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Le Olimpiadi abbracciano gli Esports: ecco le nuove discipline

Con un nuovo evento, probabilmente, annuale, le Olimpiadi abbracciano gli eSport con nove discipline ufficiali tra cui Gran Turismo e Just Dance.

Le Olimpiadi abbracciano gli Esports: ecco le nuove discipline
SPECIALE di Riccardo Lichene   —   01/03/2023

Il Comitato Olimpico Internazionale ha finalmente abbracciato gli eSport. Niente più sport virtuali, finalmente, anche per quanto riguarda le Olimpiadi: i videogiochi competitivi avranno il posto che si meritano, ma sempre e comunque a debita distanza dagli sport reali. Dopo una lunga presentazione nella sede del Comitato Olimpico di Losanna possiamo finalmente raccontarvi della nascita delle Olympic Esports Series 2023 e della Olympic Esports Week di Singapore che le ospiterà.

I giochi finora confermati come discipline esportive olimpiche sono Gran Turismo 7, Just Dance, Tennis Clash, Chess.com, Virtual Regatta, WBSC eBaseball Power Pros, TicTac Bow, World Taekwondo e Zwift, un simulatore di ciclismo virtuale. C'è tantissimo da dire, dal processo con cui questi giochi sono stati selezionati (e l'elenco non è ancora definitivo) all'impatto che una manifestazione di questo tipo avrà sull'industria degli eSport e per farlo abbiamo intervistato Kazunori Yamauchi, il leggendario producer di Gran Turismo 7, Valerio Gallo, vincitore della prima Olympic Virtual Series (il vecchio nome della manifestazione) su Gran Turismo, Kit McConnel e Vincent Pereira rispettivamente Director of Sports e Head of Virtual Sport del Comitato Olimpico Internazionale.

La differenza più importante tra questa manifestazione e le Olimpiadi è che, allo stato attuale delle cose, gli organizzatori hanno in mente di mettere in piedi una Olympic Esports Series all'anno. Questo creerebbe un appuntamento globale annuale imbevuto del prestigio delle Olimpiadi in grado di dare un'enorme spinta agli eSport. Non tutti, però, sono entusiasti dell'idea. In questo speciale sulle Olympic Esports Series vi racconteremo la genesi, gli sviluppi e le prospettive di questo evento che cambierà i videogiochi competitivi.

Come si diventa un eSport olimpico

Vincent Pereira, head of virtual sport del Comitato Olimpico Internazionale, ci ha spiegato il complicato processo di selezione di un eSport olimpico
Vincent Pereira, head of virtual sport del Comitato Olimpico Internazionale, ci ha spiegato il complicato processo di selezione di un eSport olimpico

Se l'obiettivo del Comitato Olimpico era quello di "connettersi con le nuove generazioni anche usando il loro linguaggio", come ha detto McConnel, allora perché alcuni degli eSport più popolari del pianeta come League of Legends e Counter-Strike non sono diventati immediatamente discipline olimpiche? Vincent Pereira, Head of Virtual Sport, ci ha spiegato il complicato processo di selezione di un eSport olimpico: "La parte fondamentale è stata il dialogo con le federazioni internazionali dei singoli sport che hanno fatto delle proposte per far parte delle Olimpic Esports Series 2023. Ne abbiamo ricevute diverse perché delle federazioni sono già in contatto con alcuni editori di videogiochi. Abbiamo aperto la selezione a tutte le federazioni riconosciute dal Comitato Olimpico Internazionale e non solo a quelle che fanno già parte dei giochi olimpici. Abbiamo ricevuto 15-20 proposte di cui, a oggi, ne abbiamo accettate nove. I criteri che abbiamo usato sono stati la popolarità del gioco, la necessità di avere rappresentate le molte piattaforme disponibili (PC, console, mobile) e l'essere il più accessibili e inclusivi possibile. Per questo abbiamo quattro discipline che ritornano dalla scorsa edizione, cinque nuove e altri titoli che annunceremo in seguito".

Quindi per essere un eSport olimpico è indispensabile che, in qualche modo, un videogioco sia legato a uno sport reale. Ecco perché League of Legends, per esempio, non è (ancora) una disciplina olimpica. Pereira continua: "Quella dei MOBA è una posizione ambigua ma posso dirvi che, allo stato attuale delle cose, non c'è una via per integrarli nelle Olympic Esports Series. Una delle ragioni è il fatto che è indispensabile essere collegati con una federazione, e su quel fronte non riusciamo a vedere il materializzarsi di qualcosa nel prossimo futuro. Nel frattempo, però, abbiamo avuto delle conversazioni con dei publisher e alcuni sono interessati a modificare il loro gioco per creare una modalità che possa essere rispettosa dei valori olimpici. Questo aprirebbe la porta al dialogo con una federazione internazionale e quindi alle Esports Series. È difficile che la modalità che tutti conosciamo dei MOBA possa far parte delle OES ma c'è un percorso per farcela arrivare. Noi non chiudiamo le porte a niente, vogliamo solo trovare il modo migliore per andare avanti, seguire i nostri requisiti, promuovere i nostri valori e allinearci con le regole delle federazioni internazionali; il tutto con un modello sostenibile per ogni partner".

