67

The Mandalorian 3x08, la recensione del finale di stagione

La terza stagione di The Mandalorian arriva alla conclusione: tiriamo le somme su questa annata controversa e facciamo qualche ipotesi sul futuro del Mandoverso.

The Mandalorian 3x08, la recensione del finale di stagione
RECENSIONE di Christian Colli   —   20/04/2023

Finale di stagione o finale di serie? È questa la domanda che ci è frullata in testa mentre guardavamo i titoli di coda di The Mandalorian 3x08, aspettando una scena segreta - ormai una consuetudine nelle produzioni Disney e Marvel Studios - che non è mai arrivata. La realtà è che The Mandalorian potrebbe convergere in quel Rangers of the New Republic che non si è mai concretizzato dopo l'allontanamento di Gina Carano: il finale ha aperto effettivamente le porte alla trasformazione di una serie che ha ormai perduto lo stile da western episodico che aveva caratterizzato la prima annata e che fa ormai da finestra sulla galassia lontana lontana, piuttosto che raccontare le avventure del Mandaloriano che le dà il titolo.

Fortunatamente questa settimana il Din Djarin di Pedro Pascal si è riscattato in un episodio conclusivo assolutamente spettacolare dal punto di vista tecnico e visivo, ma più accomodante in fatto di narrazione. Nella nostra analisi di The Mandalorian 3x08 vi spiegheremo perché "Il ritorno", questo il titolo dell'episodio finale, è puro Star Wars. Nel bene e nel male.

Il finale di stagione

Bo-Katan conduce i Mandaloriani in battaglia nel finale di The Mandalorian 3
Bo-Katan conduce i Mandaloriani in battaglia nel finale di The Mandalorian 3

Considerando che la posta in gioco - la riconquista di Mandalore - era qualcosa su cui il burattinaio Dave Filoni lavorava da tipo un decennio, avendo cominciato questa sottotrama in The Clone Wars per poi proseguirla in Star Wars Rebels, eravamo piuttosto convinti che la penna di Jon Favreau non l'avrebbe risolta nel giro di 42 minuti, e che avrebbe rimandato il tutto al mega-crossover di quello che ormai a Lucasfilm chiamano Mandoverso: un film annunciato alla recente Star Wars Celebration 2023, diretto da Filoni in persona, e destinato a incrociare in un epilogo cinematografico le storie di The Mandalorian, The Book of Boba Fett, Ahsoka e The Skeleton Crew.

Invece i Mandaloriani condotti in battaglia da Bo-Katan Kryze, dopo una breve ritirata strategica, riescono davvero a riprendersi il pianeta dal contingente imperiale al soldo di Moff Gideon. Complici il sacrificio di Paz Vizsla nello scorso episodio e l'arrivo dei rinforzi insieme all'Armaiola - che alla fine non era né una spia né una traditrice - i nostri eroi riescono a sgominare l'Impero e a cominciare la ricostruzione di Mandalore proprio dalla Grande Forgia.

A questo finale - che più che altro sembra un nuovo inizio - ci si arriva dopo quaranta minuti di combattimenti, sparatorie e battaglie aeree che mozzano il fiato. Da questo punto di vista, ci troviamo di fronte a un episodio tecnicamente impeccabile, che vede di nuovo il buon Rick Famuyiwa dietro la macchina da presa a giocare con effetti speciali degni del grande schermo: la computer grafica è convincente, al netto di qualche piccola sfocatura nelle scene più artificiali, che il montaggio comunque riesce a mascherare senza troppi problemi attraverso inquadrature e carrellate sopra le righe. È soprattutto la bellissima fotografia a spiccare, insieme a una coreografia più elaborata del solito soprattutto negli scontri tra assaltatori Imperiali e Mandaloriani volanti.

In una parola, "Il ritorno" è un'oretta di TV in pieno stile Star Wars che mette in scena momenti che fino a poco tempo fa avremmo visto soltanto al cinema o nelle serie animate. Non è un traguardo da poco... ma non è comunque abbastanza.

Grogu nel suo mech in una scena di The Mandalorian 3
Grogu nel suo mech in una scena di The Mandalorian 3

Anche la narrativa, infatti, segue alcuni trend meno positivi. È davvero dritta; non ci sono colpi di scena particolari e tutto si risolve in una zuffa col boss finale. I meccanismi sono quelli collaudati: la battaglia campale, il duello all'ultimo sangue, il tempo che stringe e il rischio che ci restino tutti secchi se non si sbrigano a vincere e a fuggire. La sceneggiatura movimentata di Favreau almeno scuote le fondamenta, mettendo in fila le scene d'azione e inframmezzandole con delle brevi pause che fanno riprendere fiato ai protagonisti e a noi con loro.

