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Utopia Microsoft: il futuro dopo il successo della Universal Windows Platform

Microsoft ha ricevuto tante critiche per il passaggio delle esclusive Xbox su PC, ma cosa succederebbe se le mosse di Spencer risultassero vincenti?

SPECIALE di Raffaele Staccini   —   28/03/2016

Corre l'anno 2030 e il mondo del gaming è cambiato. Microsoft ha posto fine a decenni di "console war": non c'è più nessuno in grado di contrastare la sua egemonia nella produzione e vendita di videogiochi. Non Nintendo, non Sony, né tanto meno Valve. La casa di Redmond ha conquistato negli anni una fetta sempre maggiore del mercato, con scelte a volte poco comprensibili, ma che nel lungo periodo si sono dimostrate indiscutibilmente vincenti e lungimiranti. Eppure fino a qualche anno fa la situazione era molto diversa...

In un futuro distopico, ecco il panorama videoludico per il quale oggi Microsoft sta ponendo le base

Un tuffo nel passato

Nel 2016 era Sony il leader del mercato console con PlayStation 4 che continuava a vendere unità, mentre Steam convinceva un sempre maggior numero di utenti a scegliere il PC. Xbox One invece arrancava per tenere il passo.

Utopia Microsoft: il futuro dopo il successo della Universal Windows Platform

Nintendo aggrappava le sue ultime speranza al misterioso progetto NX, che però rimase un esperimento interessante senza troppo seguito. Eppure i primi segnali delle rinnovate ambizioni Microsoft erano già emersi al momento del lancio delle nuove console, ma allora era ancora troppo presto e l'azienda aveva abbandonato prematuramente quelli che oggi sono alcuni dei punti cardini del suo successo. Ma procediamo con ordine. Una volta passata sotto la guida di Phil Spencer, la divisione Xbox ha pian piano cercato di costruirsi una nuova immagine, più attenta al videogioco e al videogiocatore. Innanzitutto si è preoccupata di riconquistare i fan di vecchia data, quelli che avevano abbracciato il lato verde fin dalla prima Xbox, seguendo Rare mentre si staccava da Nintendo e scoprendo in MasterChief un capitano a cui affidare la propria vita virtuale. Fu proprio per spingere sulla nostalgia di questi giocatori che nell'agosto del 2015 era arrivata la prima collection Rare Replay e, subito dopo, la retrocompatibilità di One con Xbox 360. L'uscita di Windows 10 aveva poi cambiato volto alla console, ponendo il primo tassello della trasformazione di Xbox One nella prima Xbox Machine. Il processo aveva però ancora molti passaggi da attraversare, il primo dei quali fu l'annuncio di Quantum Break anche su PC. Si trattò di un passaggio inevitabile, in parte scontato all'interno di quella politica di Universal Windows Platform che Microsoft aveva in mente per il Windows Store e i suoi dispositivi mobile, Lumia e Surface. Ma i possessori della console la presero tutt'altro che bene, si sentirono traditi. La progressiva migrazione delle esclusive verso il pc spaccò il pubblico: prima Gears of War, poi Forza Motorsport; infine Halo e nuove ip come Scalebound. E mentre la base per i software Microsoft si ampliava, alcuni ipotizzavano l'uscita di Xbox dalla contesa nonostante le smentite. Infatti non potevano essere più lontani dalla realtà.

Generazione modulare

La mossa di portare le esclusive su PC fu vincente e Quantum Break ebbe il ruolo di apripista. Tanti utenti pc si riavvicinarono a Xbox e, nonostante lo scetticismo iniziale, anche Windows Store si ritagliò ben presto il suo spazio togliendo visibilità a Steam con un'aggressiva politica di marketing e sconti. I problemi nel download, le limitazioni riguardanti SLI, V-Sync e nell'accesso ai file furono solo intoppi di gioventù e l'arrivo delle prime Universal Windows App sui sistemi Xbox nell'estate 2016 mostrò definitivamente le potenzialità dell'ecosistema condiviso di Windows.

Utopia Microsoft: il futuro dopo il successo della Universal Windows Platform
Utopia Microsoft: il futuro dopo il successo della Universal Windows Platform
Utopia Microsoft: il futuro dopo il successo della Universal Windows Platform

