Nella recensione di Wildermyth scopriremo che l'opera prima di Worldwalker Games è innanzitutto una storia. La nostra storia. Una storia che, come quasi sempre accade, parte in sordina, inaspettata, per poi diventare col tempo sempre più grande, epica, persino leggendaria. Una storia che, generazione dopo generazione, trasformerà i protagonisti in eroi e col tempo persino in miti. Quelli che un attimo prima era dei giovani impegnati a difendere il loro villaggio dopo poche ore si sono trasformati in stagionati veterani, pronti a trasmettere le proprie conoscenze alle nuove generazioni.
In questo modo racconto dopo racconto, missione dopo missione, il nostro gruppo di avventurieri non solo si si farà un nome nel suo mondo, ma anche nella nostra sfera personale. Ci entrerà sottopelle. Cominceremo a conoscere ognuno di loro non solo per nome e per aspetto, ma anche per inclinazioni e tendenze, soffrendo per ogni perdita e gioendo ogni volta che incrocerete nuovamente il loro cammino, un po' come fareste incontrando un vecchio compagno di scuola.
Una storia, con del videogioco intorno
Perché, dicevamo, Wildermyth è quasi più un racconto, di un videogioco. È vero che ci sono tanti combattimenti, rigorosamente a turni, è vero che i personaggi possono crescere di livello, imparare nuove abilità e cambiare equipaggiamento, ma il fulcro di tutto è il racconto, il viaggio che attraverserà diverse generazioni di eroi.
Wildermyth, infatti, è sviluppato e raccontato come se fosse un libro. All'interno di ogni capitolo, a sua volta suddiviso in mini-campagne, dovremo formare una compagnia di eroi che dovrà salvare la propria terra dalla sventura di turno, scoprendo progressivamente le loro motivazioni per arrivare all'atteso confronto finale. A fare da filo rosso tra tutte queste storie c'è il mondo di gioco, ma soprattutto le persone che lo popolano.
Questo perché gli eroi della prima storia possono comparire anche in quelle successive. Sia per scelta, dato che potranno essere richiamati in azione al posto di un personaggio creato da zero, ma potranno anche spuntare in modo del tutto spontaneo all'interno di uno dei tanti siparietti che punteggiano ogni spostamento e ogni incontro importante.
Il vero capolavoro di Worldwalker Games è l'essere riuscita a creare un sistema procedurale in grado di dare (quasi sempre) grande consistenza al mondo di gioco, con eventi, relazioni e rapporti tra i personaggi coerenti con la loro natura e con il loro passato. Un eroe che ha appena perso un amico vorrà specializzarsi nel proteggere i compagni, uno che ha una relazione con un altro potrebbe decidere di sacrificarsi al suo posto. Due amanti potrebbero bisticciare per la cena, mentre due rivali cercheranno di far meglio dell'altro in battaglia.
La morte in Wildermyth è quasi definitiva. Una volta a campagna, infatti, avremo la possibilità di salvare un personaggio colpito a morte. In base alla sua natura o alla fortuna, il colpo letale si potrebbe trasformare in una ferita permanente o persino in una menomazione. In alternativa potremmo decidere di sacrificarlo in cambio di un ultimo gesto eroico, ma anche in questo caso non è detto che questa sia la sua fine. Dopo lo scontro, infatti, potremo decidere di premiare il suo sacrificio e di dedicargli un'ara che racconterà la sua leggenda alle generazioni future. In questo modo il personaggio entrerà a far parte del pantheon di Wildermyth e potrà essere richiamato nelle avventure successive.
Attraverso questo sistema sia i personaggi che parteciperanno alla missione finale, sia i morti si trasformeranno da eroi locali a leggende, poi in miti e infine in quasi-divinità.
Gameplay
Lo status di eroe non è puramente estetico, ma porta con sé tanti tipi di vantaggi diversi. Più grande sarà la loro fama e maggiori saranno i poteri e l'equipaggiamento che si potranno ereditare nell'avventura successiva. Un eroe locale potrà scegliere un'abilità, una leggenda sarà immediatamente una macchina da guerra difficile da bloccare. Non parliamo, infatti, solamente di qualche statistica in più, ma di vere e proprie trasformazioni che rendono ogni personaggio unico. Una nostra eroina, per esempio, ha sacrificato la sua mano su di un altare. Al posto di uscirne menomata e impossibilitata a combattere, ha guadagnato un'utile abilità che le consente di uncinare i nemici. La sua amante, invece, è stata colpita da una specie di pietra in un occhio; alla fine di ogni campagna potremo decidere se assecondare la sua trasformazione in donna-sasso o accontentarci dei bonus garantiti fino a quel momento.
