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Fuga: Melodies of Steel 2, la recensione

A due anni dal primo episodio, CyberConnect2 sfodera ancora una volta la sua arma più inaspettata: scopriamo quale nella recensione di Fuga: Melodies of Steel 2.

Fuga: Melodies of Steel 2, la recensione
RECENSIONE di Marco Perri   —   29/05/2023

Ritrovarsi a scrivere la recensione di Fuga: Melodies of Steel 2 è una sensazione splendida. Il primo episodio di Fuga non è stato un successo commerciale: nonostante un bell'abbraccio di community, una discreta dose di benevolenza dalla stampa e un'eredità densa di passione da parte del team di Solatorobo, il botteghino non fu propizio a Malt e soci. Fu però sufficiente a convincere CyberConnect2 a proseguire il viaggio intrapreso, non fermarsi al primo ostacolo, raccontare la storia di un mondo sussurrato attraverso semplici artwork, un doppiaggio appena abbozzato.

Il team giapponese ha semplicemente fatto quello che tutti, di base, dovrebbero fare: non adattare le ambizioni di un progetto con le reali prospettive di vendita e infischiarsene, in barba a qualsiasi suggeritore commerciale. Fuga: Melodies of Steel 2 ricalca in maniera pressoché analoga la struttura del primo episodio, con alcune simpatiche aggiunte e trovate per colorare un viaggio affascinante e toccante, anche più maturo del primo.

Un racconto di vendetta

Le parti a bordo del Tarascus serviranno a sviluppare i legami con la squadra: approfittatene, le occasioni sono limitate
Le parti a bordo del Tarascus serviranno a sviluppare i legami con la squadra: approfittatene, le occasioni sono limitate

Se il primo Fuga è assimilabile alla storia di un gruppo di piccoli eroi antropomorfi in lotta con un malvagio impero, con una progressione piuttosto dolce e delicata, il secondo capitolo parte subito a razzo con uno stravolgimento totale dello status quo: il Tarascus, un carro armato demoniaco del primo Fuga, diventa il veicolo di lotta del gruppo proprio contro il Taranis, l'arma che aiutò Malt e soci a sconfiggere l'impero. Un personaggio oscuro, un mondo lontano e vecchi personaggi arrivano su un palcoscenico che non rinuncia a trasmettere le atrocità della guerra, le difficoltà dei popoli che la subiscono ma nemmeno smette di raccontare le gesta di piccoli e dolci combattenti, maturati rispetto al primo viaggio e, purtroppo, messi di fronte a un incredibile desiderio di vendetta.

Fuga: Melodies of Steel 2 raccoglie nuovamente la regia e la fotografia del primo Fuga, consegnando ai fan un prodotto che, tra il calore e la dolcezza di un cast bambinesco, affascina e ammalia, spingendo in avanti una palla narrativa interessante e mai banale. Se i primi capitoli vi faranno sentire a bordo di un carro in una corsa disperata, preparatevi a una crudezza ancora più marcata e impietosa: forse, da questo punto di vista, Fuga 2 è più assimilabile a un JRPG tradizionale per impostazione narrativa, meno incentrato su una guerra a tutto campo e più verticale su un tipo di narrazione etera, che viene da lontano: la scelta di differenziarsi ci è piaciuta, il team è stato capace di non banalizzarsi in una riproposizione scontata. CyberConnect 2 ha saputo offrire una chiave di volta diversa all'ambientazione, ai suoi personaggi e alla loro crescita, orchestrando colpi di scena interessanti e talvolta inaspettati.

Aeronavi ed emozioni

La struttura di questo sequel ricalca l'impostazione del primo episodio: chi conosce il franchise, si sentirà a casa
La struttura di questo sequel ricalca l'impostazione del primo episodio: chi conosce il franchise, si sentirà a casa

Forse la maggior mancanza del primo Fuga è stata proprio l'assenza del volo, dell'aria, del viaggio tra isole tanto caro a chi arrivava in questo mondo da Solatorobo. Questa volta, il team ha deciso di integrare, seppur non in maniera marcata, le aeronavi, consentendo delle variazioni alla classica gestione del percorso a senso unico: la nave può riportarci ad alcune zone della linea di avanzamento per farci rigiocare delle sezioni, oppure attaccare dei nemici lungo il percorso. La trovata si fonde alla perfezione con l'aggiunta del Managram, il cannone del Tarascus, che a differenza dell'arma del Taranis - che sacrificava un personaggio - non uccide completamente la vittima sacrificale, ma annulla la raccolta di esperienza per quella battaglia e distrugge il morale della squadra, rendendo impossibili i Link Event, i momenti in cui aumentare il legame con i membri.

Se vi stavate chiedendo se combattimento e gestione del carro armato fosse rimasta invariata, la risposta è si: gli scontri sono sempre a turni, con gestione di abilità attive e passive, punti deboli dei nemici, colpi speciali e modalità Eroe. Anche qui, però, c'è una nuova trovata: durante il gioco, Malt dovrà compiere delle scelte, che sposteranno la sua personale barra personalità verso la comprensione o la determinazione.

A seconda di come svilupperemo il protagonista, sbloccheremo delle abilità passive che si attiveranno in maniera casuale, aiutandoci negli scontri. Fuga: Melodies of Steel 2 si riconferma solidissimo: il sistema di combattimento è ancora più galvanizzante, brutale, strategico e ricco di possibilità, così come l'esplorazione delle città e delle rovine sono state arricchite e rese più dense, più simili alle aspettative da JRPG. Possiamo invece confermare l'assenza del doppiaggio inglese (solo giapponese e francese) e la capacità di accelerare l'avanzamento del Tarascus, aggiunta assolutamente gradita per i secondi, terzi e chissà quanti viaggi che farete.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 39.90 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (13)
8.3
Il tuo voto

Avvincente, non banale, mediamente impegnativo, con più contenuti, personaggi interessanti e sviluppi capaci di incollare allo schermo: CyberConnect2 impacchetta un sequel che convince, conferma e dissipa qualsiasi eventuale dubbio residuo sulla nuova direzione della serie Little Tail Bronx. La struttura da JRPG un po' strategico, la narrativa con un peso importante, la capacità di raccontare una storia con la dolcezza di piccoli animali antropomorfi fa centro, con la sola, unica pecca di un impianto ludico ancora saldamente - forse troppo - minimale in termini di esplorazione dell'ambientazione e di interazione con i PNG. Ancora una volta, aspettatevi di dover fare più di un giro per vedere tutti i finali.

PRO

  • Narrativa matura e avvincente
  • Il sistema di combattimento è ancora più intrigante
  • Le nuove aggiunte donano vivacità al racconto

CONTRO

  • Esplorazione e sviluppo dei PNG ancora molto limitata