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Bioshock: the Collection, la recensione

2K porta anche sull'ibrida Nintendo la collezione dei tre Bioshock. Vediamo se ne vale la pena nella nostra recensione

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   02/06/2020

Sono passati ormai tredici anni dall'uscita del primo, indimenticabile, capitolo di Bioshock. Il capolavoro di Ken Levine e dell'allora Irrational Games ha cambiato per sempre alcune regole del gioco e ha dato spolvero ad un genere fin troppo bistrattato, che lo stesso Levine aveva contribuito a rendere grande con i System Shock. La recensione della Bioshock: The Collection per Nintendo Switch è divisa a metà tra la conoscenza quasi maniacale della serie da parte di chi scrive e la necessità di essere oggettivi di fronte al lavoro svolto su una saga a modo suo epocale.

Quel che possiamo dire senza rischio di sembrare ottimisti è che il pacchetto di tre giochi, ognuno con i propri contenuti aggiuntivi, gira bene e non sacrifica troppo a livello estetico. Certamente il tutto resta dipendente da una serie di necessità hardware, ma se avete voglia di portare Rapture e Columbia ovunque vogliate, ora avete modo di farlo!

Bioshock The Collection Nintendo Switch 4

Diverse storie, un unico universo

Racchiudere in poche righe l'arco narrativo della "trilogia" di Bioshock è impossibile. Già solo spiegare le connessioni che legano il primo capitolo con Infinite richiederebbe un articolo a parte, considerata anche la potenza che riesce a mettere sul piatto il doppio DLC dell'ultimo gioco uscito in ordine di tempo.

Per chi non avesse mai avuto a che fare con la serie di Irrational Games, il consiglio è di viverla scevri da ogni anticipazione con tutta l'empatia, la follia e la magistrale scrittura che si porta dietro. Il primo Bioshock è ambientato nel corso della metà del novecento, in un mondo alternativo nel quale un grande magnate, tale Andrew Ryan, è stato in grado di realizzare il proprio straordinario sogno utopico: costruire e rendere indipendente una città sul fondo del mare. Rapture ha vissuto per anni nell'ombra, libera dalle regole della superficie e destinata solo ai grandi, senza pericoli di disparità sociali e supremazia sul prossimo.

La concentrazione delle grandi menti ha però portato all'assurda ambizione di andare oltre le capacità umane, creando un composto in grado di aumentare le possibilità del corpo, al prezzo della pazzia e dello sfruttamento di povere creature. L'utopia si è velocemente tramutata in un incubo e la devastazione ha colpito Rapture.

Lì dove il secondo capitolo, sviluppato da un differente team, tenta goffamente di approfondire alcuni ambiti della storia di Rapture, Bioshock Infinite cambia totalmente le carte in tavola, trasportandoci tra le nuvole, all'interno di un'altra utopica città caratterizzata da un culto tanto profondo quanto rischioso. Columbia, questo il suo nome, fa da sfondo ad una storia ambientata nello stesso universo di Rapture ma qualche decina di anni prima.

Tre storie molto diverse ma che insieme raccontano un unico grande viaggio nelle capacità straordinarie e al tempo stesso distruttive dell'uomo, senza lasciare da parte una buona dose di critica sociale ad un secolo, il novecento, che ha segnato la più grande ascesa e il più profondo declino della nostra razza.

Bioshock The Collection Nintendo Switch 3

Un altro immersive sim

Sono anni che si dibatte sulla definizione di immersive sim. Questo particolare termine dovrebbe stare a significare una declinazione specifica dell'avventura in prima persona, che sia da un punto di vista legato al gameplay, sia per la narrazione, le interazioni con i vari NPC e la gestione di controlli e possibilità in gioco, dovrebbe essere in grado di restituire un'esperienza quanto più possibile immersiva.

Bioshock usciva nel 2007, portandosi dietro l'eredità di System Shock e di un genere di nicchia, difficile da vendere. Il successo strepitoso di critica e pubblico, complice una storia ben riuscita, un comparto artistico straordinario e l'implementazione di meccaniche interessanti e originali come i plasmidi, hanno permesso a Bioshock di diventare ben preso una pietra miliare del medium.

La giusta commistione di FPS e avventura era in grado di attirare quasi ogni tipologia di giocatore, mettendo sul piatto anche una straordinaria atmosfera e un'ambientazione che ha fatto breccia nel cuore di tutti i giocatori. Rapture è viva, vibrante e straordinariamente disegnata in ogni suo più piccolo anfratto. Ogni macro zona rappresenta un piccolo ecosistema, una mondo a parte tutto da scoprire, con i suoi nemici, le sue sorelline, le scelte morali e gli audiodiari, veri e proprio messaggi registrati dai vecchi abitanti di Rapture, ormai ridotti a folli assetati di Adam. Ad aiutare questa splendida narrazione contestuale ci pensa un doppiaggio in italiano tra i più caratterizzati e riusciti della nostra storia videoludica, elemento assolutamente da non sottovalutare.

