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Darkest Dungeon 2, la recensione del gioco che mostra il lato più fragile degli avventurieri

La recensione di Darkest Dungeon 2, un roguelike per PC e console che ci mette nei panni di una squadra di avventurieri sempre sull'orlo della follia.

Darkest Dungeon 2, la recensione del gioco che mostra il lato più fragile degli avventurieri
RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   08/05/2023

Cosa significa essere degli avventurieri? La domanda non è peregrina, nel senso che il pubblico dà sempre per scontato che l'eroe non tema nulla e non esiti minimamente di fronte ai pericoli. In particolare i protagonisti videoludici mostrano da sempre capacità sovrumane, riuscendo ad affrontare decine, quando non migliaia di avversari senza batter ciglio e riuscendo a bere decine, quando non centinaia di pozioni curative e del mana nel giro di pochi minuti senza dover mai andare in bagno. E se non fosse così semplice? Se i continui scontri con creature orribili costassero qualcosa anche a loro in termini di sanità mentale? Qualcuno ha mai pensato che, colpo dopo colpo, nemico abbattuto dopo nemico abbattuto, ferita subita dopo ferita subita, anche il più duro degli eroi potrebbe aver bisogno di un qualche sostegno psicologico (e urologico, nel caso dei protagonisti dei giochi di ruolo d'azione)?

Nella recensione di Darkest Dungeon 2 scopriremo se valga la pena o no di guidare un party di eroi sempre sull'orlo della follia.

In carrozza!

I rapporti tra i personaggi sono importanti
I rapporti tra i personaggi sono importanti

Il primo Darkest Dungeon metteva il giocatore al comando di un gruppo di eroi che doveva entrare in dungeon oscuri per andare a caccia di nemici e tesori. L'odore lovecraftiano aveva portato gli sviluppatori a incentrare il sistema di gioco sulla follia, ossia sulla progressiva perdita di sanità mentale dei personaggi cui erano collegate molte delle altre meccaniche. Darkest Dungeon 2 replica il concetto in modo quasi pedissequo, ma lo cala in uno scenario completamente diverso. Assemblato il party, il giocatore deve infatti prendere i controlli di una carrozza che trasporta la luce della speranza. Quindi deve iniziare il viaggio che lo porterà di città in città, di locanda in locanda, fino al suo obiettivo finale. Sulla strada però può succedere davvero di tutto e i baldanzosi eroi dovranno vedersela con demoni di ogni tipo, interiori ed esteriori, per così dire.

L'idea della carrozza nasce probabilmente dalla voglia di creare qualcosa di più dinamico rispetto al primo Darkest Dungeon, eliminando il concetto di base operativa da cui far partire tutte le operazioni. In questo senso il seguito è più un gioco di viaggio, letteralmente on the road, con le mappe generate proceduralmente che offrono molte diramazioni e tanti luoghi da trovare per ottenere bonus, equipaggiamento o per scendere di un altro gradino verso gli abissi della mente.

Quando si arriva a un incrocio viene chiesto dove si vuole andare, con in bella vista il tipo di edificio principale che si incontrerà lungo il percorso, così da rendere le scelte del giocatore più consapevoli. Come sottolineato, la carrozza va controllata direttamente e anch'essa ha una sua resistenza e un suo equipaggiamento, tanto che alcuni eventi in cui ci si imbatte viaggiando sono proprio pensati per danneggiarla. A volte vanno anche evitati dei semplici ostacoli, o delle trappole, che rischiano di far finire prematuramente la nostra avventura. Il tutto funziona abbastanza bene, se non fosse che ogni partita di Darkest Dungeon 2 può durare diverse ore: un aspetto che, come vedremo, rappresenta a suo modo un problema.

il sistema di combattimento di Darkest Dungeon 2

Darkest Dungeon 2 offre molti eventi
Darkest Dungeon 2 offre molti eventi

Tra gli eventi principali da affrontare sulla strada ci sono naturalmente degli incontri poco amichevoli con creature più o meno grosse. Il sistema di combattimento è rimasto quasi identico a quello del primo capitolo: membri del party e nemici agiscono a turni in base all'iniziativa e usano le loro tecniche e le loro abilità relativamente alla posizione assunta nello schieramento. Per dire, un colpo di pistola può essere indirizzato nelle retrovie, ma non contro il primo nemico della fila, mentre un fendente può arrivare alle prime due creature dello schieramento, ma non alla terza o alla quarta. Allo stesso modo alcuni attacchi vengono inibiti quando il personaggio si trova nelle retrovie. Ci sono delle eccezioni, come i boss che fanno storia a parte, ma in generale molto dipende dalla classe dell'eroe e da come lo si è sviluppato.

Detto questo, gli eroi che subiscono più colpi e non muoiono, vedono alzare il loro livello di stress, fino ad arrivare a delle vere e proprie crisi in battaglia e a sviluppare dei tratti psicologici che influenzano il loro rendimento generale. Inoltre, con il tempo anche i rapporti tra i membri del party iniziano a cambiare, rendendo meno banale il concetto di posizionamento e di collaborazione e aumentando i fattori da tenere in considerazione per uscirne vivi e arrivare alla fine della mappa.

