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Slitterhead, il nuovo gioco del creatore di Silent Hill

Dopo una lunga attesa, abbiamo finalmente visto qualcosa di concreto su Slitterhead, il nuovo gioco horror del creatore di Silent Hill che si presenta piuttosto diverso da quanto ci aspettassimo.

SPECIALE di Giorgio Melani   —   21/07/2024
Parte della locandina ufficiale di Slitterhead
Slitterhead
Slitterhead
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Non si può proprio dire che il genere horror non sia degnamente rappresentato nell'industria videoludica, visto che è uno degli ambiti più esplorati, e con maggior successo, soprattutto dai team indie, ma anche da qualche produzione di alto profilo. Tra crisi creative e di risultati, l'horror è riuscito a mantenersi in qualche modo sempre fresco e attuale, certo con alcune derive ormai trite, ma comunque in grado di rinnovarsi e spingere l'innovazione videoludica tra sperimentazioni narrative e di gameplay. Eppure, in tutto questo florilegio di nuovi incubi e interpretazioni angoscianti, è mancata la particolare visione di Keiichiro Toyama, e lo spazio vuoto lasciato dal creatore di Silent Hill non è stato riempito da nessuno.

Per questo motivo Slitterhead diventa così importante: non si tratta solo del primo gioco del suo nuovo team indie Bokeh Studio, ma anche il ritorno del designer al genere che ha fortemente influenzato e plasmato tra gli anni 90 e i primi 2000, ma dal quale è stato lontano per 16 lunghi anni, ovvero dai tempi di Siren: Blood Curse.

La sua figura non è stata affatto dimenticata, anzi: ha continuato ad aleggiare come una presenza incombente, durante gli anni della decadenza di Silent Hill e poi nei tanti tentativi di rievocare lo spirito originale della serie Konami da parte di tanti nuovi autori. Molti esperimenti nati all'ombra del celebre survival horror e dei successivi Siren si sono anche rivelati degli ottimi titoli, ma la mancanza di Toyama si è comunque fatta sentire negli anni, cosa che ha incrementato l'aspettativa per Slitterhead e amplificato l'effetto sorpresa alla scoperta di questo bizzarro titolo in sviluppo.

Non proprio Silent Hill

Dall'ambientazione al gameplay, Slitterhead appare decisamente diverso da quello che ci si potrebbe aspettare dall'autore di Silent Hill e Siren, tuttavia alcuni elementi di collegamento compaiono a una visione più attenta.

La Kowloon rappresentata in Slitterhead
La Kowloon rappresentata in Slitterhead

La mitica Kowloon che fa da scenario all'azione sembra un luogo lontanissimo dalle città sospese dei titoli precedenti: è un'ambientazione realistica, che alterna luminosità e colori delle strade più affollate all'oscurità inquietante di alcuni vicoli. Mentre nei giochi precedenti di Toyama ci si trovava spesso trasportati in un mondo diverso, quasi una dimensiona onirica e parallela in cui l'incubo trasfigurava qualsiasi parvenza di elemento realistico, la città di Hong Kong è più vicina alla controparte reale, sebbene il senso di minaccia incombente sia comunque una costante anche in questo caso.

Forse una delle caratteristiche più notevoli di Slitterhead è proprio il suo rendere verosimile l'irruzione dell'incubo all'interno di scenari altrimenti credibili e realistici, e la scelta della Walled City, con il suo aspetto bizzarro, gioca a favore di questa commistione di elementi. Il gameplay, d'altro canto, è forse quello che si distacca maggiormente dalla tradizione segnata dai giochi precedenti, anche se qualcosa della tradizione di Toyama è visibile: la meccanica della possessione, che è l'elemento principale del gioco, può essere vista come un'evoluzione esponenziale del "sightjacking" di Siren, sebbene comporti uno stile decisamente diverso, virando sull'azione pura più che sullo stealth. La possibilità di giocare con il mondo circostante potrebbe anche essere messa in comunicazione con l'esperienza di Gravity Rush d'altra parte, dunque le tracce di un percorso evolutivo sono comunque percepibili.

Scontro fra entità

Già il concetto di base di Slitterhead mette in scena una situazione molto particolare: il protagonista è uno Hyoki, un'entità senza forma che ha la capacità di possedere altri corpi e utilizzarli per i propri scopi.

