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Note d'acciaio

Il free to play di Adhesive Games si avvicina con slancio alla versione 1.0

PROVATO di Andrea Centini   —   17/06/2014

Lanciato esattamente un anno e mezzo fa nella forma di Open Beta e recentemente sbarcato su Steam (Febbraio 2014) col classico sistema dell'accesso anticipato, Hawken rappresenta senza dubbio uno degli FPS free to play più solidi ed apprezzati in circolazione, suffragato da una community appassionata - in continua crescita - e, soprattutto, da basi tecnico-ludiche che non hanno nulla da invidiare ai ben più blasonati prodotti Tripla A. Quando venne annunciata nel 2011, del resto, l'opera prima degli Adhesive Games, team indipendente americano composto inizialmente da sole nove persone, catalizzò immediatamente l'interesse di critica e pubblico grazie all'impatto scenico spiazzante - plasmato grazie alla versione gratuita dell'Unreal Development Kit (UDK) - e per l'affascinante soggetto trattato, ovvero serratissimi scontri a fuoco tra mech ambientati in un futuro distopico. Da allora il progetto è lievitato esponenzialmente e, forte del generoso investimento di ben 10 milioni di dollari elargito da un paio di grossi finanziatori, non solo ha potuto abbracciare la licenza completa del motore targato Epic Games, il diffusissimo Unreal Engine 3, ma è stato sottoposto ad un regolare processo di rifinitura, ottimizzazione e bilanciamento tutt'ora in corso. Considerata di "prossima uscita" sin dallo sbarco su Steam in Early Access, la versione 1.0 del gioco dovrebbe essere davvero imminente, tenendo presenti le nuove features introdotte negli ultimi mesi (che hanno reso l'esperienza più quadrata e sostanziosa) ed in particolar modo la recentissima migrazione del database su server di livello superiore. Noi siamo tornati a bordo dei poderosi mech targati Adhesive Games e queste sono le nostre impressioni.

Facciamo il punto sull'oramai consolidato Hawken in attesa dell'imminente release

Per un pugno di crediti

Hawken ci era piaciuto sin dapprincipio per l'indiscutibile fascino, ed il regolare lavoro di cesello cui è stato sottoposto non ha fatto altro che elevarne le doti qualitative, trasformandolo da progetto estremamente ambizioso a titolo solido e caratterizzato da una forte personalità; elementi che lo hanno letteralmente catapultato nel gotha dei free to play più apprezzati sulla piazza, assieme a World of Tanks, Planetside 2 e War Thunder, giusto per citarne alcuni.

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Il rischio più temuto per questo genere di giochi, ovvero quello di trasformarsi in famigerati pay to win, è stato fortunatamente "dribblato" con eleganza dal team di sviluppo, che ha delegato le microtransazioni obbligatorie per i soli kit estetici, mentre per tutto il resto è possibile utilizzare tranquillamente i crediti guadagnati (duramente) in gioco. Sebbene diversi giocatori si lamentino delle misere risorse economiche elargite al termine di ciascuna partita, in rapporto al costo di mech e potenziamenti vari, va comunque sottolineato che anche da questo punto di vista è stato fatto un continuo lavoro di bilanciamento, e non è da escludere che la situazione possa subire ulteriori rettifiche. Per dovere di cronaca segnaliamo che su Steam è possibile acquistare due pacchetti (Prosk Starter Bundle e Mercenary Bundle, rispettivamente a 14,99 e 27,99 Euro) che includono diversi mech, emblemi esclusivi, potenziamenti e crediti da spendere nello shop. Attualmente sono disponibili ben 16 differenti mezzi da battaglia suddivisi in tre macrocategorie - le classiche leggera, media e pesante - a loro volta distinte in sei famiglie, che contemplano le classi presenti in qualsivoglia FPS, dal comune "assalto" passando per cecchini, esperti nella soppressione e via discorrendo.

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Oltre alla canonica barra dell'esperienza legata al profilo del giocatore, ciascun mech acquistato è caratterizzato da una seconda relativa all'effettivo utilizzo, e salendo di livello è possibile equipaggiare, oltre ad alcune armi alternative, anche strumenti di potenza crescente suddivisi nei cosiddetti "Items" attivi e negli "Internals" passivi, in grado di modificare sostanzialmente l'esperienza di gioco e le competenze sul campo di battaglia. Vi sono deflettori, torrette, ologrammi, scudi e tantissimi altri oggetti, che vanno posizionati negli appositi slot al fine di creare loadout personalizzati e congeniali al proprio stile di gioco. Come già sottolineato sono inoltre disponibili diversi kit estetici relativi al cockpit ed agli "arti" dei singoli mech, che possono essere acquistati esclusivamente attraverso i Meteor Credit, da sbloccare con moneta sonante. Nonostante la varietà in termini di armi, oggetti e mezzi, è notevole il lavoro di bilanciamento operato dagli sviluppatori in questo anno e mezzo di beta, per il quale sono stati fondamentali i feedback rilasciati dai giocatori. E' dunque possibile divertirsi ed abbattere gli avversari di pari abilità anche utilizzando il basilare CR-T Recruit, bruttissimo ma sufficientemente equilibrato per quanto concerne doti belliche ed agilità.

