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Ritorno nello spazio

Rispolveriamo la nostra navicella dopo il Foundation Update di No Man's Sky

SPECIALE di Lorenzo Fantoni   —   29/11/2016

No Man's Sky è stato uno dei momenti più importanti della passata stagione videoludica. Lo è stato non tanto per le polemiche riguardanti i contenuti del gioco, quelle ormai fanno parte del teatrino a cui siamo abituati, quanto per le sue ripercussioni. Da semplice gioco venduto con aspettative un po' troppo alte, la creatura di Sean Murray si è trasformato nel simbolo di tutto il peggio che il pubblico pensa dell'industria videoludica: il marketing gonfiato, le bugie, i prezzi troppo alti, la noia. No Man's Sky è salito sul patibolo per tutti i giochi passati e futuri e se qualche sviluppatore o ufficio PR sarà un po' più cauto in futuro nel raccontare lo sviluppo dei propri giochi allora quel sacrificio non sarà stato vano. Ma quando tutti lo davano ormai per spacciato e l'arbitro stava per terminare il conto alla rovescia, ecco che il gioco si rialza, barcolla, scuote la testa e si dichiara pronto per un nuovo round. Il Foundation Update ha dato nuova linfa e nuovi stimoli a un gioco che sembrava ormai destinato a essere poco più di una case history sul fallimento, mostrando cose che, forse, sarebbero dovute essere disponibili fin da subito. Oggi forse il progetto di Hello Games appare un po' meno fuori fuoco e un po' più sensato e risultano ancora più assurda la sua strategia di vendita. Ma basta gettare sale sulle ferite, tocchiamo con mano i punti più interessanti di questa "operazione rinascita".

Siamo tornati su No Man's Sky dopo il Foundation Update: ecco le nostre impressioni!

Le piccole cose che contano

Chiariamo subito una cosa; questo aggiornamento non ha reso No Man's Sky un gioco totalmente diverso, il fulcro di tutto rimane comunque l'esplorazione e il raggiungimento del centro dell'universo, la sua routine di raccolta, dialoghi e scoperte è quasi del tutto invariata. tuttavia il viaggio è stato reso ancora più interessante e più bello da vedere. La prima cosa che si può notare infatti è che i pianeti hanno geometrie più varie e interessanti. Gole, caverne, archi di pietra, laghi giganteschi si mostrano più frequentemente ai nostri occhi e anche la fauna ha beneficiato dei ritocchi all'algoritmo procedurale. C'è maggiore varietà, gli animali sono più frequenti (ovviamente nei pianeti abitabili), può capire di assistere a scene di caccia tra erbivori e carnivori e nelle stazioni spaziali gli alieni non sono più eremiti solitari, ma ce ne sono almeno quattro o cinque che parlano tra di loro. Sono apparentemente delle minuzie, ma fanno una differenza enorme. Potrà capitare di imbattersi in pianeti ricchi di strutture e altri totalmente e assolutamente disabitati, le zone tropicali mostrano vegetazioni ancora più fitte e in generale il posizionamento dei vari elementi sul terreno sembra avere maggiore senso. L'uso dello scanner adesso è molto più efficace, visto che mostra con chiarezza gli elementi comuni vicini, con tanto di simbolo e quando saremo nello spazio potremo capire subito quali sono gli elementi più interessanti di un pianeta, analizzandolo. Adesso inoltre potremo avere subito idea di quanto siano severe le condizioni climatiche, grazie a un indicatore che mostra la velocità con cui il nostro supporto vitale viene intaccato da freddo, acido, calore, radiazioni e altri simpatici fenomeno ambientali. La modifica forse più golosa però rimane la possibilità di raggruppare oggetti simili tra di loro e non parliamo solo di risorse, ma di oggetti veri e propri, come le maledette lastre di carite, le sfere di neutrini e così via. La rinnovata componente del crafting permette inoltre di creare piccole strutture che ci aiuteranno nell'esplorazione, soprattutto in modalità Survival. Punti di salvataggio, segnalatori, radiofari, un terminale in cui lasciare ai posteri piccole note di testo e soprattutto i comodissimi estrattori di risorse automatici saranno sempre a nostra disposizione, a patto di avere il necessario per costruirli. Un altro aspetto interessante è che adesso alcune risorse sembrano richiedere equipaggiamenti speciali per essere raccolti, come i guanti HazMat e alcuni upgrade al Multi-Tool. Una scelta che aggiunge un certo livello di sfida a un gioco che fin da subito scopriva velocemente le sue carte e puntava a rassicurare l'utenza, che adesso potrà perdersi in un sacco di attività collaterali, come ad esempio costruire una base o comprarsi un'enorme cargo spaziale.

