Delle tante doti che si potrebbero attribuire a una casa di sviluppo storica come è Funcom, il coraggio rappresenta probabilmente la più azzeccata: dopo aver raggiunto il grande successo con l'avventura grafica The Longest Journey, ha scelto di cambiare totalmente totalmente rotta realizzando il MMORPG Anarchy Online, avviando contestualmente un lunghissimo ciclo di sperimentazione che l'ha portata a confrontarsi con tantissimi mondi e ispirazioni diverse, da quello sotterraneo e complottista di The Secret World fino addirittura all'universo LEGO, prima di trovare un inaspettato punto d'arrivo in Conan Exiles del 2017, esperienza survival ambientata nella fantasia di Robert Howard che si è rivelata un successo oltre ogni più rosea aspettativa.
Non è un caso, in tal senso, che la prossima fatica dello studio abbia molto in comune con quel progetto: il genere di riferimento è rimasto quello del survival ambientato in un mondo condiviso, mentre la forte licenza fantasy ha ceduto il passo a uno dei fondali fantascientifici più rispettati di tutti i tempi, nientemeno che il Dune di Frank Herbert che sta monopolizzando l'ambizione cinematografica di Legendary grazie ai film di Denis Villeneuve. È proprio così che ha preso forma Dune Awakening: Funcom ha scelto di mescolare tutti suoi maggiori punti di forza per realizzare un'immensa esperienza multigiocatore ambientata sull'intera superficie di Arrakis, determinata a tradurre nelle meccaniche di gioco ciascuno degli aspetti che hanno fatto da sfondo alla guerra per la Spezia.
Dopo cinque anni di sviluppo, qualche fase beta embrionale e la progettazione di una struttura che mira a durare per anni, abbiamo provato Dune Awakening nella sua versione più avanzata, saggiando il gameplay per quasi dieci ore e scoprendo l'interezza della formula ideata da Funcom.
Un Dune "alternativo"
La premessa narrativa alla base di Dune Awakening stravolge diversi punti fermi della saga con il duplice fine di giustificarne l'esistenza e di sfuggire agli stringenti vincoli imposti da Legendary a protezione dei film: Funcom ha scelto di ambientare questo videogioco in una linea temporale alternativa nella quale Paul Atreides non è mai nato. Lady Jessica ha partorito una figlia, è rimasta pienamente fedele ai dettami del Bene Gesserit, si è trasferita su Arrakis assieme al duca Leto Atreides e, di conseguenza, ha sventato l'imboscata della Casata Harkonnen, dando inizio a una violentissima battaglia tra fazioni che è proseguita per oltre quindici anni. In poche parole, la guerra per il controllo della Spezia non si è mai tradotta nella jihad, i Fremen si sono trovati nel mezzo del fuoco incrociato e sono apparentemente svaniti senza lasciare traccia, mentre il pianeta desertico costituisce tutt'ora una polveriera pronta a saltare per aria in qualsiasi momento.
Un approccio di questo genere corre il rischio concreto di stridere con le aspettative di fedeltà degli appassionati di Dune, ma a conti fatti potrebbe rappresentare l'unica maniera sensata per erigere un'esperienza ambiziosa come quella inseguita da Funcom: è evidente che in un mondo con Lisan al Gaib sarebbe praticamente impossibile costruire un sistema di fazioni realmente variegato e convincente. Di contro, a essere rimasta perfettamente intatta è l'essenza di Arrakis e più in generale quella di Dune: fra Ornitotteri, Shai-Hulud, tecniche di lama, la Voce delle Bene Gesserit e la minaccia rappresentata dai Sardaukar, gli autori sono riusciti a tradurre nel gameplay la maggior parte degli elementi cardine della più celebre ambientazione della saga, con l'intento di gettare i pilastri di un universo parallelo che sappia crescere ed evolversi nell'arco dei prossimi dieci anni.
Survival, MMO, gameplay emergente
Così come non sarebbe per nulla azzeccato definire Dune Awakening come un semplice titolo survival, non sarebbe affatto corretto etichettarlo come un tradizionale MMORPG: probabilmente il termine ombrello più calzante è quello di MMO-survival, ma anche in questo caso non basta a contenerne l'ambizione. Gran parte delle meccaniche più avanzate saranno, infatti, strettamente dipendenti dal comportamento adottato dai giocatori, che dovranno contribuire a definirne l'essenza un po' come accaduto in passato in mondi virtuali del calibro di Dark Age of Camelot o EVE Online.
