Pur segnato profondamente dalla pandemia globale, il 2020 verrà ricordato anche per il rilancio dell'esplorazione spaziale, per gli scossoni negli equilibri politici globali e per l'infiammarsi della sfida tra AMD, Intel e NVIDIA, a partire dall'abituale confronto diretto su processori e GPU per arrivare a importanti mosse strategiche di compagnie pronte a trasformarsi per affrontare le sfide future.
I chip di punta del 2020
Il 2020 per il mondo dei PC da gioco è partito come un missile cavalcando i velocissimi monitor da 360Hz, schermi competitivi che NVIDIA ha contribuito a creare in modo da avere un altro asso nella manica con cui spingere le GeForce RTX 3000, con un'uscita combinata a settembre. Nel frattempo, passando alle CPU, la palla l'ha presa in mano Intel che ha lanciato i processori di decima generazione sbandierando il Core i9-10900K da 10 core e 20 thread, capace di arrivare alla folle frequenza di 5.3GHz. Una velocità, tra l'altro, raggiunta anche dai processori Core mobile, decisamente scattanti nonostante l'ennesima revisione del processo produttivo. Non è stata questa, però, la mossa decisiva di Intel nel 2020, ma di questo parleremo nel prossimo paragrafo.
Prima è venuto il momento delle GeForce Super in versione mobile, altro passo avanti in termini di efficienza in un anno che ha visto NVIDIA continuare a lavorare con partner e competitor per abbassare il prezzo e alzare l'appetibilità dei laptop da gioco. La stessa filosofia che sembra aver animato la compagnia durante il lancio delle GPU Ampere, su carta ben più convenienti delle precedenti. Peccato per la reperibilità nulla che ha alzato i prezzi, ma non sembra aver diminuito il desiderio dei giocatori di avere una delle nuove GeForce, forti del lavoro di ottimizzazione profuso nel DLSS che ormai è capace di compensare il peso del ray tracing. Il tutto molto appetibile nell'ottica, per molti, di un abbinamento con un Ryzen 5000, altro pezzo forte del 2020. I processori AMD, usciti ai primi di novembre, sono stati infatti protagonisti di uno storico sorpasso anche nel gaming, punto d'arrivo di una cavalcata durata quattro anni che ha ingrassato notevolmente le casse di AMD. L'ultimo atto, però, è iniziato qualche mese prima, con gli ottimi Ryzen 3100 e 3300X, in forte ritardo rispetto ai Ryzen della serie 3000 ma forti di ottimizzazioni recenti che li hanno resi estremamente richiesti.
Non è il caso, comunque, di sottovalutare le schede video AMD Radeon RX 6000, decisamente dotate in quanto a potenza bruta, forti dell'introduzione della Smart Access Memory e caratterizzate da un imponente passo avanti notevole in termini di efficienza, molto interessante pensando anche alle schede RDNA 3. Certo, le Radeon sono ancora ostacolate dalla mancanza di una tecnologia paragonabile al DLSS, ma non è questo fattore a frenarne le vendite. Come ben sappiamo il problema principale di questo periodo coinvolge quasi tutti e riguarda la reperibilità di schede video, processori e console di nuova generazione la cui produzione si è concentrata proprio nello stesso momento, all'alba di un Natale caratterizzato da una domanda decisamente forte a causa dei continui lockdown. Ed è proprio per questa forte richiesta che nessuna delle compagnie del settore consumer si è tirata indietro, contribuendo a un vero e proprio ingorgo che ha reso quasi impossibile comprare gli ultimi hardware da gioco senza attese e pagando il giusto prezzo.
Intel: dalle CPU alle GPU
Nella vita, lo sappiamo bene ci sono sciagure peggiori del non poter comprare una scheda video, ma non per questo è piacevole restare a mani vuote durante uno dei periodi natalizi più pesanti degli ultimi decenti. Il tutto tra l'altro aggravato dall'avere di fronte tecnologie potenti e desiderabili, con le nuove GPU che hanno compiuto un salto in avanti importante sia in termini di potenza che efficienza, riuscendo a spingere anche a risoluzioni elevate pesi massimi come i recenti Assassin's Creed Valhalla, Watch Dogs Legion e Cyberpunk 2077. Ma ci lasciamo consolare dalla consapevolezza che tutti questi passi in avanti si rifletteranno sulle tecnologie in arrivo nel 2021, inclusa l'evoluzione di dispositivi capaci di combinare gaming e mobilità in modo sempre più efficace. In parte questo futuro è già scritto grazie al cloud, laddove anche GeForce ha compiuto passi in avanti portando tra l'altro GeForce Now su Chrome OS, ma c'è ancora spazio per l'hardware, soprattutto se parliamo dei processori Intel Tiger Lake di undicesima generazione, pensati proprio per alzare le capacità multimediali e videoludiche degli ultraportatili.