Come si diceva, tutto è nelle nostre mani: saremo contemporaneamente giocatori e dungeon master, vittime e carnefici del destino della nostra compagnia. Ai livelli più bassi ci si potrà godere la storia, le sue ramificazioni e i tanti incroci. Ai massimi livelli ogni battaglia sarà una vera e propria lotta contro nemici progressivamente sempre più forti, corazzati e cattivi.
Saper utilizzare al meglio tutte le abilità a disposizione degli eroi, come per esempio il peculiare sistema delle magie, o la possibilità di mettere in guardia i propri guerrieri (in stile XCOM, una delle opere che ha ispirato Wildermyth perlomeno sotto il profilo del gameplay), sarà fondamentale per portare a casa la pelle dei propri eroi. Non ci si potrà distrarre un attimo, perché i pericoli potrebbero nascondersi in ogni dove. E non sempre i più grossi si nascondono sul campo di battaglia.
Oltre a lottare, in Wildermyth bisognerà esplorare la mappa di gioco e gestire le poche risorse a disposizione. In questo senso il gioco ci ha ricordato il mai troppo lodato The Banner Saga, con il tempo a scandire ogni nostra azione ed essere una vera e propria spada di Damocle sulle nostre teste. Setacciare un territorio in cerca di materiali per costruire nuovo equipaggiamento è sempre molto utile, ma richiede del tempo. Tempo che spesso non si ha a disposizione, dato che a intervalli regolari i nemici si rafforzano con nuove abilità e unità e preparano vere e proprie spedizioni punitive che metteranno a ferro e fuoco la mappa. Ma non c'è solo questo, in base alla storia affrontata, ci potranno essere anche altre calamità in agguato.
Centellinare il tempo e le risorse umane, quindi, sarà un altro elemento molto importante di tutta l'esperienza. Un qualcosa che metterà a dura prova la nostra resistenza e quella del nostro gruppo.
Stile e grafica
Nonostante non sia un gioco stupefacente dal punto di vista grafico, Wildermyth ha stile da vendere. Un po' per i colori utilizzati, molto accesi, ma sempre ben amalgamati tra di loro, impreziositi dalle "luci" prodotte dalle fiamme o dalle magie.. Un po' per la curiosa scelta di creare i personaggi attraverso dettagliatissime figurine bidimensionali. Non si tratta di semplici disegni, ma di elementi che evolvono assieme ai nostri eroi. Invecchiano tra una campagna e l'altra e indossano tutte le armi e l'equipaggiamento che assegneremo loro.
Anche il character design è molto particolare, molto più vicino allo stile delle produzioni di Albert Barillé (Siamo fatti così, Grandi uomini per grandi idee) che a quello dei moderni comics o manga. Ottime anche le musiche d'accompagnamento, sempre molto in linea con quanto mostrato a video e anche in questo caso con echi di The Banner Saga e dell'eccezionale colonna sonora di Austin Wintery
Ha anche dei difetti
Nonostante la qualità dell'esperienza sia elevatissima, soprattutto per quelli che amano perdersi tra le centinaia di dialoghi diversi che è possibile trovare, Wildermyth non è esente da difetti. Per esempio i combattimenti sono tutti più o meno uguali a loro stessi. È vero che cambiano gli avversari o la forma delle arene, ma l'obiettivo è quasi sempre quello di sterminare tutti. Anche la fase di esplorazione della mappa e manageriale è piuttosto povera, sia artisticamente che materialmente, e, nonostante sia funzionale, avrebbe potuto dare di più all'esperienza.
Inoltre l'interfaccia non è sempre chiarissima e a volta di fa fatica a selezionare il nemico giusto o a capire chi muovere. Infine il gioco è solo in inglese e senza una buona comprensione dei dialoghi perde molto del suo fascino.
Si tratta di elementi per molti secondari, ma che vanno comunque segnalati.
Conclusioni
Wildermyth è un'esperienza originale, sfaccettata, intrigante e magnetica. Lo stile impresso dai Worldwalker Games è unico e le avventure raccontate, con gli intrecci che vanno dal quotidiano all'epico, non possono che entrarvi sottopelle e lasciarvi qualcosa. Wildermyth è un gioco da provare e riprovare per scoprire ogni sua piega e magari da lasciare lì, per poi riprendere dopo un po' di tempo per ritrovare i suoi miti e le sue leggende, oltre che i suoi eroi. Al momento il gioco è disponibile solo per PC e una sua trasposizione su console non è così immediata, visto il motore proprietario utilizzato. Ma nel caso possiate, fatevi un favore, dagli una possibilità.
PRO
- Stilisticamente unico
- Storia articolata e procedurale
- Mondo di gioco originale e affascinante
CONTRO
- Un po' monotono
- Solo in inglese