In questi giorni non si è fatto altro che parlare di GameStop. Ma non tanto per i risultati di vendita di console e videogiochi o per qualche nuova chiusura di massa dei punti vendita o, ancora, per l'ennesimo cambio di amministratore delegato e consiglio di amministrazione.
Bensì per l'anomalo e incredibile movimento del valore delle sue azioni che nell'arco di 5 mesi è arrivato a sfiorare il 2000% di aumento passando dai 4 dollari scarsi di agosto ai 145 dollari e rotti toccati proprio durante la stesura di questo articolo [in realtà l'azione è arrivata a 468 il 28 mattina. NdR].
Prima di scendere nei dettagli, vogliamo subito chiarire che questo articolo e il video che trovate qui sopra non hanno alcun valore di consiglio o suggerimento di acquisto sul mercato azionario. Abbiamo imbastito questo contenuto con l'intento di raccontarvi e poi spiegarvi, in modo speriamo abbastanza semplice e chiaro, cosa è successo in concreto con le azioni di GameStop e con il famoso short squeeze. Perché quello che è successo, in realtà, non ha alcun tipo di legame con il valore reale della più famosa catena di vendita di videogiochi e console. Anzi, in realtà un legame ce l'ha, ma non è affatto quello che state immaginando e non c'entra nulla con il successo di PS5, Xbox e di tutti i franchise che conosciamo bene.
La storia delle azioni di GameStop
Partiamo quindi dalle basi. Come vi dicevamo poco sopra, le azioni di GameStop hanno subito un'importante e incredibile inversione di tendenza nel loro valore dalla fine dell'estate scorsa, quella che ci ricorderemo tristemente per via del Covid-19. Fino ad allora le azioni avevano visto un lento ma inesorabile declino iniziato nell'autunno del 2015 e giunto al suo culmine nel 2020 quando si erano stabilizzate intorno ai 3-4 dollari di valore.
Questo declino, lo sappiamo molto bene, è legato alle modifiche strutturali del mercato dei videogiochi: l'aumento costante delle vendite in digitale dei videogiochi, il successo del GamePass, l'arrivo sul mercato di soluzioni cloud promosse da aziende importanti come Google Stadia e NVIDIA GeForce Now e, più in generale, quella sensazione inesorabile di una morte agonizzante del classico negozio di videogiochi di cui GameStop è sempre stato l'esponente più noto.
È interessante dare un'occhiata al valore storico di GameStop perché è nel confronto con altri due momenti importantissimi del mercato dei videogiochi che si può notare la differenza sostanziale tra la situazione odierna e quella del passato radioso della società.
Il valore delle azioni di GameStop ha infatti sempre seguito questa sorta di sali-scendi in conseguenza ai cambi di generazione. Il suo picco storico l'ha toccato sul finire del 2007 quando le azioni hanno raggiunto il valore di 61 dollari circa e il mondo era nel pieno dello splendore videoludico: Xbox 360 era sul mercato da 2 anni pieni e PS3 stava iniziando a riprendersi dal primo, disastroso anno di lancio. Le vendite di hardware e software erano state incredibili, gli azionisti sono andati all'incasso e GameStop ha iniziato a perdere valore. È una discesa abbastanza rapida che porta le azioni ad assestarsi intorno ai 24 dollari a partire dal 2009 fino a tutto il 2012.
A quel punto si comincia a sentire l'odore delle nuove console, PS4 e One, che arriveranno sul mercato alla fine del 2013, generando il secondo momento di picco della storia di GameStop con le azioni che toccano i 55 dollari. E da quel momento inizia il lento declino fino ai 3 dollari del 2020.
Nel frattempo GameStop chiude centinaia di negozi, si ristruttura più volte, si fonde con Zing, cambia amministratori, tenta la strada dell'assistenza agli smartphone e così via. Ma ormai è data per spacciata da chiunque. In particolare dalle banche e dagli investitori. E, soprattutto, l'uscita della nuova generazione non sembra essere in grado di modificare minimamente questo trend visto che persino Sony e Microsoft hanno cominciato ad abbracciare la politica delle console senza supporto ottico con PS5 Digital Edition e Xbox Series S.
Lo short: la vendita allo scoperto
E arriviamo così allo scorso autunno, quando, nonostante tutte le previsioni e le stime, le azioni di GameStop invece di scendere cominciano a risalire. Lentamente ma con costanza.