Stilisticamente Darkest Dungeon 2 è molto bello
Stilisticamente Darkest Dungeon 2 è molto bello

Presso la locanda gli eroi possono riposarsi, acquistare o vendere equipaggiamento, distribuire i loro punti esperienza e compiere tutte quelle azioni di microgestione del party che servono per proseguire, comprese alcune che allievano i problemi di stress. Il problema in questo caso è un bilanciamento non proprio eccezionale e l'apparente arbitrarietà di alcune decisioni. Il giocatore di suo non ha il controllo diretto del party se non in pochi eventi nei quali, messo di fronte a delle scelte, deve decidere quale delle proposte appoggiare, rifiutando le altre. Il risultato è che alcuni rapporti che si creano all'interno del gruppo non si sentono mai come il frutto del proprio agire, ma come qualcosa di calato dall'alto da un misterioso algoritmo.

Più lungo, ma stanca prima

Il sistema di combattimento è simile a quello del predecessore
Il sistema di combattimento è simile a quello del predecessore

Durante le prime partite il risultato delle spedizioni è scritto, diciamo così: gli eroi moriranno tutti. Difficilmente si è in grado di arrivare alla fine della strada con i primi personaggi selezionati, che servono più che altro per acclimatarsi con i numerosi sistemi di gioco, fortunatamente spiegati da un ricco tutorial testuale visualizzabile in ogni momento. Morto un party se ne fa un altro, verrebbe da dire, ma nel caso di Darkest Dungeon 2 abbiamo trovato la cosa abbastanza pesante, per via della durata delle singole partite, più lunga della media dei titoli del genere. Come ricordato, nel primo capitolo si partiva sempre da una base operativa, dove era possibile assoldare nuovi eroi, curare i vecchi e così via. Qui si guida un party alla volta e lo si conduce all'avventura fino a che tutti i suoi membri non vengono uccisi. La struttura di gioco però tende a creare dei rallentamenti che, sommati alla propensione dei personaggi per la chiacchiere, spesso inutili, allungano non di poco ogni viaggio. Per inciso: in alcuni casi possono arrivare a durare diverse ore e, sinceramente, dover ripartire da capo dopo ogni sconfitta un po' pesa, vuoi perché la minore precarietà del gruppo ti porta a conoscerlo e in un certo qual modo ad affezionarti alle sue dinamiche, vuoi perché parliamo comunque di un tempo importante, che cozza un po' con l'agilità tipica dei roguelike, che solitamente offrono dei cicli di gioco molto più veloci proprio per potersi focalizzare maggiormente sulla progressione del personaggio / party.

Un personaggio troppo stressato può uscire di senno
Un personaggio troppo stressato può uscire di senno

Se a questo aggiungiamo anche il fatto che il guidare un singolo gruppo alla volta riduce di molto l'intensità di alcuni sistemi, follia compresa, che appaiono più diluiti all'interno dell'esperienza, il risultato è che Darkest Dungeon 2 ci ha stancati prima del previsto, nonostante il maggior numero di contenuti e la maggiore varietà di situazioni che si possono incrociare.

Tecnicamente il titolo di Red Hook Studios fa il suo, presentandosi esattamente nello stile visivo del primo capitolo, con cui la continuità è totale, ma offrendo più animazioni, più ambienti e un mondo 3D realizzato nello stile del gioco molto semplice ma piacevole da vedere. Da questo punto di vista è riuscitissimo ed è evidente come sia stato costruito proprio partendo dall'esperienza precedente. Aspettatevi quindi dei disegni da tratti molto duri e marcati e delle sfumature dark particolarmente accentuate, toni che si riflettono anche nella colonna sonora, più ricca di suoni e musiche del predecessore. Buoni anche la varietà di scenari e il numero di nemici, in numero superiore rispetto al primo episodio.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Epic Games Store
Prezzo 23,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (23)
7.6
Il tuo voto

Darkest Dungeon 2 è sicuramente un buon gioco, costruito con sapienza partendo dall'esperienza del primo episodio. Forse però, proprio il confronto con il predecessore ha portato gli sviluppatori a strafare, mescolando alla formula originale delle ambizioni da gioco di ruolo di ruolo narrativo più tradizionale, che finiscono per creare dei contrasti evidenti (non sempre piacevoli) e per allungare un po' troppo le partite, rendendo molto pesante il dover ricominciare ogni volta da capo. Vale sicuramente la pena di giocarci, ma complessivamente ci è sembrano meno intenso e coinvolgente di Darkest Dungeon, nonostante la maggiore ricchezza.

PRO

  • Molto più ambizioso del predecessore
  • Stilisticamente molto curato
  • Tanti eventi da affrontare

CONTRO

  • Meno intenso di Darkest Dungeon
  • Le singole partite durano troppo, con l'esperienza che appare molto diluita