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Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana....

Abbiamo esplorato l'universo procedurale di No Man's Sky: ecco la nostra recensione

RECENSIONE di Christian Colli   —   14/08/2016

Oltre a essere un videogioco, No Man's Sky è prima di tutto un'esperienza, e questo significa che il titolo di Hello Games si aggrappa al bagaglio personale di ciascuno di noi. A chi non piace la fantascienza nel modo più assoluto, No Man's Sky non dirà assolutamente nulla. A chi, invece, ha desiderato anche soltanto una volta nella vita un buon telescopio per spiare meglio i crateri della Luna, No Man's Sky già susciterà un interesse variabile.

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana....

La creatura di Sean Murray voleva essere questo fin dall'inizio: un gioco intimo - personale, come tanti buoni indie sviluppati con passione - e una lettera d'amore a chi è cresciuto a pane e sci-fi. Poi è successo qualcosa. Gli entusiasmanti propositi della compagnia anglosassone hanno attirato le attenzioni dei poteri che contano e gli annunci sono diventati promesse, le spiegazioni dettagliate criptici rifiuti di anticipare alcunché sui contenuti del gioco. In molti hanno storto il naso guardando trasformarsi quell'intimità in un vero e proprio show del detto e non detto, ma tanti altri sono stati avvinghiati da un entusiasmo che ha cavalcato ogni nuovo trailer, ogni nuovo screenshot. Alla fine, nessuno sapeva esattamente che cosa sarebbe stato No Man's Sky. A onor del vero, Sean Murray e i suoi non hanno mai promesso battaglie spaziali degne di Star Wars, sofisticate simulazioni di sopravvivenza planetaria o modalità multigiocatore rivoluzionarie. Forse è per questo che No Man's Sky ha tradito le aspettative (?) dei suoi fan e forse è per questo che se lo stanno godendo di più quelli che cercavano un'esperienza piuttosto che il nuovo videogioco del momento. Nel mezzo ci siamo anche noi. La versione che ci accingiamo a recensire è quella PlayStation 4 mentre all'equivalente PC, che ha evidenziato alcuni problemi, dedicheremo un approfondimento a parte.

No Man's Sky è un videogioco rivoluzionario o una ciofeca pazzesca? Forse la verità sta nel mezzo...

La prima curvatura non si scorda mai

Lasciate che vi raccontiamo una cosa che ci è successa qualche giorno fa, sbucando dall'iperspazio in un nuovo sistema stellare a un paio di centinaia di anni luce dal terzo Atlante che abbiamo visitato. Dunque, i filamenti luminosi intorno alla nostra cabina di pilotaggio si sono trasformati in stelle e improvvisamente ci siamo ritrovati nel bel mezzo di una battaglia spaziale tra gigantesche astronavi. Essendo troppo vicini allo scontro e a un pianeta, ci è stato impossibile sfrecciare via alla massima velocità, così ci siamo rassegnati a schivare i raggi fotonici e a prendere le parti di una delle due fazioni senza neppure sapere perché.

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana....
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana....

Abbiamo cabrato e ci siamo tuffati tra gli asteroidi in cerca di riparo dai colpi dei caccia sguinzagliatici contro, ma alla fine i nostri scudi deflettori hanno ceduto e ci siamo rigenerati alla stazione spaziale più vicina. Sospirando, siamo saliti a bordo della nostra navetta - ma non era esplosa? - e siamo tornati a raccogliere i nostri possedimenti rimasti sospesi nello spazio. La battaglia infuriava ancora, ma al nostro ritorno nessuno ci ha prestato attenzione, e così ci siamo ripresi il bottino e siamo atterrati sul pianeta vicino in cerca di risorse per potenziare quegli scudi deflettori troppo deboli. Il nostro intervento non ha lasciato nessun segno nei delicati rapporti tra le specie aliene, se per questo neppure a livello di gameplay. No Man's Sky è un gioco di profonde contraddizioni. C'è quel momento in cui ti esalta, facendoti dimenticare di essere seduto in poltrona, sulla Terra, davanti al televisore. Un attimo dopo ti ricorda prepotentemente che il suo universo procedurale è ristretto al disco fisso della PlayStation 4 o del PC e che, in fondo, è soltanto un giochino. In questo precario equilibrio si nasconde ogni problema dell'ambizioso progetto targato Hello Games. Le prime esperienze sono le migliori. Il primo salto a velocità luce, eseguito dopo aver trovato tutti i componenti necessari a fabbricare la cella di carburante apposita attraverso un processo diviso in svariati step, dà una soddisfazione incredibile. Avete appena caricato il serbatoio della navetta, decollate e cabrate fuori dall'atmosfera, quindi scegliete il sistema stellare di destinazione nella (scomodissima) mappa stellare e confermate il salto. Un minutino dopo siete arrivati in un nuovo sistema, dove vi attendono nuovi corpi celesti tutti da esplorare. Ce ne sono quindici quintilioni, hanno detto quelli di Hello Games, qualunque cosa voglia dire quello strano numero. Ciascuno di essi ha una sua flora, una sua fauna e ovviamente una sua atmosfera. Ci sono pianeti più freddi di Hoth e pianeti più caldi di Mustafar. Alcuni sono battuti costantemente da fastidiose piogge acide, altri sono coperti da oceani sterminati. Su alcuni prospera la vita animale, su altri anche la flora è rigogliosa e tra gli strani arbusti si aggirano quadrupedi che potrebbero aggredirci o scappare via a zampe levate: sfortunatamente l'intelligenza artificiale delle creature indigene non prevede grossi slanci. Mai sarebbe stato più azzeccato dire che la varietà non manca, eppure dopo il quarto o quinto viaggio a curvatura si cominciano a notare le similitudini.

