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Alaloth: Champions of the Four Kingdoms, l'anteprima

Torniamo a parlare di Alaloth, action RPG italiano che prova ad ammodernare la formula dietro un classico dell'epoca Amiga

ANTEPRIMA di Vincenzo Lettera   —   02/06/2019
Alaloth: Champions of the Four Kingdoms
Alaloth: Champions of the Four Kingdoms
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Per i più giovani, e per chi non ha vissuto appieno l'epoca Amiga, il nome Moonstone probabilmente non stimolerà alcun ricordo. Miscelando hack'n'slash, crescita del personaggio ed esplorazione a turni all'interno di una grande mappa, il gioco di ruolo realizzato dai canadesi Rob Anderson e Todd Prescott era probabilmente troppo atipico per essere apprezzato dai puristi del genere, troppo violento per approdare su console o stare in bella vista sugli scaffali dei negozi, né ha avuto una seconda occasione attraverso edizioni rimasterizzate, reboot o seguiti. Eppure, proprio dal ricordo di questo strano cult dei primi anni 90 nasce quello che promette essere uno degli action-RPG più originali e inaspettatamente moderni del 2019.

Goldport

Sviluppato da Gamera Interactive, Alaloth: Champions of the Four Kingdoms attraversa generi e generazioni, mescolando le più disparate influenze in un cocktail che dev'essere croce e delizia per un qualsiasi responsabile marketing. La visuale isometrica urla Icewind Dale e Baldur's Gate, ma il sistema di combattimento ragionato si rifà a quello dei soulslike; la cura riposta nel racconto e nella crescita del personaggio parla agli amanti degli RPG classici, ma la caccia al loot e la corsa verso il centro della mappa ricorda concettualmente le regole dei moderni battle royale. Il tutto in un'ambientazione high fantasy che strizza l'occhio a Game of Thrones e al Signore degli Anelli. Per farla breve, di giochi che si presentano come Alaloth ne abbiamo visti tanti, ma nessuno di questi si gioca come Alaloth.

Troll Strike

A due anni di distanza dal nostro ultimo incontro con Alaloth - focalizzato sulle regole e sul gameplay - Gamera Interactive ci ha mostrato una versione molto più ricca e avanzata del gioco, soffermandosi stavolta sulla narrazione e sulla caratterizzazione del mondo. Una sequenza introduttiva, scritta da Chris Avellone e presentata attraverso illustrazioni animate, racconta la premessa dell'avventura: vengono descritti i quattro regni appartenenti a umani (Edherest), elfi (Larastir), orchi (Baga) e nani (Karak-Hohn), viene narrato dell'imminente ritorno dell'oscuro signore Alaloth, e dei quattro Campioni scelti con l'obiettivo di eliminarlo e salvare il mondo. Nel filmato si intravedono creature magiche, demoni e banditi, affascinanti città e campi di battaglia in fiamme. E poi, illuminato dalla luna, un cavaliere di spalle, con la spada al fianco, fermo davanti all'entrata di un dungeon, probabilmente uno degli omaggi più espliciti a Moonstone (se si esclude l'intera struttura di gioco, ovviamente).

Baystone

La versione finale di Alaloth dovrebbe includere più sequenze animate di questo tipo, così da enfatizzare i momenti chiave dell'avventura come la partenza dei Campioni, lo scontro con Alaloth e la sua sconfitta. Dopo aver scelto la razza del proprio personaggio - e quindi il regno di partenza - ci si trova ad esplorare grandi città e piccoli borghi, passando per grandi capitali o minuscoli accampamenti. In ciascun regno ci saranno circa sette location da visitare, ma dato che i quattro reami sono posizionati agli angoli della mappa - e poiché l'obiettivo è sconfiggere Alaloth prima degli altri Campioni- difficilmente si riuscirà a esplorare ogni singola città nella prima run. Se Goldport è la grande capitale degli umani, fatta di taverne, mercati, case in mattoni ed enormi mura, Whitewind a nord della mappa ricorda la Grande Inverno di Game of Thrones, Coldwood è il principale mercato di falegnami, mentre l'imponente Winterleaf vede gli elfi vivere tra giganteschi alberi. Tra dungeon e santuari, più ci si avvicina ad Alaloth e più lo scenario si fa inospitale, si riempie di banditi, pericolose creature e, ovviamente, altri Campioni intenzionati a eliminare il giocatore per privarlo del suo equipaggiamento. A differenza di Moonstone - dove i quattro cavalieri erano assolutamente identici - in Alaloth ogni razza ha poi i suoi pro e contro, nelle abilità ma anche nella velocità di movimento all'interno della mappa.

Game Map

Insomma, Alaloth è un gioco che vuole essere assaporato in più sessioni, una run dopo l'altra, e non solo perché la mappa cambia a ogni tentativo. Il team di sviluppo si sta infatti sforzando per rendere il lore di Alaloth quanto più interessante e ricco, e il contributo di Avellone sembra andare ben oltre la sola supervisione della sceneggiatura. Nel gioco ci sarà tanto da leggere, tanto da scoprire, con ogni regno che ha i suoi miti, ogni città ha le sue tradizioni e ogni personaggio ha i suoi problemi da risolvere. A detta del team si potranno liberamente spendere dalle 10 alle 100 ore col gioco a seconda di quanto a fondo si vuole approfondire il suo universo, visitare ogni ambiente, parlare con con ciascun abitante o affrontare ogni singola quest. Senza contare la possibilità di prolungare l'esperienza continuando a giocare in multiplayer o in un'arena PvP. Resta da vedere se e come il gioco riuscirà a conciliare la voglia di soffermarsi a leggere ed esplorare con la necessità di ottimizzare gli spostamenti, potenziare il proprio alter-ego e andare ad affrontare Alaloth, che nel frattempo diventa sempre più forte col passare del tempo.

Key Art

Manca ancora qualche mese all'uscita di Alaloth, ma l'action RPG di Gamera Interactive sembra un gioco in piena maturazione. Il sistema di combattimento va ancora affinato e le animazioni verranno rese più fluide e brutali, eppure già adesso appare divertente e impegnativo, con la possibilità di lanciare incantesimi o coltelli dalla distanza, spingere il nemico con un calcio, difendersi o eseguire combo di attacchi leggeri e pesanti. Ci si può perdere negli alberi delle abilità per personalizzare la classe e le caratteristiche del proprio Campione, evocare creature in combattimento o finire l'avversario con una spettacolare esecuzione. Visivamente gli manca ancora una marcia in più, un pizzico di carattere, e lo stile resta a oggi l'elemento meno riuscito di una produzione comunque molto intrigante. Speriamo ci sia tempo per smussare le parti più spigolose del gioco, ma per il momento non possiamo fare altro che attendere, curiosi di scoprire cosa ci riserverà. Esattamente come quel cavaliere all'entrata del dungeon.

CERTEZZE

  • Intrigante commistione di generi
  • Grande attenzione per la narrazione e per il mondo di gioco
  • Sulla carta molto longevo

DUBBI

  • Stilisticamente ha poco carattere
  • Da valutare il bilanciamento generale