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Anthem, la prova del prossimo capolavoro di BioWare

A distanza di un anno dall'annuncio di Anthem, è finalmente giunto il momento di approfondirne la conoscenza: ecco le nostre impressioni in un'anteprima

PROVATO di Pierpaolo Greco   —   10/06/2018

Principale protagonista dell'EA Play di quest'anno, Anthem è stato il titolo di chiusura di una conferenza Electronic Arts forse un po' troppo moscia per gli standard a cui sono abituati i videogiocatori odierni. La stessa decisione di spiegare l'importantissimo titolo di BioWare attraverso un botta e risposta sul palco con protagonisti il general manager della software house accompagnato dalla scrittrice e dal designer del titolo, ha sicuramente smorzato il fascino e la potenza delle prime sequenze di gameplay mostrate alle spalle degli intervistati. Tuttavia chi scrive questo articolo è qui per tranquillizzare tutti i lettori: Anthem è molto più interessante e corposo di quanto sia apparso sulle prime. E ci sentiamo di affermarlo dopo averlo visto in una versione molto più lunga dello spezzone di gameplay mostrato in conferenza e successivamente lo abbiamo addirittura provato in un appuntamento a porte chiuse: ecco le nostre impressioni in anteprima.

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Il gameplay di Anthem

Sul gameplay, partiamo dalle basi visto che un riepilogo è assolutamente essenziale: Anthem è un titolo action con visuale in terza persona, un'enorme componente di personalizzazione del proprio personaggio e l'immancabile spruzzata ruolistica che si concretizza nei differenti esoscheletri che avremo a nostra disposizione e nel loro carico di armi e abilità speciali. A Electronic Arts dà un po' fastidio che si parli di MMO ma i punti di contatto con un Destiny, ma anche con un The Division - che pur presenta un'ambientazione e uno stile artistico lontani - sono moltissimi, a partire dalla necessità di essere sempre connessi online, anche quando si vuole giocare in totale solitudine. Anthem presenterà quella forma ibrida che ormai si è fossilizzata su specifici elementi: la possibilità, e anzi la necessità, di svolgere le varie missioni in compagnia degli amici (al massimo i gruppi saranno da quattro persone), la presenza di un hub centrale dove il combattimento è disattivato e dove sarà possibile incontrarsi con gli altri giocatori, una mappa straripante di icone che identificano luoghi, eventi, collezionabili e quest da raccogliere, visitare e affrontare. Il tutto all'interno di un mondo persistente che si poggerà su server dedicati con l'obiettivo di offrire la massima stabilità.

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Ma Anthem cercherà in tutti i modi di inserire all'interno di questi elementi ormai standard, la creatività, l'inventiva e soprattutto quelle componenti che storicamente hanno reso ben riconoscibili i prodotti di BioWare. A partire da uno stile narrativo che eviterà in tutti i modi di dare l'impressione di un mondo scarno, a tratti vuoto o troppo diluito come capita con l'esperienza esplorativa dei titoli sopra citati. In che modo riuscirà a farlo in concreto ancora non ci è chiaro, soprattutto considerato che quanto visto e provato ci è sembrato molto tradizionale. La missione si apriva con un breve dialogo tra il nostro avatar e tre differenti personaggi non giocanti che, probabilmente, saranno i nostri compagni di avventura al bordo dello Strider: si tratta dell'enorme robot bipede che funge da base operativa mobile che ci permetterà di scorazzare in giro per il mondo di Anthem affrontando le varie missioni e "spawnando" nelle località desiderate.

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Una volta superata questa fase completamente scriptata, siamo riusciti a intravedere una manciata di menu interni che appaiono non appena entrati nel Javelin, lo splendido esoscheletro con cui ci muoveremo nel mondo di gioco. In primis la mappa che, a nostra sensazione, rappresenta l'intero mondo di gioco esplorabile al momento del lancio. Quindi la schermata di selezione degli amici per invitarli a iniziare la missione tutti insieme. In Anthem il drop-in, drop-out sarà perfettamente implementato rendendo possibile l'inserimento di un giocatore anche durante lo svolgimento della quest, senza alcun tipo di impedimento. Infine abbiamo notato un piccolo menu di selezione dei consumabili: probabilmente sarà possibile "montare" dei potenziamenti temporanei che ci accompagneranno durante la missione, oppure addirittura dei modificatori che la rendano più difficile o che determino differenti qualità del loot. Tra l'altro proprio il bottino non era implementato in questa versione della demo: solo le munizioni potevano essere raccolte semplicemente passandoci sopra. Era invece presente un settaggio relativo alla difficoltà. Anche su questo fronte non ci sono dettagli ma immaginiamo che sarà possibile aumentarla per avere accesso a premi di qualità superiore.

