Tra i meandri degli scaffali del farraginoso Ubisoft Connect, piattaforma digitale del colosso francese che solo chi è costretto utilizza, schiacciato tra un vichingo a doppia ascia, paramilitari in missione speciale e ferventi adoratori del Credo degli assassini, esiste e resiste la serie Anno che grazie all'ultimo capitolo, Anno 1800, ha raggiunto il suo apice.
Le origini
Concepita nel 1998 da una piccola software house austriaca, nel 2009 Anno finisce tra le braccia di Ubisoft che l'affida a quella che un tempo era la Blue Byte di The Settlers e che oggi è diventata a tutti gli effetti la divisione strategici e gestionali della compagnia. Blue Byte produce Anno 1701 e Anno 1404, infine ne ingloba parte della forza lavoro per iniziare a sviluppare in proprio i capitoli successivi. Nel 2015 è la volta del coraggioso Anno 2070, capitolo ambientato nel futuro che destò più di una preoccupazione tra i fan sulla direzione intrapresa dalla serie che però, nel 2019, tornando sui propri passi si evolve in quella che a oggi è la sua forma più riuscita, il suo capitolo più profondo e preciso: Anno 1800.
Vecchio mondo
Vi stiamo parlando di un gioco appena entrato nel suo terzo anno di vita, non di una novità, ma come tanti altri videogiochi moderni anche Anno 1800, da quell'aprile del 2019 che ha segnato il suo gran debutto in società, non ha mai smesso di crescere, di espandere le sue meccaniche in tanti modi diversi, divenendo quel che tre anni fa potevamo solo sospettare fosse: una pietra miliare del genere.
Anno 1800 è quel capitolo che riunisce tutte le buone idee introdotte in ordine sparso negli Anno precedenti, concretizzandole all'interno di una struttura da city builder di rara e preziosissima fattura. Come impone la serie, anche Anno 1800 è ambientato in un arcipelago d'isole del Vecchio Mondo che andranno colonizzate e difese, ma a differenza di altri giochi simili Anno è incentrato sul sostentamento e la costruzione di filiere sempre più complesse, in modo da attirare cittadini di classi sociali più alte.
Se a un contadino basteranno vestiti e pesce per non lasciare la città, e carne di maiale e alcool per essere felici, le successive tipologie di abitanti saranno molto più esigenti. Anche costruire palazzi all'altezza delle aspettative delle classi più agiate richiederà nuovi materiali, come le finestre che per essere create richiederanno sabbia e vetrai, o la carne in scatola che tra miniere di ferro, allevamenti di animali specifici, scannatoi e magazzini necessiterà di diversi passaggi e un bel po' di forza lavoro per essere infine immessa sul mercato.
Altro problema: ogni isola ha solo parte delle risorse richieste dal gioco, e non tutti i prodotti agricoli sono compatibili con tutti i terreni, caratterizzati qui da una fertilità selettiva. È possibile commerciare con gli altri personaggi del gioco per ovviare ad alcune mancanze, ma logicamente questo influirà sulle entrate e non tutte le risorse sono disponibili nel Vecchio Mondo.
Dall'altra parte dell'oceano
È per questo che prima o poi dovrete allestire una spedizione nel Nuovo Mondo, dove tra il caldo dei Caraibi potremo tirar su una nuova colonia totalmente diversa stilisticamente, dove produrre rum, zucchero e altre specialità locali che poi spediremo nelle città europee. Ed è proprio al Nuovo Mondo che è dedicato questo quarto season pass di Anno 1800, a oggi l'Anno con più espansioni di sempre, tutte di ottima qualità e in grado di espandere il gameplay in molteplici modi. Nel primo DLC della quarta stagione, chiamato Bright Harvest (Semi del Cambiamento in italiano) potremo costruire un'enorme hacienda modulare con la quale produrre nuove e vecchie risorse in più quantità e più velocemente. Niente di straordinario ma il meglio di questo quarto anno deve ancora arrivare: in estate sarà il turno di Empire of the Skies che permetterà la costruzione di diverse tipologie di dirigibili per spostare merci e persone tra i continenti nonché il primo servizio di corrispondenza del gioco.
