Avrebbe dovuto chiamarsi Spider-Man: Freshman Year e raccontare le origini dell'Uomo Ragno interpretato da Tom Holland nella "sacra linea temporale" del Marvel Cinematic Universe, origini mai esplorate di un personaggio comparso quasi per caso nel bel mezzo di Captain America: Civil War. Doveva essere, insomma, la consacrazione della nuovissima etichetta Marvel Studios Animation e invece, dopo essere stato annunciato nel 2021, è stato rimandato ripetutamente... Il che di sicuro non suona bene per una storia incentrata su un liceale.
Rilanciato con un nuovo titolo e non pochi cambiamenti, sulla scia del successo di critica e di pubblico di X-Men '97, Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere rappresenta un ritorno importante sul piccolo schermo con un'eredità granitica, quella dei vecchi cartoni animati che per moltissimi fan dell'Arrampicamuri sono stati il primo contatto con i fumetti e i film Marvel. Venendo a sapere che sono già in cantiere una seconda e addirittura una terza stagione, ci siamo avvicinati alla prima tranche di episodi con molta curiosità e qualche titubanza... e alla fine abbiamo capito perché i Marvel Studios e Disney ci credono così tanto.
Origini alternative
Come abbiamo detto, lo showrunner Jeff Trammell a un certo punto ha cambiato idea e, col benestare del capoccia Kevin Feige, ha trasformato il suo nuovo cartoon sulle origini dello Spider-Man di Tom Holland in un grosso "what if" in dieci episodi, ambientato in una linea temporale alternativa. Insomma, si torna al leit motiv del Multiverso su cui è incentrata la nuova saga del Marvel Cinematic Universe, ma c'è una bella differenza tra questo progetto e la serie animata "What If...?" che si è conclusa di recente sempre su Disney Plus.
Mentre la serie antologica voleva essere una raccolta di episodi folli, estemporanei e autoconclusivi, pensata più che altro per spiegare il Multiverso e le sue potenzialità, Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere è una serie vera e propria, costruita con un inizio, uno svolgimento e una fine che, ovviamente, resta aperta alle stagioni successive. Ogni episodio si incastra in un mosaico ben preciso, mentre la scrittura descrive parallelamente le molteplici sottotrame che si intrecciano come in una serie TV vera e propria. Insomma, è un what if - cioè una storia diversa da quella ufficiale - ma non è "What If...?" né uno spin-off, sebbene ormai sia diventato un vero casino orientarsi nel maldestro Multiverso del MCU.
In questa nuova revisione, Peter Parker ottiene i suoi poteri ragneschi in un modo decisamente insolito rispetto alle continuità tradizionali, anche a causa di un certo Stregone Supremo che manda a rotoli il suo primo giorno di scuola alla Midtown. Peter finisce così in un istituto diverso dove non ci sono Ned o M.J. ma personaggi completamente nuovi che costruiscono un cast inedito, tra cui Nico Minoru e Lonnie Lincoln: nomi che ai fan dei fumetti dovrebbero risultare abbastanza familiari. Nico diventa la migliore amica di Peter in tempo zero, ma la sua vita segreta da vigilante ha gli stessi effetti complicati sui suoi rapporti sociali che abbiamo già visto e rivisto in altre storie di Spider-Man.
Lo Spider-Man del nuovo cartoon vive sempre con May e la serie glissa sulla morte di zio Ben, mai raccontata nonostante il suo peso sulla storia e sui personaggi. Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere è una serie scritta bene, contraddistinta da personaggi credibili e attuali, ma non disdegna vere e proprie palle curve che possono prendere alla sprovvista anche i seguaci storici del Tessiragnatele. La deriva più importante, forse quella fondamentale che in un certo senso trasforma veramente la nuova serie animata in qualcosa di diverso dal solito, è il rapporto che Peter instaura con gli Osborn: Norman diventa sostanzialmente il suo Tony Stark, appoggiando in toto la missione di Spider-Man, addirittura aiutandolo con la sua tecnologia e con suo figlio Harry.
È uno sviluppo inatteso che complica ulteriormente la vita di Peter, divisa tra la scuola, lo stage alla OsCorp sotto gli sguardi attenti dei suoi mentori e dei suoi nuovi colleghi e le sue imprese da vigilante. Nel mentre, però, si sviluppano le altre sottotrame incentrate sui diversi comprimari e su un misterioso scienziato che sta armando i peggiori criminali di New York con una tecnologia fantascientifica... su cui indaga anche Daredevil. Sì, c'è anche lui in un paio di episodi.
