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Dying Light: The Beast, scopriamo una delle poche vere novità della GamesCom

Techland ha mostrato per la prima volta in assoluto Dying Light: The Beast e siamo stati invitati ad una presentazione a porte chiuse per scoprirlo meglio.

ANTEPRIMA di Lorenzo Kobe Fazio   —   25/08/2024
Kyle Crane si appresta ad affrontare un'orda di zombie

Dying Light: The Beast, a conti fatti, è stata una delle poche vere sorprese di questa Gamescom. Sebbene qualche indiscrezione avesse preventivato il ritorno della saga di Techland, si era più propensi a pensare che si sarebbe trattato del pur promesso DLC del secondo capitolo.

La previsione, a ben vedere, è stata comunque rispettata, seppur in parte, dal momento che The Beast è stato inizialmente concepito come un contenuto aggiuntivo, per poi emanciparsi a titolo a sé stante solo in un secondo momento. Sarà comunque distribuito in forma gratuita a tutti coloro che sono in possesso di una copia di Dying Light 2: Stay Human Ultimate Edition, ricreando quella parvenza di DLC mancato che gli stessi sviluppatori hanno celato a stento durante la presentazione a porte chiuse a cui abbiamo assistito alla Gamescom.

Seduti comodamente in una saletta agghindata come se fosse un piccolissimo campo base immerso nella foresta, siamo stati accolti da Techland che ci ha mostrato una demo, giocata da uno di loro, della durata complessiva di una ventina di minuti.

Il ritorno di Kyle Crane

Vogliamo essere chiari sin da subito. Non siamo di fronte ad un prodotto che intende rivoluzionare la formula della saga. Il riciclo di idee e soluzioni ludiche, soprattutto relativamente al sequel, è piuttosto evidente. Ciò, tuttavia, non ci ha affatto impedito di godere lo spettacolo e di valutare positivamente quanto abbiamo visto.

Passivi spettatori, per prima cosa abbiamo salutato il ritorno di Kyle Crane. Il protagonista del gioco originale, secondo quella che ormai è diventata la cronologia ufficiale della serie, al termine della sua precedente avventura si è tramutato in un infetto, per poi essere catturato dal Barone. Questo oscuro e misterioso nemico, di cui dovrete vendicarvi in Dying Light: The Beast, ha sottoposto il nostro a ben 13 anni di terribili esperimenti che lo hanno trasformato in una sorta di arma biologica. Finalmente sottrattosi al giogo del folle, abbiamo potuto ammirare i gesti atletici di Kyle in un piccolo villaggio, al crepuscolo, circondato da una fitta vegetazione.

Il ritmo di gioco è lo stesso degli altri capitoli della serie. Il protagonista gode di un'elevata mobilità, che spicca ulteriormente visti i lentissimi tempi di reazione degli zombi che si annidano in ogni angolo. L'uso delle armi è quasi inutile in queste fasi. Se si sa dove andare e si possiede abilità sufficiente con il pad, si può correre a perdifiato, centrare con un salto una finestra, arrampicarsi su un cornicione e lanciarsi da un balcone con una naturalezza e una rapidità tale da rendervi sostanzialmente imprendibili per qualsiasi non morto.

Il protagonista di Dying Light: The Beast, si difende dall'attacco di uno zombie armato di machete
Il protagonista di Dying Light: The Beast, si difende dall'attacco di uno zombie armato di machete

L'esplorazione è un cardine fondamentale dell'esperienza, imprescindibile per reperire equipaggiamento utile e magari scovare qualche area segreta. La demo, tuttavia, aveva tutti gli interessi di andare dritto al punto e di mostrarci i punti di forza del gioco.

Tra questi, complice il suggestivo tramonto che si stava lentamente dipingendo nel cielo, vale la pena citare anche l'impianto grafico. Tra effetti luce, ombre definite, scenari dettagliati e un frame rate assolutamente inscalfibile, Dying Light: The Beast sembra già solidissimo sul profilo tecnico. Anche in scene piuttosto affollate da zombie, mentre l'inquadratura si riempie di fiotti di sangue e arti smembrati, tutto ha sempre funzionato alla grande.

Kyle studia da distanza di sicurezza un nutrito gruppo di zombie
Kyle studia da distanza di sicurezza un nutrito gruppo di zombie

L'apparente superiorità fisica di Kyle è stata messa in discussione solo al calare delle tenebre, quando i non morti diventano più aggressivi e fanno capolino mostruosità ben peggiori. Abbandonato il villaggio per immergersi nella natura, privato della verticalità che gli consentiva pratiche via di fuga grazie all'enorme abilità nel parkour, il nostro ha optato per una progressione più accorta. Sfruttando ripari e l'alta vegetazione, in una sezione in pieno stile stealth, è riuscito a raggiungere indisturbato un edificio adibito a laboratorio dagli uomini del Barone.

