Siete pronti alla recensione di Battlefield 2042? Perché noi non lo siamo affatto e in questo articolo troverete le nostre impressioni sul gioco completo, ma non un voto finale. Electronic Arts ha scelto di non distribuire codici per le recensioni, sostituiti da un evento suddiviso in tre giorni, ciascuno dedicato a una delle tre modalità presenti nel gioco: troppo poco per esprimere un giudizio sufficientemente ragionato, per capire appieno tutte le meccaniche presenti, o anche solo per avere la certezza che Battlefield 2042 sia giocabile su console come su PC, ovvero l'unica versione che abbiamo potuto provare in anteprima.
Ciò nonostante, questa non sarà un'occasione persa, cercheremo infatti di trasformarla in una sorta di alternativa alla classica recensione con voto numerico che contraddistingue la critica videoludica praticamente da quando è nata. Il primo passo sarà quello di sostituire il giudizio universale tanto caro a Metacritic con i nostri legittimi dubbi, ragionando allo scoperto là dove in altre situazioni ci saremmo limitati a più concise riflessioni finali che comunque arriveranno, naturalmente, una volta che avremo potuto testare Battlefield 2042 per tutto il tempo necessario.
Prepararsi alla battaglia
Tra dubbi e certezze, l'interesse attorno a questo nuovo Battlefield è sorprendentemente alto, merito della prepotenza tecnica di DICE, che per la prima volta promette meraviglie esclusive agli affamatissimi possessori di console next-gen, e di un impianto gioco che sembra aver trovato una delle sue possibili forme finali dove l'unicità, la chiarezza e il divertimento della formula viaggiano finalmente di pari passo. Più che un nuovo Battlefield, questo 2042 è una sorta di monumento all'intero progetto, all'intera serie, dove la ricetta segreta è stata finalmente riscritta daccapo togliendo tutte le cancellature e integrando quelle aggiunte che si erano accumulate nel corso degli anni. Battlefield 2042 è il Battlefield che li contiene tutti, frase a effetto che inevitabilmente ci conduce verso l'inflazionato concetto di gioco piattaforma, e la modalità Portal è qui a confermarlo.
Dubbi passati
Avere interesse verso un gioco non significa però volerlo automaticamente acquistare. E qui Battlefield 2042 deve affrontare diversi problemi per convincere definitivamente chi lo sta seguendo da lontano, in primis far dimenticare agli utenti i mezzi passi falsi rappresentati da Battlefield 1 e Battlefield V. Entrambi i titoli non sono riusciti a soddisfare il pubblico della serie, né ad attrarne di nuovo, e anche se hanno permesso a DICE di lasciarsi definitivamente alle spalle i grandi problemi che hanno funestato il lancio dei comunque ottimi Battlefield 3 e Battlefield 4, il loro ricordo non spinge a un acquisto impulsivo di Battlefield 2042, consiglia anzi una più attenta attesa.
Non aiuta la mancanza di coraggio che sembra aver bloccato Battlefield 2042 tra due diverse epoche: quella dei giochi pacchettizzati a prezzo pieno e la più moderna e accattivante formula free-to-play che proprio nel campo dei giochi multiplayer è da diverso tempo la più apprezzata e, dati alla mano, remunerativa. Da questo punto di vista, Battlefield è sempre andato a rilento: è stato l'ultimo ad accorgersi che far pagare le espansioni comportava più problemi che introiti e oggi è l'ultimo grande shooter online privo di una campagna a richiedere un biglietto d'ingresso senza sconti. L'unica concessione a sistemi più moderni è la possibilità di provare il gioco per dieci ore attraverso il sistema EA Play, disponibile su ogni piattaforma per il quale uscirà il gioco e incluso anche negli abbonamenti Xbox Game Pass su PC e/o console. Mai come ora, Battlefield avrebbe beneficiato di un qualche tipo d'invenzione, un'acrobazia del reparto marketing con il quale portarlo fin da subito nelle case di più persone possibili.
Cosa cambia?
Quel che potrebbe convincere i tanti dubbiosi sono i grossi cambiamenti che hanno interessato il ritmo e lo svolgimento delle battaglie. Non è subito chiaro il perché Battlefield 2042 da giocare sembri così diverso rispetto ai predecessori, un maggior equilibrio di armi e abilità non arriverebbero a tanto. In Battlefield 2042 si collabora molto più strettamente con il resto della truppa (ogni plotone è composto da quattro giocatori) e l'andamento della guerra prevede quasi sempre un viaggio con una sua epica, una sua narrativa emergente, invece che la costante fretta kamikaze di tornare in azione che caratterizzava i titoli precedenti.
La risposta pensiamo di averla trovata giocando sulle mappe del passato incluse nella modalità Portal, dove siamo subito tornati a muoverci e a interagire con il resto del plotone come eravamo abituati in precedenza: tutti insieme, ma fino a un certo punto. La differenza sostanziale tra Battlefield 2042 e i Battlefield precedenti sembra quindi provenire più dal level design, oltre che dal gran numero di giocatori supportati (128 contro i 64 dei capitoli precedenti, ma solo su PC e nextgen) che dai cambiamenti al gameplay che in fondo non sono poi nemmeno così numerosi. La novità più grande è l'aver sostituito i classici e anonimi soldati con degli specialisti, ognuno con due abilità uniche, ai quali potremo cambiare comunque totalmente equipaggiamento.
