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Sniper: Ghost Warrior Contracts 2, la recensione

La nostra recensione di Sniper: Ghost Warrior Contracts 2, uno sparatutto che segue le orme del predecessore ma è funestato dalle stesse imperfezioni.

RECENSIONE di Alessandra Borgonovo   —   12/06/2021

Sniper: Ghost Warrior non è solo la saga rivale di Sniper Elite ma è anche quello sguardo al futuro rispetto alla serie sviluppata da Rebellion, che si concentra sulle Grandi Guerre. A dispetto dei suoi limiti, CI Games si è sempre sforzata di offrirci uno scenario bellico diverso, più volto al futuro e all'implementazione di tecnologie che danno all'arte del cecchino un sapore del tutto diverso. Lo spinoff Contracts, poi, con il suo approccio simile a quello dei più recenti Hitman (IO Interactive) è riuscito a imbastire un'esperienza dove la libertà di azione è tutta nelle mani del giocatore: nonostante il gioco ci rimetta nei panni del cecchino letale e infallibile quando c'è da sparare il proiettile che conta, quello che ucciderà il bersaglio della nostra missione, il modo in cui si raggiunge la postazione è a discrezione.

Possiamo procedere stealth, sfruttando le possibilità offerte dall'ambientazione e dai gadget posseduti, oppure adottare una strategia più da guerra aperta e affrontare i nemici faccia a faccia. Ciò che nei fatti discosta questo spin-off non solo da Sniper Elite ma anche dalla serie madre stessa è proprio il "fattore Hitman"; funziona nel complesso, ha trovato la sua quadra e rende l'esperienza molto piacevole nel suo mischiare FPS più tradizionale con un tatticismo di fondo fondamentale per portarci a casa lo stipendio. A un anno e mezzo dal capitolo d'esordio, oggi siamo qui con la recensione di Sniper: Ghost Warriors Contracts 2, ben ancorato alla formula "squadra che vince non si cambia" nel suo essere divertente e accattivante ma, purtroppo, ancora ostacolato da una intelligenza artificiale non propriamente brillante e bug più o meno importanti.

Viaggio in Kuamar

Dalle gelide lande della Russia, passiamo questa volta al caldo torrido del Medio Oriente, nella fittizia regione del Kuamar (situata tra i confini di Libano e Siria). Raven, l'infallibile cecchino di cui vestiremo i panni, viene ingaggiato per fermare la minaccia di Bibi Rashida, vedova del presidente e spietata dittatrice che con il suo pugno di ferro rischia di minare l'economia mondiale. Insomma, la classica situazione in cui non ci si intromette fin quando la questione non diventa scottante ben al di fuori dei confini di chi guerreggia con i propri vicini. Tra minacce armate e giochi di potere, il pericolo rappresentato da Rashida è assolutamente concreto e toccherà a noi indebolirla fino a raggiungerla, eliminando gli obiettivi più sensibili o sabotandone le risorse. Niente di nuovo sotto il sole, bisogna tagliare la testa del mostro dopo averlo indebolito. Siamo chiaramente di fronte a un pretesto narrativo, proprio com'è stato nel capitolo precedente, ma non è affatto un problema perché non è l'impianto narrativo ciò che davvero regge Sniper: Ghost Warrior Contracts 2.

L'adrenalina del portare a termine la missione senza farsi scoprire, diventando il titolare cecchino fantasma che tutti dovrebbero temere, l'attenta pianificazione di ogni mossa per soddisfare quante più sfide possibili in una volta sola, la sperimentazione di diversi approcci non solo nei riguardi dell'obiettivo ma dell'intera mappa e delle sue insidie: CI Games riesce ancora una volta a restituirci tutto questo, attraverso le cinque aree che dovremo passare prima di raggiungere Bibi Rashida, seguendo passo passo le orme del gioco originale con minime variazioni in termini di gameplay e presentando una migliore disposizione dei nemici che valorizza l'approccio stealth; sfortunatamente, di identico restano anche i problemi passati.

