Un mondo oscuro e sull'orlo del collasso, una pestilenza legata al sangue e un eroe che deve passare a fil di lama i propri avversari mentre si lascia guidare da una misteriosa figura femminile. No, non stiamo parlando di Bloodborne, ma del nuovo gioco di OverBorder Studio: Thymesia.
Si tratta sempre di un'avventura dal taglio souls-like, forse più sekiriana che bloodborniana (se ci concedete i neologismi), ma non priva di alcune idee originali. La cosa più importante, però, è capire che Thymesia non è nulla più che un indie, sfortunatamente dalle dimensioni e dalle aspirazioni meno elevate di quello che si potrebbe pensare a un primo impatto.
Avevamo già avuto modo di testare questo gioco d'azione alcuni mesi fa, tramite una piccola demo che aveva lasciato intuire i punti di forza e le debolezze del gioco. Nelle ultime settimane, però, abbiamo finalmente provato in modo approfondito la versione completa, che è stata rimandata di pochi giorni per permettere agli sviluppatori d'inserire alcuni miglioramenti e determinate modifiche.
Vediamo tutti i dettagli in questa nostra recensione di Thymesia, che abbiamo giocato in versione PC. Il gioco sarà disponibile anche per PS5, Xbox Series X|S e su Switch (in versione Cloud).
Corvus
Noi siamo Corvus, un guerriero senza memoria che si ritrova nel regno di Ermes, un luogo dove l'alchimia è stata per lungo tempo fonte di salvezza e ricchezza, ma che ora sembra aver portato al tracollo l'intera società.
Corvus viaggia in quel che resta del regno, con lo scopo di recuperare una serie di "nuclei", utili per creare una soluzione alchemica che possa mettere fine alla piaga. A guidarci vi è la principessa di Ermes, una ragazzina molto più saggia e misteriosa di quel che l'età potrebbe far pensare.
La trama non va in realtà molto oltre, a livello superficiale, in quanto l'intera "lore" è raccontata tramite una serie di note testuali, che descrivono per ogni luogo da noi esplorato quanto è accaduto in precedenza. Senza fermarsi a leggere ogni scritta (che viene salvata nel menù, in ogni caso) ci si ritrova solo a passare da uno scenario all'altro senza avere idea di cosa stia accadendo o di chi sia il boss di turno.
La lore è piacevolmente strutturata con tanti dettagli sparsi qua e là, che pian piano tracciano gli avvenimenti di ogni luogo: non aspettatevi nulla di esageratamente appassionante, ma se vorrete dedicarci un po' di tempo potrete almeno contestualizzare il mondo di gioco. Non è però chiarissimo chi sia nel torto e chi invece stia cercando di fare del bene e, per questo, una volta arrivati al finale è difficile capire quale stiamo per attivare. Nel complesso, non è per la trama che Thymesia va giocato.
Sciabola e artiglio v.2
Thymesia è una sorta di souls-like e ciò che più conta è la sensazione che si vive controller alla mano. Sotto questo punto di vista, bisogna subito affermare che l'opera di OverBorder Studio è abbastanza "rigida". Non dovete immaginare un gioco alla Dark Souls nel quale si può creare il proprio personaggio, passando da un guerriero corpo a corpo a un mago a seconda del gusto.
Corvus ha uno stile di combattimento che gli è proprio e non si può cambiare molto la sua natura. Il fulcro è l'uso della sciabola e dell'artiglio: la prima infligge qualche danno definitivo e una buona quantità di danno "pestilenziale", ovvero una sorta di ferita al nemico. La ferita si rimargina in automatico poco dopo a meno che non la si trasformi in un danno definitivo tramite l'artiglio. Infine, quando la vita dell'avversario è a zero si deve eseguire un colpo finale.
Il senso di questo sistema è di costringere il giocatore a focalizzarsi su un avversario alla volta nel caso di scontri di gruppo o di agire in modo aggressivo e accorto contro i nemici più forti. In modo simile a Sekiro: Shadows Die Twice, se si dà solo qualche colpo e poi si perde il ritmo, passando troppo alla difensiva, si perdono i progressi fatti. Bisogna pressare l'avversario e non dargli respiro, creando delle piccole coreografie di attacchi, schivate e colpi d'artiglio, senza mai fermarsi troppo a lungo.
Il problema è che Thymesia non è raffinato e vario quanto il gioco di FromSoftware, non che ci si possa aspettare da un indie lo stesso livello di un AAA. Thymesia propone un numero di nemici abbastanza ridotto che si ripetono in poche aree: questo significa che le strategie da adottare sono più o meno sempre quelle. Più importante è il fatto che l'opera di OverBorder Studio non riesce a riprodurre quella fluidità messa in scena da Miyazaki con Sekiro: Shadows Die Twice.
Una nota per chi ha giocato la demo: rispetto a tale versione, Thymesia è ora molto più fluido (non quanto Sekiro, lo ripetiamo). Sono stati accorciati i tempi di reazione e le schivate sono più efficaci. I nemici sono meno aggressivi e meno resistenti. L'accesso alle abilità è inoltre un fattore molto importante per la resa dei combattimenti. La demo non è più, quindi, un punto di paragone utile per giudicare il gameplay.