Inizialmente si pensa sia un effetto della next-gen ma gli investitori non ci credono e continuano a bollare quello di GameStop come un titolo destinato a tornare a scendere nel brevissimo periodo. Sia chiaro che quando parliamo di investitori, parliamo di grandi fondi, società che gestiscono patrimoni immensi, non di persone comuni che ogni tanto comprano qualche azione tramite strumenti finanziari su Internet o attraverso la propria banca. Ecco, queste società continuano a consigliare di utilizzare le azioni GameStop per andare short, per vendere allo scoperto.
Ed arriviamo al punto cruciale di questo articolo: la vendita allo scoperto, lo short di cui si è tanto parlato in questi giorni quando il fenomeno GameStop ha preso piede.
Ma che diavolo è questa vendita allo scoperto? Cosa significano short e short squeeze, termini che sono ormai sulla bocca di tutti?
Cercheremo di spiegarlo in modo molto semplice, col rischio magari di apparire poco precisi a chi questi discorsi li fa per mestiere.
Vendere allo scoperto è una pratica finanziaria che si basa sull'idea di scommettere su una perdita di valore di un'azione. Punto i miei soldi su una certa azione perché sono convinto che sul breve o medio periodo questa scenderà di valore perché l'azienda che rappresenta non se la passa bene o perché comunque sono certo che stia per succedere qualcosa sul mercato che le farà perdere di valore.
Ma come funziona lo short? In pratica attraverso specifici strumenti finanziari, i derivati, si prendono in prestito le azioni di una compagnia da qualcuno e si vendono sul mercato. A quel punto si attende che per i movimenti di mercato le azioni di quella compagnia perdano di valore, questa è la scommessa, e quando sono arrivate alla cifra che ci eravamo prefissati, le ricompriamo per restituirle a chi ce le ha prestate all'inizio. La differenza tra il valore di vendita iniziale e il valore a cui le abbiamo riacquistate diventa il guadagno.
Ve lo spieghiamo anche con un esempio.
Immaginiamo che la Pianella Corporate sia un'azienda sopravvalutata, che non vale nulla. Ma il suo valore di mercato è alto e allora facciamo la nostra scommessa: prendiamo in prestito un'azione di questa Pianella Corporate e la vendiamo immediatamente sul mercato a 1000€ perché questo è il suo valore attuale. Quindi ci ritroviamo con 1000€ in tasca. A quel punto, aspettiamo.
Se la nostra analisi di mercato è giusta, nell'arco di un certo numero di ore o giorni, o settimane o mesi, quell'azione scende e arriva, ipotizziamo, a 800€. La ricompriamo e la restituiamo a chi ce l'ha prestata. E alla fine nella nostra tasca rimangono i 200€ di differenza, ovvero il nostro guadagno.
In concreto non abbiamo mai avuto fisicamente quell'azione, ma l'abbiamo utilizzata, andando short, per guadagnare in funzione della convinzione che quell'azione sarebbe scesa. Ecco perché si parla di vendita allo scoperto.
Chiaramente se le nostre previsioni fossero state errate e l'azione avesse iniziato a salire avremmo potuto aspettare ulteriore tempo, sperando di vedere prima o poi un crollo ma, a un certo punto, saremmo stati obbligati a riacquistarla per restituirla a chi ce l'ha prestata inizialmente a seconda degli accordi che avevamo con lui. E chiaramente se l'azione invece di scendere a 800€ fosse salita, per ipotesi, a 1500€, avremmo dovuto aggiungere ai 1000€ incassati dalla prima vendita, altri 500€ di tasca nostro, perdendoci.
L'intervento di WallStreetBets
Ci siamo? Quindi riepilogando, GameStop è un'azienda che, per il mercato finanziario, è destinata a fallire, a chiudere quanto prima perché non è in grado di adattarsi ai nuovi tempi, al mercato digitale dei videogiochi. E infatti le sue azioni sono in calo costante.
Allora io investitore di grandi dimensioni scelgo di andare short, di fare la mia scommessa su GameStop perché il suo valore di mercato continuerà a scendere. Ne sono sicuro. Prendo in prestito tantissime azioni della compagnia, le vendo e comincio ad aspettare per ricomprarle un attimo prima di doverle restituire a un prezzo che sarà sicuramente più basso di quello iniziale. È un guadagno facile, quasi inevitabile.
Ma qui succede la rivoluzione, un avvenimento che ha pochissimi precedenti sul mercato finanziario. Anzi, secondo moltissimi analisti, è un precedente davvero unico che potrebbe cambiare per sempre le pratiche della vendita allo scoperto.