Invisibile e paziente

Sniper: Ghost Warrior Contracts 2, la pazienza è una virtù fondamentale
Sniper: Ghost Warrior Contracts 2, la pazienza è una virtù fondamentale

Come si gioca a Sniper: Ghost Warrior Contracts 2? Per chiunque non avesse familiarità con il primo capitolo, non si tratta solo di piazzarsi dietro l'ottica di un fucile da cecchino e premere il grilletto: è un paziente gioco di incastri, in cui prima di raggiungere l'obiettivo dovremo farci strada lungo la mappa superandone le insidie - che potrebbero essere singole pattuglie non troppo preoccupanti oppure veri e propri avamposti, perfetti per stuzzicare il nostro animo stealth ma non obbligatori da affrontare se preferite fare un giro un po' più largo e passare inosservati. Armati del nostro fido cecchino, di una pistola con silenziatore come arma da fianco e un mitra come secondaria, dovremo far uso dei gadget a disposizione non solo per sondare il territorio (ad esempio sfruttando il drone per restare nascosti e marcare i nemici) ma anche per sbarazzarci dei nemici nei modi più creativi ed efficaci possibili. Tutto sta, come sempre, nell'approccio e in questo senso la libertà di azione è lodevole.

L'obiettivo principale da portare a termine può essere di varia natura, dall'assassinio al sabotaggio, ma nel mezzo possiamo prenderci il tempo di soddisfare alcune sfide proposte dalla missione per ottenere più soldi e punti abilità, entrambi essenziali per migliorare Raven sia in termini di prestazioni sia di equipaggiamento. La via del cecchino non è certo parsimoniosa e più andremo avanti nel gioco, più sarà necessario prepararsi al meglio per superare indenni l'incarico. L'unica vera novità in termini di gameplay è la presenza delle torrette automatiche, che rappresentano una gradita aggiunta in termini strategici qualora aveste bisogno di eliminare, ad esempio, due bersagli nello stesso momento: a uno ci pensiamo noi, all'altro la nostra fida e altamente tecnologica compagna. Per il resto, come sempre, il vero protagonista del gioco è il Dynamic Reticle System: non ha importanza quanto sia lontano il bersaglio, in un attimo possiamo calibrare l'ottica del fucile per ottenere la migliore soluzione di tiro possibile grazie agli indicatori che terranno conto della distanza e di fattori esterni come il vento, facendoci capire come allineare al meglio il mirino. Per i tiratori scelti esperti, all'inizio di ogni missione può essere selezionata la difficoltà, in base al quale le diverse forme di aiuto nell'HUD saranno più o meno attive - ad esempio il livello massimo elimina il puntino rosso che vi indica quando un tiro andrà a segno.

Sniper: Ghost Warrior Contracts 2, la kill cam fa sempre la sua figura
Sniper: Ghost Warrior Contracts 2, la kill cam fa sempre la sua figura

Insomma, è chiaro anche dal nome del gioco stesso che Sniper: Ghost Warrior Contracts 2 dà il meglio di sé nel momento in cui si impugna un fucile da cecchino: lavorare in sinergia con il proprio equipaggiamento, sperimentando diverse soluzioni e proiettili, è il nucleo e il bello anche di questo secondo capitolo che ancora una volta valorizza i vostri tiri migliori con la kill cam, grazie alla quale le vostre uccisioni si trasformano in un cinematografico tripudio di sangue e teste che saltano. Le soluzioni per eliminare i bersagli sensibili sono più di una, sta a noi scegliere quale si adatti di più al nostro stile ed eventualmente, in un secondo momento, tentarne un'altra giusto per metterci alla prova in modo diverso. In questo senso, la disposizione sia dei nemici semplici sia dei bersagli di cui sbarazzarci è molto meglio ragionata rispetto al precedente, andando a sopperire a un level design non troppo brillante che alterna in modo disomogeneo vastità deserte a corridoi freddi e spogli; di certo l'ambientazione del Kuamar non aiuta quando si parla di varietà degli ambienti, piuttosto limitata, il fatto però che gli sviluppatori abbiano dato peso alle critiche mosse sulla disposizione dei nemici e abbiano corretto il tiro ci trova assolutamente favorevoli.

Come abbiamo accennato, Raven può migliorare se stesso o il suo equipaggiamento difensivo (corazza e maschera) ma anche andare a lavorare sui gadget e, com'è ovvia che sia, sulle armi: per quanto riguarda la costruzione del personaggio, potete scegliere uno stile più aggressivo o uno di più basso profilo, o addirittura creare un mix dei due - migliorando le nostre capacità di mimetismo ma al tempo stesso dotandovi di una corazza aggiuntiva per reggere meglio le ferite qualora dovessero scoprirci. Non parliamo di ramificazioni infinite come nei GdR, si tratta comunque di un FPS e la loro presenza è contenuta, giustamente limitata a quello che davvero serve sul campo.

