Abbiamo lasciato il comandante Shepard con una bella gatta da pelare: da una parte, i loschi propositi di Cerberus, la società segreta che lo aveva riportato in vita e manovrato come un burattino finché Shepard non si è giustamente rotto le scatole, ribellandosi all'inquietante Uomo Misterioso; dall'altra, una flotta di Razziatori diretti verso la Terra con intenzioni tutt'altro che pacifiche. Con questo cliffhanger si concludeva il secondo capitolo di una trilogia che ha cambiato il modo di intendere gli RPG occidentali di ultima generazione, confermando ancora una volta l'indiscusso talento di BioWare,
che di RPG ne sforna da più di dieci anni, a cominciare da quel leggendario Baldur's Gate di cui ancora si trova qualche traccia tra le battaglie spaziali di Mass Effect. L'attesissimo Mass Effect 3, la cui uscita è prevista per il prossimo marzo, ha una duplice responsabilità: soddisfare le aspettative dei suoi fan e attirare l'attenzione di chi finora non si è mai interessato alla serie, magari convincendo i detrattori dell'ibrido gameplay un po' RPG un po' sparatutto a dare una chance alle novità di questo terzo episodio.
Il buon pastore
Una cosa è certa: Mass Effect 3 concluderà l'epopea del comandante John Shepard ma non rappresenterà affatto la fine del franchise. E' naturale, considerando il successo multimediale ottenuto dalla serie, allargatosi dal campo dei videogiochi a quello dei fumetti, dei romanzi e del merchandising più variegato. Il franchise è l'ovvio figlio di una cultura fantascientifica mainstream che passa per Star Trek, Dune, la letteratura di Asimov e, sopratutto, la saga di Star Wars, così cara a BioWare. "Tutto è iniziato con una semplice trilogia" ha spiegato il producer Jesse Houston, "Poi abbiamo creato qualcosa di troppo grande da mettere in un solo gioco e adoravamo l'idea di far aspettare i fan per scoprire la conseguenza delle loro scelte di episodio in episodio".
Che genere di finale dobbiamo quindi aspettarci, questa volta? Non c'è niente di più frustrante di un finale aperto, sopratutto dopo aver trascorso centinaia di ore di gioco in compagnia di Shepard e l'equipaggio della Normandy. Houston però è stato molto chiaro: "siamo assolutamente intenzionati a concludere la storia del comandante Shepard, ovviamente non voglio entrare nei dettagli ma vogliamo che i giocatori siano soddisfatti di aver investito tutti questi anni sulla nostra serie". E poi, non è che ci sia solo Shepard nell'universo di Mass Effect, anzi. Giunti al terzo capitolo, le tematiche e le vicende attorno alle quali ruota la saga si sono moltiplicate esponenzialmente, e ci sono ancora parecchie situazioni lasciate in sospeso, come la questione della genofagia e l'ubicazione dei rachni; "riprenderemo molte di queste vicende, le abbiamo imbastite proprio per concluderle nell'ultimo capitolo della trilogia e per noi sviluppatori è stato davvero un incubo chiudere ogni conto lasciato in sospeso, comprese le storie minori" sostiene Houston. In ballo c'è infatti anche il ritorno di moltissimi personaggi, principali o secondari, che avranno un ruolo importante nell'economia della narrazione: "speriamo che i giocatori ne siano soddisfatti" ha continuato Houston, "perché ci siamo davvero impegnati per assicurarci che niente restasse in sospeso".
Prendiamo, per esempio, Liara e Ashley, i principali interessi sentimentali di Shepard nel primo Mass Effect: "ogni decisione effettuata nei precedenti capitoli, compresi i DLC, influenzerà Mass Effect 3" ha spiegato Christina Norman, "Non soltanto quelle che hanno avuto ripercussioni in Mass Effect 2, ma anche quelle operate nel primo Mass Effect che non sono state approfondite nel sequel". In pratica, si sta parlando della storia nella sua interezza, tutto quello che è successo nei primi due giochi: non sono stati posti limiti alla creatività degli scrittori proprio per garantire a ogni tipo di giocatore il suo personalissimo percorso narrativo.
If ain't broke...
"Le meccaniche della serie hanno sempre ricordato quelle di uno sparatutto" ha spiegato Christina Norman, "ma in realtà il primo Mass Effect non era uno sparatutto e alcune caratteristiche lo rendevano poco accessibile a determinati giocatori". Questo è stato probabilmente uno dei motivi che ha portato BioWare a rivedere le meccaniche della serie, operando delle modifiche che hanno condotto alla creazione di un gameplay effettivamente ibrido. "Volevamo che ogni giocatore che avesse un po' di pratica con gli sparatutto potesse godersi Mass Effect 2 senza pensare agli elementi RPG come a una barriera che ne impedisse la fruizione":
l'idea era quella di permettere a chiunque di giocare Mass Effect 2 come preferisse, sfruttando le meccaniche RPG per rendere l'esperienza ancora più spettacolare e coinvolgente. Questa filosofia esploderà in Mass Effect 3, in cui gli elementi "action" sono stati esaltati all'ennesima potenza con l'introduzione della capriola/schivata e gli attacchi basati sulla Omniblade, una nuova arma energetica da mischia. Guardando un qualsiasi trailer, Mass Effect 3 sembra quasi un gioco di guerra: "giochi come Battlefield e Call of Duty stanno introducendo sempre più elementi RPG nelle loro meccaniche" ha ammesso Houston, "d'altra parte noi abbiamo realizzato fantastici RPG per più di quindici anni e adesso stiamo introducendo nuovi elementi d'azione nei nostri giochi; non si tratta di fare RPG o basarsi su distinzioni di quindici anni fa, ma di capire quali sono gli strumenti di cui abbiamo bisogno per raccontare una bella storia". Ovviamente non si combatterà soltanto in Mass Effect 3 e oltre a girovagare per le varie location (tra le quali, ricordiamo, anche il nostro stesso pianeta, la Terra) per completare missioni e interagire con gli NPC, ci sarà tutta una componente gestionale da tipico RPG che include la modifica dell'equipaggiamento. "Avevamo apportato svariati cambiamenti già nel passaggio dal primo al secondo episodio, rimuovendo completamente l'inventario fra le altre cose, ma ci siamo resi conto che l'ago della bilancia si era spostato troppo verso la componente action" ha spiegato Houston, ammettendo una delle principali critiche mosse dai fan dei role-playing game alla seconda iterazione della serie.
"In quel caso l'idea era quella di trasformare un sistema di combattimento molto statico in una specie di sparatutto basato sulle coperture, adesso invece vogliamo aggiungere più controllo, personalizzazione e fluidità, insieme a un'intelligenza artificiale che renda i nemici molto più temibili". In un certo senso, Mass Effect 3 è la naturale evoluzione della serie, non una reinvenzione: "adesso che abbiamo realizzato concretamente la nostra idea del gioco, le possibilità sono infinite" ha spiegato Christina Norman, "ma in Mass Effect 3 non ci saranno rivoluzioni eclatanti del gameplay, non è questa la nostra intenzione". Patti chiari e amicizia lunga, insomma: i fan della serie si aspettano già la solita, eccezionale sceneggiatura firmata BioWare e su questo, quantomeno, è difficile avere alcun dubbio.