In questa estate torrida, oltre al fenomeno The First Descendant, che a dire il vero non ci ha particolarmente impressionati, l'universo dei free to play sta conoscendo un'altra perturbazione. Once Human, che ha esordito i primi giorni di luglio su PC (via Steam e Epic Games) e in arrivo anche su device iOS e Android, sta catalizzando l'attenzione di appassionati e semplici curiosi.
In molti, grazie anche alla visibilità che il gioco si sta guadagnando su Twitch, stanno approcciando la creatura di Starry Studio scoprendo un'avventura a tratti sorprendente e largamente soddisfacente, almeno stando a buona parte dei commenti apparsi un po' ovunque sui social. Al di là delle polemiche sorte intorno al trattamento dei dati di coloro che accedono al titolo, i pareri positivi captati nella rete si sprecano e molti sono rimasti sorpresi dalla natura gratuita di una produzione che vanta valori produttivi di tutto rispetto.
Dopo diverse ore passate in compagnia di Once Human possiamo concordare con il sentire comune del web. Nonostante alcuni innegabili difetti, abbiamo scoperto un survival in terza persona godibile, globalmente divertente e, soprattutto, immediato.
Tra fantascienza e sovrannaturale
Vogliamo essere chiari sin da subito: la sensazione di trovarsi di fronte ad un gigantesco collage di meccaniche ludiche e stili visivi, presi in prestito da congeneri e non, si paleserà piuttosto in fretta. Come nel già citato The First Descendant, come fu all'epoca per Palworld, nel tentativo di creare un prodotto trasversale, gli sviluppatori hanno palesemente pescato a piene mani da altre produzioni, confezionando un titolo che possiamo tranquillamente definire come derivativo.
Le stesse premesse narrative, che vengono esplicitate un po' goffamente con un paio di video d'intermezzo e qualche dialogo, sembrano un miscuglio di idee prese alla rinfusa da film di fantascienza e qualche romanzo di Stephen King. In questo imprecisato futuro, l'umanità ha aperto un portale che era meglio rimanesse sigillato. Da questa dimensione alternativa, difatti, si è riversata sulla Terra una civiltà aliena che, tramite una sostanza nebbiosa, ha conquistato porzioni di territorio tramutando ogni essere vivente in grottesche chimere per metà biologiche e metà meccaniche, pronte ad uccidere qualunque cosa gli si pari di fronte. Nei panni di un Beyonders, un essere dotato di capacità sovrumane, avrete il compito di bonificare ogni porzione della mappa, ristabilendo ordine e pace.
Nulla di particolarmente elaborato, e anche procedendo nella narrazione non aspettatevi particolari colpi di scena, né di imbattervi in personaggi che occuperanno un posto di rilievo nella vostra memoria. Da questo punto di vista, Once Human è assolutamente dimenticabile e abbastanza raffazzonato. Discorso assolutamente simile lo si può fare per il comparto artistico, che non investe su chissà quale fotografia o direzione artistica nella composizione degli scenari, ma che di tanto in tanto riesce a regalare un brivido con creature che sono veri e propri ibridi tra umani, animali e oggetti come lampade, cavi elettrici, giganteschi autobus.
Il gioco di Starry Studio non ha la qualità, né l'interesse a dirla tutta, per ammaliarvi con una trama raffinata o componendo panorami degni di nota. Anche tecnicamente è poco più che discreto. Le animazioni sono rozze, la mappa non pullula di dettagli, i modelli poligonali non brillano, l'effettistica è elementare e la linea d'orizzonte non si spinge mai troppo in là. Anche con l'intento di consentire a configurazioni PC e device meno performanti di supportare il gioco, gli sviluppatori hanno dotato la loro creatura di un impianto estetico globalmente piacevole, ma tutto sommato modesto. Se non altro non siamo incappati in chissà quali problematiche tecniche, il frame rate è generalmente solido e anche il netcode si è comportato alla grande.
Come è facile intuire, l'avventura si apre con il più classico degli editor che vi consentirà di dare vita al vostro personaggio. Le potenzialità del software sono sufficienti per personalizzarlo nei più piccoli dettagli, consentendo all'utente di dare libero sfogo alla propria fantasia. Preset e parametri standard, in ogni caso, consentono di completare questo passaggio velocemente e con poca applicazione, per chi lo desidera.
