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Song of Iron, recensione di un intrigante gioco d'azione norreno

Ecco la nostra recensione di Song of Iron, un intrigante gioco d'azione norreno a base di combattimenti e platform 2D

RECENSIONE di Nicola Armondi   —   30/08/2021

Lo sviluppo di un videogioco è un processo complesso, che richiede tempo, dedizione, abilità e forse anche un po' di follia. Soprattutto, è un processo che di rado può essere portato avanti in completa solitudine. Alle volte, però, come per Song of Iron, succede. Il "team" di sviluppo Resting Relic è infatti composto unicamente da Joe Winter che, nell'arco di due anni, ha sviluppato un'avventura d'azione a scorrimento orizzontale ispirata a Limbo e INSIDE. Questa volta il tutto è però ambientato nel mondo norreno.

Scopriamo nella nostra recensione di Song of Iron se gli sforzi di Winter hanno dato i propri frutti.

Una trama aperta

Song of Iron ci porta nei territori norreni
Song of Iron ci porta nei territori norreni

Song of Iron è un racconto di vendetta e giustizia nel mondo norreno, tra boschi nebbiosi e grotte umide. Nei panni di un guerriero o di una guerriera (possiamo scegliere il genere, ma l'aspetto è fisso), dobbiamo vendicare la nostra gente, perita sotto l'attacco di una tribù rivale. Solo noi siamo sopravvissuti e, seguendo il volere di un nostro amato, viaggiamo verso la cima di una montagna per ottenere il favore degli dei e la loro forza in battaglia.

Impossibile raccontarvi più di così, anche perché Song of Iron, nelle sue tre ore d'avventura, punta a raccontarci una storia all'apparenza molto semplice e lineare, composta solo da una manciata di dialoghi, nel mezzo di una lunga sequenza di gameplay senza pause. Diciamo "all'apparenza" perché, nella fase finale, l'avventura sovverte tutto e riserva una sorpresa abbastanza inaspettata. Non vogliamo fare spoiler ed è quindi difficile discutere dell'idea di Winter: siamo certi che per qualcuno sarà fin troppo casuale e improvvisa, mentre altri saranno contenti di scoprire che in Song of Iron vi è qualcosa in più di quanto sembrava inizialmente.

Dal nostro punto di vista, l'idea è ben eseguita (c'è un po' di foreshadowing, che vi spingerà a dire "ah, ecco cos'era!") ed è abbastanza interessante. La verità, però, è che siamo più incuriositi da quello che potrebbe succedere in un seguito che da quello che scopriamo in Song of Iron. Il gioco si conclude infatti con un "To be continued". La forte impressione è che sia ha alla fine del titolo è che Song of Iron sia solo un "parte 1" di una storia che ancora non conosciamo: positivo per il futuro di questa potenziale saga, ma negativo per il giocatore che rischia di vivere l'intera avventura come un semplice antipasto. Al prezzo di 19,99 euro e per tre sole ore di gameplay (che come vedremo non permettono particolare rigiocabilità), molti potrebbero voler attendere uno sconto o addirittura l'arrivo del seguito.

Azione side-scrolling

Song of Iron propone una serie di potenziamenti per le nostre capacità offensive
Song of Iron propone una serie di potenziamenti per le nostre capacità offensive

Ovviamente Song of Iron non è solo trama, anzi, è soprattutto gameplay. Winter ha confezionato un gioco d'azione a scorrimento orizzontale molto immediato, fondato su combattimento e un po' di platform. Il nostro personaggio è dotato di un'arma - come un'ascia o una spada -, uno scudo e arco e frecce. Il parco mosse comprende una combo di colpi veloci, un colpo caricato, un calcio per far cadere i nemici, il lancio dell'arma con cui uccidere in un colpo la maggior parte degli avversari, colpi di freccia direzionabili, una parata, un colpo di scudo verso il basso e una rotolata, in grado di passare attraverso i nemici.

Gli avversari variano da umani a goblin, con qualche altra mostruosità nel mezzo. Le differenze principali sono le dimensioni e la potenza dei colpi, ma nel complesso la tattica per sconfiggerli è più o meno sempre la stessa: inizialmente conviene schivare i nemici con la rotolata ed eliminarli con un lancio dell'arma, per poi recuperarla e rilanciarla contro un altro nemico. Gli avversari sono abbastanza aggressivi, ma spesso usano colpi caricati o si bloccano in un punto per eseguire una combo, quindi schivarli e sorprenderli con lo scudo abbassato non è difficile.

