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Il meglio della serie Persona

In attesa che esca Persona 5, vi diciamo quali sono i Persona che dovreste assolutamente giocare

SPECIALE di Christian Colli   —   24/03/2017

Qualche anno fa vi abbiamo parlato della serie Shin Megami Tensei. Da quel vecchio Monografie è passata parecchia acqua sotto i ponti: per esempio, Shin Megami Tensei IV è arrivato anche in Italia (sia nella sua incarnazione originale che nella versione Apocalypse) e Persona 5 è uscito in Giappone. Il quinto episodio dell'amatissima serie spin-off sta per arrivare anche sugli scaffali nostrani e per l'occasione abbiamo pensato di stilare un elenco essenziale dei migliori Persona che ogni amante del genere JRPG - e non solo! - dovrebbe giocare almeno una volta nella vita. Attenzione: come vedrete, abbiamo escluso i primissimi due Persona usciti originariamente su PlayStation e poi rilanciati su PSP. Le ragioni sono molteplici. Innanzitutto, sono piuttosto difficili da recuperare. In secondo luogo, l'adattamento e la distribuzione dei due giochi in tutte le loro versioni è stato decisamente lacunoso. Infine, sebbene siano i capostipiti che hanno introdotto il "concetto" del Persona, sono titoli piuttosto vetusti dal punto di vista del gameplay: la serie ha assunto una struttura distintiva a cominciare dal terzo episodio. Ed è infatti proprio da quello che vogliamo partire: essendo slegato dai primi due Persona, è un ottimo punto d'inizio se non conoscete questa serie meravigliosa.

Quali sono i migliori Persona da giocare prima o dopo l'attesissimo Persona 5?

Persona 3: FES

Sebbene esista una versione per PSP più facile da recuperare - in cui è peraltro possibile scegliere il sesso del protagonista - siamo dell'opinione che l'edizione originale per PlayStation 2, specialmente quella denominata Persona 3 FES, sia il Persona migliore con cui cominciare a conoscere questo splendido universo, specialmente perché Persona 3 Portable manca delle cinematiche a cartoni animati, della possibilità di esplorare in terza persona la città di Iwatodai e, soprattutto, della campagna aggiuntiva denominata The Answer, una specie di espansione che conclude temporaneamente la storia di Persona 3. In questa avventura interpretiamo uno studente trasferitosi da poco per frequentare il liceo Gekkoukan: scoperto che esiste un'ora segreta che scatta precisamente a mezzanotte in cui il mondo si riempie di mostri chiamati Shadow, il nostro eroe si unisce ai membri del club scolastico SEES che sta indagando segretamente sul fenomeno della Dark Hour e del labirinto chiamato Tartarus. La storia si dipana nel corso dell'anno scolastico, durante il quale non dovremo solo combattere i nemici grazie al potere psichico dei Persona, ma anche studiare e conoscere meglio i nostri amici. Persona 3 è dunque il primo Persona a introdurre il concetto dei Social Link, trasformando il gioco in un ibrido tra un JRPG e un social simulator: scegliere come impiegare il tempo libero è fondamentale perché ogni attività incrementa le capacità di socializzazione e, al contempo, i nostri poteri in battaglia. Il protagonista, a differenza dei suoi compagni, può acquisire e utilizzare svariati Persona che possono essere fusi nella misteriosa Velvet Room. Quando si esplora il Tartarus, invece, Persona 3 assume i contorni di un JRPG più tradizionale con un sistema di combattimento fortemente ispirato a quello della serie madre, Shin Megami Tensei: ogni nemico è particolarmente suscettibile a un certo tipo di attacco e sfruttando i punti deboli è possibile guadagnare turni extra e risparmiare preziose risorse.