Completate le fasi preliminari, breve tutorial compreso, verrete letteralmente catapultati in un punto casuale della mappa, incipit della vostra personale avventura. La prima cosa da fare, sarà stabilire un campo base. Trattandosi di un titolo multiplayer cooperativo, il PvP arriverà solo nei prossimi mesi, innanzitutto dovrete cercare una porzione di territorio non ancora occupata. Anche per questo motivo, il consiglio che vi diamo, è di utilizzare un server impostato al Giorno 1, così da essere sicuri di trovare pochi giocatori che hanno già ampliato i loro confini, rendendo l'operazione di edificazione più difficile del dovuto. In ogni caso, la mappa è abbastanza ampia e in una manciata di minuti, e con pochi passaggi, getterete le basi dell'accampamento.
Sarà in questo momento che si paleserà la qualità che più di altre caratterizza Once Human, ovvero la già citata immediatezza. Laddove altri prodotti pretendono un certosino lavoro di raccolta e gestione delle risorse, nel gioco di Starry Studio il tutto è enormemente più diretto e facile da padroneggiare. Come sempre dovrete raccogliere legname, metalli e altre risorse per costruire strutture e oggetti, ma il reperimento è generalmente semplice, il quantitativo di risorse richiesto e ragionevole, l'interfaccia rende le fasi di costruzione piuttosto intuitive. Lo stesso crafting è piuttosto accondiscendente nei confronti del giocatore: gli oggetti generati, come le munizioni per esempio, sono sempre in grande quantità, consentendovi di accumulare equipaggiamento senza troppe lungaggini.
Semmai va fatto un appunto alle interfacce dei vari menù, dispersive e in certi casi poco chiare, nonostante la presenza di una sezione dedicata alla spiegazione di ogni oggetto, struttura, nemico, bonus e azione che si può compiere, un compendio tutto da leggere, generoso di informazioni che rendono il tutto più chiaro. Ciononostante, sulle prime resterete disorientati di fronte a schermate che sembrano mettersi d'impegno per non darvi una visione chiara sui progressi compiuti e sul successivo passo da compiere.
Sia chiaro, passerete molto tempo a raccogliere, costruire, creare. Inoltre, le strutture e gli oggetti che potrete ottenere, livello d'esperienza dopo livello, sono davvero moltissimi, ma come detto Once Human è molto più focalizzato sull'avventura vera e propria e sul combattimento. Ciò si evince, tra l'altro, da due altre caratteristiche.
Da una parte, progredendo nell'avventura, potrete contare sul supporto dei Deviations, creature dalle forme più disparate che, oltre a darvi man forte in battaglia, sulla falsariga di Palworld, automatizzeranno raccolta di materie prime e creazione di alcuni oggetti dell'equipaggiamento. Un sistema collaudato altrove e che anche in Once Human snellisce efficacemente le fasi più ripetitive legate al crafing.
Dall'altra, invece, sin dalle prime ore di gioco, entrerete in possesso di una moto, che potrete evocare in qualsiasi momento e luogo. Il mezzo rende ovviamente più rapido lo spostamento sulla mappa, e sebbene il sistema di guida sia davvero terribile, la fidata due ruote è l'ideale per coprire le ampie distese della mappa.
Estirpando il male, un ettaro alla volta
Come detto, Once Human preferisce farvi combattere ed esplorare, piuttosto che costringervi a raccogliere risorse per ore e ore. Le quest, gli abitanti da aiutare e le sfide da affrontare in maniera più o meno casuale sulla mappa, da soli o in compagnia di qualche aiutante pescato dalla rete, sono molte già in questa fase iniziale del gioco.
A decretare il successo del titolo, ci pensa innanzitutto la mappa. Piuttosto ampia, si caratterizza per il buon numero di luoghi d'interesse da visitare, non sempre legati alle missioni che dovrete completare. Piccoli complessi abbandonati, minuscole cittadine diroccate, strutture sotterranee, la densità di zone che attireranno la vostra curiosità è insospettabilmente alta. Come se non bastasse, spesso e volentieri, resterete invischiati in eventi casuali: la nebbia che invade lo schermo improvvisamente lascia presagire l'arrivo di un'orda nemica; potrete tentare il recupero di un forziere abbattendo un mostro particolarmente forte; non mancherà ovviamente il caso in cui deciderete di dare manforte a qualche utente della rete in evidente difficoltà. Ci si annoia molto poco, insomma, soprattutto per il buon lavoro di level design compiuto.