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Il gameplay di Hawken ricorda più da vicino quello di un comune FPS alla stregua di Call of Duty e Battlefield piuttosto che quello "simulativo" di Mechwarrior, ciò nonostante la sensibilità è estremamente variabile in base al mezzo adottato e, soprattutto, la risposta ai comandi è leggermente meno reattiva rispetto ai comuni sparatutto in prima persona. Si tratta di una chiara scelta di game design adottata per aumentare il coinvolgimento e calare il giocatore nei panni del pilota di mech, mezzi capaci di movimenti repentini e persino di enormi balzi (grazie ai post bruciatori) quando appartenenti alle classi più agili. I mech pesanti sono invece vere e proprie corazzate semoventi, dotate di grandissima resistenza (come il Brawler ed il Grenadier) e naturalmente potenza di fuoco, ma facile preda degli altri soprattutto quando attaccati in gruppo. I comandi di base sono piuttosto semplici da assimilare e l'abilità del giocatore conta nelle battaglie più di ogni altra cosa, laddove è il sapiente utilizzo delle schivate (Shift + A e D), delle abilità speciali (F) e degli oggetti a fare spesso la differenza tra vittoria e sconfitta.

Nel cuore della competizione

Sebbene in passato si sia parlato a più riprese di una eventuale campagna single player, richiesta a gran voce dagli appassionati e ancora non del tutto da escludere, Hawken è un FPS chiaramente orientato al multiplayer ed in particolar modo a quello competitivo, pur essendo stato arricchito di recente con un paio di interessanti modalità cooperative. Oltre ad un classico CO-OP Team Death Match, nel quale bisogna sconfiggere i mezzi controllati dalla CPU assieme alla propria squadra, è stata aggiunta "CO-OP Bot destruction" che strizza l'occhiolino alla modalità Orda di Gears of War, esportata con successo in numerosissimi altri titoli.

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In essa vanno sconfitte ondate di bot di difficoltà crescente (sonde e robot) inframezzate da vere e proprie battaglie con boss, rappresentati nel caso specifico da altri mech. In questa modalità non c'è respawn e risulta particolarmente godibile giocando in compagnia di amici, con i quali pianificare strategie di attacco e difesa. Per quanto concerne la parte competitiva, al di là degli immancabili Deathmatch e team Deathmatch, al meglio delle 40 uccisioni entro 10 minuti di tempo, troviamo Missile Assault e soprattutto Siege (Assedio), esclusiva e caratterizzante dell'opera targata Adhesive Games. Se la prima scimmiotta le più tradizionali Conquista e Domination, dove è necessario mantenere il controllo di tre silo missilistici affinché distruggano l'astronave (base) nemica, la seconda è più articolata ed interessante. Essa è suddivisa in due fasi principali; nella prima è necessario raccogliere le cosiddette Unità Energetiche (EU) - da scaricare alla base - affinché alimentino le nostre astronavi da guerra; nella seconda, che si avvia quando le navi sono in volo, si deve invece prendere il controllo di una contraerea AA affinché abbatta le navi nemiche e protegga le nostre, il cui scopo è danneggiare la base dell'opposta fazione. Il ciclo si ripete fin quando una delle due basi raggiunge lo 0 e viene definitivamente distrutta. Si tratta di una modalità incredibilmente divertente e ben strutturata, ma è necessario giocare con un team che sappia esattamente come procedere, altrimenti le disfatte clamorose sono sempre in agguato.

Un mondo in rovina

Se c'è un aspetto di Hawken che ha saputo stupire sin dal debutto esso è senza ombra di dubbio la resa visiva, caratterizzata da uno stile personale ed incredibilmente realistico, grazie a filtri ed effetti in grado di esaltare l'esuberante level design e la profondità di campo. Pur non adottando texture di qualità elevatissima, shader di ultima generazione o una mole poligonale impressionante, la peculiare soluzione artistica adottata dagli sviluppatori colloca Hawken tra i titoli graficamente più impressionanti del momento; un risultato eccezionale considerando che stiamo parlando di un Free to Play puro.

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I risultati migliori sono visibili in particolare nelle mappe urbane, laddove edifici e complessi futuristici, spesso abbandonati a se stessi, riempiono lo schermo quasi "soffocando" il giocatore, avvolto dai colori sgargianti delle insegne ammassate l'una sulle altre - come in una sorta di Hong Kong in chiave distopica - e dalla grandiosità delle architetture. Il level design della decina di mappe attualmente disponibili è curato maniacalmente e, soprattutto, è al servizio del gameplay, sviluppandosi spesso in verticale ed offrendo numerosi percorsi alternativi per raggiungere gli obiettivi e cogliere di sorpresa gli avversari, radar permettendo. Bellissime anche le ultime arrivate Last Eco e Wreckage, ambientate in contesti naturalistici chiaramente ispirate ai canoni sci-fi della cinematografia moderna. I mech, sebbene non particolarmente originali dal punto di vista del design, sono caratterizzati da modelli poligonali solidissimi e da animazioni fluide e credibili, mentre è eccezionale la resa degli effetti particellari spinti dal PhysX di Nvidia, capace letteralmente di esaltare le esplosioni in un turbinio di scintille. Ad impreziosire ulteriormente l'aspetto cosmetico del gioco vi sono infine tutta una serie di piccoli dettagli e chicche, come ad esempio il boot loader dei mech all'avvio di ciascuna partita o il dettaglio certosino dei cockpit.

CERTEZZE

  • È un free to play onesto
  • Gameplay tattico decisamente divertente ed ispirato
  • Tecnicamente impressionante

DUBBI

  • Bilanciamento tra crediti vinti e prezzi nello shop
  • Per ora nessuna campagna single player