Le abilità presenti però sono piuttosto limitate, si nota una certa paura nell'esagerare e di conseguenza danneggiare quel realismo apparente che da sempre caratterizza lo sparatutto firmato da DICE, eppure in alcuni casi, se ben utilizzate, possono spingere la collaborazione tra commilitoni ben oltre quanto ci si aspetterebbe dal solito Battlefield, specialmente nelle modalità Sfondamento e Hazard Zone. Come scoprirete, anche la più classica modalità Conquista avrà un respiro totalmente diverso da quello che si poteva sperimentare sulle vecchie, ma indimenticabili Caspian Border o El Alamain, tra l'altro entrambe presenti nella modalità Portal.
Band of Brothers
Durante questa sessione per la recensione, ad Hazard Zone è stata dedicata un'intera serata di gioco. Nelle quattro ore a nostra disposizione siamo riusciti subito a capirne il funzionamento di massima senza grossi problemi, in fondo si tratta di una sorta di Escape from Tarkov in versione semplificata, ma l'esperienza è stata troppo breve per riuscirne a carpire tutti i potenziali risvolti strategici. In Hazard Zone ogni plotone sbarca in un punto casuale della mappa ed è chiamato a raccogliere più chip possibili dai satelliti caduti e sparsi sul campo di battaglia e infine fuggire attraverso uno dei due punti di estrazione che verranno rivelati nel tempo. Si può anche scappare privi di chip, ma questo vorrà dire non avere crediti da spendere per l'equipaggiamento iniziale nella prossima partita. Quando un amico muore in Hazard Zone e non è più possibile curarlo, potrà essere richiamato in battaglia attraverso dei computer che potremo acquistare alla partenza, oppure trovare lungo il cammino verso la fuga.
Hazard Zone è totalmente diverso dal classico Battle Royale, la mappa non si restringe ed è appunto possibile investire crediti nell'equipaggiamento a inizio turno; oltre alle altre squadre con le quali si è in competizione sono presenti anche dei bot che renderanno l'azione più intensa e imprevedibile, ma riesce comunque a trasmettere le stesse avventurose emozioni che spingono milioni di persone a divertirsi quotidianamente con giochi come PUBG e Apex, dove ogni partita è appunto un viaggio di una "band of brothers" pronta a tutta pur di salvarsi la pelle. In Hazard Zone non è nemmeno così importante ingaggiare il nemico, dal quale si può fuggire per buona parte della partita, lo è però decidere quando è il momento più opportuno per sferrare un attacco che potrebbe permettere successivamente un'estrazione, che avviene con un aereo cargo, senza grossi problemi.
La macchina del tempo
La prova di Portal, invece, è stata quella meno interessante, ma la colpa è soprattutto nella scelta delle modalità di gioco che si è stranamente concentrata su dei noiosissimi deathmatch tutti contro tutti che poco hanno a che spartire con Battlefield (tranne l'ultimo dove le regole permettevano solo un coltello e un lanciamissili, quest'ultimo ricaricabile solo saltando cinque volte). Molto più interessante la modalità Vip Fiesta, sempre creata interamente con l'editor di Portal, dove due squadre si affrontano cercando di uccidere per quindici volte il VIP avversario, sempre visibile sulla mappa e interpretato a rotazione da tutti i giocatori di ciascun schieramento. Niente da dire sulle partite che si limitano semplicemente a riproporre mappe e gameplay dei vecchi Battlefield: tornare a giocare a Bad Company 2, Battlefield 1942 o l'immarcescibile Battlefield 3 è stato bellissimo e non vediamo l'ora di rifarlo.
Ottimizzazione PC
Il nuovo ritmo della modalità Sfondamento e la cooperazione necessaria in Hazard Zone sono due delle cose che più ci stanno mancando in questo lasso di tempo a server spenti e saranno le stesse due che proveremo una volta che il gioco sarà a disposizione del pubblico e, cosa più importante, dei nostri amici. Aspettando di veder girare le versioni console, soprattutto quelle PS5 e Xbox Series X|S, vi anticipiamo che su PC il gioco è ottimizzato estremamente bene, include il supporto alle DLSS e non ha mai smesso di funzionare nelle quindici ore totali passati col client in funzione.
Battlefield 2042 si candida con prepotenza ad essere il miglior Battlefield multiplayer di sempre (sulla campagna i due Bad Company non si battono), ma prima deve risolvere certi grossi problemi di bilanciamento di cui soffrono alcune armi e dimostrare che tutte le sue novità siano in grado di funzionare al meglio anche quando i server verranno definitivamente aperti al pubblico.
CERTEZZE
- Ottima grafica e ottime performance su Pc
- Il nuovo level design esalta il gioco di squadra
- Hazard Zone ha grande potenziale
DUBBI
- Le abilità degli specialisti non sembrano così interessanti
- Ci sono da bilanciare diverse cose
- I menù sembrano un disastro