La prima anima, quella survival, è pressoché autoesplicativa in termini di dinamiche. Arrakis è un luogo tutt'altro che accogliente, già di per sé il caldo torrido e la scarsità d'acqua lo rendono particolarmente avverso alla vita, e come se non bastasse un verme delle sabbie potrebbe divorare un viandante sprovveduto in un battito di ciglia. La sopravvivenza rappresenta ancora una volta la pietra angolare del gameplay, nonché il primo ostacolo che ci si trova ad affrontare: tocca capire come trovare l'acqua, dove trovarla e il modo migliore per conservarla. È necessario cercare un riparo durante le ore più calde tenendo sempre sott'occhio il movimento delle ombre, prepararsi a dovere prima di effettuare qualsiasi spostamento fra i pinnacoli rocciosi, organizzare nel dettaglio le spedizioni più rischiose, soprattutto tenere a mente che ogni singola vibrazione prodotta sulla sabbia potrebbe attirare attenzioni indesiderate.
Una volta risolti i problemi più impellenti che caratterizzano l'incipit, l'attenzione è destinata a spostarsi verso la ricerca e lo sviluppo di tecnologie in grado di mutare il modo in cui si approccia Arrakis. Bisogna costruire accampamenti di fortuna, assemblare Sandbike con cui sfuggire alle varianti più gestibili dei vermi, magari arrivare addirittura a costruire Ornitotteri con cui attraversare in un lampo l'immenso deserto di sabbia. Tocca equipaggiarsi con armi e gadget adatti a trarre il massimo da ogni singola risorsa e sviluppare le capacità necessarie per avere la meglio contro i viandanti ostili, con il fine ultimo di erigere basi operative in grado di provvedere in maniera quasi automatizzata ai bisogni primari del protagonista.
Infine, una volta "dominata" la scenografia, avrà inizio la lotta per il potere: Dune Awakening incoraggia i giocatori a fondare e unirsi a Gilde con le quali mettere nel mirino le fasi più avanzate dell'esperienza, come l'esplorazione del Deserto Profondo, una gigantesca regione in costante trasformazione tanto pericolosa quanto ricca di risorse, specialmente della Spezia che fa gola alla galassia intera. I sistemi di fine gioco sono interamente costruiti attorno alle azioni delle suddette Gilde, destinate a darsi battaglia per il dominio delle risorse e soprattutto per votare - settimana dopo settimana - decreti che porteranno effetti molto invasivi nell'esperienza di interi server. Se da una parte è evidente che un sistema come quello inseguito da Funcom richiederà una forte partecipazione da parte della comunità, dall'altra la grezza mole di contenuti presenti fin dal lancio si prospetta davvero impressionante se paragonata a titoli simili.
Sopravvivere su Arrakis
La nostra prova si è svolta durante la "prima fase" di Dune Awakening, ovvero l'impatto con la superficie di Arrakis e una frazione dell'enorme mappa destinata alla pura e semplice sopravvivenza. Dopo aver creato un personaggio del quale bisogna scegliere il pianeta d'origine, la formazione, lo stile di combattimento e ovviamente l'aspetto, ci si trova abbandonati nel mezzo delle dune, trovandosi al cospetto di un tutorial estremamente corposo che chiarisce giusto le prime fra le dozzine di dinamiche e di interazioni che caratterizzano il mondo di gioco.
Raccogliendo l'eredità di Conan Exiles, Dune Awakening concede totale libertà nell'esplorazione, integrando un sistema di arrampicata che consente di raggiungere qualsiasi picco roccioso che sbuca dalle sabbie. Non c'è bisogno di specificare che Arrakis si erge quale protagonista assoluto dell'esperienza, pertanto gli elementi alla base della sopravvivenza sono stati condensati nella resistenza al calore e nell'idratazione del protagonista: se da una parte non è necessario preoccuparsi del cibo, dall'altra si prende coscienza molto rapidamente di quanto sia importante conservare l'acqua, che sia per mezzo delle tute distillanti in grado di riciclarla, attraverso le rose che punteggiando l'ambientazione, o addirittura facendo ricorso all'estrazione di sangue dai corpi degli avversari eliminati.