Le prime impressioni di gioco

Una volta entrati in gioco, pad alla mano, abbiamo avuto un'impressione davvero molto chiara su come BioWare sia arrivata al gameplay action di Anthem. E questa impressione risponde al nome di Mass Effect: Andromeda. Attenzione però, non dovete entrare subito in protezione perché se c'era una cosa che funzionava molto bene nell'avventura fantascientifica di Electronic Arts era proprio la dinamica dei suoi combattimenti, che segnava un distacco molto forte dal passato del franchise (noi lo abbiamo scritto chiaramente nella recensione di Mass Effect: Andromeda). In Anthem si corre mentre si è a terra, si esegue il doppio salto, ma soprattutto si schiva lateralmente con quel misto di frenesia e fluidità che contraddistingue proprio Andromeda. La stessa impressione di deja-vu l'abbiamo percepita anche nell'uso delle armi con l'alternanza tra la visuale ravvicinata e quella classica, con in più l'uso dei poteri che ricorda molto da vicino proprio l'impostazione dell'ultimo Mass Effect.

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Ci sono però numerosi elementi che sottolineano come in BioWare abbiano cercato di far evolvere questo nuova anima action, a partire dalla gestione del jetpack del Javelin. Se si preme infatti l'analogico sinistro mentre si è in aria si attiva la modalità volo che Electronic Arts ha mostrato in lungo e in largo durante lo spezzone di conferenza dedicato ad Anthem. Mentre si è in questo stadio, diventa possibile guidare l'esoscheletro in totale libertà a 360 gradi: gli unici limiti sono quelli fisici dello scenario e il surriscaldamento dell'attrezzatura che potremo però mitigare passando attraverso cascate o corsi d'acqua. Bisogna prenderci la mano visto che la rapidità di movimento è davvero molto elevata ed è inoltre possibile anche accelerare ulteriormente o rallentare utilizzando l'analogico destro. È infine consentito fermare il proprio personaggio a mezz'aria in uno stato di hovering premendo l'analogico destro e subito dopo esibirsi in bombardamenti dall'alto o in spettacolari azioni di strafe circolari attorno a un bersaglio particolarmente coriaceo.

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Nel momento in cui si inizia a sparare c'è però un importante cambio di registro e i punti di contatto con altri titoli si moltiplicano. Il feeling, la gestione del rinculo e della precisione delle armi rimane in prossimità di quanto visto in Mass Effect: Andromeda, mentre la presenza di due abilità speciali agganciate ai dorsali e di una ultimate che si ricarica combattendo e che può essere attivata premendo contemporaneamente i due pulsanti posteriori, avvicina sensibilmente Anthem a Destiny (se siete interessati a saperne di più, qui trovate la recensione di Destiny 2). Rimangono comunque delle differenze sostanziali, non solo nella qualità del gun play che, per il momento, rimane a favore del titolo Bungie, ma anche nel fatto che entrambe le special delle due classi che abbiamo visto e provato, il Colosso e il Ranger, richiedono una fase di preparazione o la selezione di un'area bersaglio. In pratica non si attivano immediatamente alla pressione del pulsante ma il giocatore deve studiare un minimo il loro uso per essere preciso con il tempismo. Inoltre, come notato anche durante la conferenza di Electronic Arts, sono sempre ben visibili i danni inferti agli avversari con uno stile che ricorda molto da vicino quanto fatto da Borderlands e The Division (tra meno di 48 sapremo qualcosa di più su The Division 2, il sequel annunciato di recente); una caratteristica essenziale per far capire al volo se stiamo colpendo i punti deboli dei nemici o se invece ci stiamo esibendo in clamorosi lisci.

