Il momento è infine giunto, in redazione è arrivata una copia PC di Dark Souls III nella sua versione definitiva, e per l'occasione ci siamo procurati diversi chili di caffè in grani per accompagnare la nostra lunga avventura all'interno del titolo di From Software. Il terzo capitolo di questa fortunata saga arriva con tanti buoni propositi, ma anche suscitando qualche preoccupazione. Di positivo abbiamo una struttura più vicina a quella del titolo originale e di Demon's Souls, in aggiunta al ritorno di Hidetaka Miyazaki in prima persona per curare tutte le fasi dello sviluppo. Di contro c'è il rischio di una certa fase di stanca per la serie, soprattutto in termini di nuove idee e ambientazioni in grado di rivaleggiare con i predecessori e quella fantastica digressione sul tema rappresentata da Bloodborne. Ad ogni modo l'embargo per la recensione scadrà nella prima decade di aprile, nel frattempo vogliamo condividere con voi i primi passi all'interno del gioco, in parte già mostrati dai numerosi video rilasciati in questi mesi, in parte completamente inediti rispetto al materiale disponibile online, al netto di rotture di day one giapponesi.
Abbiamo tra le mani la versione finale di Dark Souls III: ecco le nostre impressioni dopo le prime ore
PC die Race
Abbiamo scaricato la nostra copia di Dark Souls III direttamente da Steam, 18 GB comprensivi della traduzione dei testi in italiano. Il doppiaggio è invece in inglese come i precedenti capitoli, e solo Bloodborne ha saltato questa "regola" in quanto è policy da parte di Sony di tradurre completamente le esclusive su console PlayStation. La prima cosa che abbiamo spulciato è stata la sezione dedicata alle opzioni, a partire da quelle legate alla grafica: si parte dalle classiche configurazioni predefinite fino ad impostazioni granulari come il supporto SSAO, l'anti-aliasing, sfocatura, qualità di luce ed effetti. Noi abbiamo selezionato 1080p con tutti i dettagli al massimo, e sulla nostra configurazione, di tre anni fa (processore i5-3470, 8 GB di Ram e GTX 680), il gioco è rimasto spesso ancorato ai sessanta fotogrammi per secondo, con qualche viaggio verso il basso in occasione degli scorci più complessi e ampli. Buona anche la stabilità: nella prima manciata di ore non abbiamo riscontrato bug particolari, se non quelli insiti nel gioco come la possibilità di attaccare con alcune armi attraverso i muri.
Tale impostazione permette di avere un'immagine pulita e definita, esaltata dalla fluidità e da un dettaglio che migliora ulteriormente quanto visto in Bloodborne, eccellente dal punto di vista artistico e nella cura del dettaglio, meno impressionante in termini di effetti e di tecniche avanzate utilizzate. A tal proposito abbiamo scelto la configurazione automatica per la visualizzazione dell'interfaccia, allo scopo di scattare i tanti screenshot che vedete nell'articolo. Dopo i primi convenevoli siamo giunti alla creazione del personaggio, che non si discosta pesantemente da quella dei precedenti capitoli. I parametri più importanti sono rappresentati dalla classe e dal dono sepolcrale: nel primo caso abbiamo equipaggiamento e parametri fisici iniziali differenti, nel secondo un oggetto che accompagna le prime fasi dell'avventura, come l'anello vitale per aumentare i punti vita a disposizione. Successivamente ci si può dedicare alle fattezze estetiche, a partire da alcune corporature e volti predefiniti fino a poter operare su parametri specifici come il sottotono della pelle o la distanza tra gli occhi. Pronti via, finalmente: una sequenza di intermezzo particolarmente ispirata racconta dei Lord dei Tizzoni (Cinder in inglese, fa un po' strana la traduzione in italiano) assenti dal proprio trono, e noi, combattenti nati dalle ceneri, che dobbiamo riportarli al posto che gli compete. Dark Souls III comincia in maniera relativamente tranquilla, con uno scenario evocativo - il cimitero della cenere - e tanti buoni propositi mascherati sotto forma di tutorial per apprendere le dinamiche di base.
