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Monster Hunter, la recensione del film

Dopo Resident Evil, Paul W. S. Anderson porta sugli schermi anche Monster Hunter: l'ennesimo adattamento cinematografico di cui non avevamo bisogno? Scopritelo nella nostra recensione.

RECENSIONE di Christian Colli   —   18/06/2021

Come si fa un buon film ispirato a un videogioco? Sono trent'anni che ci provano, e nessuno sembra aver ancora azzeccato la formula magica. Pellicole come Silent Hill ci hanno insegnato che non sempre è necessario seguire alla lettera la narrativa alle fonti, ma l'importante è comprendere lo spirito dell'opera e farla propria. Il recente Mortal Kombat, invece, ha dimostrato che crogiolarsi nel citazionsimo autoreferenziale serve a ben poco senza una sceneggiatura e un cast degni di questo nome. Warcraft: L'inizio, ha invece svelato che storpiare troppo un grande franchise per comprimerlo in un film può rovinare anche i migliori propositi. Insomma, non c'è una regola fissa, ma una serie di vie di mezzo che Paul W. S. Anderson conosce fin troppo bene: è diventato famoso col Mortal Kombat del '95, ha fatto suo Resident Evil nell'arco di ben sei film, e ora ci ha riprovato con Monster Hunter, prendendo questo e quello dal brand videoludico Capcom ma, alla fin della fiera, mettendoci tanto di suo. E forse questo è il problema più grosso di questo nuovo film.

La storia (?) in sintesi

Il film comincia nel Nuovo Mondo, su un galeone che solca le sabbie del deserto. I giocatori di Monster Hunter World riconosceranno subito alcuni personaggi come Aiden o l'Assistente, ma soprattutto l'Ammiraglio interpretato da Ron Perlman. Tony Jaa veste invece i panni di un generico Cacciatore che finisce sbalzato fuori dal vascello durante l'attacco di un Diablos. Nel nostro mondo, invece, Natalie Artemis (Milla Jovovich) guida una squadra di militari alla ricerca di alcuni commilitoni scomparsi. Una tempesta sovrannaturale li investe all'improvviso, catapultandoli nel mondo di Monster Hunter, dove lo stesso Diablos, e poi un'orda di Nerscylla, fanno strage dei soldati, lasciando Natalie ferita e sola. Ovviamente la protagonista incontrerà il Cacciatore, e dopo un inizio tutt'altro che amichevole, visto che parlano lingue diverse, i due dovranno collaborare per superare il deserto e raggiungere vivi la misteriosa Torre del Cielo che sembrerebbe essere la causa della tempesta che collega i due mondi.

Meno dialoghi, più azione

Monster Hunter, una scena del film.
Monster Hunter, una scena del film.

Ora, di base, la trama di Monster Hunter non è neppure così pessima. I giochi della serie non hanno mai avuto una narrativa degna di questo nome, e i personaggi, appena abbozzati, sono sempre stati caratterizzati dai loro look e titoli, se non da qualche dialogo imbarazzante. Esiste una mitologia, sì, ma sono nozioni che possono reggere un film solo fino a un certo punto. Anderson, che ha scritto la sceneggiatura, avrebbe potuto concentrarsi solo sul Nuovo Mondo e i suoi cacciatori, ma sprofondare un normale essere umano in un contesto completamente diverso, pieno di mostri sconosciuti e apparentemente imbattibili, serve a coinvolgere anche chi non conosce la serie videoludica e sta guardando il film per caso o per curiosità. E in effetti funziona. Milla Jovovich, ormai perfettamente a suo agio nei film d'azione, ha carisma da vendere e prende così tante botte dall'inizio alla fine del film che vien da pensare che tanto umana non sia.

Monster Hunter, una scena del film.
Monster Hunter, una scena del film.

Tony Jaa, il Cacciatore, è forse meno carismatico, ma rappresenta in maniera soddisfacente la componente videogioco, con le sue pose esagerate e una buona coreografia nelle scene d'azione. Il Cacciatore è curiosamente anche il comic relief del film, protagonista di alcune simpatiche gag che stemperano i toni fin troppo seriosi nei momenti opportuni. Insomma, l'incontro/scontro tra le due culture diverse che diventa una bella amicizia, per quanto cliché, funziona e regge la prima parte della pellicola. Poi tutto va a catafascio. Anderson insiste sull'azione, il combattimento e l'horror, sacrificando completamente le backstory dei due protagonisti e di ogni altro comprimario: accenna le storyline personali mostrando l'anello di Artemis e le statuine della famiglia del Cacciatore, ma non le esplora, e i personaggi finiscono col diventare macchine da guerra senza una vera personalità.

Monster Hunter, una scena del film.
Monster Hunter, una scena del film.