Un gruppo di persone, persone normali, non fondi o investitori di grandi dimensioni, ma chiaramente con una buona liquidità, comincia a parlare di queste azioni di GameStop e lo fa su un Reddit abbastanza noto per chi si diverte a giocare in borsa come hobby: WallStreetBets.
Non è poi così vero che GameStop sia destinata a fallire nel brevissimo periodo. Ha un sacco di liquidità in cassa, le vendite delle nuove console sono andate benissimo, la pandemia ha portato a un aumento esponenziale del mercato dei videogiochi e non tutti vogliono passare al digitale nell'arco di uno o due anni.
GameStop potrebbe campare tranquillamente per altri tre-quattro anni, magari per l'intera generazione attuale, ma ci sono tutti quegli investitori che invece stanno puntando sul suo fallimento e che hanno venduto milioni di azioni prese in prestito. E che prima o poi dovranno restituirle.
Un paio di esponenti di questo Reddit cominciano a mettere dei numeri, hanno informazioni di prima mano: si parla di scadenze a novembre, a dicembre, a gennaio. Si parla di un 80, 85% di tutte le azioni che sono in giro che sono state vendute short e che dovranno essere restituite a breve.
E da qui inizia un chiacchiericcio che nel giro di pochissime settimane diventa un urlo. Un urlo che assume quasi una valenza politica, di ribellione contro un sistema marcio, quello finanziario, che fa arricchire solo i potenti e lascia all'asciutto le classi medie e più povere.
L'urlo è semplice: comprate, comprate quante più azioni di GameStop potete e tenetele il più a lungo possibile. Non le vendete mai neanche quando il prezzo inizierà a salire in modo vertiginoso perché così facendo gli investitori e i fondi inizieranno a perdere un mucchio di soldi, magari falliranno e noi inizieremo a guadagnare cifre spropositate prendendoci la nostra rivalsa.
Un paio di persone cominciano persino a mostrare gli shot del proprio portafogli azionario, mostrando i milioni che davvero hanno iniziato a fare partendo da cifre sicuramente consistenti ma alla portata di tutti. Roaring Kitty è uno di questi, uno YouTuber che parla proprio di mercati e investimenti finanziari su YouTube: aveva suggerito a tutti di comprare le azioni in estate, lui stesso ne ha prese poco meno di 60.000 dollari e al 22 gennaio quelle stesse azioni valgono 11 milioni di dollari.
Un aumento inarrestabile?
Ma perché le azioni continuano a salire ancora oggi, senza sosta? Perché questa sorta di unione di piccoli investitori che ha scelto di comprare e tenersi le azioni di GameStop, andare long come si dice in gergo, ovvero comprare azioni come forma di investimento di lungo periodo, con l'obiettivo di prendersi gioco delle grandi compagnie che speculano sui mercati, ha in realtà attivato una spirale ascendente perversa.
Ovvero gli analisti e gli investitori continuano a sostenere che prima o poi queste azioni dovranno crollare perché GameStop è una società destinata a chiudere e tutto quello che sta avvenendo al momento è una speculazione finanziaria che avrà vita brevissima. Così facendo però, non fanno altro che continuare a stimolare il concetto dello short.
Ora che succede: gli investitori che non hanno la scadenza dello short a breve preferiscono continuare a tenersi in tasca i soldi aspettando che arrivi il momento per ricomprare l'azione a un prezzo più basso, rimandando il loro potenziale guadagno o la loro potenziale perdita.
Quelli che invece hanno la scadenza, sono obbligati a ricomprare per restituire l'azione ma a quel punto corrono a prendere in prestito nuove azioni per cercare di mitigare la perdita convinti che questo crollo prima o poi arriverà e, tra l'altro, col fatto che sarà un tonfo ancora più violento - perché concettualmente il delta tra la vendita iniziale e il riacquisto successivo tende ad aumentare vista la salita velocissima del valore azionario - riusciranno a compensare anche la perdita precedente. E così facendo alimentano questa spirale.
Quando si fermerà questa giostra? Al momento nessuno lo sa: gli investitori continuano a dire che si tratta di un momento passeggero e il gruppo di WallStreetBets è sicuro di tenere tutti i principali fondi monetari per le palle ed è convinto di poterlo fare ancora a lungo visto che, tra l'altro, ora GameStop vale un mucchio di soldi grazie a questa incredibile speculazione.
Noi chiaramente continueremo a guardare con interesse questo avvenimento, convinti che diventerà un caso da studiare.
Fateci sapere qui sotto, tra i commenti, se questo articolo e annesso video sono stati di vostro gradimento e, chiaramente, rendeteci partecipi delle vostre considerazioni in merito.