Nelle fasi avanzate, invece, ci si ritrova semplicemente ad attaccare a testa bassa, soprattutto contro gruppi di nemici (basta tenerli tutti da un lato e si bloccheranno a vicenda creando una fila di fronte a noi). La differenza è dettata dai potenziamenti che otterremo. Song of Iron, di fase in fase, ci fa recuperare una serie di pezzi di armatura infusi con il potere degli dei. Potremo ad esempio dare fuoco alla nostra arma, per infliggere più danni, o correre più rapidi ed eseguire salti più lunghi.

Grazie ai potenziamenti e a un po' di attenzione è molto difficile essere sconfitti in battaglia, anche perché i punti vita si ricaricano costantemente (anche durante gli scontri). Bisogna fare maggiore attenzione alla stamina, soprattutto se si tende a schivare molto. Il vero problema del sistema di combattimento è però che manca di un guizzo che lo renda particolare o anche solo un minimo tecnico: l'aggiunta di una parry, ad esempio, avrebbe potuto rendere gli scontri ravvicinati più rilevanti e avrebbe creato una classica meccanica rischio/ricompensa che, invece, manca. La maggior parte del tempo non ci interesserà cosa sta per fare il nemico, semplicemente caricheremo a testa basta per sconfiggerlo per pura forza bruta, attaccando a ripetizione, oppure lanceremo l'arma per una vittoria istantanea.

Platform ed esplorazione

Song of Iron propone aree visivamente d'impatto
Song of Iron propone aree visivamente d'impatto

Song of Iron, come detto, propone anche un po' di platform, ed è qui che noterete l'influenza da Limbo. Oltre a dover spostare qualche cassa per creare un passaggio e potersi arrampicare in una nuova zona, dovremo spesso superare sezioni piene di trappole oscillanti che ci elimineranno in un colpo. Si tratta di fasi platform nelle quali dovremo trovare il giusto ritmo e il corretto movimento per non essere fatti a pezzi, con anche un po' di trial & error. Alcune trappole sono volutamente nascoste e non le noteremo fino all'ultimo secondo: fortunatamente i checkpoint sono ben posizionati in queste fasi, quindi non si dovrà mai ripetere lunghe sezioni.

Le fasi di puro platform sono tendenzialmente concentrare in specifiche aree, che spezzano il ritmo tra una sezione di combattimento e l'altra. Le fasi iniziali sono molto lineari, un corridoio che va da sinistra a destra, senza distrazioni o percorsi secondari. Avanzando, però, il gioco propone anche aree aperte, con più percorsi - tutti obbligatori - da esplorare per attivare delle pietre runiche che fanno da "chiave" per il passaggio successivo, che protegge un nuovo pezzo dell'armatura e il relativo potenziamento.

Song of Iron cerca di variare la propria struttura il più possibile, per non annoiare il giocatore: aiuta anche il fatto che la longevità non è elevata. A tenerci incollati allo schermo, però, sarà soprattutto l'atmosfera del mondo norreno ideato da Winter. Anche se ben lontano dall'immaginario mitico e sfarzoso creato da Santa Monica con God of War, le foreste, le grotte e i passaggi montani di Song of Iron sono di grande impatto, con fondali e primi piani molto dettagliati. Considerando che si tratta del lavoro di una sola persona, vi è una cura e un'attenzione al dettaglio notevole: suggeriamo a tutti i giocatori che intraprenderanno questo viaggio di guardare spesso i paesaggi e non pensare solo a correre verso il prossimo nemico. Anche la componente sonora aiuta a rendere epico il nostro viaggio, con una OST di alta qualità.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Multiplayer.it
7.5
Lettori (13)
8.0
Il tuo voto

Song of Iron è un'avventura lineare, con un sistema di combattimento funzionale ma poco tecnico e mai profondamente soddisfacente. In un mix di combattimenti, esplorazione e platform, arriviamo verso la fine del gioco temendo di aver già visto tutto e di doverci preparare a un finale di scarso impatto, ma la trama sovverte tutto e ci trascina fino a un "To be continued" che fa ben sperare per un potenziale seguito. Anche per questo, le tre ore di gioco offerte da Song of Iron rischiano di sembrare più un antipasto che una portata principale. L'atmosfera è però ottima e se avete voglia di un viaggio leggero e godibile nel mondo norreno, dovreste tenere questo gioco sott'occhio.

PRO

  • Ottima atmosfera
  • La trama riserva una sorpresa interessante

CONTRO

  • Un po' breve
  • Combattimenti mai profondamente soddisfacenti