Casa dolce casa

C'è poco da fare, potrà essere piccola, priva di grandi risorse e fatta male, ma l'idea di avere una base è senza dubbio un'affascinante prospettiva in un mondo privo di punti di riferimento. Per costruire una base basta reclamare una di quelle disponibili sui vari pianeti e iniziare a costruire, sfruttando le risorse più o meno rare che siamo riusciti a raccogliere. L'interfaccia di costruzione è abbastanza semplice e intuitiva. Tutto ciò che dobbiamo fare è selezionare l'elemento e posizionarlo al posto giusto. Nel caso di porte, corridoi di giunzione, scale e stanza le varie parti si posizioneranno automaticamente nel modo più corretto.

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Costruire una base è un'attività non solo divertente, ma fondamentale per poter accedere facilmente a risorse su vasta scala, ottenere armi migliori, fare un sacco di soldi e, ovviamente, per il semplice gusto di aver costruito qualcosa di proprio. Inizialmente avremo accesso a poche strutture molto semplici: qualche stanza, corridoi, un terminale di salvataggio, un radiofaro, ma grazie ai nostri collaboratori potremo sviluppare colture interne ed esterne (in base al clima, ovviamente), postazioni di atterraggio e altre strutture utili per renderci la vita più facile. Tutto però passa prima dai nostri esperti, che ci affideranno vari incarichi di raccolta, così da sbloccare via via cose sempre più interessanti. Per poter sfruttare i loro servigi serviranno due cose: l'apposita postazione di lavoro e, ovviamente, l'esperto stesso. Il primo sarà un costruttore, poi arriverà lo scienziato, l'armaiolo e il botanico. La loro aggiunte aggiunge al gioco tutta una serie di piccole sottoquest in grado di farci rimanere bloccati per un sacco di tempo sul pianeta o al massimo su quelli vicini, così da raccogliere tutte le risorse necessarie per accontentarli. Se poi la posizione della base non vi piace, volendo potrete spostare tutto su un altro pianeta, ritroverete quasi tutte le risorse, ma dovrete comunque perdere tempo per ricostruire tutto.

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In caso vi troviate in una stazione spaziale a tre salti di distanza dalla vostra base, sappiate che volendo c'è un teletrasporto che vi permetterà di accorciare terribilmente le distanze... ma solo finché la vostra astronave è parcheggiata nella stazione, altrimenti niente scorciatoie. Per quanto non ci siano limiti alla dimensione di una base e si possa scegliere fra alcuni set di arredamento, illuminazione, adesivi e stili, basta un'oretta nella modalità costruzione, quella in cui le risorse sono infinite e tutto è sbloccato, per capire che non ci sono poi moltissime varietà di design. Diciamo che siamo di fronte a un buon inizio, ma speriamo che Hello Games renda le cose ancora più varie e interessanti, perché Fallout 4 è lontano anni luce. Un'altra interessante introduzione sono le navi commerciali, enormi vascelli che potremo acquistare a un prezzo decisamente alto, circa sette milioni di crediti, e che potremo utilizzare per immagazzinare grandi quantità di risorse, visto che ogni slot può accumulare 1000 unità di materiale. Una volta acquistata una nave cargo potremo richiamarla a nostro piacimento ovunque ci troviamo, così da poter attingere dalla stiva. Ovviamente queste navi sono liberamente esplorabili, potremo anche usarle come gigantesche serre spaziali, ma purtroppo non potremo pilotarle di persone né potenziare stiva o armamenti. La cosa più assurda, ma magari è colpa nostra che abbiamo capito male, è che per prendere oggetti dalla stiva delle navi bisogna arrivarci con la navicella, entrare e parlare col capitano, in un procedimento scomodissimo e totalmente contrario all'interfaccia del gioco che, per adesso, rende queste bellissime navi spaziali più dei fastidi che un punto a favore.