Persona 4: Golden

Al contrario del caso precedente, l'incarnazione definitiva di Persona 4 è quella pubblicata per PlayStation Vita e sottotitolata Golden. Atlus ha infarcito la conversione di contenuti extra e migliorie tecniche che la rendono una vera primizia, nonché uno dei migliori JRPG di tutti i tempi, non fosse altro per il cast assolutamente indimenticabile. Anche questa volta ci caliamo nei panni di un liceale che si trasferisce nel tranquillo paesino di Inaba dove si vocifera che nei giorni di nebbia sia possibile sintonizzarsi sul Midnight Channel. Il protagonista e i suoi compagni di classe scoprono ben presto che questo inquietante canale televisivo esiste ed è un mondo parallelo infestato dalle Shadow, i sentimenti negativi degli esseri umani. La cosa peggiore è che c'è un serial killer a piede libero che riesce a entrare e uscire dal Midnight Channel per compiere i suoi delitti: una volta sbloccato il potere dei Persona superando i propri scogli emotivi, i vari personaggi decidono di dare la caccia all'assassino tra un esame scolastico e l'altro. Anche Persona 4 è una specie di social simulator ancora più intricato e vario, ricchissimo di opportunità e di dettagli che ci fanno scoprire ogni giorno le abitudini quotidiane dei giapponesi. Legando coi vari comprimari, scopriamo gli aspetti più segreti delle loro personalità: Atlus ha imbastito un cast ricco e sfaccettato, in cui normalissimi ragazzi alle prese con i problemi di tutti i giorni possono evocare degli spiriti guardiani per sconfiggere il male. Il sistema di combattimento funziona esattamente come in Persona 3, benché molto più rifinito, a cominciare dal fatto che è possibile anche dare ordini a ogni personaggio piuttosto che lasciarlo nelle mani dell'intelligenza artificiale. È interessante notare che, a differenza di Persona 3, le atmosfere di Persona 4 sono molto più allegre e spensierate: nella città di Inaba c'è un equilibrio veramente perfetto tra l'inquietudine e la gioia di vivere che nessun JRPG è riuscito finora a imitare.

Persona 4: Arena Ultimax & Persona 4: Dancing All Night

Sebbene sia possibile giocare ogni Persona separatamente, dato che i legami narrativi tra i vari giochi si limitano a striminzite citazioni e riferimenti più che altro visivi, Atlus ha ben pensato di unire Persona 3 e Persona 4 in un unico universo che si intreccia negli spin-off invece che nella serie vera e propria. Questo significa che se giocate a Persona 3 o Persona 4 e concludete l'avventura, magari sbloccando i finali perfetti, la storia potrebbe anche finire lì... ma in realtà prosegue in un picchiaduro e in un rhythm game. Lo ripetiamo: non serve giocare ad Arena Ultimax o Dancing All Night per godersi appieno i JRPG originali, ma se proprio volete sapere che cosa succederà ai vostri beniamini dopo i rispettivi epiloghi, allora ci sono un paio di lunghissime visual novel pronte ad attendervi tra balli e combattimenti. Arena Ultimax è peraltro il sequel di Persona 4: Arena, ma la campagna riassume facilmente gli eventi del primo episodio come da tradizione Arc System Works. Il gioco, infatti, è stato sviluppato dagli autori di Blazblue e Guilty Gear, e quindi garantisce un sistema di combattimento estremamente tecnico e profondo in cui i protagonisti di Persona 3 e Persona 4 se le danno di santa ragione in una specie di torneo soprannaturale, cercando al contempo di sventare una nuova e inquietante minaccia. Se Persona 4: Arena Ultimax conclude effettivamente le vicende di Persona 3 e Persona 4, Persona 4: Dancing All Night per PlayStation Vita è un vero e proprio spin-off che ci racconta un'avventura ambientata qualche mese dopo la conclusione di Persona 4. I ragazzi di Inaba decidono di partecipare a uno spettacolo televisivo, ma ben presto si trovano coinvolti in un nuovo mistero e costretti a ballare sul palco della dimensione parallela chiamata Midnight Stage. Nonostante sia un semplice pretesto per dare il la a un rhythm game incentrato sui brani più apprezzati di Persona 4, Atlus è riuscito comunque a imbastire una storia interessante che ci racconta il mondo delle idol giapponesi.

