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Assassin's Creed Valhalla, dieci curiosità sui vichinghi

Saccheggiatori, commercianti, coloni e mercenari, ma anche uomini attenti alla moda e all'igiene personale: vi raccontiamo dieci curiosità che (forse) non sapete sui vichinghi

SPECIALE di Massimo Reina   —   09/11/2020

Come ormai risaputo da mesi, il nuovo Assassin's Creed intitolato Assassin's Creed Valhalla è ambientato in un periodo storico che su queste pagine non abbiamo esitato a definire più volte "affascinante", complice anche i suoi protagonisti, ovverosia i vichinghi. Per secoli si è guardato a questa civiltà come a un unico popolo di violenti e selvaggi guerrieri dediti solo alla pirateria e alla razzia mentre, come si è poi scoperto negli anni con l'evoluzione della ricerca storica, era anche caratterizzata da altri aspetti, tra l'altro positivi.

Oltre a poter vantare competenze tecnologiche, per esempio, in linea di massima possedeva una discreta cultura sociale, aperta e "democratica", dove le donne godevano di alcuni diritti fondamentali, più che in altri ambiti cosiddetti "civili" dell'epoca. Ma queste sono solo alcune delle tante caratteristiche spesso non abbastanza evidenziate di questa civiltà. Ecco perché abbiamo pensato di dedicare loro un articolo su dieci curiosità che (forse) non sapete sui vichinghi.

I vichinghi non erano un “vero” popolo

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I cosiddetti vichinghi non erano un popolo, né erano membri di una nazione, visto che non avevano una particolare identità etnica. Durante la loro epoca, infatti, il vasto territorio che ora compone la Danimarca, la Norvegia e la Svezia era formato da un mosaico di tribù guidate ciascuno da capi, che spesso combattevano l'una contro l'altra quando non erano occupate in spedizioni lungo le coste straniere. Secondo gli studiosi, probabilmente nemmeno si chiamavano tra di loro "vichinghi": il termine deriverebbe infatti dall'antica lingua norrena, per alcuni dalla parola vik, ovverosia "baia o insenatura", a indicare la locazione marinara dei principali insediamenti di questa gente, per altri invece dal termine "vikja", che significava "allontanarsi, spostarsi".

Cornuti a chi?

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I possenti guerrieri nordici vengono da sempre rappresentati nei film, nei romanzi e nei fumetti quasi sempre con elmetti caratterizzati da grosse corna sui lati. In realtà, secondo gli storici, la maggior parte dei combattenti norreni o non indossava nessun copricapo durante le battaglie oppure, se lo faceva, era generalmente fatto di pelle e, molto più raramente di qualche lega di metallo. Ma in tutti i casi, senza alcuna sporgenza ossea animale montate su di essi. L'iconico elmo con le corna che conosciamo dalla cultura popolare dovrebbe derivare da una creazione fantastica del costumista Carl Emil Doepler, che dovendo realizzare dei costumi teatrali per una produzione del 1876 incentrata su L'anello del Nibelungo di Richard Wagner, immaginò gli eroi dell'opera ispirata alla mitologia nordica con sulla testa proprio i sopra citati elmi.

L’igiene innanzi tutto

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Nonostante l'aria e l'indole aggressiva tipica dei popoli guerrieri, e il fatto che trascorressero tanto tempo in mare o a depredare villaggi, i vichinghi non trascuravano l'igiene personale. Insomma, erano tutt'altro che "barbari" rozzi e... zozzi. Pare infatti che in diversi siti archeologici, gli studiosi abbiano individuato dopo accurati scavi pinzette, rasoi, pettini e detergenti per il corpo e per le orecchie, realizzati in gran parte con ossa e corna di animali. I vichinghi facevano inoltre il bagno almeno una volta alla settimana, quindi di certo molto più frequentemente di altri europei del loro tempo, e amavano dilungarsi in rilassanti bevute nelle calde sorgenti acquifere.

Biondo è bello!

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Oltre all'igiene personale, questi possenti guerrieri pare fossero anche un tantino vanitosi, e che non disdegnassero quindi di tingersi barba e capelli per risultare più piacevoli alle donne. Si dice in tal senso che quelli che avevano una peluria più scura, sul castano, fossero soliti schiarirseli utilizzando un sapone con un alto contenuto di liscivia, una soluzione detergente ottenuta filtrando un miscuglio di cenere di legna in acqua bollente, in altri popoli usata per fare il bucato o per indolcire le olive, proprio per schiarirsi i peli. In generale gli uomini liberi portavano i capelli fino alle spalle e la barba lunga, ma molti guerrieri, per evitare di essere afferrati per la chioma in battaglia, erano soliti rasarli, almeno sui lati.

