Dune: Awakening è un gioco con due volti, da un lato c'è un'esperienza survival-crafting ben fatta, lineare e piena di citazioni, dall'altro un MMO altamente competitivo che richiede un consistente impegno giornaliero e settimanale per mantenere competitiva la propria gilda. Il crepaccio da un volto all'altro è ampio, ma una volta assaggiato il potere della Spezia è difficile tornare indietro.
Il nuovo titolo targato Funcom è ambientato in un universo alternativo rispetto a quello tratteggiato da Frank Herbert e ripreso dai film di Denis Villeneuve e inizia come molti altri esponenti del genere prima di lui ma, dopo aver terminato una storia della durata di una ventina di ore, si apre un endgame veramente massivo, talmente soverchiante che giocare senza una gilda è praticamente impossibile.
Narrativamente le premesse sono molto interessanti: Lady Jessica ha avuto la figlia richiesta dalla Sorellanza, Paul Atreides non è mai nato, il complotto del dottor Yueh è stato scoperto e gli Atreides hanno sventato il colpo di mano degli Harkonnen. La situazione è di stallo: le forze imperiali bersagliano chiunque si muova al di fuori della legge e le due casate si fanno una guerra senza quartiere per la Spezia nell'Alto Deserto.
Un survival-crafting coi fiocchi
Il primo merito di Dune: Awakening è di essere un survival fatto proprio bene. Il flusso di gioco è quello di sempre: raccogli i materiali, sviluppa le ricette, realizza i nuovi strumenti, passa alla prossima zona, ripeti. Quello che Funcom ha accordato alla perfezione è il passo di gioco che tiene quasi sempre lontana la frustrazione.
Soprattutto nelle prime ore, non capita quasi mai di dover lasciare la propria base per andare a raccogliere 200 unità di minerale di rame perché altrimenti non si riesce ad andare avanti. Semplicemente giocando e facendo le missioni della storia capita di incontrare depositi di materiali che richiedono pochi secondi di estrazione. Farlo ogni tanto vi garantirà di avere sempre quel minimo di risorse necessario per poter fare un passo avanti.
Nel momento in cui dovesse capitare di trovarsi a corto, esplorare Arrakis a caccia di risorse è quasi sempre divertente perché rappresenta una sfida costante: i vermi delle sabbie sono sempre in agguato contro chi fa troppo rumore, le navi dei Sardaukar pattugliano il deserto e i predoni controllano diversi punti chiave sparando a vista su chiunque si avvicini.
L'immersione nell'universo creato da Frank Herbert è totale: tute distillanti, Crys, spezia, tecnologia Fremen, insegne Atreides e tanti riferimenti a chi ha letto i libri (come il nome del nostro server: Jacurutu). La punta di diamante di questa immersione è la gestione dell'acqua: inizialmente complessa e faticosa, diventa in poco tempo divertente e sfidante grazie a migliorie e nuovi strumenti.
A livello generale, ci sono sette livelli di risorse, ognuno con il suo strumento di estrazione, le sue raffinerie e le sue peculiarità. Armi, armature e veicoli si usurano col tempo e possono essere riparati solo un certo numero di volte e a ogni nuova zona è altamente consigliabile costruirsi una nuova base demolendo quella vecchia.
Le regge che abbiamo visto (e in parte realizzato) in Dune: Awakening ci hanno davvero impressionato. Le opzioni di personalizzazione di muri, finestre, tetti e fondamenta sono tante e le possibilità di combinazione infinite. Particolarmente degno di nota è il menù di costruzione e la sua interfaccia. A un primo impatto risulta macchinosa, ma una volta presa la mano, con mouse e tastiera, l'esperienza diventa davvero intuitiva.
C’è tanto da fare e con cui divertirsi
Il sistema di crafting e di creazione della base, soprattutto nelle prime 10-12 ore, è molto ben integrato con la storia di Dune: Awakening ed è pensato per portare chi gioca in una sorta di tour delle varie attività disponibili. Dai piccoli accampamenti con due o tre banditi ai grandi avamposti con nemici d'élite passando per relitti abbandonati, stazioni ecologiche sperimentali dell'Impero e avamposti di commercio, ogni sezione della mappa è piena di cose da fare.
Ognuna di queste attività fornisce risorse diverse e tutto è indicizzato con un codice colore molto comprensibile: tutto ciò che riguarda i Fremen è arancione e si trova negli accampamenti dei predoni, tutto ciò che serve a realizzare armi e corazze (le tute distillanti sono attrezzature Fremen) è verde e si trova nei relitti delle navi imperiali, le componenti per realizzare oggetti tecnologici (dai generatori di scudo Holtzman alle cinture di sospensione antigravità per sentirsi un vero Sardaukar) sono blu e si trovano nelle Stazioni Sperimentali, mentre le missioni principali sono viola.
Un'altra parte fondamentale dell'esperienza di Awakening è la mappatura (nell'endgame è addirittura un'attività di squadra) che nella campagna vi vedrà scalare i pinnacoli rocciosi sparsi per le zone per lanciare sonde che rivelano i punti di interesse e tutte le località (organizzate per colore) menzionate sopra. Non possiamo dire di esserci divertiti durante questa attività, ma ne capiamo il senso e, soprattutto, il fattore immersivo.