Persona Q: Shadow of the Labyrinth

Se avete amato o vi innamorerete di Persona 3 e Persona 4, allora dovreste proprio fare un pensierino a questo spin-off sviluppato per Nintendo 3DS dagli autori di Etrian Odyssey. A differenza del picchiaduro Persona 4: Arena Ultimax, Persona Q è un crossover fittizio: la storia raccontata è un vero e proprio "what if", il che significa che non aggiunge o toglie nulla alla lunga trama che intreccia le vicende degli studenti del liceo Gekkoukan e dello Yasogami. Nella fattispecie, Persona Q si svolge in un paradosso temporale in cui i due cast si incontrano nella fusione delle loro due scuole e devono esplorare una serie di labirinti sempre più intricati per tornare alle loro realtà e scoprire chi sono veramente Zen e Rei, i due ragazzi che sembrano essere legati a questo bizzarro fenomeno. Persona Q si gioca esattamente come un Etrian Odyssey, nel senso che bisogna mappare i vari piani dei dungeon, disegnandoli sullo schermo inferiore del Nintendo 3DS. I combattimenti, però, si svolgono più o meno come nei vari Persona: i nemici sono le Shadow e quindi i nostri eroi possono impiegare i loro poteri per colpire i punti deboli e guadagnare turni extra, strategia particolarmente utile quando si affrontano i FOE mutuati da Etrian Odyssey, miniboss particolarmente ostici che bazzicano nei dungeon. Nonostante le apparenze, il gameplay ibrido funziona alla grande e offre al contempo una sfida impegnativa agli amanti dei giochi di ruolo e della strategia e una trama intrigante e appassionante a chi si è affezionato ai cast di Persona 3 e Persona 4: le loro interazioni sono davvero il cuore del gioco e dimostrano, ancora una volta, la cura maniacale di Atlus nei confronti di quella che è diventata la sua proprietà intellettuale più importante.

Tokyo Mirage Sessions #FE

Che cosa c'entra il crossover tra Shin Megami Tensei e Fire Emblem per Wii U con Persona? Niente, a parte il fatto che Tokyo Mirage Sessions #FE praticamente è un Persona con un titolo diverso che strizza l'occhio ai fan Nintendo, nonostante le influenze di Fire Emblem siano limitate a qualche citazione o riferimento che incide in maniera molto limitata sulla trama del gioco. Quest'ultima, infatti, ci cala nei panni di Itsuki Aoki, un liceale che scopre di essere un Mirage Master: può infatti controllare un Mirage, un essere soprannaturale che si nutre dell'energia creativa proiettata dagli esseri umani, e combattere nell'Idolasphere, una misteriosa dimensione parallela su cui sta indagando la Fortuna Entertainment, una società che si occupa di intrattenimento. Comincia quindi una storia veramente assurda che intreccia le vicende degli unici ballerini e cantanti capaci di salvare il mondo coi loro Mirage. Tokyo Mirage Sessions #FE incarna in tutto e per tutto lo spirito dei Persona: ci sono i dungeon e anche un sistema di combattimento basato sui punti deboli che funziona esattamente come quello di Shin Megami Tensei e Persona, nel quale però i turni extra diventano Session, cioè attacchi concatenati che con un po' di strategia consentono di annichilire i nemici uno dopo l'altro. Fuori dall'Idolasphere, inoltre, si possono approfondire le storie dei comprimari di Itsuki, sbloccando nuove abilità e potenziamenti, proprio come succedeva coi Social Link di Persona 3 e Persona 4. Tokyo Mirage Sessions #FE è un JRPG coloratissimo che purtroppo è stato poco pubblicizzato ed è passato in sordina, ma che resta un validissimo spin-off di Persona nonostante il titolo richiami un brand completamente diverso.