La recensione di Call of Duty: Mobile arriva a poche ore dalla notizia che il gioco ha già totalizzato 20 milioni di download fra iOS e Android, e la cosa francamente non stupisce: la partnership siglata da Activision e Tencent sembra infatti aver funzionato alla grande, dando vita a quello che si presenta probabilmente come il miglior sparatutto disponibile su mobile per feeling, immediatezza e qualità dei contenuti.
Una volta lanciato il gioco, il cui download è rigorosamente gratuito, è possibile cimentarsi con un tutorial e con una modalità pensata specificamente per muovere i primi passi in questa esperienza: una cooperativa contro soldati controllati dall'intelligenza artificiale. Tuttavia, chi già conosce Call of Duty può tranquillamente passare allo step successivo e accedere alle modalità multiplayer competitive, divise anche qui fra partite amichevoli e classificate.
Queste ultime selezionano casualmente la playlist, mentre nel primo caso ci viene data la possibilità di scegliere modalità e mappe preferite fra quelle presenti nel pacchetto: Prima Linea, uno scontro veloce fra due squadre; Deathmatch a Squadre, in cui due team si affrontano per raggiungere un determinato punteggio; Dominio, modalità territoriale in cui bisogna conquistare e controllare dei cerchi nello scenario; Cerca e Distruggi, la classica gara a chi piazza e fa esplodere una bomba senza che gli avversari la disinneschino, invertendo i ruoli a turno; e infine il Battle Royale, che porta ben cento giocatori a sfidarsi all'interno di una grande isola, senza equipaggiamento se non quello trovato una volta atterrati e con i confini dell'area attiva che si restringono progressivamente.
Mappe e opzioni
Con l'esclusione del Battle Royale, tutte le modalità di Call of Duty: Mobile sono state disegnate per un totale di dieci partecipanti e possono svolgersi all'interno di otto fra i più celebri (e compatti) scenari mai comparsi nella serie Activision. Qualche esempio? L'iconica Nuketown, con il suo scorcio urbano fittizio per i test nucleari, oppure Hijacked, che ci porta a combattere su di un grosso yacht con più livelli e appostamenti, o ancora Crash, con i resti di un elicottero precipitato nel periodo più romatico dell'anno. I fan del franchise non faticheranno a riconoscere le proprie location preferite, riprodotte sui dispositivi mobile in maniera discretamente fedele e capaci di dar vita a scontri a fuoco furiosi, frenetici e divertenti.
Non nelle partite amichevoli, però: giocando vi renderete conto ben presto che le stanze sono piene di utenti a dir poco inesperti oppure di bot che se ne stanno lì fermi a farsi bersagliare, rendendovi le cose fin troppo facili e consentendo una progressione molto veloce verso il livello d'esperienza necessario a sbloccare tutti i contenuti attualmente disponibili nel gioco.
I match classificati rappresentano insomma una scelta obbligata per chi desidera una sfida consistente, e infatti si rivelano fin da subito in grado di offrire situazioni più sfaccettate e impegnative, con rapidi capovolgimenti di fronte e attacchi a sorpresa. Prima di sperimentarli, però, sarà meglio aver trovato il miglior compromesso possibile per quanto concerne i controlli.
Sistema di controllo
Activision ha rimosso il supporto per i controller fisici da Call of Duty: Mobile, e la cosa dispiace molto perché il gioco poteva davvero consentire a chiunque di cimentarsi con l'esperienza del celebre sparatutto in maniera rapida e gratuita. Magari la scelta è stata dettata dall'impossibilità di dividere gli utenti che fanno uso di joypad da quelli che ricorrono ai comandi touch, ma forse in futuro il publisher tornerà sui propri passi.
Non che al momento le cose vadano malissimo, tuttavia: gli sviluppatori sono riusciti a mettere a punto un layout convincente, ampiamente personalizzabile, con due stick analogici riposizionabili che gestiscono movimento e visuale, nonché la benedetta opzione di fuoco automatico che preme il grilletto non appena inquadriamo un nemico nel reticolo di mira.