Non trascorre molto tempo prima che il sistema di risorse e costruzioni faccia il suo ingresso sulla scena: lo sviluppo di tecnologie, la costruzione totalmente libera del primo insediamento e l'implementazione di raffinerie o fabbricatori d'ogni genere alzano rapidamente il sipario su un ricchissimo apparato d'evoluzione tecnologica che strizza l'occhio alle più classiche esperienze survival. Si comincia costruendo dispositivi in grado di distillare acqua purificata dal sangue e si finisce mettendo insieme la prima Sandbike con cui superare il primo grande scoglio all'esplorazione di Arraks, ovvero le distese sabbiose pattugliate dalle varianti più piccole - già grandi come palazzi - dei vermi delle sabbie, tratteggiando la più classica struttura a base di progressione incrementale ormai onnipresente nelle derive del genere.
A uscire vincitrice dalle prime sequenze di gioco è, tuttavia, la rappresentazione delle regioni iniziali di Arrakis: i panorami si rivelano davvero suggestivi, specialmente quando un altro giocatore allerta uno Shai-Hulud portandolo a emergere dal terreno e a stagliarsi sul fondale del cielo stellato, magari mentre una corazzata Harkonnen domina a sua volta l'orizzonte. Non si tratta semplicemente di vezzi estetici: ovviamente, quando il personaggio viene sconfitto, perde parte delle risorse accumulate e dovrà tornare a recuperarle, ma ciò non sarà possibile se lo zaino dovesse finire nell'intestino di un verme delle sabbie. Insomma, tocca prestare molta attenzione a dove si mettono piedi e in particolar modo all'indicatore che tiene traccia delle vibrazioni...
Narrazione, combattimento ed esplorazione
Riassumere l'interezza di Dune Awakening in poche righe è praticamente impossibile, perché si tratta di un grosso mosaico composto da dozzine di tessere: accanto alle meccaniche survival, Funcom ha scommesso su un sistema da sparatutto in terza persona, ma al contempo ha dovuto rendere onore anche alle immancabili battaglie all'arma bianca, trovandosi dunque a dover intrecciare un sistema di combattimento corpo a corpo e uno dalla distanza, oltre che capacità come il potere della Voce e tutti gli altri elementi che compongono l'universo di Dune.
Ciò, in concreto, si riflette nelle diverse attività da svolgere su Arrakis che prendono il largo dal deus ex machina narrativo: inviato dal Bene Gesserit, il protagonista ha il compito di mettersi sulle orme di quel popolo Fremen che le forze in gioco ritengono ormai sterminato dai Sardaukar. Una volta sulla superficie, in seguito al primo contatto con una misteriosa entità e soprattutto con le allucinazioni causate dalla Spezia, capita d'imbattersi nelle tracce della razza guerriera raccontate attraverso una serie di visioni ma soprattutto l'esplorazione di strutture abbandonate, in tutto e per tutto assimilabili a piccoli dungeon permeati di narrazione ambientale.
Nelle fasi iniziali è capitato di esplorare relitti di astronavi e di calarsi all'interno di vecchie stazioni imperiali costellate di indizi riguardo il processo di terraformazione di Arrakis, aprendo a una fase dell'esperienza quasi in stile "looter-shooter", durante la quale affrontare orde di nemici e piccoli boss posti a difesa di componenti particolarmente rare. Il sistema di combattimento mescola abilità speciali, gadget, poteri mentali, armi da fuoco e varianti all'arma bianca che aprono anche a dinamiche collaterali come un sistema di parate e risposte e tengono conto del particolare funzionamento degli scudi pensato da Herbert, pertanto si tratta di un amalgama molto complesso e stratificato, forse anche troppo. A margine, tali attività sono la testimonianza della presenza di un grande filone narrativo destinato a espandersi parecchio durante il periodo post-lancio, andando in netta controtendenza rispetto ai classici del genere.
Tutti questi sistemi sembrano destinati a evolversi enormemente con l'avvicinarsi della Deserto Profondo: l'area "survival" che abbiamo potuto testare rappresenta una minuscola frazione della mappa di Arrakis, che è sì segnata dall'enorme deserto funestato dalle tempeste Coriolis, ma anche di hub sociali dedicati alle fazioni - come per esempio la città di Arrakeen - nonché da aree di estrazione della Spezia e zone senza restrizioni nel Player-Versus-Player, ciascuna dotata di funzioni e regole specifiche. In sostanza, durante la prova abbiamo solamente scalfito la superficie di un mondo davvero gigantesco sul quale gli sviluppatori hanno giusto aperto uno spiraglio, dal momento che la sola sezione survival, presa singolarmente, è probabilmente la mappa di un titolo del genere più vasta mai incontrata.
