Non è certo stato un ventennio facile per IO Interactive. Acquistata prima da Eidos Interactive, poi da Square Enix e infine tornata indipendente, questa software house danese ha dimostrato più volte quanto sia affezionata a Hitman, il suo brand di punta. Una dimostrazione resa evidente dal costante tentativo di rimanere al passo con i tempi, adattando la recente trilogia con protagonista l'Agente 47 nei modi più disparati. Il primo capitolo nasce infatti come progetto episodico, il secondo come titolo completo sin dal lancio e il terzo, infine, come una sorta di live service. Tutti questi giochi sono stati poi raccolti sotto il marchio di HITMAN World of Assassination, fondendo tre diverse opere e dando vita alla versione definitiva di una tripletta di giochi di altissimo livello.
IO Interactive, però, ha deciso di non limitarsi a realizzare un'opera perfetta per gli amanti del genere stealth, ma ha deciso di far vivere in prima persona le avventure dell'Agente 47 al suo pubblico. A partire dal 27 marzo è infatti disponibile VR Access, una nuova modalità che al costo di circa dieci euro permette di affrontare l'intera campagna di World of Assassination con indosso il PlayStation VR2 di Sony. Inutile dire che ci siamo gettati a capofitto in questa nuova avventura, riscoprendo così le splendide mappe realizzate dal team danese e esplorando come mai prima d'ora ambientazioni storiche come Villa Dartmoor e Miami. Seguiteci in questa nostra analisi per capire se IO Interactive ha saputo stupirci per l'ennesima volta o se ci troviamo di fronte a una mossa fallimentare.
Con gli occhi dell'assassino
Una volta raggiunto il menù principale con indosso PlayStation VR2, Hitman World of Assassination ci suggerisce subito di prendere dimestichezza con la realtà virtuale attraverso un rapido tutorial. Bastano pochi istanti per capire che, a differenza della precedente iterazione VR, questa volta IO Interactive ha fatto le cose in grande. Ogni azione risulta estremamente spontanea e ci siamo trovati spesso ad anticipare il tutorial stesso, tanto ci è parso naturale muoverci in quel contesto digitale.
Tutto quello che nel gioco "classico" si faceva premendo un pulsante, ora necessita di movimenti ben precisi che donano immersività al tutto. Per la maggior parte dell'avventura ci siamo quasi dimenticati del fatto che si tratti, in fondo, di una conversione della versione originale e non di un vero e proprio gioco costruito attorno alla realtà virtuale. Gli sviluppatori hanno infatti inserito diversi sistemi basati sul lessico dei titoli VR. Una volta raccolto un oggetto, per esempio, potremo scagliarlo violentemente verso un nemico per tramortirlo. Premendo però il grilletto del controller associato alla mano libera potremo calcolare la traiettoria del lancio dell'oggetto, permettendoci così di distrarre con precisione i nemici o colpire determinati parti dello scenario. Lo stesso si può dire di codici da leggere direttamente una volta raccolti o della possibilità di digitare sui vari tastierini numerici. Insomma: tutto ciò che prima potevamo fare premendo un semplice tasto, ora richiede un movimento reale. Una scelta non scontata e che abbiamo davvero apprezzato.
Merita un elogio a parte il lavoro svolto sulle bocche da fuoco. Che si tratti di pistole, di fucili a pompa o di qualsiasi altra arma, questa versione in VR di HITMAN World of Assassination prevede animazioni differenti per la ricarica e per lo sparo. Animazioni che, combinate con il feedback aptico e i grilletti adattivi dei controller, fanno sentire al giocatore la potenza di ogni colpo e il differente peso di ogni arma. Il risultato è quello di sentirsi protagonisti di uno splendido sparatutto in prima persona, nonostante il gioco ci suggerisca continuamente di approcciarsi agli obiettivi con un metodo meno... rumoroso. Gli elementi sandbox che hanno fatto la gioia della versione classica di Hitman risultano quindi potenziati ulteriormente da questa modalità VR. Chiunque abbia passato decine di ore con il titolo originale, potrebbe ora passarne altrettante con indosso il PlayStation VR2. Nonostante i livelli siano rimasti gli stessi, la sensazione di avere di fronte qualcosa di nuovo è tanto tangibile quanto affascinante.
Una compatibilità "limitata"
La modalità VR Access è senza dubbio una splendida aggiunta al pacchetto di Hitman World of Assassination, ma ci è dispiaciuto constatare che non tutti i contenuti della versione "classica" sono stati tradotti per PlayStation VR2. Potremo giocare in realtà virtuale tutti i livelli della campagna principale e un paio di missioni bonus, ma diversi contenuti molto apprezzati dalla community non sono stati adattati e aggiornati a questa edizione. Stiamo parlando, per esempio, delle modalità Freelance, Contratti, Sniper Assassin e di diverse missioni aggiunte in un secondo momento. Non ci è dato sapere se in futuro IO Interactive riuscirà a rendere compatibile con il visore di Sony l'intero catalogo di eventi pensati per World of Assassination, ma ammettiamo che ci farebbe davvero molto piacere se accadesse.