La terza e ultima espansione della Season 4 arriverà alla fine del 2022 e introdurrà un nuovo livello di popolazione nel Nuovo Mondo, dove al momento sono previsti soltanto due diversi livelli sociali e architettonici. Con questo terzo tier, potremo finalmente trasformare queste meravigliose isole tropicali in insediamenti molto più strutturati, sulla falsariga di Cuba. Altra carne al fuoco per un gioco che in tre anni ha visto la comparsa dei grattacieli, sistemi dedicati al turismo, l'introduzione delle colonie africane dove costruire un ulteriore tipologia di insediamento, nuove meccaniche economiche e diversi "flavour pack" per rendere le città ancora più belle.
Il fascino del Caraibi
Tutti gli Anno possono sfoggiare una grafica estremamente dettagliata, e anche da questo punto di vista Anno 1800 ha settato un nuovo standard. Nonostante la mancanza di strade curve, che renderebbero le città ancora più realistiche minacciando però la precisione del gameplay che prevede anche una certa bravura nella gestione degli spazi, Anno 1800 è il paradiso di chi ama costruire città funzionali e credibili. Sottopassaggi, bagni pubblici, canali di acqua putrida per riprodurre la più tetra delle città vittoriane, mercati in vetro e acciaio, fiere universali e poi zoo, musei e orti botanici modulari che andranno riempiti organizzando spedizioni in giro per il pianeta. Ogni città acquista nel tempo un proprio carattere che la renderà riconoscibile tra mille.
Visto il gran parlare su Monkey Island e il suo inaspettato ritorno, non possiamo non rimarcare il fatto che Anno 1800 è forse l'unico gioco che permette di ricreare delle fantastiche reinterpretazioni della Melee Island del capolavoro Lucasfilm. Città come cartoline, ma piene di vita: gli abitanto di Anno 1800 non sono individui singoli come per esempio in Tropico, ma svolgono un lavoro eccezionale nel dar vita a locali, vie e residenze. Anno 1800 è talmente bello graficamente che non sfigura nemmeno in prima persona, funzione nascosta (si attiva con Control+Shift+R) che permette di visitare le proprie creazioni e quelle di altri giocatori proprio come se foste dei visitatori dell'isola. In prima persona è possibile imbattersi anche in missioni easter egg in grado di sbloccare diverse funzionalità interessanti; inoltre è anche possibile guidare carri, biciclette e vetture.
È tutto Anno 1800 a essere pieno di contenuti, segreti, meccaniche inaspettate e personalità speciali in grado di fare una profonda differenza se utilizzate negli edifici giusti, come i sindacati o i municipi. Inoltre il gioco propone anche un'avvincente campagna che consigliamo a tutti i nuovi arrivati, più altre avventure introdotte nel tempo più brevi, ma sempre fatte con estrema cura e per questo meritevoli d'attenzione. Ma l'esperienza di gioco è personalizzabile in ogni aspetto: se non volete giocare con la campagna c'è la modalità sandbox dove potrete cambiare ogni variabile, disabilitare totalmente l'IA, giocare in multiplayer con e contro i vostri amici, estendere il vostro impero per avere il dominio di terre e mari o creare una profittevole ragnatela di rotte commerciali. Potrete creare metropoli sporche e avvolte nella nebbia delle fabbriche, e paradisi naturali dove dai bianchi marciapiedi si lanciano nel cielo i più fulgidi palazzi. E tutto questo deve funzionare, di conseguenza ogni centro abitato se non portato all'estremo avrà quel realismo che solo uno sviluppo organico può garantire.
Questa è solo una delle tante magie di Anno 1800 e le sue migliaia di ore di gameplay intelligente e ri/creativo, suo malgrado imprigionato in un Ubisoft Connect desolato e desolante che acquista fascino solo grazie all'all you can eat della versione "plus" che oltre a tutti i giochi in vetrina, permette l'accesso ad Anno 1800 e a tutti i suoi contenuti aggiuntivi.