A inizio partita, creando il proprio personaggio, è possibile scegliere diversi background, mondi d'origine, specialità e alberi delle abilità. Noi abbiamo iniziato come Mentat, così da avere a disposizione una torretta molto utile in combattimento. Le altre opzioni disponibili sono il soldato (armi e esplosivi), il planetologo (estrazione risorse), le Bene Gesserit (controllo degli avversari) e il Maestro d'armi (corpo a corpo).
Il bello è che completando una serie di missioni secondarie nelle prime zone è possibile sbloccare gli alberi delle abilità delle altre classi e creare un personaggio ibrido con abilità (attive) e tecniche (passive) da tutte le specialità del mondo di Dune, una scelta azzeccatissima da parte degli autori. Avremmo preferito che le origini del personaggio, sia a livello di località sia di classe sociale, fossero più rilevanti a livello di interazioni perché, allo stato attuale, si limitano a sbloccare linee di dialogo aggiuntive e senza conseguenze parlando con alcuni personaggi.
Combattimento solido, ma ripetitivo
In Dune: Awakening si spara e si duella all'arma bianca, due modi di combattere molto diversi e interessanti che raramente si vedono fianco a fianco in un videogioco. Le armi da fuoco si dividono in diverse categorie familiari con l'eccezione di quelle pesate per penetrare gli scudi Holtzman, una parte fondamentale non solo della storia di Dune, ma del suo guerreggiare.
Le sparatorie sono intuitive, familiari e contro nemici piuttosto aggressivi e dalla mira sempre migliore. I combattimenti all'arma bianca, invece, richiedono tempo e fallimenti per essere padroneggiati ma, quando succede, vi sentirete come Paul Atreides quando finalmente abbatte Feyd-Rautha. Essendo basato sugli scudi, ci sono colpi rapidi e colpi lenti: i primi fanno vacillare il nemico, i secondi attraversano lo scudo. Sia a sparare sia a duellare ci siamo divertiti, l'unica pecca è la bassissima varietà di nemici, soprattutto nelle prime dieci ore di gioco: due unità che sparano, due all'arma bianca e una per tipo d'élite.
I veicoli di Dune: Awakening, poi, ci hanno sorpreso per facilità dei controlli e manovrabilità. La moto da sabbia, sbloccata alla fine della zona iniziale, è una manna dal cielo e consuma (e si consuma) relativamente poco. Il gioco, però, prende vita nel momento in cui si realizza il primo ornitottero (ci sono quattro modelli diversi) e si vola per la prima volta sulle sabbie di Arrakis.
A livello sia di colonna sonora sia di comparto audio, infine, Funcom ha fatto davvero un buon lavoro, soprattutto quando si corre sulla sabbia aperta e Shai-Hulud, il verme delle sabbie, si accorge della vostra presenza. Prima di iniziare a inseguirvi farà un'emersione rumorosa e spettacolare per poi muoversi nella vostra direzione a tutta velocità. È il momento più teso del gioco ed è anche merito della colonna sonora e degli effetti audio.
Un supporto raro per il genere
Una delle cose che ci hanno stupito di Dune: Awakening è stata la reattività degli sviluppatori nel sistemare i problemi di gioco. L'inizio dell'accesso anticipato, infatti, è stato un disastro: server che non funzionavano, personaggi che venivano cancellati (a noi è capitato il giorno dell'uscita, ma fortunatamente abbiamo perso solo tre ore di gioco) e una stabilità veramente penosa.
In quattro giorni, però, con un aggiornamento da 1,2 GB al giorno e due ore di manutenzione, la maggior parte dei problemi di stabilità, accesso e gameplay sono stati risolti, il tutto con una comunicazione dettagliata e puntuale da parte di Funcom sia sui loro social sia in gioco. Persino il review bombing delle prime ore è stato completamente neutralizzato tant'è che su Steam il gioco ha ora una valutazione 'veramente positiva'.
Non è infrequente che un MMO ambizioso abbia un debutto burrascoso, è raro invece vedere degli sviluppatori così reattivi e attenti alle necessità della community. A poche ore dal lancio globale, l'unico problema tecnico che ancora affligge il gioco sono dei momenti di rubber banding molto intenso che oltre a rendere ogni attività in corso praticamente impossibile, fanno venire un gran mal di testa a chi gioca.
Abbiamo testato diverse variabili cambiando connessione e server ospitante, ma non siamo riusciti a individuare una causa scatenante: ogni tanto il ping aumenta vertiginosamente e resta alto per tre o quattro minuti prima di tornare normale.
Un endgame davvero massivo
Le 20/30 ore di campagna di Dune: Awakening, divertenti e fedeli all'universo di Frank Herbert, sono un grande corso preparatorio al massiccio endgame che aspetta i giocatori una volta sbloccato l'Alto Deserto. Questa zona multi-server è grande 500 chilometri quadrati e viene riorganizzata (grazie a un set di più di 80 mattonelle predefinite) ogni settimana, un evento che vede la demolizione di tutte le strutture costruite per impedire la dominazione di una singola gilda.