Gli inevitabili compromessi di un porting
È tutto oro quello che luccica? No, o meglio: non del tutto. È chiaro che, trattandosi di un porting, IO Interactive non potesse dare vita a un gioco da zero. La qualità raggiunta è senza dubbio encomiabile, ma il team danese ha dovuto per forza trovare alcuni compromessi. Non ci riferiamo alle scene di intermezzo, che risultando proiettate su uno schermo 2D come accade anche nella conversione di Resident Evil Village, bensì di alcune animazioni mancanti. Se per raccogliere il costume di un personaggio stordito ci viene chiesto di afferrarne la cintura e di portarla verso la propria persona, nascondere un corpo in un cassonetto attiva una brevissima schermata nera che maschera l'assenza dell'animazione. Un effetto leggermente straniante, che fa percepire al giocatore di trovarsi in un ambiente fittizio.
In altri casi, invece, la telecamera passa dalla prima alla terza persona (un po' come in Indiana Jones e l'Antico Cerchio) per mostrarci meglio l'ambiente circostante. Si tratta di situazioni sporadiche, che sono state implementate per evitare un probabile motion sickness o perché in alcuni casi il gioco necessita di una panoramica ben precisa dei vari elementi dello scenario. Stiamo parlando di sfumature e non di un reale problema, ma allo stesso tempo che innegabile che queste situazioni non riescano a nascondere il fatto che l'avventura non sia stata costruita originariamente attorno alla realtà virtuale.
Segnaliamo, infine, la bizzarra incompatibilità dei salvataggi automatici con la versione VR. Nel caso si compia una specifica azione e si voglia evitare di dover ricominciare il livello in caso di morte, dovremo mettere il gioco in pausa e salvare manualmente la partita. Un'azione che non risulta eccessivamente scomoda, ma che preferiamo segnalarvi in quanto ha saputo crearci qualche complicazione in un paio di situazioni.
Questione di stile
Chiunque abbia giocato a HITMAN World of Assassination si sarà reso conto di non trovarsi di fronte a un "semplice" sparatutto in terza persona, bensì a una sorta di puzzle nel quale risolvere enigmi basati sull'uccisione di un preciso bersaglio. Ebbene, è innegabile che questa versione VR aggiunta un ulteriore strato ludico all'esperienza, mutandone però in parte l'essenza originale. Compiere un vero e proprio massacro e trasformarsi in una sorta di John Wick calvo è decisamente più facile che in passato grazie ai nuovi controlli, snaturando in parte la natura stealth del gioco voluta da IO Interactive. Ovviamente il sistema di punteggi delle varie missioni riesce a tenere le redini della situazione, spingendo il giocatore a comportarsi da "bravo assassino", ma in alcuni momenti ci è parso davvero semplice risolvere la situazione sparando all'impazzata. Mai come ora, quindi, sta al giocatore scegliere come approcciare il gioco, cercando di fare quello che gli riesce meglio: divertirsi.
La miglior versione VR
Se avete provato almeno una volta la versione Meta Quest di Hitman, ricorderete senza dubbio quel pesante downgrade visivo in grado di minare l'intera esperienza. Su PlayStation VR2, invece, Hitman World of Assassination è un vero piacere per gli occhi, avvicinandosi molto alla controparte PlayStation 5. I modelli sono ben definiti e il foveated rendering permette un ulteriore salto di qualità per quanto riguarda gli oggetti sui quali appoggiamo lo sguardo.
Il colpo d'occhio è insomma molto positivo, soprattutto per quanto riguarda gli ambienti da esplorare, che appaiono ben illuminati e potenziati dai fulgidi colori delle lenti OLED del visore Sony. Come accade sempre più spesso, gli sviluppatori hanno poi prestato attenzione a rendere il gioco il più accessibile possibile, con diverse opzioni legate al movimento e pensate per evitare in tutti i modi possibili la chinetosi dell'utenza. La modalità VR di HITMAN World of Assassination è l'ennesima buona mossa di IO Interactive. Il team danese ha infatti trovato il modo perfetto per donare al titolo una stratificazione tutta nuova e al pubblico di appassionati un buon motivo per passare altre decine di ore in compagnia dell'Agente 47. Nonostante le inevitabili limitazioni, non c'è un solo motivo per cui i possessori di PlayStation VR2 non dovrebbero avere questo titolo nella propria libreria. Considerato che per giocare a questa versione per la realtà virtuale è necessario comunque possedere il gioco base, nel caso troviate fastidiosa l'esperienza in prima persona avrete comunque a disposizione una trilogia di giochi di altissimo valore. Una trilogia che fa del gameplay il suo punto di forza, presentandosi come una delle esperienze stealth migliori sul mercato.