Il Mandaloriano di Pedro Pascal finalmente si redime dalle figuracce di un'intera stagione passata a prendere sberle con una rissa dove, tutto solo, ha la meglio su un battaglione di Imperiali grazie alle proprietà della sua armatura in beskar che ci è sembrata, tuttavia, un tantino troppo resistente, e poi se la vede con un Moff Gideon bardato di tutto punto che gli dà filo da torcere finché non scendono in campo Grogu e soprattutto Bo-Katan. Lo scontro finale funziona, ma la dipartita dell'antagonista interpretato da Giancarlo Esposito non è stata soddisfacente come avrebbe dovuto, forse anche perché il bravissimo attore ha dovuto lavorare con una scrittura molto più caricaturale rispetto alle prime stagioni.

The Mandalorian 3, Moff Gideon con la sua armatura in beskar
The Mandalorian 3, Moff Gideon con la sua armatura in beskar

L'impressione è che Favreau e Filoni abbiano voluto sbarazzarsi in fretta e furia di questo scomodo antagonista per concentrarsi sull'attesissimo ritorno di Thrawn, ma così facendo hanno smontato alcune sottotrame che si sono risolte in un nulla di fatto. Abbiamo scoperto il piano di Gideon, quello che diceva di non essere fissato coi cloni e che invece - ma guarda un po'! - si era fatto clonare. Non solo: era riuscito a isolare i Midi-chlorian di Grogu per fabbricare dei cloni sensibili alla Forza. In pratica, il dottor Pershing era riuscito nell'impresa di Darth Plagueis attraverso la scienza, una prospettiva che apriva la storia a interessanti sviluppi, ma che si è risolta, forse, con la distruzione dei cloni e la morte di Gideon.

Non sappiamo se il Mindflayer della Nuova Repubblica abbia cancellato completamente i ricordi di Pershing, ma sarebbe assurdo se The Mandalorian avesse dedicato un'intero episodio - il più lungo della serie, per di più - a quel personaggio e alla spia imperiale Elia Kane solo per liquidarli senza troppe cerimonie: Kane, peraltro, ha letteralmente una battuta nel finale di stagione, e la rivalità tra Gideon e Thrawn accennata la scorsa settimana si è esaurita così...

Le Guardie Pretoriane sono comparse anche ne Gli ultimi Jedi
Le Guardie Pretoriane sono comparse anche ne Gli ultimi Jedi

L'epilogo dell'episodio, e della stagione, sembrerebbe essere davvero conclusivo, e in questa prospettiva dobbiamo dire che sarebbe più che accettabile, magari escludendo l'effetto iride su Grogu nella scena conclusiva, che abbiamo trovato totalmente fuori luogo, pur richiamando l'estetica di George Lucas. Alla fine della fiera, abbiamo una Bo-Katan che ha rotto gli schemi e ora presumibilmente regna sui Mandaloriani senza Spada Oscura; un nuovo IG-11 a fare da sceriffo su Nevarro per Greef Karga; e Mando che ora fa il freelance per la Nuova Repubblica mentre addestra Grogu a diventare un cacciatore di taglie.

Din Grogu, anzi, visto che Din Djarin lo ha ufficialmente adottato, e ora i due formano una vera famiglia e possono godersi un po' di meritato riposo. Perché alla fine, gira e rigira, Star Wars è sempre quella cosa lì: una storia che parla di padri e figli, delle linee di sangue e della loro totale irrilevanza, delle famiglie che uno sceglie di avere.

Uno sguardo alla stagione

The Mandalorian 3, Din Grogu e Din Djarin in una scena del finale
The Mandalorian 3, Din Grogu e Din Djarin in una scena del finale

In questo senso, nella sua ingenuità e semplicità, The Mandalorian continua ad essere l'opera più vicina allo Star Wars di Lucas di quanto lo siano stati anche show superbi come il recente Andor. Forse sbagliavamo anche noi ad aspettarci chissà quale intreccio complicato, e non possiamo negare di essere rimasti delusi quando Grogu non ha estratto e acceso la spada laser del Maestro Yoda per sconfiggere le Guardie Pretoriane, limitandosi a saltellare qua e là in una scena abbastanza inverosimile. Alla fine Grogu è servito a salvare Mando e Bo-Katan dallo schianto dell'incrociatore sulla base, dimostrando che l'unione fa davvero la... forza, ma ciò non toglie che la sua presenza ci è sembrata artificiosa per quasi tutta la stagione.

Si dice che Favreau e Filoni avessero chiuso con Grogu quando lo avevano spedito ad addestrarsi con Luke Skywalker, e che Kathleen Kennedy avesse insistito perché i due creatori della serie lo reinserissero nel Mandoverso con quello strano episodio di The Book of Boba Fett: ormai fonte inesauribile di soldi e merchandising, Grogu è stato costretto in una storia, quella di Mandalore, che non aveva bisogno di lui. Alla fine si sono fatti i salti mortali per dare un senso alla sua presenza e, tutto sommato, bisogna ammettere che ha alimentato alcuni tra i momenti più emozionanti della stagione.