Bioshock The Collection Nintendo Switch 5

Lì dove, come abbiamo già detto, Bioshock 2 tenta di cavalcare l'onda del successo, è Infinite il vero e proprio sequel/prequel. Ambientato nella Columbia dei primi del '900, non riesce mai ad immergere l'utente nelle sue atmosfere come la grande città sommersa, ma al contrario prova a stupirlo con la sua splendida ariosità. Con la maestosità dei cieli e l'ampiezza delle mappe e con la possibilità di vivere quasi costantemente la presenza di un comprimario che è ugualmente responsabilità e vantaggio.

Bioshock Infinite tenta di essere un capolavoro forse impossibile. Il vero sogno di game design di Levine probabilmente ancora irrealizzabile a quei tempi, che avrebbe necessitato di qualche anno in più e una generazione di hardware successivo. Le problematiche di sviluppo e la necessità di diminuire la libertà e le possibilità di azione hanno affossato un gameplay che, a tutti gli effetti, si tramuta in uno sparatutto ben più classico del capostipite, perdendo un po' di vista le sue reali peculiarità.

Contemporaneamente è capace di mettere sul piatto una storia forse meno impattante sui singoli episodi, ma ben più corale e caratterizzata da uno dei finali più simbolici, ermetici e particolari che ci è capitato di vedere in un quarto di secolo videoludico.

Il consiglio spassionato è di giocarli ovviamente in ordine di uscita e non cronologico, tenendo i due contenuti aggiuntivi di Infinite come ultimo elemento, capace di dare un senso al tutto e di lasciarvi scossi come poche altre volte ci è capitato.

Bioshock The Collection Nintendo Switch 6

Il porting su Nintendo Switch

Tutto quel che vi abbiamo raccontato, provando a mantenere comunque il massimo riserbo nei confronti di chi ha vissuto sulla luna e ancora non ha mai completato la serie Bioshock, è finalmente disponibile anche su Nintendo Switch.

In un'operazione che ha portato diversi titoli 2K sull'ibrida Nintendo, la Bioshock: the Collection rappresenta un altro passo avanti verso un catalogo sempre più interessante. Se dal punto di vista puramente estetico ci si può ritenere pienamente soddisfatti, è ovvio che è l'aspetto tecnico a richiedere dei compromessi non sempre digeribili. Bioshock non è Call of Duty, ma resta comunque un gioco in prima persona dalla forte componente sparatutto, specialmente con Infinite. La necessità di adattare il frame rate a 30 fotogrammi, così da mantenerlo granitico in tutte le occasioni, ha avuto la diretta conseguenza di rendere il gioco godibile quasi unicamente in versione portatile. Per chiunque abbia esperienza con la serie su PC o con la stessa Collection su PlayStation 4 e Xbox One è quindi preferibile considerare questo porting solo se davvero non si può fare a meno di Rapture e Columbia, per tutti gli altri invece il consiglio è di recuperare questo pacchetto altrove, a prezzi ormai ridicoli, così da godere al meglio dell'esperienza.

Ottimo invece quel che riguarda il sonoro, con un adattamento ben riuscito, elemento a volte sottovalutato nel lavoro di conversione verso l'ammiraglia Nintendo.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Multiplayer.it
8.0
Lettori (17)
8.3
Il tuo voto

In conclusione Bioshock: the Collection per Nintendo Switch è un porting di qualità, che trasporta una serie immortale su una console altrettanto riuscita. È impossibile non sorridere trovandosi di fronte uno qualsiasi dei capitoli della serie sul piccolo schermo di Switch, ma è difficile non notare i compromessi tecnici ai quali si è dovuti scendere. Anche se siete in grado di superare la mancanza di mouse e tastiera, il frame rate ancora a 30fps è tanto granitico quanto poco digeribile, relegando la godibilità del titolo quasi unicamente nella sua versione portatile. Compratelo se siete dei grandi amanti, lasciate perdere se non avete mai vissuto Bioshock. Solita nota di demerito per un prezzo assolutamente fuori mercato, al quale ormai il catalogo Nintendo ci ha abituati da tempo.

PRO

  • È Bioshock, ed è nel palmo di una mano
  • Tutti i titoli completi dei propri DLC
  • Audio e doppiaggio sempre al top
  • Visivamente fedelissimo, senza troppi compromessi...

CONTRO

  • ...tecnicamente invece qualche limitazione c'è
  • I controlli tramite joycon non sono certo il massimo per Bioshock