Attraverso iOS, Android e le console, era chiaro già allora che i consumatori volessero un'esperienza software standardizzata e l'Universal Windows Platform fu la risposta non per una cerchia ristretta, ma per tutti loro. Grazie ai tool di conversione messi a disposizione da Microsoft, Windows avvicinò prima gli sviluppatori iOS e, a stretto giro, anche quelli Android. I benefici furono evidenti anche per i nuovi Surface Phone eredi dei Lumia, non più relegati al ruolo di spettatori nell'eterna contesa tra Google e Apple a causa della povertà dello store. Smartphone, tablet e console Microsoft si diffusero a macchia d'olio nelle case delle famiglie di tutto il mondo, tanto che all'alba della nona generazione di console le quote di mercato di Xbox One erano incredibilmente appaiate a quelle di PlayStation 4. Xbox scalzò persino Nintendo come console per bambini grazie all'apertura verso l'emulazione che segue inevitabilmente l'arrivo di tutte quelle app già disponibili su smartphone: i genitori sono infatti sempre molto attenti al risparmio, anche attraverso l'uso e il commercio non del tutto legale di rom. Il lancio delle Xbox e delle PlayStation Machine non poté allora far altro che seguire l'inerzia del momento. Microsoft e Sony presentarono contemporaneamente dei veri e propri PC, brandizzati e divisi in diverse fasce di prezzo. Il focus era tutto incentrato sull'ottimizzazione software e dei giochi. Nessuna console modulare e nessuna necessità di cambiare pezzi per stare al passo dunque: all'interno di sistemi in grado di garantire standard di qualità ben definiti per un discreto numero di anni, i due publisher proposero i propri modelli senza differenziarsi troppo nell'hardware scelto. Da quel momento in poi, ogni nuovo titolo avrebbe offerto preset grafici adattati all'hardware e, seppur con alcune limitazioni, in parte anche personalizzabili dall'utente. A quel punto il vantaggio di Xbox si fece abissale: non solo le nuove macchine Microsoft potevano contare su un sistema operativo diffusissimo e noto agli sviluppatori, ma avevano legato al proprio marchio una serie di brand ormai universalmente riconosciuti, grazie a film, serie TV e cartoni animati. Parliamo di titoli come Halo, Quantum Break, Gears of War, Minecraft e dei personaggi di Killing Istinct. Persino Lara Croft aveva ormai completato la sua migrazione verso Windows, dopo che il tiepido lancio di Rise of The Tomb Raider su PlayStation 4 a fine 2016 aveva fatto sentire all'archeologa tutto il peso della presenza di Nathan Drake. Sony al contrario rimase con il solo Uncharted, ma dopo il quarto capitolo la serie ebbe un lento declino. Il mancato accordo con Microsoft per la licenza del sistema operativo, saltato all'ultimo minuto, fece il resto: con un os basato su Linux, costruito in fretta e pieno di bug, la generazione delle PlayStation Machine seguì il destino delle Steam Machine e relegò Sony Computer Entertainment a un ruolo marginale nella produzione hardware.

Una finestra sulle nuvole

E Steam? Il colosso Valve è tutt'ora in piedi, ma senza il ruolo egemone avuto in passato. Nonostante il trittico di numeri tre tanto atteso, Half-Life 3, Portal 3 e Team Fortress 3 non sono riusciti a contrastare la crescente influenza di Windows Store. Al motto di "prima il cloud, prima il mobile", nel frattempo Microsoft ha accelerato il processo di migrazione cloud sostenendo nuove politiche statunitensi ed europee in materia di modernizzazione della rete. In poco tempo anche paesi tecnologicamente arretrati come Spagna e Italia hanno avuto internet ad alta velocità, onnipresente e, soprattutto, gratuito. Il mercato ideale dove innestare le potenzialità di Azure. Il cloud gaming può così sfruttare tutta la potenza delle reti di nuova generazione, portando su dispositivi di ogni tipo giochi anche molto pesanti, con il 4k come risoluzione base, numerose opzioni per fruire la realtà virtuale e tante potenzialità ancora inespresse. Nemmeno Apple è riuscita a tenere il passo del monopolio Windows, che a differenza di quanto fatto da Cupertino, ha puntato a raggiungere tutti, con prodotti sentiti non solo come di moda, ma anche utili, anzi imprescindibili, e allo stesso tempo con prezzi alla portata di tutti. E poco importa che i software proposti in ambito gaming siano in fondo tutti uguali: ogni nuova uscita targata Microsoft garantisce infatti il giusto incremento prestazionale, la giusta dose di coinvolgimento aggiuntivo, il giusto quantitativo di realismo in più. Perché Microsoft ha finalmente permesso di essere liberi. Liberi di giocare tutti i titoli su qualsiasi piattaforma. Liberi di comprare un nuovo dispositivo senza dover scegliere in base alla esclusive. Senza lotte, senza conflitti, senza inutili competizioni. Possiamo essere soddisfatti dei nostri acquisti e vivere la nostra vita in pace. In questo modo il mondo continuerà a progredire e, alla fine, avremo la nostra utopia. O forse no?

Senza lotte, senza conflitti, senza competizione... Non ci sarà progresso, nulla si evolverà. Le persone saranno soddisfatte e vivranno la propria vita in pace. In questo modo il mondo ristagnerà e, alla fine, andrà in putrefazione (Arfoire)