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Proprio le scritte su schermo hanno evidenziato un ultimo aspetto peculiare del sistema di combattimento di Anthem che tra l'altro rappresenta un altro punto di contatto con il franchise di Mass Effect: le combo. Alcune abilità speciali si possono concatenare o influenzare a vicenda con il risultato di entrare in combinazione e infliggere danni maggiorati agli avversari. Sarà quindi possibile sparare un colpo potenziato contro un nemico già debilitato o tramortito per effetto di un'altra super e, così facendo, avere accesso a dei danni bonus. Esattamente come avveniva con il concatenamento dei poteri biotici e tech nel gioco di ruolo fantascientifico. Infine c'è l'attacco melee, anche questo soggetto a cooldown esattamente come le altre abilità speciali e con la possibilità di effettuare un colpo ad area sul terreno nel momento in cui viene attivato in aria.

Una grafica incredibile

Non possiamo fare a meno di dedicare uno spazio anche alla componente tecnica: è su questo fronte che il titolo BioWare, grazie all'uso del motore Frostbite, ci ha spiazzati. In termini positivi. Vedere Anthem sia nella demo a porte chiuse, ma soprattutto giocarlo dal vivo, ci ha letteralmente stupiti. Lato grafica, almeno su PC, il titolo mostra esattamente il ben di dio visto in conferenza: l'orizzonte visivo è sterminato, lo scenario è costantemente in movimento grazie ai fenomeni meteorologici, al ciclo giorno-notte e ad una interattività ambientale che sfocia anche in una buona distruttibilità dello scenario. Ovviamente non c'è stato modo di conoscere la componentistica tecnica montata nel computer di prova ma ciononostante il gioco ci ha meravigliato esattamente come aveva fatto un anno fa, durante il suo primo reveal.

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E poi c'è quella che appare essere già come una totale libertà di movimento all'interno dello scenario. È scontato che in questa fase dobbiamo affidarci a delle impressioni molto provvisorie e abbozzate però ci è piaciuto notare come lo sviluppatore cercasse di obbligarci a seguire determinate direzioni durante la demo proprio per evitare che ci imbattessimo in componenti secondarie, nemici di livello superiore o zone ancora tenute nascoste alla stampa. Quello esplorativo potrebbe essere il fattore in grado di distinguere sensibilmente l'esperienza finale di Anthem dall'offerta della concorrenza, portando sullo schermo quella capacità di creare mondi originali e credibili che in passato ha fatto la fortuna di BioWare.

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Restano da scoprire ancora numerosissimi aspetti di questo gioco, a partire dalla quarta tipologia di Javelin, l'Interceptor che, al di fuori degli artwork di riferimento, non è ancora mai stato mostrato nei suoi elementi peculiari. Ma non fatichiamo a immaginare che sarà anch'esso fortemente personalizzabile e ricoprirà un ruolo focalizzato sulla rapidità come figura dedita agli attacchi mordi e fuggi. Proprio il grado di configurazione sembra essere elevatissimo, con i due Colossi che ci accompagnavano durante la prima demo che non si distinguevano solo per le scelte cromatiche dell'armatura, ma anche per le armi equipaggiate (un lanciafiamme al posto di un mitragliatore pesante). Insomma di carne al fuoco ce n'è veramente tanta e noi speriamo di poter tornare a provare Anthem il prima possibile.

Anthem ci ha stupito e convinto, non possiamo fare a meno di segnalarlo in conclusione di questo primo incontro con il nuovo titolo BioWare. Pur rimanendo ancora poco chiaro nelle sue meccaniche basilari, nella pervasività delle componenti MMO e nella effettiva gestione dei Javelin in termini di elementi ruolistici, Anthem fa già una splendida figura sia tecnicamente che nell'immediatezza e piacevolezza del suo sistema di combattimento. I punti di contatto con la concorrenza sono numerosi ma questo non può essere considerato un difetto a priori, almeno in questa fase. Da qui al 22 febbraio 2019, giorno di uscita del gioco, avremo sicuramente moltissime occasioni per tornare a provare il titolo e sapremo sicuramente fugare molti dei numerosi dubbi rimasti in sospeso.

CERTEZZE

  • BioWare ha la volontà (e la capacità) di spingere in avanti il genere in termini narrativi
  • I combattimento sono frenetici, immediati e appaiono già ben strutturati
  • Tecnicamente è un titolo davvero incredibile...

DUBBI

  • ...ma ovviamente la nostra prova era in un scenario ben delimitato
  • Mancano tutti i dettagli sulla fase di leveling e sull'end game