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Robocop: Rogue City, la recensione del sorprendente sparatutto di Teyon

Abbiamo Recensito Robocop: Rogue City, un rozzo ma singolarissimo FPS dedicato al poliziotto d'acciaio, con molto più cuore di quanto ci aspettassimo.

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   07/11/2023
Robocop: Rogue City, la recensione del sorprendente sparatutto di Teyon
RoboCop: Rogue City
RoboCop: Rogue City
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Che Robocop sia una delle proprietà intellettuali meno sfruttate dai videogiochi è sinceramente curioso: sulla carta il personaggio avrebbe tutte le carte in regola per degli spin off videoludici di tutto rispetto, eppure - tolti un paio di sparatutto a scorrimento anzianotti di qualità passabile- non è mai spuntato un singolo titolo capace di catturarne l'essenza degnamente.

Chissà, forse la motivazione va ricercata nella curiosa natura del film di Verhoeven del lontano 1987, una critica sociale mascherata dall'impatto grottesco dell'ultraviolenza e dalle frasi fatte, e capace di nascondere al suo interno tematiche comunemente ben lontane dai lungometraggi action all'americana. Tutti approfondimenti che sono sempre mancati nei videogiochi dedicati alla serie, molto più vicini al mediocre terzo film e ai suoi eccessi privi di senso reale.

L'opera che trattiamo oggi, però, non insegue la superficialità di quei prodotti, e tenta finalmente di catturare l'essenza del Robocop originale, con tutte le sue sfumature. E curiosamente il team alle redini del progetto non è nemmeno dei più rinomati in circolazione, dato che si tratta di quei Teyon a cui dobbiamo il disastroso Rambo: The Videogame.

È comprensibile che le aspettative siano crollate dopo aver visto il nome dello sviluppatore, memori del passato della casa, ma non bisogna dimenticare che, dopo Rambo, i Teyon hanno dimostrato di avere potenziale di crescita con il "non altrettanto tremendo" Terminator Resistance, oltre a un certo rispetto per il materiale alla base dei progetti affidati. Fidatevi, quindi, se vi diciamo che Robocop: Rogue City è una gradita sorpresa e un gioco con abbastanza anima da rendere ignorabili molti dei suoi evidenti difetti.

Narrativa: piombo e sentimento

Robocop è sempre iconico e con Peter Weller a dargli di nuovo voce e volto ai nostalgici non può che scendere una lacrimuccia
Robocop è sempre iconico e con Peter Weller a dargli di nuovo voce e volto ai nostalgici non può che scendere una lacrimuccia

Che Teyon non sia un team particolarmente brillante dal punto di vista tecnico è cosa nota, e anche in Rogue City non si può certo dire che ci sia stata chissà quale evoluzione in tal campo, ma ci arriveremo a tempo debito; questa squadra di sviluppatori ha però un talento piuttosto raro, ovvero un notevole rispetto per le proprietà intellettuali trattate. Certo, Rambo: The Videogame era tutto fuorché memorabile (o meglio, lo era per le ragioni sbagliate), tuttavia già lì si notavano dei tentativi di dare un senso al delirio generale dell'azione. Con più risorse e tempo, quindi, Teyon è riuscita a creare un gioco molto più vicino ai primi due film di quanto potessimo immaginare, e dalla trama tutt'altro che sottovalutabile, nonostante il cardine dell'esperienza siano ovviamente le sparatorie.

Il fatto che la loro creatura cominci direttamente dopo la conclusione di Robocop 2 aiuta: il terzo film e tutte le sue magagne vengono lasciate quasi totalmente da parte, è un punto di partenza ottimo per tappare alcuni "buchi" della serie originale, e si hanno a disposizione un gran numero di personaggi ed eventi attorno a cui costruire delle storie interessanti. Gli sceneggiatori hanno fatto proprio questo: hanno studiato tutto il materiale disponibile, cercando di ricatturare la visione di Verhoeven e di applicarla a un videogioco, sacrificando il meno possibile dell'assurda, ma intelligente essenza di ciò che Robocop realmente è (senza trascurare una sana dose di umorismo).

La Detroit di Robocop: Rogue City è una città cupa e pericolosa, dove la violenza è la norma. L'umorismo grottesco ed eccessivo dei film è però intatto
La Detroit di Robocop: Rogue City è una città cupa e pericolosa, dove la violenza è la norma. L'umorismo grottesco ed eccessivo dei film è però intatto

Per capirci, la campagna di Rogue City non si limita a farvi massacrare gruppi di malviventi in serie, ma mette il giocatore nei panni dell'agente Murphy, costantemente a metà tra ciò che resta dell'uomo che era e la macchina da guerra che è diventato. Le vostre azioni, peraltro, influiscono sensibilmente sulla Detroit della serie e su chi la popola e, nonostante il finale sia fondamentalmente uno solo (con variazioni trascurabili), viene accompagnato da un mare di eventi e precisazioni legate alle scelte fatte nei dialoghi o durante le missioni, senza dimenticarsi del destino dei vari comprimari. Dobbiamo ammetterlo, non ci aspettavamo che fosse la gestione della narrativa uno dei motivi primari per giocare questo titolo, ma il lavoro fatto è di tutto rispetto, specialmente se amate i primi film e ciò che rappresentano.