Sia chiaro, il risultato finale sa divertire, soprattutto dopo che il team ha reso disponibile una patch pre-lancio che ha riequilibrato il gioco. Abbiamo completato al 100% per la prima volta Thymesia con una versione chiaramente non aggiornata e nel complesso la difficoltà era alquanto alta. Fortunatamente gli sviluppatori sapevano di aver esagerato e hanno cambiato un po' di cose, soprattutto per quanto riguarda i boss e i miniboss.
In realtà, riteniamo che abbiano abbassato la difficoltà un po' troppo nelle prime fasi di gioco, soprattutto per quanto riguarda l'aggressività di alcuni nemici, ma il risultato finale è comunque migliore rispetto alla versione "zero". Non aspettatevi un'opera particolarmente complessa, ma al tempo stesso non dovete temere di rimanere bloccati ore e ore contro il primo boss o di dover salire di livello a più non posso.
Il farming non è inoltre affatto invogliato dagli sviluppatori. Il level up diventa esponenzialmente più lento di livello in livello: per farvi capire, sappiate che nella prima area si può salire di dieci livelli, mentre nella seconda di un paio e nella terza di uno, completando un'intera esplorazione.
Level up e potenziamenti
Rinforzarsi è molto importante in Thymesia non tanto per aumentare le statistiche (potenziando in pratica sciabola, vita e artiglio), ma in quanto si ottiene un punto da spendere nei molteplici alberi di abilità. C'è un numero massimo di punti ottenibili dopo il quale si smette di accumularli, ma è un limite sensato che rende impossibile abusare di queste capacità.
Parliamo di bonus passivi molto utili, come un aumento di danno della sciabola, o di abilità attive che diventano ben presto fondamentali, come un effetto di cura per ogni uccisione o l'aggiunta di schivate o l'ottenimento della parata (di base esiste solo il parry). I punti abilità possono essere riposizionati da ogni lanterna (il falò di Thymesia dove si livella e si fanno riapparire i nemici) senza limiti, permettendoci così di fare tutti i test che vogliamo e di sfruttare le giuste abilità a seconda dello scontro.
Si tratta di uno dei sistemi di gioco migliori di Thymesia, sommati a una seconda meccanica: le armi pestilenziali, ovvero degli attacchi speciali molto potenti. Le armi pestilenziali possono essere rubate ai nemici: in tal caso il costo di energia è nullo, ma il numero di utilizzi è solo uno. Si può però anche sbloccare in modo definitivo un'arma pestilenziale ottenendo dagli avversari un numero sufficiente di "frammenti". Le armi pestilenziali equipaggiate costano energia, che si recupera in vari modo combattendo.
Le armi sono varie, molto utili e l'unico vero elemento che renderà il vostro Corvus diverso da quello di altri giocatori. Conviene spendere un po' di tempo in ogni area per ottenere bottino dai nemici così da sbloccare e potenziare vari tipi di armi.
Ambientazioni e missioni
Ci sono comunque varie occasioni per fare bottino, nel corso dell'avventura di Thymesia, se ci si prende il proprio tempo. Il gioco è composto da tre missioni principali, necessarie per sbloccare il boss finale, alle quali si sommano un buon numero di missioni secondarie, alcune delle quali dispongono anche di propri boss unici. In termini di numero di ore, correndo verso il finale ed evitando tutto ciò che non è obbligatorio, crediamo che i più abili possano farcela in circa tre ore, ma completando tutte le missioni il tempo di gioco arriva sicuramente tra le dieci ore e quindici ore, a seconda del livello di abilità.
Buona parte delle missioni secondarie sono collocate nei luoghi delle missioni principali, ma le aree sono "remixate", cambiando alcune scorciatoie e facendocele esplorare in senso opposto. In media, comunque, parliamo di zone abbastanza lineari: di tanto in tanto non mancano le classiche scorciatoie, ma perlopiù si passa di sezione in sezione lasciandosi alle spalle le parti completate.
In termini di varietà grafica, ogni area ha il proprio stile distintivo ed è alquanto diversa da quella precedente, ma non riesce a conquistare l'occhio del giocatore, soprattutto a causa di una qualità tecnica non elevatissima. L'aggiornamento ha migliorato la situazione, soprattutto per quanto riguarda le prestazioni, ma c'è ancora qualche incertezza.
Conclusioni
Thymesia rientra in quella fascia di souls-like indie che non riescono a convincere fino in fondo. Sa divertire e, per fortuna, il sistema di combattimento ha una propria identità precisa, più originale di molti altri esperimenti usciti negli ultimi anni. Al tempo stesso è un gioco con poche aree, pochi tipi di nemici e un livello di difficoltà che andrebbe leggermente rifinito. Anche la presentazione visiva non è affatto raffinata. Gli appassionati del genere potrebbero dargli un'occasione, senza troppa fretta.
PRO
- Sistema di combattimento divertente
- Gestione delle abilità piacevolmente libera
CONTRO
- Ancora qualche incertezza tecnica
- Poche aree