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana....

Sì, cambiano i colori, cambiano le geometrie e i panorami, ma sempre le stesse navette solcano i cieli e le piante e gli animali sono un continuo miscuglio di forme e dettagli già visti nei pianeti precedenti. Le stazioni, i rifugi, gli empori e le antiche rovine sono sempre uguali, residui di civiltà aliene che ci hanno di gran lunga preceduto, sminuendo un po' il nostro orgoglio di pionieri spaziali. Perché possiamo rinominare un pianeta appena scoperto... se già c'è sicuramente una stazione presieduta da qualche Gek o Korvax ansioso di fare affari con noi? Non che ci sia tutto questo andirivieni di esploratori galattici, attenzione. No Man's Sky è un gioco di una solitudine che rasenta la depressione. La splendida e puntuale colonna sonora fa il resto, immergendoci ulteriormente in un universo vasto, sconfinato e sconosciuto. Ci sono quei momenti in cui si sale su una collina per estrarre un po' di Plutonio e ci si guarda intorno: siamo scesi su un pianeta desertico e all'orizzonte non ci sono certo i vermoni di Arrakis. Solo montagne, qualche pianta, qualche deposito di Eridio. Non c'è letteralmente anima viva e nei dintorni e l'unica tecnologia è quella della nostra nave, se non qualche misterioso drone sentinella che fa pigramente la sua ronda. Non sappiamo chi o cosa abbia creato quelle sentinelle, né perché l'Atlante continui a chiamarci; in quel momento siamo soli con noi stessi, a milioni di anni luce da casa, là dove nessuno - a parte qualche alieno procedurale - è mai giunto prima.

Trofei PlayStation 4

I trofei di No Man's Sky sono soltanto 23, ma sbloccarli è una delizia visto quasi tutti citano romanzi, racconti e opere multimediali che hanno fatto la storia della fantascienza moderna. Inutile dire che per ottenere i 6 trofei di bronzo, gli 8 d'argento, gli 8 d'oro e il platino culminante dovrete esplorare, fabbricare e analizzare a più non posso. Buon viaggio!

Padroni del nostro destino

Il fatto che ci sia una forza misteriosa nelle profondità dell'universo che ci stia convocando e che ci si imbatta in alieni appartenenti a specie diverse non può e non deve suggerire neanche per sogno che No Man's Sky si appoggi a una specie di trama. Perché in un certo senso lo fa, ma è così criptica e oscura che, giustamente, non si può fare a meno di pensare a 2001: Odissea nello Spazio. Com'è giusto che sia, visto che Sean Murray e i suoi sviluppatori si sono ispirati profondamente ai capisaldi della fantascienza come il capolavoro di Kubrick. C'è anche un po' di The Martian e di Interstellar in No Man's Sky, tra sopravvivenza e buchi neri: pane per i denti di diverse generazioni di videogiocatori. I più vecchierelli riconosceranno nello stile artistico assolutamente eccezionale le illustrazioni che rievocavano i misteri dello spazio nelle pubblicazioni di qualche decennio fa. I più giovani potrebbero semplicemente apprezzare i virtuosismi stilistici di un comparto grafico che non vuole sbalordirci con incredibili effetti speciali, ma solo coinvolgerci, incuriosirci. Sono soprattutto i colori a riuscire nell'impresa, restituendo la sensazione di star esplorando un ambiente alieno del tutto diverso da quelli naturali cui siamo abituati, con buona pace del frame rate che qualche volta scende sotto i 30 fotogrammi al secondo, specialmente all'ingresso in atmosfera, quando si fa più evidente anche un brutto pop-up. E se nelle nostre peregrinazioni ci imbattiamo in qualche senziente, non c'è nulla di strano. Non vi è mai capitato di fare una passeggiata in qualche città che non conoscete e di incrociare un estraneo in un vicolo deserto? Non è che quel breve incontro vi abbia cambiato la vita, non è che debba significare per forza qualcosa. Vi siete imbattuti in un tizio a caso, magari lo avete salutato con un cenno, ed è finita lì.