I tempi, in alcuni momenti, si allungano troppo. Anderson dedica fin troppo spazio alla minaccia dei Nerscylla e inscena uno scontro iniziale tra la protagonista e il Cacciatore che dura pure troppi minuti, rubando lo spazio alle vere star del film: i mostri. E quando finalmente entrano in scena l'Ammiraglio e gli altri cacciatori, e si comincia a parlare della Torre del Cielo, della sua funzione e della civiltà che l'ha costruita, il film è praticamente già finito. È evidente che Anderson stesse già pensando a un sequel, considerando quello che succede nella scena dopo i titoli di coda, ma senza crederci veramente, e così invece di imbastire una narrativa solida nella prima pellicola, ha preferito dare spazio solo all'azione. In questo senso, Monster Hunter sembra più una demo cinematografica che un film fatto e finito.

Il trionfo dei mostri

Monster Hunter, una scena del film.
Monster Hunter, una scena del film.

Alla pellicola di Anderson bisogna riconoscere un merito: i mostri sono fatti davvero troppo bene. Kaname Fujioka e il producer storico Ryozo Tsujimoto di Capcom si sono assicurati che lo studio Mr. X VFX reinterpretasse i mostri nel miglior modo possibile, e ci sono riusciti. Non solo solo fedelissimi ai videogiochi nell'aspetto, ma anche nelle movenze e nei ruggiti. La computer grafica è straordinariamente curata e vien da pensare che la maggior parte del budget sia finita lì. Purtroppo, però, i mostri sono veramente pochi. Il Diablos e il Nerscylla si prendono una buona metà della pellicola, che poi concede un po' di spazio a qualche mostro comune e soprattutto al Rathalos nelle battute finali, nonché a un vero e proprio teaser prima dei titoli di coda. Considerati i risultati, sarebbe stato bello vedere più mostri, ma Monster Hunter dura pur sempre 103 minuti.

Monster Hunter, una scena del film.
Monster Hunter, una scena del film.

Lascia un po' perplessi, semmai, la scelta di Anderson di insistere sulla componente horror/realistica. Monster Hunter è una serie videoludica in cui si fracassano i mostri di legnate e poi ci si fanno armi e armature coi loro pezzi, ma i dettagli più macabri del gameplay sono lasciati all'immaginazione. In questo senso, il titolo Capcom ha sempre mantenuto un'atmosfera rigorosamente cartoonesca e innocente. Anderson, invece, inscena momenti di grande violenza in cui i mostri divorano o trafiggono i malcapitati di turno, e poi si diverte a riprendere le scene più raccapriccianti, come quando Artemis scuoia il Diablos o il Cacciatore sviscera un pezzo di Nerscylla. Neppure i Felyne scampano a questo trattamento: nel film compare lo Chef Miauscoloso, ma l'interpretazione realistica lo ha reso davvero inquietante.

Monster Hunter, una scena del film.
Monster Hunter, una scena del film.

Il realismo con cui Anderson raffigura queste scene stona decisamente con tutto il resto. Diamo a Cesare quel che è di Cesare: Anderson e sua moglie Jovovich hanno affermato di essere grandi fan del videogioco e di aver scelto di rappresentare le armi e le armature così come compaiono nella serie Capcom e, in effetti, non c'è un'arma o un'armatura che non richiami il videogioco, specialmente Monster Hunter World. Al netto di qualche libertà creativa, specie nel modo in cui Artemis e i cacciatori attivano le proprietà elementali delle armi, bisogna dire che abbiamo apprezzato questa fedeltà alle fonti: è un piccolo tocco di classe, infilato nel film con intelligenza e senza ammiccamenti forzati. Purtroppo lo stesso non si può dire dei costumi e del make-up. I cacciatori sembrano cosplayer improvvisati, in particolare Ron Perlman che sfoggia un parruccone discutibile. Ma è tutta la parte visiva a mostrare il fianco del regista britannico, specialmente nelle scene di combattimento, e in un film dove non si fa che lottare dall'inizio alla fine, capirete che è un bel problema.

Monster Hunter, una scena del film.
Monster Hunter, una scena del film.

Conclusioni

Multiplayer.it

5.0

Monster Hunter è un film che si lascia guardare a cervello spento, ma una volta esauriti i complimenti per la computer grafica dei mostri, ci si rende conto che tutto il resto funziona poco e niente. È un peccato, perché Anderson ha avuto alcune ottime idee che non ha saputo o voluto sviluppare fino in fondo, e Milla Jovovich conduce praticamente da sola l'intera pellicola. In definitiva, ci ritroviamo di fronte all'ennesimo adattamento svogliato che capitalizza su quei pochi tratti caratteristici che i fan riconosceranno e apprezzeranno, ma che fatica a reggersi sulle proprie gambe come film vero e proprio.

PRO

  • I mostri sono realizzati benissimo
  • Milla Jovovich sempre più a suo agio nei film d'azione

CONTRO

  • Praticamente non ha una trama
  • Pochissimi mostri iconici
  • Costumi e trucco veramente mediocri