Sopravvivenza non garantita

Oltre alla modalità normale e a quella "libera" l'aggiunta più interessante di No Man's Sky è senza dubbio la modalità Survival, che aggiunge decisamente pepe al gioco e rende tutto molto, molto più difficile. Iniziando una partita Survival ci ritroveremo molto più lontani dalla nave, con pochissime risorse e un pianeta pronto a ucciderci se non cercheremo rapidamente un riparo dalle sue avverse condizioni climatiche. Il solo gesto di riparare tutto e decollare richiederà molto più tempo rispetto a quanto siete abituati e sarà assolutamente normale morire almeno qualche volta prima di capire come arrivare fino alla nave senza morire soli e disperati in mezzo al nulla cosmico.

Ritorno nello spazio

Nel nostro caso abbiamo avuto abbastanza fortuna, siamo nati in una zona con una buona densità di risorse e qualche grotta che ci ha permesso di riprendere fiato, ma pur in condizioni favorevoli abbiamo faticato decisamente tanto per alzare il sedere dal pianeta d'origine. Nella modalità Survival tutto sembra fatto appositamente per ucciderci. Difficilmente potremo resistere fuori dagli avamposti o dall'astronave per più di cinque minuti, a meno di non sviluppare rapidamente i rinforzi necessari alla tuta. Le risorse saranno scarse, quindi ogni scelta del crafting andrà ponderata con estrema precisione. Durante i nostri primi minuti di gioco ci siamo trovati più di una volta presi dall'ansia perché non avevamo abbastanza risorse per ricaricare l'OmniTool e di conseguenza ricominciare a scavare le preziosissime risorse necessarie per andare avanti. Il Survival Mode cambia completamente gli assetti del gioco, che mostra il suo lato più cattivo e forse interessante per chi lo riteneva troppo noioso. Per colpa, o merito, di questa modalità No Man's Sky diventa un'esperienza molto più ristretta e concreta, addio romanticismo della scoperta, poesia dei paesaggi e riflessioni filosofiche, la sopravvivenza non prevede distrazioni. Allontanarsi dal pianeta non sarà un'esigenza dettata dalla voglia di scoprire, ma da quella di respirare aria pulita, ben sapendo che il rischio di trovarsi in situazioni peggiori o venir fatti a pezzi dai pirati è concreto. Ecco, parlando dei pirati, ci è parso che, in generale, siano molto più presenti, ma per fortuna lo sono anche alcuni incrociatori che possono aiutarci se siamo in difficoltà.

E adesso?

Ma allora col Foundation Update è scoppiata la pace fra il pubblico e No Man's Sky? Assolutamente no. Molti dicono, giustamente, che tutta questa roba doveva essere presente da subito o che le novità introdotte non cambiano di fatto la natura del gioco e la sua mancanza, secondo alcuni, di un vero e proprio scopo, di una storia interessante e di meccaniche varie. Ci sarà sicuramente chi apprezzerà molto le novità introdotte e i numeri su Steam senza dubbio mostrano che questa patch non è come fare la respirazione bocca a bocca a un morto, ma un sorso d'acqua per chi aveva molta sete. Se avete apprezzato prima No Man's Sky, adesso lo farete di più, se prima lo avete odiata non cambierà molto, se invece vi eravate annoiati, forse ci giocherete ancora. Non siamo di fronte a una rivoluzione, ma a un gradito ampliamento che mostra l'effettivo potenziale del gioco. Adesso però Hello Games non deve in alcun modo sprecare la seconda occasione che gli è stata concessa, perché è un lusso incredibile in un mercato che raramente ha tempo per chi non riesce a seguire i suoi ritmi. Ci vogliono più missioni, più varietà di strutture, la coltivazione di risorse è interessante, ma i risultati non sono molto diversi da quelli che si possono ottenere vagando per i pianeti, bisogna migliorare le navi mercantili, togliere alcuni difetti dell'interfaccia, tipo le maledette bande nere, e magari dare uno straccio di modalità online. Se fossimo in un ristorante, potremmo dire che il primo era scarso e che il secondo è arrivato dopo troppo tempo, adesso è il momento di servire le altre pietanze con un buon ritmo, comunicandole con precisione e senza indorare troppo la pillola. Se il gioco continuerà a svilupparsi con un buon ritmo potremmo essere di fronte a una favolosa piattaforma di sviluppo con un futuro roseo, ma non siamo ancora fuori dalle acque turbolente, basterà una passo falso e di No Man's Sky rimarrà solo un brutto ricordo.