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Coronavirus: 5 scuse per uscire incredibili legate ai videogiochi

La quarantena da Coronavirus ha aguzzato la mente degli italiani: ripercorriamo insieme 5 storie e scuse per uscire incredibili legate ai videogiochi e al Covid-19.

VIDEO di Raffaele Staccini   —   02/04/2020

La quarantena da Covid-19 ha aguzzato la mente degli italiani, che hanno fatto di necessità virtù. Ma non sempre le trovate più originali sono le più furbe possibili. E in periodo di quarantena abbiamo avuto diversi esempi dell'italico genio che, costretto in casa, ha usato i videogiochi per evadere dalla situazione attuale causata dal Coronavirus.

Letteralmente però, e non nel modo consigliato proprio in questi giorni dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma prima di raccontarvi 5 storie incredibili legate ai videogiochi e alle misure di reclusione - ehm, quarantena - vi invitiamo come sempre a iscrivervi al nostro canale YouTube e a cliccare sulla campanellina delle notifiche per non perdervi nessuna delle mie follie da quarantena. E sì, dovete beccarvi anche i video seri dei miei colleghi, ma dai, non è così male.

Esce dalla città per comprare PS4

Cominciamo alla grande con qualcuno che ha avuto da subito ben chiaro quali fossero i beni di prima necessità per la quarantena. Un abitante di Sacile, in provincia di Pordenone, è stato denunciato poche ore dopo l'entrata in vigore delle normative sul blocco della circolazione per il contenimento virus, per essersi spostato dalla propria città proprio verso Pordernone. Beh, direte voi, veniva da un piccolo comune, ci sta che volesse andare in un centro più grande in cerca di una più ampia varietà di ortaggi, di tagli di carne o magari anche per trovare una carta igienica più morbida. E invece no! Niente di tutto questo. Il nostro eroe era uscito di casa per andare a comprare una PS4. O meglio una "PlayStation", che per come è stata identificata dalla stampa locale poteva essere pure una Xbox, ma poco importa. Ovviamente l'acquisto di una console è stata quindi giudicata non consona alle priorità concesse per uno spostamento di quel tipo, anche se la norma su questo punto non è stata particolarmente chiara neanche in seguito.

Questo, però, era solo l'inizio.

Playstation

Trentenne va a caccia di Pokémon

Già nella prima domenica di quarantena è arrivato un nuovo eroe. Il fatto è successo a San Fermo, in provincia di Como. Un uomo, un padre di 31 anni, aveva appena accompagnato a casa la figlia, ma non pago del giretto giustificato, ha pensato fosse una buona idea uscire di nuovo. Armato solo del suo tablet, è stato fermato prontamente dai carabinieri e ha confessato con candore di essere fuori casa per andare a caccia di Pokémon. Ovviamente usando Pokémon GO. Ha dovuto pagare una multa, ma cosa volete che sia di fronte alla possibilità di diventare una leggenda del "webbe". Almeno per qualche ora.

Si scambiano PS4 e giochi, ma in modo losco

Ok, qui ho bisogno che vi immagiate la scena. Siamo in un distributore di Lecce, è notte fonda. Due auto si appostano nel parcheggio ed escono due uomini. Uno ha 45 anni, l'altro è sui 20. Confabulano un po', poi si scambiano un pacco misterioso. La transazione sta per avere esito positivo ma qualcosa non va per il verso giusto. Una volante della Polizia in perlustrazione nota la scena e decide di intervenire. I due vengono presi dal panico, provano a fuggire. Il più giovane parte a tutto gas, ma non ha il NoS di Need for Speed e viene bloccato dopo pochi metri. L'altro riesce a uscire dalla stazione di servizio, ma ha un colpo di genio e si ferma vicino a un supermercato. Raggiunto dagli agenti, ci prova con la sua migliore poker face: "Stavo solo andando a fare la spesa, che succede?". Le indagini hanno però fatto emergere una verità ben più sconvolgente: i due si stavano infatti scambiando una PS4 con dei giochi. Chi di noi non l'ha mai fatto? Ma in tempi di quarantena, questo non si può. Quindi sono stati denunciati per aver infranto i provvedimenti vigenti sulla circolazione, con probabili aggravanti legate alla resistenza a pubblico ufficiale.

Esce per riprendersi una console, ma gli trovano droga negli slip

Non tutti però sono così innocenti, come dimostrano gli ultimi due casi della nostra selezione. Partiamo con il caso di un ragazzo di Jesolo, un ventenne che è stato fermato per un controllo, come normalmente avviene in questi giorni di blocco degli spostamenti in tutta Italia. Non sappiamo che orario fosse, ma ci piace pensare fossero le 4 e 20. Raggiunto dagli agenti il giovane si è giustificato affermando di essere uscito per riprendersi una console da un parente. Ma questo è male, no caro ragazzo, non si fa. Lui però non la prende benissimo, sembra nervoso e ha una gran fretta di tornare a casa. Fiutando... qualcosa di strano gli agenti chiamano Baskoo, il loro cane antidroga. E cosa ti scopre il bel cucciolone? Eh, scopre che il tizio non era un vero giocatore e che voleva un altro modo di rilassarsi. Qualcosa come 60 grammi di marijuana, nascosta negli slip. Il ragazzo è stato dunque portato presso il comando della Polizia Municipale di Jesolo ed è stato denunciato per possesso di stupefacenti e per violazione del solito decreto ministeriale. Mi spiace Maria, anche stavolta sei stata presa: la tua fuga finisce qui.

Truffatore online preso grazie ai controlli per il virus

C'è chi si sposta per piacere, chi per lavoro. Come l'ultimo nostro protagonista, un trentatreenne con una specializzazione molto particolare. Vendere console online. Peccato però che queste console non esistano e che dopo aver incassato la caparra, l'uomo sparisca in cerca di nuove vittime. Un'attività senz'altro redditizia, che però non aveva fatto i conti con i controlli da quarantena. Muovendosi nella zona di Spoleto, non si sa bene per quale motivo, è stato fermato da un blocco stradale dei controlli per il virus. Visto che il suo spostamento non rientrava nei casi previsti dalle norme introdotte per contenere il contagio, gli agenti hanno cominciato gli accertamenti. E scoprono l'insospettabile: l'uomo aveva a suo carico un ordine di carcerazione del tribunale di La Spezia, che l'aveva emesso sulla scorta di una pena di sei mesi che il trentatreenne doveva ancora scontare. Ma non è tutto, perché dalla banca dati sono risultati una cinquantina di procedimenti per truffa istruiti da varie procure italiane. Insomma, un truffatore online seriale fermato non dalla polizia postale, ma da un virus.

Questi erano i 5 casi più curiosi legati ai videogiochi e alle misure di quarantena, ma sono solo alcuni esempi della follia dell'ultimo mese. Ne avete degli altri incredibili? Raccontateceli nei commenti e se il video vi è piaciuto non dimenticate di iscrivervi al nostro canale YouTube e di lasciare un bel mi piace per sostenere il nostro lavoro.