Gameplay: vivo o morto, tu verrai con me. Più probabilmente morto.

Le sparatorie di Robocop: Rogue City sono per lo più contro nemici umani, ma troverete ad attendervi anche avversari più resistenti...
Le sparatorie di Robocop: Rogue City sono per lo più contro nemici umani, ma troverete ad attendervi anche avversari più resistenti...

Alla base, comunque, Rogue City è e resta uno sparatutto in prima persona, per quanto a dir poco atipico. Non è infatti un FPS run & gun classico, più che altro perché qui manca quasi del tutto la parte "run": Robocop non è un personaggio agile e la sua velocità massima è a malapena comparabile a una marcia sostenuta, non è in grado di effettuare movimenti improvvisi (al di fuori di un potere speciale che gli permette di fare un rapido balzo in avanti, ma è da sbloccare), e durante gli scontri viene gestito come se fosse una sorta di corazzato su gambe dotato di un'enorme potenza di fuoco.

Questo curioso approccio all'azione potrebbe risultare strambo ai più, eppure è perfettamente adatto al protagonista, e Teyon ha gestito il tutto con sufficiente intelligenza da offrire comunque un bel po' di sano divertimento durante le sparatorie. Il buon Murphy, d'altronde, è in grado di disintegrare qualunque nemico umanoide in pochi istanti persino con la sua pistola d'ordinanza, ogni colpo viene accompagnato da un tripudio di sangue ed esplosioni, e la maggior parte delle mappe sono parzialmente distruttibili, con muri di cemento e coperture che vengono devastati sia dai vostri colpi che da quelli dei nemici. Sono tutti elementi che amplificano in modo sensibile il senso di potenza delle poche ma devastanti armi offerte e la spettacolarità.

Le battaglie non sono poi prive di strategia: la limitata mobilità del vostro alter ego costringe a muoversi con discreta intelligenza per non venir massacrati dalla pioggia di proiettili nemica, c'è una diversificazione passabile degli avversari - ad esempio cecchini o criminali armati di esplosivi che costringono a concentrarsi su bersagli specifici nel mezzo del caos generale - e tutto gira attorno a un interessante sistema di sviluppo che permette di utilizzare vari poteri incredibilmente efficienti in combattimento. Chicche come la capacità di rallentare il tempo, una barriera energetica temporanea, un colpo accecante ad area o la semplice possibilità di curarsi utilizzando i generatori sparsi per le mappe possono cambiare completamente le sorti di una sparatoria, e rendere gruppi di nemici inizialmente pericolosi assolutamente triviali spendendo qualche punto abilità nel posto giusto.

Occhio per chi è impressionabile, Robocop è un gioco pieno zeppo di gore e violenza caricaturale
Occhio per chi è impressionabile, Robocop è un gioco pieno zeppo di gore e violenza caricaturale

Gli elementi GDR sono integrati degnamente del gioco non solo per via dei poteri appena descritti, ma anche a causa di un sistema di personalizzazione dedicato all'iconica pistola di Robocop, la Auto-9. Se si ottengono alcune schede madri dedicate durante la campagna, è possibile cambiare le funzionalità dell'arma, aumentandone potenza e precisione attraverso dei chip da posizionare accuratamente per ottenere tutte le migliorie possibili.

Nel complesso, è un sistema adeguato e funzionale, che ci è piaciuto e regge per tutta l'avventura; gli sviluppatori di Teyon non sono però riusciti a eliminare del tutto le loro mancanze nel congegnarlo, e sono inciampati in alcune delle basi. Sì, in parole povere, se cercate uno sparatutto "di fino" non è qui che lo troverete: le aree di fuoco di ogni arma sono volutamente eccessive per massimizzare il delirio generale, ed è quasi impossibile mirare con precisione oltre le coperture con le bocche da fuoco d'ordinanza (alle volte persino con i fucili da cecchino capita che i proiettili si fermino su "aree invisibili" che sporgono leggermente dalle varie strutture); la gestione generale della difficoltà, poi, è piuttosto sballata, per via di alcuni poteri di Robocop davvero troppo efficaci (il rallentamento del tempo dimezza letteralmente il livello di sfida) e della capacità della Auto-9 di diventare nel giro di poche ore più potente del 90% delle armi ottenibili dai cadaveri degli avversari.