Allo stato attuale League of Legends non può diventare un eSport olimpico
Allo stato attuale League of Legends non può diventare un eSport olimpico

Questo vuol dire che, anche se non sono nella lista dei titoli approvati, non solo i MOBA ma anche gli sparatutto e i picchiaduro potrebbero arrivare a diventare delle discipline olimpiche. "Come per le altre discipline - conclude Pereira - noi ci siamo avvicinati agli sparatutto attraverso la ISSF (International Sport Shooting Federation) con cui abbiamo avuto delle ottime riunioni per includere uno sviluppatore che potrebbe entrare a far parte delle OES con un suo titolo. Per noi la cosa più importante è che il gioco che sceglieremo (o una sua modalità specifica) rifletta i valori del Comitato Olimpico. Sparare è un'attività che fa parte delle Olimpiadi e se c'è un gioco che lo riflette, per esempio sparando a dei bersagli, non vediamo ostacoli a una possibile integrazione. Ovviamente sparare a delle persone nelle modalità classiche degli sparatutto va contro i nostri valori olimpici e non potrà essere integrato nelle Esports Series".

Come funzionerà il torneo

La Olympic Esports Week ospiterà le competizioni delle Olympic Esports Series e uno spazio espositivo per i nuovi titolo che vogliono farne parte
La Olympic Esports Week ospiterà le competizioni delle Olympic Esports Series e uno spazio espositivo per i nuovi titolo che vogliono farne parte

Proprio come per le Olimpiadi estive e invernali, il processo di selezione degli atleti partecipanti dovrà essere globale e inclusivo, per questo sono stati scelti anche dei titoli mobile, come Tic Tac Bow, dedicato al tiro con l'arco. Ogni eSport olimpico avrà dei tornei online nazionali e continentali con l'obiettivo di incoronare i 15 migliori eAtleti al mondo. I finalisti, poi, voleranno a Singapore e si affronteranno sul grande palco della Olympic Esports Week. Ci saranno dei limiti alla quantità di partecipanti che ogni nazione e ogni continente potrà mandare per garantire una rappresentazione più o meno omogenea di tutto il mondo. "Proprio come nei giochi olimpici, ci sono delle nazioni che sono più forti di altre in determinati sport" - ci ha detto Kit McConnel, Director of Sport - "Lo stesso vale per i videogiochi, per cui parlando delle qualificazioni vogliamo che siano il più aperte e rappresentative possibile. È altrettanto fondamentale che la qualità della performance sia altissima", ma non sappiamo ancora come questo bilanciamento così precario verrà messo in atto.

Dal 22 al 25 giugno 2023, a fianco delle competizioni, ci sarà un'area dedicata a quei videogiochi che aspirano a diventare discipline olimpiche per mostrare il loro gameplay e organizzare degli showmatch. Si chiamerà Exibition Zone e, parlando del possibile ingresso dei picchiaduro nelle Olimpic Virtual Series, Pereira spiega la sua vitale importanza per il futuro della manifestazione: "Non abbiamo ancora delle partnership attive tra le federazioni delle discipline di combattimento e il mondo dei picchiaduro ma, proprio per colmare questo tipo di lacune, abbiamo progettato un'area speciale delle OES chiamata Exibition Zone per iniziare il dialogo con nuovi membri potenziali del progetto. Vogliamo invitarli per fargli tenere degli showmatch e avviare discussioni. Stiamo parlando con Psyonix e il suo Rocket League, che forse ci sarà, e con Capcom che due settimane prima dell'evento fa uscire Street Fighter 6. Non abbiamo ancora un programma per quest'area particolare, ma riconosciamo la popolarità dei picchiaduro e crediamo che possano riflettere la mentalità olimpica, per questo siamo al lavoro per esplorare le possibilità che offrono questi giochi".

