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Rise of Civilizations, la recensione

Civiltà tascabili nella recensione di Rise of Civilizations, strategico gestionale con parecchie qualità

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   22/10/2018
Rise of Civilizations
Rise of Civilizations
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Abbiamo visto ampiamente come lo strategico-gestionale in stile Civilization sia uno dei generi che ha attecchito maggiormente sulle piattaforme mobile, per una serie di motivi che vanno dalla struttura fino all'interfaccia che li caratterizza. In generale, si tratta di riduzioni in piccolo che tendono a semplificare enormemente la complessa meccanica stratificata di questo genere di giochi, ma a volte si trovano delle eccezioni in prodotti che riescono a riproporre la profondità e la sfaccettatura tipica di questi titoli su PC pur rimanendo profondamente legati all'ambito mobile, in termini di ritmo di gioco e sistema di controllo. Rise of Civilizations, al di là del titolo che fa molto gioco da banner pubblicitario invasivo, rientra fortunatamente in questi casi, presentandosi come un ottimo esponente dello strategico di derivazione Meieriana ridotto in piccolo. Si tratta di scegliere una delle otto civiltà presenti (tra cui Roma, il Giappone, la Germania, la Francia, la Cina e altri) e portarla alla gloria all'interno di una mappa condivisa online e persistente.

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La meccanica di base prevede il solito misto tra elementi in stile city builder, gestionali e strategici con la necessità di costruire, espandere e rafforzare la propria città fortificata ma con un'intensa attività anche al di fuori delle mura. La mappa intorno alla capitale è enorme, dotata di una scala davvero impressionante e determina una serie di interazioni costanti con il mondo esterno, popolato fra l'altro da altri giocatori online. È difficile portare avanti un'esperienza di gioco totalmente in solitaria perché i rapporti con le altre città fortificate diventano presto una parte importante delle occupazioni da seguire all'interno delle varie meccaniche gestionali: rimanendo solo alle azioni al di fuori delle mura è possibile inviare esploratori, raccogliere risorse, combattere contro barbari e altri potenziali invasori abitanti negli spazi esterni ed entrare in contatto con altre città e altri giocatori, prendendo parte a schermaglie oppure formando alleanze di varia ampiezza che possono portare a notevoli vantaggi e impegni, in un'intensa attività diplomatica.

Dentro e fuori dalle mura

Dentro le mura, Rise of Civilizations si svolge in maniera più tradizionale: c'è da costruire le varie strutture che consentano la produzione e lavorazione di risorse, oltre alle immancabili caserme per la formazione dell'esercito, che si rivela come sempre strumento fondamentale per l'affermazione nel mondo, con buona pace dei potenziali intenti diplomatici. Da questo punto di vista il gioco ricalca la meccanica tipica di Civilization e altri titoli simili, con una progressione costante nella complessità della città-Stato in termini sia di quantità di edifici che si possono costruire al suo interno, con l'avanzare delle risorse e della ricchezza, sia per quanto riguarda la complessità e l'efficacia di questi, con la possibilità di incrementarne il livello per aumentare la loro rendita. Trattandosi di un gioco free-to-play, è soprattutto nella costruzione e nell'upgrade degli edifici che emergono le classiche meccaniche di questa forma di business: ogni azione richiede un certo tempo di attesa che può essere compresso utilizzando dei ticket speciali, i quali possono essere conquistati giocando ma possono soprattutto essere acquistati spendendo la valuta in-game rappresentata dalle gemme, ovviamente acquistabili anche con denaro reale.

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L'equilibrio di questo aspetto è un elemento fondamentale per giudicare il valore dell'interno titolo, e bisogna dire che Rise of Civilizations su questo fronte se la cava ottimamente. Questo non tanto per la facilità con cui le gemme o i ticket vengono conquistati quanto piuttosto per il fatto che la struttura stratificata del gioco consente di ingannare comunque le attese applicandosi a una grande quantità di attività collaterali, dunque è difficile incappare in veri tempi morti. Più sospetta, da questo punto di vista, è invece la gestione delle casse-premio, anche queste ben presenti nella meccanica del gioco, che evidentemente non si vuol far mancare nulla per quanto riguarda i nuovi metodi di monetizzazione. Progredendo nel gioco abbiamo la possibilità di aprire vari scrigni contenenti nuovi eroi o upgrade e le chiavi per l'apertura dei forzieri possono appoggiarsi in buona parte sulle micro-transazioni, peraltro con il solito elemento aleatorio (d'azzardo?) che questo sistema comporta. Particolarmente profondo anche il sistema di gestione dell'esercito, che si fonda sull'impiego di eroi (ispirati a veri personaggi storici) come capitani per i vari squadroni. Oltre alle classiche evoluzioni delle singole tipologie di unità da combattimento, gli eroi sono protagonisti di un'evoluzione specifica piuttosto complessa, ognuno con un proprio skill tree e abilità da attivare, rendendo profondo anche l'aspetto militare, con la necessità di affidare alle varie squadre diversi capitani.

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Conclusioni

Versione testata Android 1.0.9.19
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.8
Lettori (4)
5.0
Il tuo voto

A partire dal titolo stesso, Rise of Civilizations non sembra offrire qualcosa di particolarmente originale nel panorama mobile, considerando che strategici di varie fogge ce ne sono in quantità industriale. Quello che però impressiona di questa produzione Lilith Games è la sua profondità, che lo avvicina sensibilmente agli esponenti più seri di questo genere su PC. La sua scala e le sfaccettature dei vari aspetti strategici e gestionali riempiono le sessioni di cose da fare e riescono a mascherare il solito meccanismo perverso delle attese su cui i free-to-play prosperano grazie alle micro-transazioni. Peccato per il suo aspetto alquanto anonimo e una certa mancanza di originalità, sia per quanto riguarda struttura del gameplay e ambientazione che per scelte tecniche e artistiche.

PRO

  • Profondo e sfaccettato come un buon strategico-gestionale
  • Tante cose da fare che coprono le attese
  • Mappa gigantesca

CONTRO

  • Alquanto anonimo d'aspetto
  • Poco originale in termini di struttura e ambientazione
  • Le micro-transazioni sono comunque ben presenti