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Unexplored 2: The Wayfarer's Legacy, la recensione del seguito di un ottimo roguelike

La recensione di Unexplored 2: The wayfarer's Legacy, un emozionante e sentito tributo neanche troppo velato all'opera Tolkieniana.

RECENSIONE di Gianluca Scattarella   —   26/05/2022

Se state leggendo la recensione di Unexplored 2: The Wayfarer's Legacy, siamo più o meno sicuri che conosciate il suo illustre predecessore. Quel gioiellino di Unexplored: The Immersion che nel suo piccolo, anzi piccolissimo, è riuscito a ritagliarsi una buona fetta di appassionati con il suo stile minimal e colorato. La fortuna della serie è data dalla sua caratteristica più peculiare, quella proceduralità tanto ricercata che lo ha fatto brillare in mezzo ad altri centinaia di titoli che abusano dell'epiteto "Roguelike".

Se nel predecessore la generazione casuale si limitava a tre livelli liberamente esplorabili e più o meno ripetibili, qui siamo di fronte a un lavoro immenso di miglioramento e di ricerca, un'evoluzione gigantesca in termini di progettazione di codice e di possibilità di esplorazione e variazione dell'esperienza.

Storia

Uno degli splendidi livelli di Unexplored 2
Uno degli splendidi livelli di Unexplored 2

La storia è semplice, come avrete intuito dal titolo dell'articolo: impersoneremo il Wayfarer, un personaggio creato casualmente oppure tramite un piccolo ma efficace editor, nel suo sacro viaggio per distruggere lo scettro di Yendor, un artefatto che con la sola sua esistenza è destinato a distruggere il mondo intero. In teoria la narrazione finisce qui e si limita a un "vai da punto A a un punto B", fine. Invece è proprio il cammino, il viaggio, tanto per continuare a citare il sommo, che fa tutta la differenza del mondo. O forse dovremmo dire "I" viaggi. Si, perché senza paura di essere smentiti, possiamo dire che ci sarà un prima e un dopo Unexplored 2.

La caratteristica che rende eccezionale l'esperienza di gioco è una cosa che ci ha lasciati spiazzati: ogni volta che moriremo con il nostro personaggio perderemo tutto e ricominceremo il nostro viaggio e fino a qui tutto sembra far presagire l'ennesimo roguelike.

Invece no, perché non è solo questo, bensì a ogni nostra morte il mondo muterà di conseguenza, ma non sarà una modifica procedurale fine a sé stessa, bensì dinamica. Infatti, una volta trapassati, il gioco ci mostrerà la mappa e quello che le succede negli anni successivi alla nostra morte, con i vari clan che si contenderanno le aree disponibili e l'impero (si, se vogliamo c'è anche Star Wars da poter citare) che inesorabilmente avanza, per impossessarsi dello scettro di Yendor.

Exp, questa sconosciuta

Un paesaggio di Unexplored 2: The Wayfarer's Legacy
Un paesaggio di Unexplored 2: The Wayfarer's Legacy

Veniamo però alla parte ludica. Il gioco comincia con la creazione del nostro alter ego, che sia procedurale o creato da noi poco importa, l'inizio sarà sempre e comunque uguale: ci impossesseremo dello scettro di Yendor e dovremo andare a distruggerlo. Nella città nella quale prenderemo coscienza potremo parlare con alcuni personaggi non giocanti che ci spiegheranno determinate meccaniche del mondo di gioco e ci sbloccheranno dei punti sulla mappa altrimenti accessibili solamente dopo averli scoperti, navigando a braccio. Così facendo, con lo scettro in spalla e qualche altro equipaggiamento di base, si parte per la nostra avventura.

Una volta usciti dalla città ci troviamo nella mappa del mondo di gioco, esplorabile cliccando su una delle zone adiacenti a quella nella quale ci troviamo, potendoci così spostare facendo avanzare il tempo e rendendoci vulnerabili a una serie d'intemperie e status negativi come la stanchezza, il freddo o il caldo. Dopo essere arrivati nella zona desiderata potremo decidere se esplorarla, cercando di recuperare oggetti, carne o indizi per sbloccare altre zone, oppure proseguire nella quest principale.

Un paesaggio di Unexplored 2: The Wayfarer's Legacy
Un paesaggio di Unexplored 2: The Wayfarer's Legacy

La cosa fondamentale che dovrete tenere a mente è che non esistono punti esperienza e neanche alberi di abilità o potenziamenti vari. Le uniche cose che ci potranno aiutare durante il cammino sono quelle che riusciremo a scovare, tramite anche gli indizi dati dai vari personaggi incontrati lungo il nostro cammino. Ma si tratta di spade, lance, magie, scudi e armature, anelli e collane che, da buon roguelike, perderemo una volta deceduti.

