavorare in vista del prossimo capitolo, che per fortuna girerà su piattaforme dotate di SSD molto performanti proprio per quanto concerne la velocità di caricamento degli asset.
Storia, gameplay e missioni
La trama de Il Giudizio di Atlantide parte da presupposti interessanti, ma non può contare sui molteplici ganci "emozionali" del precedente DLC, che vedeva il ritorno di alcuni personaggi importanti, né riesce a mettere in scena situazioni memorabili. Gli autori quantomeno non si sono incartati come in Campi Elisi, quando ci si trovava a dire tutto e il contrario di tutto senza la possibilità di mantenere un minimo di dignitosa coerenza, parteggiando prima per una fazione e poi per l'altra: meglio allora una storia poco incisiva che una completamente fuori di testa. Tuttavia anche questo aspetto produttivo di Assassin's Creed deve compiere un netto passo in avanti: Ubisoft ha bisogno di sceneggiatori in grado di valorizzare tutti gli aspetti di una vicenda e non solo produrre incipit affascinanti, ma soprattutto deve dotarsi di director capaci di valorizzare al meglio i momenti più intensi, che spesso vengono rappresentati senza i giusti tempi e la giusta attenzione: uno spreco inaudito.
Alla fine dei conti resta dunque solo una sfida molto consistente, con una serie di fortezze da espugnare per ottenere la conoscenza Isu a cui abbiamo accennato in precedenza e i pezzi di una nuova armatura, quella da Dicaste di Atlantide. Non si tratta tuttavia degli unici upgrade su cui potremo contare in questo DLC, che come gli altri va a migliorare una delle abilità speciali del personaggio, in questo caso la Furia di Ares: attivandola, Kassandra o Alexios si illuminano di luce dorata e infliggono danni consistenti anche agli avversari più forti come i comandanti, che altrimenti risultano davvero complicati da sconfiggere. Le missioni riflettono in generale il medesimo schema, con qualche incarico esplorativo e una possibile relazione amorosa che però può risolversi facilmente in un frustrante nulla di fatto.
Considerazioni finali
Il Giudizio di Atlantide merita l'acquisto? Nell'ottica del Season Pass di cui fa parte, certamente sì. È un peccato che gli autori di Assassin's Creed Odyssey non siano riusciti ad alzare il livello della narrazione e a introdurre effettive novità con i DLC, ma parliamo in ogni caso di un supporto post-lancio di straordinario spessore, che include nel prezzo non solo sei differenti campagne con tanti nuovi personaggi da scoprire, ma anche la raccolta di Assassin's Creed III Remastered. Alla fine anche la storia di Layla Hassan procede nel tempo presente, con un importante e infausto evento che avrà inevitabilmente delle conseguenze sul futuro della protagonista ma, anche qui, un approccio un po' rinunciatario, evidentemente figlio della volontà di non smuovere troppo le acque per tutelare gli utenti che si sono fermati alla campagna originale e riprenderanno gli eventi solo con il prossimo episodio di Assassin's Creed.
Conclusioni
PRO
- Atlantide ha il suo fascino
- Grande sfida nelle nuove fortezze
- È pur sempre il DLC conclusivo...
CONTRO
- ...ma si poteva osare di più
- Trama poco significativa
- Qualche problema tecnico