Con questa recensione di Dodgeball Academia vi portiamo in Brasile, dove nasce l'idea di un viaggio di simpatia, riflessi e colori che merita di essere compiuto. L'approccio di Pocket Trap è quello di un piccolo studio che evidentemente si è appassionato a My Hero Academia: la scuola dove Otto e compagni si ritrovano a lanciarsi pallonate tra i denti, per cast e umorismo, rimanda tanto al manga di Horikoshi.
Non ci sono supereroi né cattivoni, ma il filo conduttore tra accademia, caratterizzazione dei personaggi e sfide con superpoteri traccia una tavolozza capace di trasmettere tanto divertimento e freschezza estiva. C'è qualcosa in questa palla prigioniera sviluppata dai brasiliani che funziona dannatamente bene: amalgama con equilibrio durata dei match, frequenza degli scontri, velocità e dinamismo, racconta una storiella godibile, crea un piccolo ecosistema che funziona e in qualche modo rimanda per stile e gameplay ad alcuni mostri sacri come Paper Mario e Windjammers.
A scuola di palla prigioniera
Otto doveva essere un arbitro, ma la sua passione per la palla prigioniera (o palla avvelenata, o palla schivata) lo porta a tentare la fortuna nella miglior scuola esistente sulla disciplina. Qui incontra amici e nemici, ma soprattutto inizia un'avventura che nella sua dozzina di ore porta a spasso nel campus con diverse cose da fare. Abbiamo appena tradotto in sinossi il tutorial che vi permette di scoprire cast e flussi di gioco: come da tradizione RPG, l'enfasi è stata posta sullo svolgere partite, girare tra edifici, migliorare l'equipaggiamento e girovagare per la mappa, anche se l'esplorazione è sicuramente l'aspetto più debole del titolo.
Forse è frutto di una mancanza di ambizione o magari di una precisa scelta di design: l'aver ambientato il gioco in poche aree porta a familiarizzare subito con la geografia, semplificando l'orientamento e l'avanzamento veloce, ma la mappa purtroppo esaurisce con una certa velocità la sua offerta.
Il gameplay del quotidiano di Dodgeball Academia è relativamente semplice: un torneo come macro-evento in cui avanzare giorno per giorno, una main quest a esso collegata a scandire le giornate, delle missioni sparse, delle migliorie da sviluppare e qualche bidone con sorpresa da scassare. È una scelta di progressione che si assimila rapidamente e mantiene alto il ritmo, senza disorientare il giocatore e accompagnandolo grazie a una semplice gestione dei punti di interesse: la mappa fornisce indicazioni di avanzamento, di quest e di sfidanti pronti a lanciare pallonate.
Protagonista e comprimari funzionano, i dialoghi sono da gioco indie brillante mediamente scanzonato, la scuola ha delle sue routine e la progressione risulta naturale, ha le giuste distanze, tempi corretti e situazioni piacevolmente simpatiche. Peccato per qualche calo di frame qua e là, ma è una cosa di poco conto; anche l'equipaggiamento non ci ha galvanizzato come speravamo.
Dodgeball di ruolo
Veniamo ora al punto centrale, il dodgeball: semplice come concetto, intelligente come attuazione, lo sport attorno il quale ruota l'opera di Pocket Trap è funzionale a un gameplay dinamico fatto di riflessi, schivate, tempismo e rilascio, capace di non stancare e di non esagerare. La regola altro non è che giocare team contro team a lanciare pallonate agli altri, con tante variabili: ci sono i tiri caricati, i tiri speciali, le schivate, la possibilità di mandare un alleato dall'altra parte del piccolo campo a dare fastidio da dietro agli avversari, i palloni pazzi, i palloni elementali, delle sfide di abilità.
C'è buona varietà, va detto: si può passare la palla, bloccarla, rispedirla di là con un calcio o con una mazza da baseball e via così. Ogni personaggio ha una sua caratteristica, dei valori aumentabili con l'utilizzo di oggetti consumabili, una sequenza di abilità e migliorie sbloccabili avanzando di livello. Dodgeball Academia è un gioco di ruolo piccolo ma completo che risplende sicuramente nella fase più interessante, proprio il dodgeball: il gameplay è divertente e bilanciato, capace di accrescere di difficoltà in maniera graduale. Va detto che, a fronte di un avanzamento bilanciato tra main e quest secondarie, in Dodgeball Academia si perde molto, molto poco. È un peccato? Non per forza, ma non sarebbe stato male, a volte, un coefficiente di difficoltà un filo più alto.
Com'è logico che fosse, la profondità non è purtroppo sufficiente per evitare che il gioco si possa portare avanti utilizzando praticamente sempre il protagonista, andando sui restanti personaggi solo in caso di sconfitta di Otto. Ci sta, è una prerogativa di differenziazione non banale da gestire e che comporta tantissimo lavoro da parte di un team nel fornire sufficienti ostacoli e idee capaci di forzare un cambio di giocatore principale, però sarebbe stato un ottimo incentivo a variare.
Lato artistico, bene i personaggi, non benissimo gli ambienti: a fronte di una bella direzione riguardante il character design in 2D, lo stacco con il resto della produzione 3D è abbastanza evidente, ma è anche frutto del livello produttivo con evidenti limiti. Completa il lotto una modalità versus - anche multigiocatore - con tutte le opzioni per personalizzare lo scontro e una colonna sonora che accompagna con discrezione.
Conclusioni
Con poco più di 20 euro potete portarvi a casa un prodotto estivo divertente e frenetico, capace di mixare con inaspettata capacità tanti aspetti RPG che denotano una grande passione da parte del team per il genere. È tutto perfetto? No, ma va anche bene così: il titolo scorre bene, assolve la propria funzione di connubio sport-rpg con nonchalanche, nicchiando qua e là tra Inazuma Eleven ed i manga sul genere. Nonostante una mappa che finisce presto di stupire e una difficoltà purtroppo bilanciata verso il basso, se siete in cerca di un prodotto fresco e spensierato, Dodgeball Academia potrebbe stupirvi.
PRO
- Ambientazione e personaggi riusciti
- Ottimo il dodgeball
- Buon equilibrio di avanzamento
CONTRO
- Una certa semplicità frena alcune meccaniche
- La mappa è abbastanza spoglia