La cosa succederà molto spesso: tra nemici, intemperie, trappole ambientali ed esplosivi vi ritroverete spessissimo a dover ricominciare da capo il viaggio. Un'altra nuova caratteristica che ci ha piacevolmente colpiti è quella dei dialoghi e delle interazioni con oggetti, altari e iscrizioni varie. Una sorta di gioco di dadi nel quale ci troveremo a ricevere casualmente una risposta a delle domande inerenti a quello che stiamo analizzando o al personaggio con il quale parliamo.

La mappa di gioco di Unexplored 2
La mappa di gioco di Unexplored 2

Questo aspetto ci ha fatto riaprire quella porticina dedicata solo a D&D che per troppo tempo abbiamo tenuto chiusa. Vedere come si evolvono i dialoghi in base a quello che possiamo o non possiamo dire, riuscire o meno a decifrare una stele per sapere dove andare o dove cercare un artefatto, è realmente intrigante e dà al tutto un senso di "vero e genuino". Dobbiamo ammettere che per capirne appieno il potenziale ci abbiamo messo qualche ora e qualche decina di morti, ma una volta entrati nel sistema di gioco vi assicuriamo che non se ne esce più.

Una delle esperienze migliori è andare proprio alla ricerca di questo o quell'artefatto, recuperarlo per poi magari morire in maniera maldestra, tornare in quel preciso punto e non trovare più il tesoro che abbiamo perso, perché nel frattempo sono passati anni e magari se ne è impossessato qualcun altro, dovendo così ricominciare a cercare indizi per capire cosa possa essere successo. E così via con tutto quello che succede, tra faide tra clan e alleati che diventano nemici, il viaggio che ci porterà alla distruzione dello scettro di Yendor sarà più dinamico e vario che mai.

Tecnica e arte

Uno dei giganti di Unexplored 2
Uno dei giganti di Unexplored 2

Dal punto di vista artistico questo Unexplored 2: the Wayfarer's Legacy è una gioia per gli occhi. Ovviamente stiamo parlando di un prodotto particolare che vira prepotentemente sul low poly con un toon shader delizioso, ma comunque fa il suo sporco lavoro e lo fa molto bene. Tutte le ambientazioni da quella più nuda e cruda a quella più ricercata, con costruzioni, cascate, foreste, animali e stramberie varie, sono veramente piacevoli da esplorare. Lo scettro di Yendor poi, se equipaggiato di notte, emette una luce colorata molto particolare che ci accompagna nell'esplorazione delle caverne e dei dungeon che, con la loro colonna sonora, riescono a immergerci perfettamente all'interno del mondo di gioco.

Proprio la colonna sonora è un altro punto a favore della produzione: andiamo da tracce epiche a musiche più incalzanti, che in linea generale accompagnano sempre a dovere le nostre scorribande.

Purtroppo a sporcare una produzione così peculiare e ben fatta ci pensano i comandi, le animazioni e il senso di spaesamento che attanaglia durante la prima parte dell'avventura. I movimenti sembrano quasi scivolare sul terreno, come se fosse sempre bagnato, con una sorta di coda di animazione che rendono tediose le fughe o gli spostamenti che richiedono più precisione. Le animazioni degli attacchi e dei personaggi in generale risultano poco curati rispetto al resto e la cosa che più ci ha dato fastidio è proprio quel senso di spaesamento che si ha nelle prime ore di gioco che siamo sicuri scoraggeranno i neofiti o chi comunque si aspetta un titolo action più dedicato all'esplorazione classica.

Unexplored 2: The Wayfarer's Legacy
Unexplored 2: The Wayfarer's Legacy

Altro piccolo appunto che ci teniamo sempre a far presente anche se per molti può anche non essere un punto a sfavore è la mancata localizzazione in lingua italiana, soprattutto per il fatto che le cose da leggere e capire sono abbastanza.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (6)
8.0
Il tuo voto

Come visto nella recensione di Unexplored 2: the Wayfarer's Legacy siamo di fronte a un altro piccolo gioiello dei Ludomotion, dopo un primo capitolo sicuramente innovativo, ma rivedibile. Qui hanno portato tutto a un livello superiore, dall'art direction alla proceduralità del mondo di gioco, rendendolo vivo e appassionante. Al netto di piccole sbavature ci sentiamo di promuoverlo e di consigliare a tutti di non farsi buttare giù dalla mancata localizzazione e dalle prime ore spaesanti.

PRO

  • Art direction di ottimo livello
  • Proceduralità portata allo stato dell'arte
  • Musiche veramente ispirate
  • Vario e sempre differente

CONTRO

  • Mancata localizzazione in italiano
  • Prime ore spaesanti
  • Controlli non ottimali