Cosa ne pensano gli atleti

Valerio Gallo ha vinto le prime Olympic Virtual Series e ci ha raccontato cosa ne pensa del nuovo assetto della manifestazione
Valerio Gallo ha vinto le prime Olympic Virtual Series e ci ha raccontato cosa ne pensa del nuovo assetto della manifestazione

Dalle pubblicità dei grissini a quelle delle merendine, noi tutti ricordiamo almeno un atleta medaglia d'oro che, in virtù delle sue prodezze, ha ottenuto contratti, sponsorship e altri vantaggi grazie al prestigio del suo titolo. Vincere una medaglia olimpica significa tenersi quei vantaggi almeno per quattro anni e organizzare le Olimpic Esports Series ogni anno significa, inevitabilmente, togliere valore al trofeo che i migliori al mondo di un determinato videogioco potranno alzare. Valerio Gallo, vincitore delle Olympic Virtual Series 2021 nella categoria Gran Turismo, ha qualche dubbio al riguardo: "Tradizionalmente chi diventa oro olimpico lo rimane almeno per quattro anni, con tutte le opportunità professionali che la cosa comporta (sponsorizzazioni, pubblicità, attrezzatura ecc...ndr). Già il mio titolo durerà due anni, la metà, e se vogliono addirittura organizzare una competizione all'anno cambiano molto le carte in tavola: tutta la fatica che una persona fa per raggiungerlo assume un altro valore. Capisco la necessità di non lasciare spazi vuoti perché in questo modo le possibilità di farsi conoscere si moltiplicano ma non è lo stesso oro olimpico che ti dura quattro anni, ecco".

L'altra faccia della medaglia sono le necessità di organizzatori, sviluppatori e partner di avere una manifestazione più frequente per alimentare la popolarità di un titolo e la fondamentale convinzione dei vertici del Comitato Olimpico che sport e eSport siano su due piani diversi. Nelle parole di McConnel: "Credo che una medaglia d'oro e una vittoria a una Olimpic Esports Series siano due cose diverse. L'unicità di una medaglia olimpica sta anche nel fatto che è possibile averla solo ogni quattro anni, ma il mondo degli eSport si muove in modo diverso. C'è la necessità dal lato degli sviluppatori, delle federazioni, di chi ospita l'evento e di molte altre parti coinvolte di mostrare gli avanzamenti fatti da un anno all'altro. Organizzando un evento ogni 12 mesi possiamo permettere a più giochi di venire coinvolti, a più atleti di gareggiare e a più nazioni di stringere una partnership con noi per ospitare l'evento. Le tecnologie alla base dei giochi, poi, cambiano di anno in anno, per questo i publisher sono alla ricerca di un'opportunità per mostrare gli ultimi avanzamenti fatti. Organizzarle ogni 4 anni sarebbe un salto troppo lungo. Per andare incontro a tutte queste necessità siamo orientati a rendere le OES un evento annuale".

Il viaggio da “semplice” videogioco a disciplina olimpica

Kazunori Yamauchi, producer di Gran Turismo 7, è stato l'ospite d'onore dell'evento di presentazione delle Olympic Esports Series a Losanna
Kazunori Yamauchi, producer di Gran Turismo 7, è stato l'ospite d'onore dell'evento di presentazione delle Olympic Esports Series a Losanna

In occasione della presentazione delle Olimpic Esports Series era presente anche un ospite d'eccezione: Kazunori Yamauchi, producer di Gran Turismo 7 e storico designer della serie. La presenza di GT a questo evento è particolarmente importante perché rappresenta la prima volta nella storia in cui uno sport motoristico (anche se in forma digitale) è stato ammesso alle Olimpiadi. Questo dimostra il potere degli eSport e di come possono trasformarsi in un veicolo anche per gli sport tradizionali per raggiungere un nuovo pubblico.

Quando abbiamo chiesto a Kazunori Yamaguchi come si sentisse all'idea che il suo gioco sarebbe diventato una vera e propria disciplina olimpica ci ha risposto così: "Non avevo idea che, 25 anni fa quando l'ho creato, Gran Turismo sarebbe diventato un eSport e soprattutto un eSport olimpico! È stata una notizia che mi ha colto completamente di sorpresa. Gran Turismo è nato con un sottotitolo: The Real Driving Simulator (il vero simulatore di guida) e io ero fiducioso che saremmo riusciti a creare un gioco in cui tradurre perfettamente in digitale il funzionamento di una macchina vera. Nel 2008, per dimostrare ancora una volta che ci eravamo riusciti, abbiamo lanciato il GT Academy Project dove abbiamo trasformato un gamer pilota in un pilota di macchine da corsa reale. Non avrei mai immaginato che un percorso del genere avrebbe portato Gran Turismo a diventare uno sport delle Olimpiadi. Per quanto riguarda la nostra musica iconica, anche io la spengo quando gareggio nelle classifiche competitive perché voglio percepire tutte le informazioni possibili e molte vengono anche dall'udito quindi è improbabile che la sentiremo all'evento delle Olimpiadi".