Un altro problema è legato al ritmo di certe sezioni, e Rogue City perde qualche colpo nelle mappe più estese - che spesso sono solo grosse arene esplorabili con segreti sparsi di poco conto, che la lentezza del protagonista non rende propriamente piacevolissime da girare - e nelle fin troppo basilari fasi investigative. Se non altro le mappe "cittadine" sono di norma zeppe di quest secondarie che spezzano il ritmo e rendono il girovagare di Murphy nettamente più piacevole, le sezioni migliori del titolo restano però sicuramente quelle più lineari e ritmate.

Comparto Tecnico: qua ci vuole una mano di lucido

Graficamente il gioco lascia molto a desiderare, ma la distruttibilità delle mappe non è male e contribuisce alla spettacolarità degli scontri
Graficamente il gioco lascia molto a desiderare, ma la distruttibilità delle mappe non è male e contribuisce alla spettacolarità degli scontri

Quanto fatto sopra è molto più solido del previsto e siamo rimasti sinceramente sorpresi dalla capacità di una struttura tutto sommato molto basilare di reggere per tutte le circa 10/12 ore della campagna principale (possono aumentare per i completisti, ma Rogue City non è comunque un'esperienza particolarmente longeva). Certo, il lavoro di Teyon non vincerà chissà quali premio né verrà annoverato tra le pietre miliari del genere, ma è indubbiamente un fedele e validissimo spin-off di film che meriterebbero più rappresentazione nel mondo dei videogiochi.

Purtroppo però, come accennato all'inizio, la qualità generale cala sensibilmente quando si va a studiare da vicino il comparto tecnico, perché, al di fuori della distruttibilità precedentemente descritta e del dettagliatissimo modello poligonale di Robocop stesso, il resto è abbastanza scadente.

Attenti alle mappe cittadine, sono zeppe di missioni secondarie, spesso importanti per decidere il destino di alcuni personaggi
Attenti alle mappe cittadine, sono zeppe di missioni secondarie, spesso importanti per decidere il destino di alcuni personaggi

Graficamente Rogue City è un gioco vecchiotto e pieno di problemi, con animazioni spesso legnose e limitate, mappe il cui colpo d'occhio è praticamente nullo (anche se, vista l'ambientazione, era difficile cavar fuori un ragno dal buco in questo specifico caso), e numerosi glitch e artefatti grafici mentre si va di zona in zona. Anche l'ottimizzazione non ci è parsa impeccabile: nonostante il gioco sia tutto sommato leggero e scalabile, abbiamo notato alcuni freeze ingiustificati e una spiacevole tendenza ai crash che ha portato il gioco ad abbandonarci per almeno quattro volte. Se si considera che i checkpoint alle volte si attivano solo una volta cambiata ambientazione o completata un'intera scena, una chiusura improvvisa al momento sbagliato può risultare quanto mai irritante. Bachi più "importanti" peraltro non mancano, e ci è capitato di vedere lo schermo impazzire completamente durante l'utilizzo di mirini di precisione o certe esplosioni, senza contare alcuni nemici scomparsi nel nulla nel mezzo di alcune sparatorie e altre ilari stramberie. Perlomeno, al di fuori dei già citati problemi, non ci è mai capitato nulla di così grave da rovinare del tutto l'esperienza o bloccare la nostra progressione.

Non molto meglio il sonoro, per via di doppiaggi che definire altalenanti è un complimento. Peter Weller che torna a vestire i panni del protagonista è assolutamente perfetto nel ruolo, ma la stessa cosa non si può dire della maggior parte degli altri personaggi, le cui interpretazioni sono chiaramente al limite dell'amatoriale. Non male, invece, le musiche, anche se si tratta per lo più di arrangiamenti dei temi classici ed è per questo che rendono degnamente. Poco altro da dire: chiaramente la crescita di Teyon come team di sviluppo è appena iniziata, ma c'è ancora un bel po' di strada da fare prima di avvicinarsi all'eccellenza.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Multiplayer.it
7.0
Lettori (55)
8.0
Il tuo voto

Siamo rimasti piacevolmente sorpresi da Robocop: Rogue City. Visto il passato di Teyon il rischio di uno spin off di dubbia qualità era dietro l'angolo, e invece il team polacco ha mostrato una notevole capacità di evolversi, tirando fuori dal cilindro un titolo estremamente rispettoso dei primi film e capace di divertire. Ok, siamo ben lontani dai livelli qualitativi dei picchi del genere e c'è molto da lavorare sul comparto tecnico, eppure il fatto che ci sia finalmente sul mercato un titolo capace di catturare lo spirito satirico del film di Verhoeven è senza dubbio un'ottima notizia, specialmente per chi ne apprezza il messaggio di fondo.

PRO

  • Ricattura alla grande lo spirito del primo film
  • Divertente ed eccessivo, nonostante la semplicità
  • Narrativa più curata e riuscita di quanto ci aspettassimo

CONTRO

  • L'esplorazione è abbastanza tediosa
  • Meccaniche tutt'altro che rifinite e molti elementi rozzi nei sistemi
  • Comparto tecnico mediocre e un discreto numero di bug