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana....
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana....

Il giorno dopo ve lo siete già dimenticato. Ecco, gli incontri in No Man's Sky sono così. L'idea funziona, fino a un certo punto. I pianeti di Hello Games sono disseminati di manufatti che ci insegnano le parole più importanti delle lingue aliene, permettendoci di capire almeno parzialmente i versi dei nostri interlocutori. In realtà, conoscere la lingua degli alieni oppure no non cambia assolutamente niente. Il gioco ci descrive sempre le loro intenzioni e i loro vaneggiamenti, lasciando poco spazio all'immaginazione. E così, un Vy'keen che si sbraccia davanti a un monitor sta semplicemente decidendo se accettare o no una proposta di matrimonio. Gli consiglieremo di farlo, oppure lo dissuaderemo dall'impegnarsi a vita? Comprendere esattamente le sue parole non serve, anche se qualche volta ci permette di scegliere la risposta esatta, specie nel caso in cui ci chiedano un determinato bene di scambio. Purtroppo, però, l'interazione con le specie aliene inizia e finisce lì: al massimo si commercia o si compra qualche astronave o qualche multi-tool, aumentando di reputazione con le varie fazioni senza avere idea del perché o dei benefici che ne potremo trarre. Lo stesso vale per quella che potremmo definire la "questline" principale, anche se non esiste davvero. Essenzialmente, il giocatore può intraprendere tre percorsi senza essere mai vincolato a nessuno di essi. Può esplorare liberamente a destra e a manca, seguire la rotta verso il centro dell'universo o seguire quella suggerita dagli Atlanti, entità metafisiche che distano svariati sistemi stellari le une dalle altre. Incontrarle tutte potrebbe portare a qualcosa. Rifiutarsi di seguirle, perdendosi nel cosmo nel tentativo di scoprire che cosa ci sia al suo centro, potrebbe rivelarsi ancora più importante. È il giocatore che sceglie che cosa fare, ma in entrambi i casi non lo fa seguendo una sceneggiatura incalzante che lo stimola a colpi di quesiti e misteri da risolvere. La "storia" di No Man's Sky è quella di tutti i giorni. C'è lo spazio infinito e ci siamo noi, e anche se non possiamo viaggiare a velocità luce per esplorarlo, quello continua e continuerà a esistere. Se in No Man's Sky raggiungete il centro dell'universo al posto dell'ultimo Atlante o viceversa, sostanzialmente non cambierà nulla per nessuno. Neppure per quei giocatori, dall'altra parte del cosmo, che stanno rinominando i pianeti che non avete ancora visitato come i loro professori di liceo.

La crisi dell'esploratore

Finora vi abbiamo dipinto soprattutto la bellezza interiore di No Man's Sky, il suo spirito pionieristico sia nel senso vero e proprio del concept, sia dal punto di vista tecnologico. Che l'opera di Hello Games sia quasi avveniristica, crediamo sia un dato di fatto. Che non voglia essere un simulatore come Elite: Dangerous o Star Citizen, dovrebbe essere altrettanto chiaro. No Man's Sky è un gioco di esplorazione per chi si sente almeno un po' esploratore nell'animo. Si atterra su un pianeta, si accumulano risorse per fabbricare nuove tecnologie e ci si prepara a un altro viaggio; nel frattempo, si analizzano le forme di vita e si ammirano nuovi panorami, venendo pagati per farlo.

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana....
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana....

