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Anthem, il provato di una Stronghold di alto livello

Cerchiamo di capire qualcosa in più sull'end game di Anthem. Quanto ci sarà da farmare? Cosa promette? Lo abbiamo provato in anteprima.

PROVATO di Tommaso Valentini   —   01/02/2019
Anthem
Anthem
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Si sta facendo un gran parlare di Anthem in queste ultime settimane. Alcuni sono rimasti colpiti dalle anteprime positive della stampa, altri sono rimasti estasiati da quanto visto e provato nella vip demo di sette giorni fa, mentre altri ancora continuano a odiare ferocemente quanto proposto da Electronic Arts e Bioware, guidando una crociata contro ogni difetto del titolo. Tutte queste categorie di persone si basano però su elementi parziali, mancando all'appello l'elemento più importante di tutti: l'end game. Proprio così, perché se è vero che si può intuire il percorso che farà Anthem durante i prossimi mesi, è pressoché impossibile sapere ora se il titolo sarà un successo o meno. Forse nemmeno la stessa Bioware potrebbe sostenere un punto fermo in questa discussione visto che da sempre i giochi online vanno a scontrarsi con la velocità dei giocatori, con la loro fame di cose da fare e con la predisposizione del team di sviluppo a lanciare nuovi contenuti sul piatto assecondando i desideri della propria fan base. A Londra la scorsa settimana abbiamo provato i contenuti iniziali, come già scritto nella nostra precedente anteprima ma anche qualche Stronghold più avanzata.

Anthem Vga 2018

Spugne di proiettili

Una delle più grandi perplessità dei giocatori della demo VIP di Anthem era legata al fatto che non ci fossero reali istanze impegnative in grado di mostrare qualcosa in più del semplice spara spara all'impazzata verso qualsiasi bersaglio, meccanica che ha contraddistinto sostanzialmente tutti i contenuti della demo. Ed effettivamente i momenti iniziali, anche a modalità difficile, sono semplici e lineari: si corre, si salta e si spara nel tentativo di inanellare più colpi possibili nei corpi dei resistenti avversari. Certo, qualcuno richiede un po' più di ingegno per essere abbattuto ma possiamo tranquillamente affermare che l'impegno profuso per completare le prime istanze e missioni non abbia smosso la nostra attività celebrale in maniera soddisfacente. Fortunatamente le cose cambiano salendo di livello, con i Javelin impegnati in battaglie piuttosto lunghe e dalle meccaniche più variegate. La Stronghold che abbiamo provato sul finire della nostra giornata in compagnia di Bioware ha richiesto in maniera imperativa un pizzico di strategia, sufficiente per non lasciare che il gameplay si appiattisse eccessivamente pur senza renderlo una corsa senza senso alla ricerca di soluzioni per enigmi assurdi.

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La meccanica del boss che abbiamo affrontato, insomma, voleva che distruggessimo in rapida sequenza dei generatori, i quali fornivano impulsi energetici per proteggere il bersaglio. Una volta abbattuti il boss mostrava le sue vulnerabilità ed era semplice per il gruppo capire a cosa sparare per accelerare l'avvicinarsi della fine dell'istanza. In tutto questo però, altri elementi si andavano ad accumulare con lo scorrere del tempo. Anthem sembra voler spingere fortemente sulle orde e quando si inizia a giocare in Grandmaster queste diventano una sorta di orologio per la missione visto che già a Grandmaster 1 i membri del team dovranno iniziare a dividersi i compiti, per non restare senza DPS sul boss da una parte e per evitare di essere accerchiati e schiacciati dai nemici dall'altra, magari alternando addirittura rotazioni specifiche per ripristinare vita e munizioni. Già, perché l'end game di Anthem si prospetta essere molto complesso e punitivo e sebbene Bioware abbia spergiurato che qualsiasi composizione sarà fruibile e si potrà giocare con il Javelin che si preferisce, la nostra esperienza ci suggerisce che girare con troppi colossi rallenterà in maniera esasperante la pulizia dei nemici rendendo davvero troppo difficili gli scontri con lo scorrere del tempo.

Se insomma volete giocare con un gruppo di amici, per quello che abbiamo visto, vi servirà comunque amalgamare bene il team e includere sempre almeno un tank e uno storm. Composizione, coordinazione e combinazioni sono le chiavi essenziali per fare bene quindi con quest'ultimo elemento che difficilmente potrà essere trovato giocando in solitaria ed entrando nelle Stronghold con il semplice Matchmaking. Anthem usa come ben saprete un sofisticato sistema di combo suddiviso in primer e detonatori, che innescano effetti e danni supplementari non appena questi vengono utilizzati in rapida successione. Funzionano se applicati attraverso le armi e le abilità del proprio Javelin ma si possono attivare le combo anche sfruttando i primer applicati dai compagni. Ecco allora che partire preparati e conoscendo il setup degli altri membri di squadra sarà fondamentale per affrontare le difficoltà superiori delle istanze e delle attività finali. Dulcis in fundo già a Grandmaster 2 sarà richiesto un fuoco di precisione sui punti deboli dei nemici, siano essi le semplici truppe o gli élite più coriacei.

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Come Diablo, ma senza Auction House

Tutta questa fatica e questa coordinazione serviranno principalmente per ottenere loot sempre migliore, alzare il livello del proprio Javelin e buttarsi alle difficoltà massime per cercare di raggiungere il cap, che vi ricordiamo essere separato tra esperienza e livello di equipaggiamento. Le varie difficoltà Grandmaster funzionano esattamente come quelle di Diabloe più vi addentrerete nelle missioni complesse migliori suffissi avranno gli oggetti che "dropperete", permettendovi così di sperimentare nuove build e sfruttare nuove composizioni del party. Il fine ultimo è insomma quello di raggiungere il massimo livello del Javelin e sfondarsi di istanze più complesse fino a non poterne più. Tutto questo include ovviamente una certa ripetitività intrinseca, un marchio di fabbrica di giochi di questo tipo a cui tutti i giocatori di looter shooter e hack 'n' slash dovrebbero essere già abituati, soprattutto se pensiamo che i drop avranno una forte componente casuale e che per ottenere quello perfetto potrebbero essere richieste più e più run. Fortunatamente verremo aiutati dall'immancabile crafting, che dovrebbe ammorbidire leggermente la situazione. Bioware si è infine tenuta ben distante dal rivelare informazioni essenziali come il numero di istanze e ore necessarie per portare a termine la trama principale, dati ed elementi dei quali entreremo in possesso con buona probabilità solo dal 15 di gennaio, quando cioè i primi giocatori entreranno sui server attraverso l'accesso anticipato su PC.

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Anthem è un titolo che sta spaccando il pubblico e gli enormi problemi sui server della demo VIP non hanno certo aiutato a distendere la situazione. Per quello che abbiamo provato, il titolo resta spettacolare e davvero divertentissimo da giocare ma capiamo e sposiamo le preoccupazioni di chi non sa davvero cosa aspettarsi per i contenuti post lancio e per l'evoluzione del gioco, elementi troppo complessi e difficili da prevedere al momento. L'unica cosa certa è che tra qualche ora ci si potrà buttare nuovamente sui server di gioco e togliersi qualche altro sfizio, in attesa del 22 febbraio.

CERTEZZE

  • Meccaniche ricercate per le istanze di alto livello
  • Varietà nelle cose da fare e nelle build

DUBBI

  • Ci potrebbe essere molta meno libertà nei loadout di quanto speriamo
  • Se temete la ripetitività potrebbe non essere il gioco per voi