Un ottimo inizio
La caratteristica più interessante de Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere è la sua capacità di richiamare i fatti accaduti nei film del MCU in modo intelligente, facendo sembrare il cartoon una parte integrante di esso pur svolgendosi in una cronologia alternativa. In questo universo esistono gli Avengers, che hanno combattuto nella famosa Civil War tra Captain America e Iron Man senza Spider-Man; ci sono quindi gli accordi di Sokovia e i Chitauri hanno attaccato New York ma Thanos non ha ancora schioccato le dita. Siamo quindi intorno all'inizio della Fase 3 nella Saga dell'Infinito. La serie rielabora alcuni momenti iconici del MCU in un'ottica nuova: per esempio, è Norman Osborn che Peter trova a casa di zia May tornando da scuola. In questo modo, i riferimenti mantengono una coesione narrativa importante che strizza l'occhio ai fan dei film.
Allo stesso tempo, l'opera di Jeff Trammell straripa di omaggi anche ai film di Raimi e Webb, nonché a sessant'anni di storie a fumetti, sia in modo eclatante - le "copertine" che compaiono alla fine della sigla di ogni episodio - sia in modo più sottile, magari introducendo certi personaggi più o meno noti per rovesciare le aspettative dello spettatore, oppure rifacendosi alla tecnica del gender swap per rinforzare l'illusione: è il caso del dottor Connors che nel nuovo cartoon è una donna, un po' com'è accaduto con la dottoressa Octavius nel primo lungometraggio della serie Spiderverse.
Forte di un cast solido e diversificato, ma ben caratterizzato e scritto in modo realistico, il nuovo cartoon può contare su una regia curata che si prende i suoi tempi, magari rallentando eccessivamente nel secondo e nel terzo episodio per descrivere meglio personaggi e situazioni, prima di prendere velocità nel resto della stagione, sferrando anche dei bei colpi di scena nonostante la ridondanza tematica: sia chiaro, chi vive di pane e Uomo Ragno da anni potrebbe restare meno sorpreso, ma Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere riesce a raccontare una storia più profonda e sfaccettata del previsto, senza temere di sconfinare in quelle zone di grigio che la rendono poco adatta ai più piccoli.
Sull'ottima colonna sonora di Leo Birenberg e Zach Robinson c'è poco da dire, anche se ci ha sorpreso che la fenomenale sigla di chiusura sia più orecchiabile del leggendario remix in apertura. Un discorso più ampio merita però l'aspetto in generale che, sicuramente divisivo, ha suscitato non poche polemiche. Il discorso è questo: le animazioni sono fenomenali, soprattutto nelle frequenti scene d'azione in cui appaiono fluidissime e ben coreografate. Sono invece più rigide in alcune sequenze di vita quotidiana, ma l'ottima recitazione in lingua inglese - non abbiamo potuto vederlo in italiano, purtroppo - e l'espressività dei personaggi compensano i movimenti meno convincenti dei modelli 3D. Gli scenari sono invece più deludenti e prestano il fianco a una generale povertà di animazioni e dettagli, riconoscibile soprattutto nei momenti di calma.
Il fatto è che Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere rende molto meglio in movimento, nell'arco di ogni singolo episodio, che nei trailer o nelle immagini statiche. Il framing che spesso ricalca le tavole a fumetti, per esempio, è estremamente efficace in alcuni passaggi, grazie anche ad un aspetto volutamente ispirato ai primissimi albi di Stan Lee e Steve Ditko: è uno stile molto vintage e forse poco dinamico, ma sicuramente caratteristico, che distingue la nuova serie animata da quelle che l'hanno preceduta, in particolare da X-Men '97 che, invece, ha preferito un design più al passo coi tempi.
Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla nuova serie animata Marvel Studios: pur non essendo convinti che ambientarla nell'ennesimo universo alternativo fosse la strada migliore da percorrere, dobbiamo dire che la qualità della scrittura, le scelte sorprendenti e la maturità delle sottotrame che si intrecciano alla fine ci hanno decisamente soddisfatto. Si tratta pur sempre di una storia alternativa che nulla aggiunge al Marvel Cinematic Universe, e per moltissimi fan storici dell'Uomo Ragno sicuramente non reinventerà la ruota, ma insieme a X-Men '97 è sicuramente un ottimo inizio per il nuovo catalogo animato su Disney Plus.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.5
I Marvel Studios hanno deciso di slegare Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere dalla "sacra linea temporale" del MCU per concedere allo showrunner Jeff Trammell una maggiore libertà creativa, e forse è stato meglio così: il cartoon racconta una storia tutta nuova, a tratti imprevedibile, che resta però ancorata ai cardini del personaggio creato da Lee e Ditko nel lontano 1962. Pur essendo un "what if", la nuova serie animata è scritta davvero bene e merita l'attenzione di ogni fan dell'Uomo Ragno che si rispetti, pur prestando il fianco a qualche sbavatura tecnica che speriamo sarà riveduta e corretta nelle prossime stagioni.
PRO
- È una prima stagione ben scritta e sorprendente
- Ottime le animazioni delle numerose scene d'azione
- Cast caratterizzato con cura
CONTRO
- Un po' lenta a carburare ma ingrana nel giro di qualche episodio
- Il look vintage è comprensibilmente divisivo
- È pur sempre l'ennesima storia alternativa di Spider-Man