È possibile disattivarla qualora si sia masochisti o si disponga di due pollici nella mano destra, ma non c'è davvero storia: si tratta di un automatismo che consente di concentrarsi sul movimento del personaggio anziché dover togliere il dito dalla gestione della visuale per sparare, rischiando anche di sprecare preziose munizioni.
Il malus per chi utilizza l'autofire consiste in un danno inflitto sostanzialmente inferiore quando si spara senza iron sight, ma ciò finisce per bilanciare molto bene le due alternative. Certo, se beccate qualcuno che gioca su PC via emulatore con mouse e tastiera sarete ugualmente morti prima ancora di rendervene conto.
Gameplay, progressione e realizzazione tecnica
Regolati bene i controlli touch (attivando ad esempio la corsa automatica e modificando la sensibilità della visuale), Call of Duty: Mobile si rivela sorprendentemente vicino all'esperienza che lo sparatutto Activision offre su PC e console, riproponendone gli elementi più tradizionali e divertenti, come ad esempio i perk e le killstreak, che consentono di utilizzare UAV, droni esplosivi e bombardamenti.
La progressione è piuttosto rapida durante le prime ore, costellata da bonus e sbloccabili elargiti con grande frequenza. Non si sente l'esigenza di ricorrere alle immancabili microtransazioni, che tuttavia possono effettivamente costituire un problema laddove i potenziamenti e l'equipaggiamento (ricco e con tantissimi strumenti e accessori per modificare le armi) vadano a creare una situazione di pay-to-win.
È possibile che sia stato fatto un lavoro di rifinitura per quanto concerne il matchmaking al fine di evitare situazioni del genere, e in effetti la nostra esperienza finora testimonia il contrario: si vince con grande facilità, anche nella modalità Battle Royale.
Quest'ultima impegna chiaramente di più il motore grafico e ne risulta un impatto visivo inferiore rispetto alle mappe standard; ma anche qui nulla sembra essere stato lasciato al caso, visto che si può scegliere se agire da soli, in coppia o in quattro, selezionare la visuale in prima o terza persona, mettersi alla guida di veicoli e regolare la raccolta automatica di loot per evitare di imbarcare oggetti inutili e riempire inutilmente lo zaino.
Anche sul piano tecnico è stato fatto un ottimo lavoro: su iPad Pro il gioco gira senza problemi con le impostazioni al massimo, a 60 frame al secondo, offrendo un'esperienza fluida e priva di incertezze. Avvicinandosi agli asset si notano ombre scalettate e texture decisamente poco nitide, ma alla fine parliamo di elementi che rimangono sullo sfondo e che, dalla distanza, non spezzano l'incantesimo che sembra proiettarci all'interno di alcune delle vere, iconiche mappe di Call of Duty.
Il comparto audio è ricco di voci ed effetti di qualità ed è supportato il microfono per la chat vocale, automatica oppure di tipo touch-to-talk. Sul fronte dell'infrastruttura bisogna dire che il matchmaking è rapidissimo e bastano pochi istanti per ritrovarsi in partita, ma non mancano episodi di eccessiva latenza che finiscono inevitabilmente per pregiudicare l'affidabilità del netcode in determinate situazioni.
Conclusioni
Call of Duty: Mobile riesce nel non semplice compito di portare l'esperienza dello sparatutto Activision sui dispositivi iOS e Android con una riduzione mobile di grande qualità, che non si fa mancare davvero nulla... a parte il supporto per i controller. Presa confidenza con i comandi touch, ampiamente regolabili, ci si può lanciare in veloci e frenetiche partite a base multiplayer, apprezzare le sfaccettature di un sistema di progressione che sembra (ma è presto per dirlo) non puntare troppo sulle microtransazioni e provare anche l'esperienza Battle Royale per cento giocatori. Il tutto mentre si gode di una grafica fluida e dettagliata, che a una prima occhiata sembra davvero riprodurre in maniera fedele alcuni fra i più iconici scenari del franchise.
PRO
- È Call of Duty su mobile
- Diverse modalità, anche il Battle Royale
- Sistema di progressione ricco e interessante...
CONTRO
- ...ma le microtransazioni potrebbero pesare
- Niente supporto per il controller
- Qualche episodio di lag