L'anima più shooter di Dying Light

Una volta che il protagonista è entrato nella struttura, Dyling Light: The Beast ha sfoggiato un'anima di cui avevamo fatto la conoscenza solo in ben specifiche sezioni del secondo capitolo. Se per la maggior parte del tempo Kyle era riuscito a farsi strada con armi da corpo a corpo, quelle poche volte che si è visto costretto al combattimento, in questa struttura ha dovuto affidarsi per lo più a fucili, pistole e mitragliatrici. Gli uomini del Barone, difatti, sono militari armati di tutto punto. Sebbene un approccio stealth sia comunque possibile, e spesso consigliabile almeno per sfoltire le fila di malintenzionati, lo sviluppatore che giocava la demo ha optato per una maggior sfrontatezza.

Kyle Crane, baciato dai raggi di un sole al crepuscolo
Kyle Crane, baciato dai raggi di un sole al crepuscolo

In queste fasi di violente sparatorie abbiamo apprezzato la fisicità impressa nelle raffiche di fuoco e come la componente splatter e gore non concedesse sconti nemmeno in questi frangenti. Anche il level design ci è parso di ottima fattura, con molti ripari dietro cui trovare protezione e strade alternative utili per fiancheggiare gli avversari. L'estremo dinamismo, classico della serie, era poi garantito da un'IA dei soldati sofisticata quanto basta da spingerli a braccare Kyle da tutti i lati, attaccando contemporaneamente. Per sopravvivere, insomma, bisognerà avere il grilletto pronto e sfruttare a proprio vantaggio la conformazione dello scenario.

Techland ha fatto un ottimo lavoro di riciclo, in questo senso, recuperando le sezioni di shooting e le armi già viste in Dying Light 2, sebbene, come ci hanno confermato gli sviluppatori, non dobbiamo aspettarci che The Beast diventi in tutto e per tutto uno sparatutto. I momenti in cui si darà fuoco alle polveri saranno molti di più, su questo non c'è dubbio, ma parkour, combattimenti ad armi nude e stealth resteranno il cuore del gioco.

Il protagonista di Dying Light: The Beast sfoggia tutto il suo atletismo
Il protagonista di Dying Light: The Beast sfoggia tutto il suo atletismo

Prima della conclusione della demo c'è stato il tempo per vedere altre due caratteristiche interessanti della produzione. La prima è l'utilizzo dei mezzi di trasporto. Intenzionato a mettere al tappeto la gigantesca mostruosità fuggita dal laboratorio di cui sopra, Kyle si è impadronito di un fuoristrada con cui raggiungere in un baleno il luogo in cui si nascondeva il nemico. Il sistema di guida non ci ha convinto particolarmente, a dire la verità, con una sensazione di pattinamento piuttosto evidente. Tuttavia, viste le ampie distanze che Kyle dovrà coprire nelle oltre venti ore di avventura promessaci dagli sviluppatori, la prospettiva di utilizzare di tanto in tanto mezzi motorizzati ci sembra assolutamente condivisibile.

Al cospetto del gigantesco Behemoth, uno zombie di cinque metri con placche rinforzate sparse per il corpo, lo sviluppatore con il pad tra le mani ci ha empiricamente dimostrato come proiettili e mazze fossero ben poco efficaci per abbatterlo. Così, quando la battaglia sembrava ormai segnata, ha attivato i poteri sovrannaturali di Kyle.

Kyle apre il fuoco su un gruppo di soldati al soldo del Barone
Kyle apre il fuoco su un gruppo di soldati al soldo del Barone

In questa forma, l'eroe può compiere balzi pazzeschi, colpire con una forza incredibile, scuotere il terreno per sbilanciare l'avversario. La sequenza è durata solo pochi secondi, tanti ne sono bastati per concludere lo scontro con una spettacolare decapitazione del Behemonth.

Al momento, purtroppo, non ci sono altri dettagli su questa abilità. Sappiamo che si potrà contare sulla trasformazione con una certa frequenza, ma non ci è dato sapere se potremo potenziarne l'efficacia o se l'utilizzo sarà vincolato in qualche modo al riempimento di una specifica barra.

Dying Light: The Beast è stata una piacevole sorpresa di questa Gamescom. Nel pieno rispetto della formula, con fasi shooting più marcate, uno sfruttamento più intensivo dei poteri sovrannaturali e con l'introduzione dei veicoli, tenterà di infondere nuovo brio ad una formula di gioco che, ad ogni modo, globalmente si ripresenterà quasi immutata. Zombie, parkour, sezioni stealth e scontri a distanza ravvicinata, sono nuovamente gli ingredienti di un cocktail che, tuttavia, a differenza del secondo capitolo presenterà una storia estremamente più lineare. Il gioco è atteso su PC, PlayStation 4, PlayStation 5 e Xbox in un giorno non ancora specificato del 2025, quindi quasi sicuramente avremo ancora modo e tempo di parlare di Dying Light: The Beast prima della sua uscita.

CERTEZZE

  • Tecnicamente solido
  • Le sparatorie hanno il giusto feedback
  • L'uso dei poteri è gustoso

DUBBI

  • Sistema di guida dei mezzi poco convincente
  • La maggior linearità della trama potrebbe scontentare qualcuno