Parlando delle armi, ciascuna è personalizzabile in maniera piuttosto approfondita e soprattutto per quanto riguarda il fucile da cecchino dovremo sempre assicurarci non solo di aver equipaggiato il migliore in termini di potenza, ma anche di avergli montato l'ottica che più si confà alle nostre esigenze. La pianificazione, lo abbiamo scritto, è uno dei pilastri del gioco dentro e fuori dalla missione. Questo vale anche per le sfide secondarie, che potrebbero richiedere l'utilizzo di proiettili o gadget particolari per essere portate a termine: il briefing è essenziale per comprendere l'obiettivo e l'ambiente che vi circonda.

Stesse imperfezioni

Sniper: Ghost Warrior Contracts 2, nulla ci vieta di andare anche a testa bassa
Sniper: Ghost Warrior Contracts 2, nulla ci vieta di andare anche a testa bassa

Se dal passato CI Games ha dimostrato di aver imparato qualcosa, limando alcuni spigoli grezzi del gioco originale, inciampa ancora nelle stesse imperfezioni in merito all'intelligenza artificiale: dei quattro livelli di sfida proposti, solo dal terzo si inizia a percepire un vago senso di pericolo quando ci si deve infiltrare nelle varie zone. I tempi di reazione dei nemici sono lenti, non c'è uno stato di allerta intermedio che li spinga sulle nostre tracce e prima che l'indicatore raggiunga il picco massimo ci basta ripararci per smettere di essere una minaccia. A questa lentezza sopperiscono con una mira infallibile, aspetto che ci andrebbe benissimo se non occorresse anche quando ci troviamo letteralmente a un chilometro di distanza e loro hanno in dotazione un semplice mitra; potremmo capire se a mettere a segno i colpi fossero i cecchini appostati sui tetti, poiché si giocherebbe ad armi pari, se invece a crivellarci di colpi sono soldati la cui gittata massima non dovrebbe arrivare nemmeno a metà strada rispetto alla nostra posizione, allora c'è un problema.

Fa poi il suo grande ritorno la legnosità che distingue le sezioni di arrampicata, molto spesso disagevoli: la maschera indossata da Raven gli permette di individuare i punti di scalata ma l'azione in sé si dimostra molto goffa, poco convincente e imprecisa, andando a spezzare il ritmo e anche la sensazione di trovarsi nei panni di un infallibile assassino. Lo stesso fatto di non poter scalare agevolmente dei gradini di pietra, trovandoci costretti a saltare e potenzialmente allertare un soldato che vorremmo colpire alle spalle, penalizza questo lato dello stealth. Tanto più Raven migliora se stesso e il suo equipaggiamento, diventando a mano a mano efficiente, quanto più questi aspetti remano nella direzione contraria cozzando con una progressione tutto sommato sensibile.

Anche sotto il profilo dei bug Sniper: Ghost Warrior Contracts 2 non è messo molto bene. Non si tratta di problemi invalidanti ai fini dell'esperienza ma sono comunque delle sbavature fastidiose, intervallate molto occasionalmente da problemi con la kill cam che manda in tilt il gioco. Potrebbero essere oggetti fluttuanti, un lieve input lag nei comandi quando si cerca l'uccisione alle spalle, imperfezioni nella localizzazione e altri difetti più o meno evidenti che contribuiscono a sporcare il gioco nel suo complesso. Per chiudere, il comparto grafico vive di alti e bassi, soprattutto a causa del riciclo di asset e una conta poligonale non al massimo; buona invece l'illuminazione e ancora di più il comparto audio. Nel complesso un discreto lavoro, che non si discosta troppo dal capitolo precedente.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
7.5
Lettori (8)
7.1
Il tuo voto

Nonostante qualche piccolo passettino in avanti, dispiace che Sniper: Ghost Warrior Contracts 2 indulga negli stessi errori dell'episodio precedente. Se da un lato il fucile di precisione con il suo Dynamic Reticle System offre sempre enormi soddisfazioni, e sebbene l'approccio alla Hitman ben si adatti all'esperienza offerta, dall'altro la persistenza di alcuni bug, l'intelligenza artificiale rimasta problematica e un sistema di arrampicata da rivedere, assieme a una migliore interazione con eventuali ostacoli ambientali, fanno fare al gioco un passo avanti e uno indietro. Rimane così sospeso in un limbo dove le intenzioni sono assolutamente lodevoli, quelle di un prodotto a medio budget che non sfiguri di fronte ad altri blasonati tripla A, ma il risultato finale si dimostra una reiterazione che persiste su alcune imperfezioni.

PRO

  • Dynamic Reticle System sempre ottimo
  • Posizionamento dei nemici molto migliorato
  • La struttura alla Hitman continua a convincere

CONTRO

  • Intelligenza artificiale ancora problematica
  • Il sistema di arrampicata va rivisto e migliorato
  • Persistono bug più o meno evidenti, sebbene non invalidanti