Dotati di una potenza grafica decisamente superiore a quella dei modelli precedenti, tanto da mettere in difficoltà anche gli ottimi Ryzen con grafica integrata Vega, i chip di undicesima generazione con grafica Xe LP, basati su un efficiente processo produttivo a 10 nanometri, sono importanti per arricchire l'offerta di Intel, ma sono anche un campo di prova in vista del futuro. Rappresentano infatti un passo vitale per una Intel che pur essendo la più grossa delle tre compagnie leader del settore dei PC consumer, persegue l'indipendenza nel campo del gaming, dell'intelligenza artificiale e dei datacenter, tutti settori collegati tra loro e in forte crescita, che rappresentano il futuro dell'informatica.
Da qui la decisione di Intel di tornare a puntare forte sulla grafica e questa volta con un piglio ben diverso da quello che ha caratterizzato l'esperimento Larrabee. Parliamo infatti di soluzioni efficienti e modulari che guardano all'intero spettro delle applicazioni grafiche, dalle soluzioni integrate che abbiamo già visto dare ottimi risultati con Tiger Lake, fino ai supercomputer che poggiano inevitabilmente sulle GPU, decisamente più avanzate delle CPU. Ma la parte che ci interessa dell'operazione sono le schede video Intel per configurazioni da gioco ad alte prestazioni, secondo i piani della compagnia già in arrivo nel 2021.
Gli acquisti di AMD e NVIDIA
NVIDIA è una delle aziende più attive e proficue nel campo dell'intelligenza artificiale grazie alla quale è diventato possibile creare demo dalla grafica incredibile partendo da semplici video. Purtroppo prima che tutto questo diventi un mondo virtuale o anche solo un gioco ci vorrà del tempo, ma i passi in avanti che sono stati compiuti negli ultimi due anni sono netti ed evidenziano al pari di DLSS, avanzamenti nell'automotive e tecnologie di broadcasting la versatilità del machine learning e delle reti antagoniste generative. Ma le GPU da sole non bastano ancora, che si parli di gioco in streaming o di configurazioni casalinghe. Ai computer servono ancora i processori ed è qui che ci troviamo di fronte alla mossa più importante dell'anno per NVIDIA: l'acquisto di ARM per circa 40 milioni di dollari con l'ovvio obiettivo di ottenere l'indipendenza almeno nel settore dei SoC.
Parliamo infatti di processori ben diversi da quelli x86 di Intel e AMD, attuale centro di gravità del mondo del gaming su PC, ma parliamo anche di una mossa importante nell'ottica dei SoC e di un passo che potrebbe mettere NVIDIA in una posizione ancora più interessante nel prossimo futuro. Le attuali CPU faticano infatti sempre di più a tenere il passo delle GPU nonostante le frequenze toccate da Intel e le ottimizzazioni dei nuovi Ryzen ed è possibile che le cose siano destinate a cambiare radicalmente nel prossimo futuro, aprendo spazi che per ora sembrerebbero non esistere. Non è detto che NVIDIA sia interessata a infilarcisi, ma l'adozione di ARM da parte di Microsoft, a quanto pare interessata a usarli sia per Surface che nei suoi datacenter, e il conseguente aumento del supporto delle CPU della compagnia con Windows potrebbe trasformarsi in qualcosa di molto interessante. Lo stesso vale per AMD, che proprio nel 2020 ha effettuato un'acquisizione molto importante per il suo futuro.
Delle tre protagoniste di questo articolo AMD è la più piccola, parlando di meri capitali, ma è anche quella che è cresciuta di più in questi anni, condotta al galoppo dalla carismatica Lisa Su verso una riscossa che ha centrato in pieno. C'è ancora qualcosa da fare dal punto di vista delle GPU, ma in quanto a CPU il successo in alcuni mercati travolgente dei Ryzen 3000 e 5000 parla chiaro. Intel è un gigante ed è senza dubbio in grado di reggere il colpo, ma nel caso del mercato consumer e di quello degli HEPC gli equilibri sono cambiati in modo importante rispetto a qualche anno fa, quando sembrava addirittura che AMD potesse inabissarsi e sparire per sempre. Oggi invece, dopo l'ennesimo assalto e una nuova ascesa di AMD, l'azienda capitanata da Lisa Su è una solida realtà che ha potuto lanciare un'operazione azionaria da 35 miliardi di dollari per l'acquisizione di Xilinx, un colosso nel settore degli FPGA, con l'ovvio obiettivo di mettere piede con forza nel settore di datacenter, cloud, IA e via dicendo.
D'altronde si tratta di un futuro certo e destinato a macinare numeri da record in un mondo interconnesso in cui elaborazione grafica, streaming e comunicazione rappresentano punti fermi della vita di buona parte della nostra esistenza. Un settore in cui, tra l'altro, vale la pena tornare a sottolineare l'incremento di efficienza delle Radeon RX 6000, molto importante nell'ottica dei datacenter che assieme a nuove GPU e CPU avranno senza dubbio un ruolo importante in un 2021 che sarà senza dubbio interessante e che, speriamo, sia meno complicato e faticoso di questo 2020.