Ogni nuova scoperta caricata - manualmente una a una, purtroppo - nel database intergalattico, magari rinominata per l'occasione, ricompensa il giocatore in unità di credito. Fin qui, funziona tutto benissimo. Poi, però, estratto un altro po' di Carbonio, la nostra tuta ci trasmette un messaggio che ben presto diventerà peggio di un tormentone: "inventario pieno". No Man's Sky è avaro di spazio fin dall'inizio: bisogna gestire gli slot nel multi-tool, nella tuta e nell'astronave per accumulare risorse e installare nuovi potenziamenti tecnologici. Col tempo, si impara ad espandere l'inventario trovando nuovi multi-tool, aumentando le tasche della tuta nelle stazioni spaziali o acquistando le astronavi degli alieni che vogliono disfarsene. Per farlo, però, servono i soldi, e per accumulare i soldi bisogna riempire l'inventario di risorse da vendere. Le stesse risorse servono però ad alimentare il raggio minerario con cui si raccolgono, a rifornire di carburante la nostra astronave e a mantenere in attività i sistemi della tuta. No Man's Sky entra quasi subito in un circolo vizioso che, francamente, il piacere dell'esplorazione un po' l'ammazza. La progressione nel gioco non è verticale, così le prime ore sono giocoforza le più difficili: si passa un sacco di tempo nell'inventario a spostare le risorse, a fabbricare componenti e a microgestire ogni spazio. Si setacciano i pianeti in cerca di potenziamenti che possano aiutarci a esplorarli meglio, e quando si trovano il gioco diventa soltanto più facile e, alla lunga, noioso. C'è chi descrive No Man's Sky come un "survival", ma sopravvivere non è mica difficile. Basta rimpinguare gli indicatori quando necessario, tutto lì. Le sentinelle che potrebbero attaccarci fanno pochi danni e si seminano in un attimo; lo stesso vale per gli animali alieni, quando non scappano appena ci vedono. L'unica minaccia è rappresentata dai corsari spaziali che potrebbero decidere di prenderci di mira durante i nostri viaggi, ma anche in quel caso il giocatore non viene punito: basta tornare alla nostra tomba e raccogliere il malloppo, quindi riprendere a viaggiare. Nel giro di pochissime ore si stabilisce una vera e propria routine: si atterra, si perlustrano i punti d'interesse individuati tramite scansione, si analizza qualcosa, si fa rifornimento e si raccolgono le risorse da vendere o consumare.

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana....

Qualche volta capita di restare a secco di un isotopo in particolare, e allora bisogna provvedere a comprarlo presso i terminali di commercio intergalattici, oppure bisogna setacciare i pianeti, magari senza trovarlo per ore. E se serviva a costruire qualcosa di fondamentale, subentra pure un pelo di frustrazione. Sulla carta, il gameplay di No Man's Sky è proprio questo, inframmezzato da brevi scontri a terra o in aria che poggiano su un sistema di controllo legnoso e poco soddisfacente. Quando il titolo di Hello Games cerca di essere quello che all'inizio non voleva essere, sono veramente dolori. La sua vera identità è quella di un gioco di esplorazione, raccolta e collezionismo che fa riferimento a una nicchia minuscola di giocatori che soddisfano le seguenti condizioni: devono amare la fantascienza e la solitudine, non devono annoiarsi a microgestire risorse e inventari nonostante la scomodità dell'interfaccia, devono essere afflitti da manie di completamento che consentano loro di sopportare la ripetitività delle loro azioni. Per loro No Man's Sky sarà il gioco della vita, un'eterna esperienza sui cui Hello Games ha dichiarato di voler costruire un futuro fatto di novità e aggiornamenti: una tela su cui dipingere, se vogliamo, un Minecraft di nuova generazione. Per tutti gli altri, No Man's Sky è un titolo indie sovrapprezzo che interesserà quelle poche ore in cui resiste l'effetto novità, prima di cedere inevitabilmente il passo agli sbadigli. Chiedetevi da che parte state, prima di effettuare l'acquisto.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Prezzo 59.99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (423)
7.0
Il tuo voto

Se siete tra quelli che si emozionano ogni volta che vedono una stella cadente e che passano le nottate estive col naso all'insù, No Man's Sky potrebbe essere il gioco che fa per voi. La vostra passione e la vostra immaginazione vi aiuteranno a godervi meglio un'esperienza assolutamente singolare e ad accorgervi un po' più tardi di tutti i problemi tecnici e strutturali che la minano. Forse il gioco di Hello Games avrebbe avuto bisogno di una gestazione un po' più lunga e di un battage pubblicitario meno insistente, che ha alimentato speranze e desideri forse troppo prematuri. Oggi No Man's Sky offre sensazioni uniche cui è impossibile resistere... e finché non subentra la noia va tutto bene, ma tutto dipende da chi impugna il controller. Per noi è stata una bellissima esperienza di qualche giorno, ma la voglia di tornare sulla Terra si è fatta sentire prima del previsto.

PRO

  • L'universo procedurale lascia a bocca aperta
  • Scorci mozzafiato che commuoveranno gli appassionati di sci-fi
  • Esplorare i pianeti è bello e coinvolgente...

CONTRO

  • ...ma dopo qualche ora diventa noioso e ripetitivo
  • Numerosi bug e problemi tecnici assortiti
  • Le sfaccettature del gameplay sono tutte molto superficiali