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Robotica perfetta

Nier Automata era un seguito che nessuno si aspettava, ma potrebbe essere molto più di questo

ANTEPRIMA di Aligi Comandini   —   29/06/2016

Sul palco di Microsoft durante l'E3 2016, Platinum Games ha presentato un nuovo video del suo ultimo, ambizioso progetto: Scalebound. Sul palco di Sony invece il vuoto. Eppure i titoli principali in sviluppo negli uffici dell'amatissima casa nipponica (più dai giocatori di vecchia data che dalle classifiche di vendita, in verità) sono due, e il secondo è il seguito di un JRPG che vanta una fanbase tra le più "infoiate" in circolazione, pronta ad accoglierlo a braccia aperte e senza vestiti. Parliamo ovviamente di Nier Automata, seguito di quel Nier che, pur zeppo di difetti evidenti, è riuscito a diventare un titolo di culto con la sua trama brutalmente drammatica, e la sua colonna sonora inarrivabile. E parliamoci chiaro, quello di Yoko Taro non sarà un nome in grado di smuovere milioni di copie, ma è da una vita che chi lo conosce attende un titolo con un gameplay in grado di nobilitare le sue incredibili storyline. Il bello è che, se i video mostrati in separata sede durante la pomposa fiera americana sono indicativi della qualità finale del prodotto, Automata potrebbe davvero essere quel videogioco.

Nier Automata non era sul palco della conferenza Sony, ma quel che si è visto in fiera ci ha estasiato

Un mondo distrutto

Al momento inquadrare la trama di Nier Automata non è compito semplice: si sa già che il mondo di gioco è collegato a quello del predecessore, nonostante siano passati all'apparenza migliaia di anni da quegli eventi; non è però ben chiaro fino a che punto il collegamento sia marcato e se effettivamente la narrativa manterrà i tipici good ending di Yoko Taro.

Robotica perfetta

Per "good ending alla Yoko Taro" ovviamente si intende qualcosa di incredibilmente tragico che in questo universo potrebbe venir considerato positivamente solo dall'autore giapponese, ed è già piuttosto ovvio che la volontà sia quella di mettere in campo un'altra linea narrativa tutt'altro che allegra, ma al momento si possono solo fare scommesse. Quel che si sa è che nel gioco si utilizza principalmente una androide da combattimento di nome Yorha Numero 2 Modello B, mandata sulla terra assieme ad altri suoi simili per sconfiggere dei temibili robot messi lì da ignoti invasori alieni. Se vi pare una stramberia siamo d'accordo con voi, ma dubitiamo che la premessa sia davvero così diretta e dissennata... da Taro ci si può aspettare ogni genere di stravolgimento. Comunque non è stata certo la storia il focus delle dimostrazioni viste all'E3 (anche se le maschere di certi robot in una zona desertica hanno fatto strabuzzare gli occhi di parecchi fan del primo gioco). È il gameplay che ha lasciato a bocca aperta chiunque abbia visto il trailer e le brevi prove commentate dagli sviluppatori. In particolare abbiamo trovato folle non mostrare su un palco almeno il trailer dedicato a una battaglia con un boss del gioco, ove l'avversario era un grosso robot dalle fattezze femminili che combatteva cantando in un teatro. Tralasciando per un momento la colonna sonora fantastica della battaglia - sempre ad opera dello stratosferico Keiichi Okabe - è il caso di analizzare nel dettaglio le meccaniche osservate, perché non c'è poca roba di cui parlare.

Nier o Bayonetta?

Le uniche critiche al sistema di combattimento sono arrivate da chi lo ha ritenuto troppo vicino ad altri titoli di Platinum Games, Bayonetta in primis. Il paragone diretto è abbastanza facile: la velocità d'azione è simile, e durante la battaglia con Yorha ha mostrato per la prima volta dei pugni di ferro che le permettevano di combattere imitando le arti marziali della nota strega con gli occhiali.