Parlando di missioni vere e proprie, invece, il discorso diventa un pizzico di più controverso. Non ci saremmo aspettati chissà quale complessità e varietà, certo, ma più o meno si tratterà sempre di raggiungere un traguardo, eliminare i nemici, recuperare un oggetto. Alla lunga, la ripetitività si fa sentire, anche se il combat system dà una grossa mano a rendere il tutto sempre godibile.
I nemici, premessa doverosa in questo senso, ostentano una varietà sufficiente. Tra umanoidi, volatili di varie dimensioni e mostri giganteschi, il bestiario vi metterà di fronte ad avversari che vi approcceranno dalla distanza o a corto raggio, costringendovi a riadattare il modo con cui affrontate la battaglia. Purtroppo, sono mossi da un'IA fin troppo deficitaria. Se i lentissimi tempi di reazione dei nemici più comuni sono comprensibili e sopportabili, ci si resta piuttosto male quando si constata che anche i boss di fine livello sono facilmente battibili semplicemente trovando il giusto riparo oltre cui sporgersi nel momento più opportuno. In questo senso Once Human deve assolutamente crescere e migliorare nei prossimi mesi.
Detto questo, condurre in battaglia il proprio Beyonders è indubbiamente divertente. Il corpo a corpo, per quanto denoti una certa arbitrarietà delle hit box (altro difetto di Once Human) è un'opzione quasi sempre molto valida. Fucili, pistole, balestre e bazooka restituiscono il giusto feedback e si distinguono per un'immediatezza tale da permettervi di eliminare tanti avversari con poca difficoltà. Anche i poteri sovrannaturali del personaggio hanno la capacità di rendere ogni scontro più abbordabile e di imprimere ulteriore dinamismo al tutto. Soprattutto la telecinesi, con cui magari lanciare addosso ai mostri una tanica di benzina, tornerà utile in centinaia di occasioni.
Considerando level design e sistema di combattimento, ne viene fuori un'esperienza movimentata e divertente, pur senza picchi particolari. L'IA penalizza le ambizioni action del gioco e nemmeno nelle missioni più riuscite si riesce a godere di un design che vada oltre il raggiungimento del punto B.
Un'ultima nota la vogliamo dedicare allo shop in-game del gioco. Naturalmente, per ingolosire l'utente ad investire parte del proprio denaro, non mancano skin e armi esclusive, nonché risorse e potenziamenti per il personaggio. In questa fase iniziale, tuttavia, a meno che non siate schiavi della personalizzazione a tutti i costi, lo shop sembra poco più che una scorciatoia per raggiungere gli obiettivi in meno tempo, magari dotandosi di qualche bocca da fuoco particolarmente efficace ottenuta con il battle pass. Se non volete spendere soldi, insomma, al momento potete comunque completare tutte le missioni senza problemi.
Conclusioni
Once Human non eccelle praticamente in nulla, eppure è un free-to-play assolutamente convincente. Grazie alla mappa zeppa di luoghi d'interesse, ai combattimenti adrenalinici e immediati, ad un crafting mai troppo opprimente, anche chi è solito tenersi alla larga dai survival potrebbe trovare interessante la proposta di Starry Studio. Soprattutto con il gruppo di amici giusto, ma anche in totale solitaria, potrete gustarvi un'avventura che scorre via senza troppe pretese, ma anche capace di sorprendervi con scontri imprevisti, loot scovato esplorando attentamente ogni anfratto, nuove zone ricche di personaggi e quest ad attendervi. Purtroppo l'IA è dannatamente deficitaria e artisticamente il tutto è davvero fin troppo derivativo per generare un reale interesse. Questi, attualmente, sono difetti piuttosto evidenti che impediscono al gioco di ambire ad una valutazione ancora migliore. Tuttavia, la road map degli sviluppatori sembra chiara e interessante. A breve, infatti, arriveranno nuove aree e, soprattutto, il PvP che potrebbe rendere il combattimento più intrigante. Once Human, in definitiva, è un free-to-play da provare, assolutamente meritevole del vostro tempo, pur tenendo a mente che vi approccerete ad un prodotto tutt'altro che perfetto.
PRO
- Open world zeppo di luoghi d'interesse
- Buon combat system
- Crafting poco pretenzioso in termini di tempo
CONTRO
- IA dei nemici deficitaria
- Artisticamente fin troppo derivativo