Che sono sostanzialmente simili ma arricchite dalla cosiddetta arte di combattimento, differente per ogni arma: impugnandola con due mani è possibile mettersi in posizione di attacco con guardia, e quindi sferrare (con i dorsali destri) due tipologie di attacco estremamente letali e in grado, ad esempio, di scaraventare nemici verso l'alto o rompere la loro guardia. In taluni casi vi è utilizzo di punti magia, che in Dark Souls III vede il ritorno della barra apposita che si rigenera grazie alle fiaschette Estus cineree, oppure riposando ai falò. Le magie andranno sempre armonizzate, ma appunto saranno legate a questa barra e non avranno un numero di utilizzi predefinito come nel secondo capitolo. Dicevamo che il gioco parte in maniera tranquilla, ma già al primo bivio c'è una piccola sezione facoltativa, presidiata da un boss di ghiaccio a difesa di un tizzone necessario per le prime fasi di potenziamento delle armi. La tentazione di affrontarlo è stata forte e altrettanto complesso è stato sconfiggerlo, portando a compimento l'opera dopo diverse morti di ambientamento. Proseguendo per la strada maestra, invece, si incappa nel primo grosso nemico, Gundyr il Giudice, al quale abbiamo sottratto una spada conficcata nel fianco: lo scontro si è dipanato su due fasi, e dopo la prima il simpatico cavaliere è stato invaso dal proprio lato oscuro, trasformandosi nella parte superiore in una creatura dagli attacchi più a lungo raggio. Proprio il lato oscuro è se vogliamo un elemento inedito del titolo, è presente anche per alcuni nemici "normali" ed aggiunge quel pizzico di difficoltà e imprevedibilità che vanno a sopperire a un livello di sfida che ci è sembrato leggermente più semplice da approcciare, tenendo conto che si tratta del quinto titolo souls-like che affrontiamo da quando è nato questo sotto genere.
Dal centro verso il mondo
Dopo aver avuto la meglio sul cavaliere poc'anzi citato, un'altra breve passeggiata ci ha permesso di giungere al Vincolo dell'Altare, quello che ci è sembrato essere l'hub centrale (l'unico?) del gioco. Una sala imponente che ospita i troni dei Lord dei Tizzoni, un venditore, il fabbro per riparare, potenziare e infondere le armi, e un personaggio (no spoiler!) che permette di spendere le anime per salire di livello.
Anche in Dark Souls III il protagonista principale può trovarsi in due stati differenti, quello di "fiamma spenta" e quello di "fiamma risorta", grazie all'utilizzo di alcuni oggetti chiamati braci. In questo secondo caso la barra di vitalità è maggiore, è possibile evocare altri personaggi e tale stato è indicato a livello estetico da alcune crepe lucenti sulla propria armatura: cambia la forma, ma la sostanza ci è parsa molto simile ai precedenti titoli di From Software, perlomeno nelle prime ore di gioco. Vi ricordate la spada che abbiamo estratto dal primo boss? Ebbene, ci è servita per incastonarla nell'Altare del Vincolo e sbloccare il falò collegato, insieme al viaggio rapido: presumibilmente ce ne saranno di facoltativi che si sbloccheranno con lo stesso metodo, magari affrontando nemici e boss secondari. Proprio il viaggio rapido ci ha permesso di giungere alla prima ambientazione di ricerca dei Lord, Lothric, più volte vista nei filmati e nella beta pubblica del gioco. A differenza di quest'ultima, però, i boss sono differenti e dislocati in posizione altrettanto inedita: ad esempio nella cattedrale presidiata dei cavalieri c'è un personaggio col quale bisogna parlare per ottenere il Vincolo Blu necessario per l'evocazione; sul lato opposto, invece, c'è un boss imponente chiamato Vordt della Valle Boreale.
Chi temeva troppe modifiche al sistema di controllo/combattimento, in seguito a Bloodborne, può dormire sonni tranquilli: l'esperienza maturata con l'esclusiva PlayStation 4 ha premesso agli sviluppatori di migliorare la risposta ai comandi e rendere gli scontri più dinamici, ma le basi sono quelle classiche, con la pesantezza dell'equipaggiamento che incide sull'agilità, il backstep e il backstab per l'attacco critico alle spalle, e l'aggiunta dell'arte di combattimento evidenziata qualche riga sopra. Il combattimento in Dark Souls III è indubbiamente più frenetico contro alcune tipologie di avversari, ma la sua identità è preservata e anzi le magie sono più piacevoli da utilizzare per chi ha deciso di intraprendere questa strada nel potenziamento del proprio personaggio. Sempre in ottica di ottimizzazione il menu di armi e oggetti ci è sembrato meglio organizzato rispetto al passato, un mix tra i due capitoli precedenti che permette di accedere più velocemente al proprio inventario. Non possiamo né vogliamo proseguire oltre, l'appuntamento è con la nostra recensione per il giudizio definitivo su Dark Souls III, allo scopo di capire se sarà ancora in grado di catturare l'attenzione, gli improperi e l'esaltazione di tanti giocatori!
CERTEZZE
- Artisticamente sempre super
- Su PC sembra ottimizzato bene
- Level design verticale e che sembra ispirato
DUBBI
- Da verificare varietà e world design dopo averlo giocato a sufficienza