Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere è stata senza dubbio una delle serie evento di questo 2022. Non perfetta, la serie ideata da J. D. Payne e Patrick McKay ha però raggiunto il suo obiettivo, quello di far parlare di sé. Non sempre per i giusti motivi, ma la produzione Amazon Studios ha sicuramente ricevuto più dei classici 15 minuti di popolarità.
Che l'abbiate apprezzata o meno, sarete concordi che il lavoro degli showrunner non era per nulla semplice. Non solo i fan dell'opera di Tolkien sono molto esigenti e vocali, ma la produzione, nonostante il budget apparentemente infinito, ha anche dovuto lavorare solo con una porzione del lavoro dell'autore nato a Bloemfontein, le Appendici de Il Signore degli Anelli.
Materiale molto ricco e interessante, ma che lasciava dei buchi che dovevano essere inevitabilmente riempiti per la serie TV. A poche ore dal termine della prima stagione de Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere abbiamo ascoltato J. D. Payne e Patrick McKay parlare proprio di queste difficoltà, oltre che di come si stanno preparando per la nuova stagione.
Originalmente fedeli
"Abbiamo cercato di essere sempre fedeli all'universo di Tolkien e al materiale delle appendici, ma abbiamo anche provato a raccontare le cose a modo nostro", hanno detto i due autori cercando di spiegare il modo col quale hanno approcciato la creazione della serie. "Con la prima stagione che ha rappresentato una re-introduzione nel mondo dell'Arda, con un approccio iniziale ai nuovi luoghi e ai nuovi personaggi, nonché all'enorme mitologia di fondo. Volevamo fosse tutto introduttivo e il più chiaro possibile," anche per coloro che non hanno mai letto i libri o visto i film. Con la seconda stagione gli autori cercheranno di essere più fedeli al materiale originale, anche se non rinunceranno a introdurre nuovi personaggi, oltre che a continuare a sviluppare quelli introdotti in questi primi otto episodi.
La serie proseguirà, però, a raccontare come si è formata la Terra di Mezzo come la conosciamo. Quindi i pelopiedi continueranno a chiamarsi in questo modo fino a quando non "diventeranno" hobbit, scopriremo come e perché sono stati creati gli anelli dei nani e degli uomini e soprattutto continueremo a seguire l'evoluzione di Sauron e come è arrivato a creare l'Unico Anello.
Da questo punto di vista J. D. Payne e Patrick McKay hanno sfruttato molto una filosofia parecchio in voga in questi anni a Hollywood, ovvero quella che consente d'interpretare liberamente alcuni dettagli, soprattutto fisici, a meno che sia specificato in un determinato modo. Così da scardinare alcune convinzioni/convenzioni pur rimanendo fedeli al materiale originale. Un approccio che ha consentito a molte serie moderne di essere più inclusive, ma che nel caso de Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere è stata usata anche per avere il Signore Oscuro di Mordor, nei film rappresentato come una presenza eterea che controlla tutto grazie al suo occhio, che gironzola in carne e ossa per la Terra di Mezzo, seminando discordia e perseguendo i suoi scopi. Una versione ancora più libera di Annatar, il nome con cui Sauron era conosciuto nella Seconda Era, presente, però, solo nel Simmarillion e nei Racconti Perduti, testi ai quali gli autori non hanno potuto accedere direttamente.
"Nella seconda stagione il male si sarà rivelato e non dovrà più agire nell'ombra", proseguono gli showrunner, e a partire dalla seconda stagione sarà quindi interessante scoprire come Sauron, libero di agire, assemblerà il suo impero del male e di come elfi, nani e uomini agiranno per opporsi a lui. Tra gli alleati sui quali "le forze del bene" potranno contare c'è sicuramente lo Straniero, l'altra grande incognita della prima stagione. Adesso sappiamo con sicurezza che non si tratta di Sauron e che è un Istar, un mago, ma ancora non sappiamo con sicurezza la sua identità.
Il vestito grigio, la fisionomia e alcune frasi dette fanno pensare a Gandalf, ma ci potrebbe essere una qualche sorpresa. "Durante la stagione abbiamo lasciato anche altri indizi che puntano a Saruman o ai maghi Blu", hanno detto J. D. Payne e Patrick McKay. Nella seconda stagione, comunque, il mago e la sua piccola amica pelopiedi si dirigeranno verso Rhûn, una zona mai particolarmente approfondita della Terra di Mezzo, per continuare a scoprire chi realmente è. Sarà l'occasione per consentire alla produzione di andare avanti a "riempire i vuoti" lasciati dalle appendici ed esplorare l'universo di Tolkien in una maniera del tutto nuova.
Le critiche, inevitabili
Inevitabile una chiosa sulle critiche ricevute in questa prima stagione, arrivate un po' dappertutto. "C'è chi, tra chi si definisce tolkeniano intransigente, ha accusato la serie di troppo coraggio e di essersi allontanata troppo dai libri e dalle idee dell'autore e chi, tra i progressisti, ha parlato di poco carattere," hanno detto gli showrunner. "Capite bene che ci sarà sempre qualcuno a cui le cose non andranno a genio. Noi abbiamo cercato di creare qualcosa il più possibile fedele a Tolkien e al nostro ideale narrativo. Siamo a posto con noi stessi e per questo scendiamo a patti con chiunque: fan, Tolkien Estate, estimatori dell'ultima ora".
"L'intenzione era soprattutto quella di catturare il tono di Tolkien e di essere fedeli al suo universo", hanno detto J. D. Payne e Patrick McKay. Ma non sempre è semplice, basti pensare alla magia: "le sue regole non sono ad esempio ben specificate nelle opere letterarie, ma viene citata la città di Rhûn, mistica e antica. È qualcosa di non elaborato da Tolkien, soprattutto mostrato, e in cui abbiamo deciso d'inoltrarci senza però tradire tono e spirito del maestro. Anche le tre cacciatrici sono una novità. Un'idea curiosa ma complessa che abbiamo visto come una sfida". Come riempire e interpretare gli spazi lasciati liberi da Tolkien sarà, quindi, la chiave anche per il futuro.
La seconda stagione de Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere è già in lavorazione e sarà trasmessa da Prime Video. La prima stagione è, invece, già disponibile sulla piattaforma di streaming.