Prime impressioni
Nonostante si presenti decisamente più pulito e curato rispetto alla media dei moderni titoli di stampo survival, Dune Awakening sembra mantenere diverse delle ruvidità tipiche del genere: la natura multigiocatore massiva porta inevitabilmente a stringere compromessi quando si tratta di fedeltà visiva, delle animazioni o della fluidità di determinate interazioni. Il colpo d'occhio riesce a premiare l'ispirazione di Arrakis, ma bisogna sempre tenere a mente che il Deserto Profondo, per fare giusto un esempio, è una mappa pensata per accogliere 900 giocatori in contemporanea che raccolgono spezie guidando gigantesche mietitrici, dunque presenta le rigidità che bisogna aspettarsi da una tale architettura.
Inoltre, buona parte delle ambizioni di Funcom saranno strettamente dipendenti dal comportamento dei giocatori: quella di affidarsi a dinamiche sociali emergenti rappresenta sempre una scommessa pericolosa, perché il comportamento delle Gilde è imprevedibile, la vastità della base installata è tutt'altro che scontata, dunque gli sviluppatori dovranno prestare particolare attenzione alle dinamiche che si svilupperanno al momento dell'apertura dei server per poi agire di conseguenza in maniera tempestiva. Fenomeni come quelli di DaoC, di Ultima Online o di EVE Online sono sorti in maniera totalmente spontanea, pertanto al momento risulta pressoché impossibile immaginare come si rivelerà effettivamente il comparto di fine gioco.
Se siete arrivati fino a questo punto avrete capito che Dune Awakening non si configura assolutamente come il classico MMO in stile "parco a tema", ma come un'esperienza parecchio profonda, al limite del sandbox, determinata a porre di fronte a ciascun giocatore un cammino della durata di centinaia di ore richiede tanta preparazione, se vogliamo anche parecchio studio per essere vissuto fino in fondo. Il rischio, in questo caso, è che il grande pubblico attirato dalla fiammante licenza di Dune fatichi ad andare oltre il primo impatto con la sopravvivenza su Arrakis, le prime fughe dai vermi delle sabbie e le prime visioni garantite dalla Spezia.
Ciò detto, Funcom ha evidentemente confezionato quest'opera per rispondere alle esigenze dell'utenza che ha imparato a conoscere prima attraverso i suoi MMORPG e poi per mezzo del fenomeno Conan Exiles, rivolgendosi a un target molto specifico e impacchettando una quantità di contenuti che si prospetta davvero fuori scala. Nel grande ordine delle cose abbiamo avuto la sensazione di trovarci di fronte a un progetto intrinsecamente imperfetto, un'interpretazione interessante, ma di certo non universale dell'universo di Dune, nonché un'opera stretta nelle tipiche limitazioni del genere. D'altra parte, prendendo in considerazione il sottobosco specifico dei survival MMO, si tratta senza dubbio di uno fra i titoli più ambiziosi che ci sia mai capitato di incontrare.
Dune Awakening mira a imporsi come l'opera magna del moderno filone creativo di Funcom: raccogliendo l'eredità di Conan Exiles, l'obiettivo della produzione è quello di ricamare ogni singola meccanica attorno alle regole dell'universo di Frank Herbert, mettendo in piedi un survival MMO a dir poco enorme, forse il più grande di sempre. Nonostante gli spigoli e le imperfezioni che si incontrano in qualsiasi titolo multigiocatore massivo, il primo impatto con Arrakis si può dire senza dubbio riuscito e gli sviluppatori promettono centinaia di ore di contenuti, lasciando spazio anche a una forte anima emergente legata al comportamento dei gruppi di giocatori. Questa profondità rappresenta al tempo stesso il più grande limite e il più grande punto di forza dell'opera: se da una parte può risultare davvero troppo vasto e complesso per il pubblico di massa attratto dall'altisonante nome di Dune, dall'altra è stato interamente progettato per rispondere alle esigenze dei più accaniti giocatori di survival.
CERTEZZE
- Arrakis funziona nell'estetica e nel gameplay
- Probabilmente è il MMO survival più grande di sempre
- Tante meccaniche tutte fedeli all'universo di Dune
DUBBI
- Presenta tutti i piccoli difetti dei giochi multigiocatore massivi
- Per i semplici fan di Dune sembra fin troppo grande e complesso
- Molte dinamiche si potranno valutare solo al lancio