The Mandalorian 3, i rinforzi dell'Armaiola in arrivo su Mandalore
The Mandalorian 3, i rinforzi dell'Armaiola in arrivo su Mandalore

Quella di The Mandalorian 3 è stata una storia dispersiva fin dall'inizio, e il fatto che abbia dedicato a questo arco narrativo così importante solo i due episodi conclusivi è piuttosto significativo. Complice anche la pandemia, che ha rallentato la lavorazione nel 2022, la nuova stagione ha seguito un andazzo più conservativo proprio quando avrebbe dovuto reinventarsi, soprattutto sulla scia del successo di Andor, che aveva seguito a sua volta i mediocri The Book of Boba Fett e Obi-Wan Kenobi. Il paragone , insomma, era inevitabile e l'esito scontato.

Che poi il paradosso sta nel fatto che The Mandalorian 3 rappresenta al meglio l'immaginario di Star Wars: un universo... anzi, una galassia - lontana lontana - di meraviglie, mondi esotici, culture e specie diversissime tra loro. La terza stagione è stata una vera e propria finestra spalancata su questo universo: abbiamo visto i pianeti più realistici e conosciuti, come Coruscant, e la loro situazione politica, ma anche quelli più fantasy, come l'idilliaco Plazir-15 e lo stesso Mandalore; personaggi pittoreschi come il capitano Bombardier di Jack Black e minacciosi come i corsari di Goran Shard.

The Mandalorian 3, anche gli Anzellani festeggiano la vittoria di Mando
The Mandalorian 3, anche gli Anzellani festeggiano la vittoria di Mando

Il problema sorge nel momento in cui si cominciano a combinare tutte queste soluzioni differenti in una serie televisiva contenuta, ma fortemente di massa: succede che allontani gli spettatori che ignorano le dinamiche proprie di Star Wars come proprietà multimediale, dinamiche che esistono da decenni e che andrebbero gestite con una sensibilità diversa. I film sono approcciabili da chiunque perché non serve leggere un romanzo o un fumetto o giocare un videogioco per capirli: la campagna di Star Wars Battlefront II è canonica nell'universo di Star Wars, ma non cambia niente sapere o meno cosa sia la bussola di Luke che si intravede ne Gli ultimi Jedi.

Il Mandoverso sta tentando una strada molto più rischiosa: è evidente che Favreau e Filoni abbiano piantato diversi semi in questa stagione e nelle serie TV antecedenti, come la clonazione dei Midi-chlorian, l'infiltrazione imperiale nella Nuova Repubblica o il ritorno di Thrawn, ma per vederli sbocciare bisognerà guardare altre produzioni, a cominciare da Ahsoka in agosto. Il problema è che sei episodi su otto di The Mandalorian 3 sembrerebbero essere serviti solo a questo.

Nel finale di The Mandalorian 3 c'è spazio anche per R5-D4
Nel finale di The Mandalorian 3 c'è spazio anche per R5-D4

I propositi di Lucasfilm - estendere le dinamiche narrative caratteristiche di Star Wars alla piattaforma televisiva ora e cinematografica in seguito - sono ambiziosi, ma in questo modo si tende a disperdere la narrativa nello spazio e nel tempo, obbligando gli spettatori a impegnarsi troppo. Per un appassionato magari funziona, ma The Mandalorian ha smesso di essere una serie di nicchia, casomai lo fosse stata anche soltanto per un attimo: l'ha accompagna un trantran mediatico impressionante, incentrato perlopiù sull'adorabile Grogu quando ancora lo chiamavano Baby Yoda, soprannome che gli è rimasto nella cultura pop.

Per assurdo, Grogu è stato più protagonista di Mando nel corso di questa stagione, surclassato a sua volta dalla Bo-Katan Kryze di Katee Sackhoff: The Mandalorian 3 è stata la serie TV del riscatto per questo personaggio amatissimo che non aveva avuto una chiusura nelle serie animate precedenti. In fondo il titolo The Mandalorian potrebbe riferirsi anche a lei, e non è un caso se lo scontro finale con Moff Gideon, mentre indossa un'armatura e impugna un'arma che lo fanno somigliare a Darth Maul, si risolva con un gioco di squadra. E forse è proprio in quel momento, quando Mando, Bo-Katan e Grogu combattono insieme contro l'ex ammiraglio, che The Mandalorian 3 trova la sua quadra, annodando in un colpo solo tre anni di storie.

Conclusioni

La terza stagione di The Mandalorian si chiude con un finale tecnicamente superbo, ma troppo sbrigativo: le sottotrame più importanti, imbastite per settimane, si risolvono frettolosamente o nient'affatto, rimandandoci a una nuova stagione o a qualche altro show del Mandoverso. Per il personaggio interpretato da Pedro Pascal e il suo apprendista Grogu questo potrebbe essere un ottimo momento per prendere una pausa, mentre Lucasfilm si concentra su storie diverse e cerca di capire come rigenerare questo format senza abbandonarlo alla ridondanza che ha sfiorato con un'annata sorretta da fanservice e ospiti d'onore.

PRO

  • Episodio spettacolare che conclude un lungo arco narrativo
  • Ottime scene d'azione ed effetti speciali da grande schermo

CONTRO

  • L'epilogo sbrigativo lascia molte sottotrame in sospeso
  • Gideon/Esposito meno incisivo che in passato