Le luci di Hong Kong in Slitterhead
Le luci di Hong Kong in Slitterhead

Il suo scopo, che sembra rispondere a una sorta di istinto ancestrale e senza tempo, è l'eliminazione di esseri mostruosi noti come "Slitterheads", aberrazioni che si celano nei corpi degli umani, vivendo al loro interno come parassiti ma pronti ad emergere in qualsiasi momento, colpendo a sorpresa. Siamo decisamente lontani dai torni da horror psicologico di Silent Hill, o anche dall'orrore derivante da un incubo metafisico e da uno scontro impari di Siren: qui abbiamo a che fare con una lotta costante, che richiama l'azione e ci pone in un ruolo tutt'altro che dimesso e svantaggiato, cosa che rappresenta un elemento di rottura rispetto all'horror classico di Toyama.

Questo a meno che non emergano successivamente ulteriori elementi narrativi e rendere più complessa la situazione, ma la premessa punta evidentemente su toni decisamente diversi, con un'inquietudine che vira più sullo splatter e il body horror che non sulla tensione psicologica.

Uno scontro con una creatura mostruosa
Uno scontro con una creatura mostruosa

Il fatto che i nemici possano nascondersi in qualsiasi passante apparentemente normale ci mantiene sempre sul filo del rasoio fino all'esplosione di terrore che ci investe al loro svelarsi, ma la minaccia rimane costante e incombente mentre si esplorano le strade di Kowloon, che con la loro vitalità e densità di persone possono trasformarsi in ogni momento da normali scenari urbani a incubi terrificanti, teatro dello scontro metafisico e sovrumano tra Hyoki e gli Slitterhead.

Possessione come unica arma

Il passaggio da un corpo all'altro ha sia lo scopo di velocizzare gli spostamenti che quello di offrire nuove possibilità una volta che si viene attaccati, poiché alla morte di un corpo si passa a un altro.

Il protagonista si appresta a passare da un corpo a un altro
Il protagonista si appresta a passare da un corpo a un altro

Questo ci induce a una visione alquanto cinica dell'umanità presente in Slitterhead: la vita del corpo posseduto ha un'importanza relativa e può essere sacrificata anche per scopi strategici, con la consapevolezza di poter passare ad un altro nel momento più opportuno. Si tratta anche di un notevole arricchimento per il sistema di combattimento, che a dire il vero sarebbe forse un po' troppo basilare, altrimenti. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare da un horror di questo tipo, gli scontri sono tutti incentrati sul corpo a corpo, con un sistema di schivate direzionali e colpi a corto raggio che dipende anche dal personaggio che stiamo utilizzando in un dato momento.

Alcuni individui possono infatti sfruttare delle abilità speciali che arricchiscono le possibilità di combattimento: molti sono normali passanti senza particolari qualità ma altri risultano più resistenti, o allenati a qualche tipo di combattimento, cosa che introduce alcune varianti interessanti agli scontri.

Uno scorcio di Hong Kong dai tetti
Uno scorcio di Hong Kong dai tetti

Ogni corpo ha una propria energia che, una volta giunta a zero porta alla morte del personaggio: se rimaniamo all'interno di questo nel momento della morte incappiamo nel Game Over, ma se si passa all'ultimo momento a un altro corpo, il gioco continua tranquillamente, cosa che amplifica questo senso di fragilità degli umani da sfruttare a nostro vantaggio, in un certo senso rappresentando forse l'elemento più inquietante di tutta la particolare visione di questo titolo.

Sebbene non sia forse quel tipo di horror psicologico e raffinato che ci saremmo potuti aspettare dagli sviluppatori in questione, Slitterhead riesce a proporre un'interpretazione originale del genere e alcuni elementi di continuità con le produzioni precedenti degli autori sono comunque visibili. Il concept di base è peculiare e l'ambientazione veramente interessante, al di là di qualche dubbio sull'effettivo funzionamento degli scontri la curiosità di vedere di più è veramente tanta e il prossimo appuntamento potrebbe essere al Tokyo Game Show 2024, a questo punto, con l'uscita del gioco fissata per l'8 novembre su PC, PS4, PS5 e Xbox Series X|S.