I vichinghi non erano solo conquistatori

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Ebbene sì. Molti dei cosiddetti vichinghi erano più abili a impugnare una sega o una falce che una spada. E anche quelli che sapevano combattere e distinguersi in battaglia, erano abili anche nei lavori quotidiani. Come dimostra la perizia nella costruzione di navi ed altri oggetti, soprattutto in legno e ferro, quando non erano impegnati in scorribande in giro per l'Europa questi uomini erano abili artigiani, carpentieri ed esperti costruttori di navi e di armi, oltre a essere dei bravi contadini. Per buona parte dell'anno erano infatti soliti lavorare nelle loro piccole fattorie, coltivando la terra, principalmente orzo, segale e avena, e allevando animali come bovini, capre, maiali e pecore, per produrre il cibo necessario per mantenere la famiglia.

I diritti delle donne

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I vichinghi, dunque, non erano un agglomerato di ignoranti e selvaggi guerrieri uniti tra di loro dalla sete di sangue, ma come abbiamo visto, un microcosmo di popoli fatto di artigiani, commercianti, eccellenti ingegneri navali e così via. Civiltà che potevano vantare perfino una copiosa tradizione orale e una cultura piuttosto aperta, considerando i canoni dell'epoca. Specie per quanto riguarda i diritti delle donne. Quelle vichinghe godevano infatti di alcuni privilegi fondamentali, come quello di poter scegliere il marito, ereditare proprietà, richiedere il divorzio e reclamare indietro la loro dote nel caso il loro matrimonio fosse fallito. Tutto questo, ovviamente, a patto di non finire schiave.

La tratta degli schiavi

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La schiavitù è purtroppo un fenomeno che risale alla notte dei tempi e che non ha mai riguardato solo una particolare etnia o area geografica del nostro pianeta. Anche i vichinghi erano attivi nella tratta di esseri umani. Durante le loro incursioni, essi erano infatti soliti catturare e fare schiavi soprattutto donne e giovani che poi utilizzavano per farli lavorare nelle loro fattorie o nei loro accampamenti, oppure rivendevano nei mercati in Europa e nel Medio Oriente. Ma durante i conflitti interni, ovverosia tra "tribù vichinghe", capitava anche che schiavizzassero persone di altri territori come loro di lingua e cultura norrena. In generale, gli individui sottoposti a questo regime di schiavitù venivano chiamati "thrall" e attorno al collo, nelle aree scandinave dove eventualmente servivano un padrone vichingo, indossavano al collo una sorta di collare.

Democratici senza trucco

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Nonostante i suoi popoli non disdegnassero di possedere o vendere schiavi, alla civiltà vichinga viene attribuita l'invenzione di una primitiva forma di democrazia parlamentare. Secondo alcuni esperti di storia vichinga, un primo esempio di tale forma di "governo" lo si ebbe a Logtun, in Norvegia, circa dieci secoli fa. È in quella che oggi fa parte della municipalità di Frosta, nella contea di Trøndelag, che su una collinetta, una volta l'anno si riuniva il "thing" o "ting", un'assemblea di 485 delegati in rappresentanza di dodici tribù, per legiferare su temi di interesse comune. E a quanto sembra non fu un caso isolato: pare infatti che anche in Islanda, all'incirca nello stesso periodo (non a caso è in corso una disputa tra le due nazioni nell'attribuzione storica di "primo esempio di parlamento"), si formò un parlamento analogo tra i vari capi clan, presieduto da un lögsögumadur,una figura giuridico-politica che nel thing recitava, con l'aiuto della poesia, tutte le regole, le leggi e le consuetudini.

I berserkir

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In battaglia i vichinghi non avevano ufficiali o gradi, come invece per gli eserciti di altre civiltà. C'era solo un capo a guidare un gruppo di guerrieri (un mix spesso di cittadini comuni e professionisti), generalmente il capitano della drakkar, le famose navi nordiche piccole, agili e con spesso la forma di un drago a prua. Ad accompagnarli potevano esserci uno o più guerrieri d'élite chiamati berserkir o berseker, per via delle pelli di animali che si dice indossassero in battaglia ("bear-sark" significa "pelle di orso" in antico norvegese). Si trattava di veri e propri "campioni", di grandi e valorosi guerrieri senza paura, votati al dio supremo della guerra Odino. Pare che si considerassero invulnerabili e invincibili, e che lottassero in una sorta di furiosa trance chiamata "berserkergang", frutto di un presunto stato psichico di sospensione che li portava a entrare in contatto con l'entità a loro sacra.

Non bevevano solo birra

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A detta di molti studiosi, lo stato di trance dei berseker non era determinato da nessun intervento divino, quanto probabilmente piuttosto dal.... vino. Nel senso che veniva indotto in buona parte da alcol o droghe. I vichinghi erano infatti dei grandi bevitori, prevalentemente di birra, ma non disdegnavano di degustare il famoso idromele e perfino del vino. Anche se quest'ultimo, a meno che non si trattasse di quello importato dal Rhineland, come confermato dal ritrovamento di alcune anfore a Jorvik e Dorestad, non aveva nulla a che vedere con la bevanda che comunemente conosciamo noi, ovverosia quella ottenuta dalla fermentazione del frutto della vite, l'uva, o del mosto. Il vino dei vichinghi pare invece fosse a base di una miscela composta da bacche rosse e da linfa di betulla, e che avesse pure un pessimo sapore.