Quest'area si divide in due, una fettina di 25 chilometri quadrati esclusivamente PvE e il resto della mappa dove il PvP è sempre attivo. Qui l'attività principale è la raccolta della Spezia, una missione ad altissimo rischio e ad altissime ricompense. Una gilda ben organizzata può dispiegare la mietitrice, schierare membri a proteggerla dagli altri giocatori e avere un team di scout che con i martelli tengono lontani i vermi della sabbia, sempre presenti e inferociti dalla raccolta di Spezia.
Quest'attività è appannaggio delle gilde meglio coordinate e piene di risorse perché per portarla a termine serve una base operativa nell'Alto Deserto (da ricostruire ogni settimana), uomini e mezzi (soprattutto ornitotteri) per proteggere la spedizione dagli altri giocatori e una discreta coordinazione. Una versione solo PvE di questa attività è disponibile nell'area di partenza, ma le quantità estratte sono risibili rispetto alla controparte PvP. Nell'Alto Deserto, ci sono anche dungeon e altre attività PvE molto difficili che premiano con risorse di qualità paragonabile a quelle del PvP, anche se distribuite in quantità nettamente inferiori.
Il sistema del Landsraad, poi, introduce un vero e proprio substrato politico all'esperienza di Dune: Awakening. Ogni settimana le gilde alleate con casa Atreides o casa Harkonnen fanno a gara e combattono per completare una serie di obiettivi: chi vince questa corsa prende il controllo dell'istituzione per una settimana e può intraprendere un'importante decisione a livello di server: può essere decretato che nuovi mercanti di armi offrano le loro mercanzie migliori alla Casa vincitrice, o introdurre la modalità hardcore al PvP. Se questa modalità viene attivata, chi muore nell'Alto Deserto perde ogni cosa che ha addosso e gli altri utenti possono appropriarsene, un po' in stile extraction shooter. È un evento raro ma fate attenzione alle decisioni del vostro server e tenetele d'occhio per non ritrovarvi brutte sorprese.
Le nostre interazioni con questi sistemi sono state limitate per via della bassa popolazione del periodo di accesso preliminare, ma possiamo dirvi che l'Alto Deserto, anche con l'attrezzatura di più alto livello, non perdona. I nemici PvE sono estremamente aggressivi e gli altri giocatori non fanno sconti: le gilde sono rivali (c'è anche un sistema di allineamento tra la fazione degli Atreides e quella degli Harkonnen) e la competizione spietata.
È evidente, però, che l'impegno richiesto da questo tipo di endgame è davvero importante. Anche solo avere le risorse per costruirsi una nuova base nell'Alto Deserto ogni settimana richiede tempo, impegno e coordinazione nella gestione delle basi dei giocatori di fuori dell'endgame. Le schematiche degli oggetti più forti sono a utilizzo singolo per cui, una volta craftati, possono essere riparati solo un certo numero di volte prima di diventare inutilizzabili.
Insomma, l'endgame di Dune: Awakening è per chi vuole dedicare una grossa parte del suo tempo libero al gioco e alla sua gilda: questo è sia un bene, perché tiene il gioco profondo, impegnativo e competitivo, sia un male, perché chi non ha così tanto tempo da dedicarci resta inevitabilmente fuori.
Conclusioni
Dune: Awakening è sia un ottimo survival, sia un tributo rigoroso all'universo creato da Frank Herbert nonostante sia ambientato in una timeline alternativa. La campagna ha una struttura tipica del genere survival-crafting con risorse e zone a livello crescente e una narrativa ispirata alla ricerca dei Fremen fatta da Duncan Idaho nei libri e nel primo film. I combattimenti sono intensi e hanno una decisa curva di apprendimento, ma le unità nemiche sono davvero poche. La progressione è tarata alla perfezione e tiene sempre lontani noia e grind: il mondo è pieno di pericoli e opportunità, tutti organizzati secondo un codice colore che mette in chiaro benefici e rischi di ogni attività. L'endgame è massiccio, in costante cambiamento, complesso e impegnativo, cosa che lo rende davvero accessibile solo a chi è un membro attivo della sua gilda e del suo server. C'è tanto divertimento nella campagna e nelle attività di fine gioco PvE ma l'esperienza definitiva è intrisa di PvP e per vincere bisogna essere molto preparati. Ce n'è per tutti (o quasi) in Dune: Awakening, e siamo convinti che Funcom abbia fatto i giusti compromessi così da creare un'esperienza accessibile ma con tante potenzialità e che vale l'investimento di tempo ed energie per chi vuole dedicarcisi anima e corpo.
PRO
- Immersione totale su Arrakis fedele ai libri e ai film
- Passo di gioco accordato alla perfezione, non ci si annoia mai
- Sistema di crafting stratificato ma non troppo complesso
- Ottimo supporto degli sviluppatori
CONTRO
- Poca varietà nei nemici
- Lag ancora presente
- Endgame non per tutti