Gli autori di videogiochi provenienti dall'ex blocco sovietico hanno spesso provato a tradurre in pixel il trauma della fine dell'Unione Sovietica. Basti pensare alla serie S.T.A.L.K.E.R. o a quella Metro, per avere due esempi concreti di opere post comuniste, in cui il giocatore si trova a percorrere i resti di una cultura andata in frantumi, che ha lasciato il posto solo alla disperazione e al degrado. Atomic Heart parte da una prospettiva differente, ma sempre legata allo stesso scenario storico: qui l'URSS è ancora viva e vegeta e, anzi, ha prosperato grazie a un'incredibile rivoluzione tecnologica, pur essendo ancora il 1950. Pensate che c'è già internet, dove si possono pubblicare le foto dei gattini comunisti. La scienza russa è all'avanguardia, così come lo sono le infrastrutture pubbliche e le strutture di ricerca.
Il protagonista, un'ufficiale del KGB, tal P-3, dovrà proprio scoprire cosa sta succedendo in una di queste ultime, la Soviet Facility N° 3826, dove pare che le macchine si siano ribellate agli esseri umani. Cos'è successo? Riusciremo a risolvere l'incidente cancellando tutte le prove? Per scoprirlo dovremo affrontare una serie di livelli aperti, combattendo come forsennati per sopravvivere agli orrori che ci aspettano.
Recentemente la software house Mundfish ha pubblicato un trailer del gioco, che abbiamo provato ad analizzare cercando di capire cosa ci è piaciuto e cosa meno di Atomic Heart.
Ciò che ci ha convinti
- Alcuni dei luoghi visitabili sembrano davvero ispirati
Uno degli aspetti che più ci è piaciuto del trailer è di come sia riuscito a introdurre una serie di luoghi davvero particolari, che danno l'idea di una buona ricerca dal punto di vista storico e architettonico, oltre che dell'immaginario. Alcune sequenze, come lo strano laboratorio che viene mostrato al sedicesimo secondo del filmato, sembrano mescolare il razionalismo sovietico a una precisa visione retrofuturista; un modo di costruire i mondi di gioco poco battuto dalle nostre parti, quindi doppiamente affascinante. Del resto il semplice fatto che l'ambientazione non sia composta nei soliti canoni USA regala una certa esoticità al tutto, in particolare agli occhi di un occidentale. Quindi ecco i simboli del comunismo stagliarsi maestosi su di strutture futuristiche popolate da robot che sembrano usciti da un volantino di propaganda del regime staliniano. Vale sicuramente la pena di combattere in un luogo del genere. - La storia pare essere intrigante, quanto meno quella raccontata dall'ambientazione
Partendo dal punto precedente, emerge una qualità narrativa che sembra essere davvero elevata. Non parliamo tanto della storia in sé, di cui si conosce in realtà solo la sinossi generale, quanto del racconto fatto dall'ambientazione, che segue ovviamente la costruzione del mondo di gioco. Ovviamente si tratta d'impressioni, ma la città sulle nuvole (gli sviluppatori avranno sicuramente amato Bioshock Infinite), quei laboratori in cui tutto sembra essere andato per il verso sbagliato e la presenza stessa di un'attività antropica ancora ben visibile (non sappiamo il livello di distruzione con cui ci andremo a confrontare), per fare alcuni esempi, rendono il tutto davvero intrigante e stimolante. Poi magari tante ottimi intuizioni saranno vanificate da una scrittura mediocre, ma lasciateci sperare. - I combattimenti sembrano furiosi e adrenalinici al punto giusto
Uno degli aspetti che più ci ha convinti del trailer sono i combattimenti, che sembrano adrenalinici al punto giusto. In particolare ci ha fatto una buona impressione la quantità di armi e poteri differenti che vengono impiegati dal protagonista, che sembrano poter garantire una certa varietà. L'idea di fargli indossare un guanto speciale per avere poteri extra non è originalissima, ma se ben sfruttata può fare la differenza. Ora, va detto che naturalmente abbiamo potuto saggiare solo delle brevissime sequenze di gioco, oltretutto montate in un certo modo, quindi pensate per produrre determinate impressioni. I combattimenti della versione finale di Atomic Heart potrebbero non essere all'altezza delle aspettative, ma questo è tutto da verificare... e in fondo qui d'impressioni stiamo parlando, quindi non vogliamo certo dare un giudizio definitivo, ma solo raccontare delle sensazioni ci sono state comunicate dal trailer.
Ciò che ci ha convinti di meno
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Graficamente sembra molto bello, ma ci ha impressionati di meno rispetto al primo materiale reso pubblico
Atomic Heart sembra un gioco graficamente molto bello, stando a quanto visto nel filmato. Alcune cose sono davvero impressionanti, a dirla tutta, tanto che è difficile credere che a realizzarle sia stato uno studio indipendente senza grossi nomi alle spalle. Nonostante ciò i filmati precedenti ci avevano impressionato di più, almeno dal punto di vista della tecnica bruta, forse proprio perché più mirati a quell'obiettivo. Qualcuno parlerebbe, sbagliando, di downgrade. Noi pensiamo più a una limatura grafica dovuta al processo di ottimizzazione. Del resto potremmo anche essere in errore, perché il nuovo trailer non mostra sequenze facilmente comparabili con quelle viste nei video precedenti. Diciamo che la qualità è rimasta comunque altissima, ma ora è più in linea con l'hardware sul mercato. - Il gameplay non sembra avere chissà quali spunti innovativi
Certo, come abbiamo detto i luoghi mostrati ci sono piaciuti e abbiamo amato le sparatorie, ma alla fine del video ci siamo comunque chiesti se Atomic Heart avrà qualche spunto innovativo da offrire dal punto di vista delle meccaniche di gioco, o se gli sviluppatori si stiano semplicemente limitando a cercare di realizzare un ottimo sparatutto in prima persona. Con questo non vogliamo affermare che ci sia bisogno di originalità a tutti i costi per fare un buon gioco, solo che ci piacerebbe che almeno i team emergenti osassero un po' di più. Anche perché, se non lo fanno loro, chi può permettersi di farlo di questi tempi? - C'è un mondo aperto, ma ci limiteremo solo a sparare?
Ricapitoliamo: sappiamo che Atomic Heart ci farà viaggiare all'interno di livelli aperti (quindi non un open world puro, ma un insieme di grosse mappe esplorabili in lungo e in largo), sappiamo che ci saranno molte armi, sappiamo che queste ultime saranno modificabili (quindi in giro ci saranno dei materiali raccoglibili), che potremo distribuire punti in un albero delle abilità, che ci saranno dei personaggi con cui parlare (o che quantomeno saranno protagonisti di sequenze filmate) e che avremo dei poteri speciali. Ciò che non sappiamo è se le mappe saranno solo un teatro per gli scontri, o se consentiranno anche altre forme d'interazione. C'è da dire che non è essenziale che ci sia altro, se quello che c'è è fatto bene e i ritmi sono studiati a dovere, solo che sarebbe bello avere più chiarezza su cosa comporteranno certe scelte di design e su cosa potremo e cosa non potremo fare.