Robotica perfetta

Ritenere che il combat system sia lo stesso è però un grave errore, e la cosa appare evidente analizzando nel dettaglio la gestione delle manovre della protagonista. La schivata, ad esempio, sembra essere qualcosa di completamente nuovo nel genere; non si tratta di un secco spostamento dotato di una finestra di invulnerabilità, ma di una rapidissima "slittata" che pare possa venir direzionata con precisione millimetrica mentre si scorre sul terreno. È una manovra di una finezza inverosimile, chiaramente pensata per evitare più facilmente i tanti proiettili scagliati dai nemici. Da Nier è infatti tornato "l'elemento Danmaku" e per chi non lo sapesse i Danmaku sono i Bullet Hell giapponesi (sparatutto a scorrimento dove bisogna evitare una massa di proiettili spaventosa). In pratica, gli avversari a volte riempiono lo schermo di sfere rosse che fanno molti danni e non vanno toccate o vanno eliminate con i propri proiettili. L'elemento che vi permette di rispondere al fuoco è il Pod, un robottino svolazzante che prende il posto della magia in Nier Automata, e il cui fuoco può venir puntato in modo simile a quanto avviene in uno sparatutto in prima persona (anche se non si ha un mirino, ed è necessario basarsi solo sulla linea di fuoco per colpire con precisione). Pare che il pod abbia molteplici altre abilità, ma per ora si sono visti solo i proiettili e la "planata", poiché Yorha può aggrapparsi a lui e superare pericolose voragini con una caduta rallentata o semplicemente usarlo per spostarsi a piacere in aria dopo un salto.

Profondità vera

Se si aggiunge alla precisione di tali manovre una velocità di corsa di Yorha che supera facilmente quella di Usain Bolt e una schivata istantanea che offre dei frame di vantaggio sui nemici, si ottiene un misto di manovre difensive e di movimento da applausi.

Robotica perfetta

Mescolate queste beltà alle combinazioni offensive, che sembrano più che elaborate e contano persino lanci dell'arma a mò di boomerang, e l'unica reazione per un fan degli action sarà un'esultanza da stadio. Solo che Automata non è un action hack 'n' slash pieno dis tile alla Devil May Cry, alla base è sempre un RPG, e sia la crescita del personaggio che il crafting delle armi sono stati confermati dalla casa. Inoltre gran parte delle mappe non sono chiuse come quella vista nel trailer: la seconda dimostrazione ha visto Yorha Numero 2 in compagnia di un partner guidato dall'intelligenza artificiale, Yorha Numero 9, esplorare prima un hub abitato dalla resistenza umana, e poi una grossa zona desertica. La prima mappa ricorda per funzionalità il villaggio del primo Nier, e anche qui sarà possibile ottenere quest secondarie parlando con gli npc; le mappe aperte sono però nettamente più estese e libere rispetto a quelle del predecessore, tanto che gli androidi possono vagare tra i tetti e raggiungere più o meno tutto ciò che si vede a schermo. Persino la varietà dei robot è impressionante, poiché se stilisticamente è vero che si assomigliano molto, spaziano da semplici combattenti a terra a giganteschi colossi con punti deboli negli arti, passando per guerrieri fluttuanti e fastidiosissimi soldati che scagliano sfere rosse come se avessero un mitra. Per chiudere, poi, è stato confermato che altri personaggi oltre a Yorha Numero 2 saranno utilizzabili, anche se il loro uso sarà legato a certe sezioni e non si potrà cambiare protagonista a piacere. C'è insomma davvero molto sul piatto di cui nutrirsi, non vediamo l'ora che arrivi il 2017 per poter finalmente mettere le mani sul gioco.

CERTEZZE

  • Combat system velocissimo e all'apparenza molto profondo
  • Da Yoko Taro aspettatevi meraviglie
  • Elementi RPG confermati
  • Boss e colonna sonora spettacolari

DUBBI

  • Le quest secondarie e la struttura di gioco saranno migliori di quelle del primo Nier?