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Marathon, scopriamo il grande ritorno firmato Bungie

Dopo 27 anni di assenza Marathon di Bungie fa il suo ritorno sulla scena, ma non si tratta della produzione che tutti si aspettavano: ecco quello che abbiamo scoperto.

Marathon, scopriamo il grande ritorno firmato Bungie
SPECIALE di Lorenzo Mancosu   —   26/05/2023

Dei tanti grandi ritorni che stanno caratterizzando questa particolare era dei videogiochi ce ne sono alcuni che sono decisamente difficili da prevedere. Talvolta capita che grandi artigiani del settore, dopo aver raggiunto il successo grazie a determinati franchise, chiudano in un cassetto impolverato l'ispirazione che li ha originariamente spinti a creare mondi virtuali, per poi dimenticarlo in eterno nella soffitta della propria immaginazione. Se, per esempio, una riesumazione del giovane marchio di Armored Core da parte di FromSoftware era per certi versi prevedibile, sembra invece quasi impossibile che lo stesso destino possa toccare a King's Field, ormai un lontanissimo ricordo legato all'infanzia artistica della casa giapponese.

Eppure, in rare occasioni, il mondo dei videogiochi riesce ancora a sorprendere. Prima di Destiny, ma soprattutto prima dell'arruolamento del Master Chief nelle file degli Spartan, Bungie era un microscopico studio di sviluppo, anzi, era una coppia di persone che si riunivano nel salotto di un appartamento scalcinato per spedire via posta le poche centinaia di copie che riuscivano a piazzare. Dopo il mezzo successo raccolto da Minotaur The Labyrinths of Crete e l'inaspettato exploit fatto registrare da Pathways into Darkness, i giovani Alex Seropian e Jason Jones si spostarono finalmente in un ufficio nella periferia di Chicago - che stando al compositore Martin O'Donnell puzzava come una confraternita - e fu lì che iniziarono a raccogliere le idee che avrebbero dato i natali alla successiva opera firmata Bungie: uno sparatutto sci-fi che rispondeva al nome di Marathon.

Marathon torna dopo ventisette anni
Marathon torna dopo ventisette anni

Spostiamo le lancette dell'orologio avanti di ventinove anni: i lenti ritmi del PlayStation Showcase di maggio 2023 hanno rischiato di far passare in sordina persino il ritorno di Marathon, la culla di un immaginario che ha detto tanto e che sulla carta avrebbe ancora tantissimo da dire, dopo essere rimasto sepolto troppo a lungo e troppo rapidamente dall'imprevedibile valanga che ha seguito la pubblicazione di Halo: Combat Evolved.

Ecco tutto quello che sappiamo sul nuovo Marathon di Bungie, un soft reboot che, oltre a modificare l'approccio alla fantasia della serie, mira a stravolgerne non solo le meccaniche del gameplay, ma anche la stessa identità.

Che cos'è Marathon?

Bungie ci sa fare con l'atmosfera sci-fi
Bungie ci sa fare con l'atmosfera sci-fi

Il nuovo Marathon sarà uno sparatutto incentrato esclusivamente sul PvP, sugli scontri giocatore contro giocatore, e non includerà alcuna forma di modalità campagna. Scrivere queste parole fa un po' male al cuore, specialmente se si tiene in considerazione il pensiero condiviso da Alex Seropian, il fondatore dello studio, proprio sulle pagine di History of Bungie: "senza una storia, un videogioco diventa una cosa inferiore", constatazione che portò alla nascita dei celebri terminali interattivi destinati ad assumere un valore più che simbolico per la casa. Il dado è tratto: anche questo grande ritorno andrà ad aggiungersi alla moltitudine di videogiochi live-service che, come tanti piccoli tasselli, stanno lentamente componendo il puzzle del futuro dei PlayStation Studios.

Ciò detto, la vera forza della moderna Bungie sta nella costruzione del mondo, e non risiede assolutamente nel tessuto della narrazione. Destiny è riuscito a tenere milioni di videogiocatori incollati allo schermo per oltre nove anni grazie alla nebulosa "lore" che sorregge il Sistema Solare, anziché fare affidamento su singole trame di grande effetto. E, in questo senso, sono stati gli stessi membri del team di sviluppo a voler rassicurare il pubblico: "Immaginate una squadra che scopre un artefatto in precedenza sconosciuto che, quando viene attivato, apre una nuova area della mappa esplorabile da tutti i giocatori. In pratica, stiamo creando un gioco dove le azioni dei giocatori avranno ramificazioni sul mondo e sui giocatori con ogni nuova stagione", ha affermato Christopher Barrett di Bungie, che ricopre il ruolo di game director.

Le tute dei personaggi strizzano subito l'occhio al UESC
Le tute dei personaggi strizzano subito l'occhio al UESC

Torniamo per un attimo al principio: il nuovo Marathon non sarà un sequel diretto della trilogia originale, ma ne condividerà il medesimo universo narrativo, la mitologia e la storia. Per chi non lo sapesse, il capostipite della serie si svolgeva attorno all'anno 2700, a bordo della nave spaziale Marathon, un velivolo creato sul satellite marziano di Deimos allo scopo di colonizzare il quarto pianeta del lontano sistema stellare di Tau Ceti. Se il primo episodio coinvolgeva in un'immensa battaglia le intelligenze artificiali Leela, Durandal e Tycho, oltre che le specie aliene degli S'pht e dei Pfhor, i capitoli successivi avrebbero introdotto pianeti sconosciuti, parassiti vecchi quanto l'universo stesso, antichi popoli extraterrestri ormai scomparsi nonché dotati di tecnologie molto avanzate, ma soprattutto dispositivi orientati all'estinzione di interi sistemi stellari; in poche parole - come si può evincere anche solamente da questa manciata di righe - si tratta del grande brodo primordiale in salsa sci-fi nel quale sono maturate tutte le principali ispirazioni che hanno guidato la fantasia di Bungie.

Ciò che bisogna aspettarsi, dunque, è la creazione di un universo narrativo atipico - un grande fondale per la modalità multigiocatore competitiva che siede al centro dell'opera - probabilmente volenteroso di riportare alla luce l'UESC, ovvero lo Unified Earth Space Council, gli Pfhor, i S'pht, gli Jjaro con i loro dispositivi nova capaci di spazzar via le stelle, nonché le terribili entità del caos che risedevano all'interno delle stesse. Com'è possibile riservare il giusto spazio alla costruzione di uno sfondo tanto complicato nei confini di un videogioco orientato al PvP? Questa è la grande domanda che siede alla base di Marathon, ma ci sono due ambiti nei quali Bungie non ha mai deluso le aspettative, e il primo è proprio la costruzione del mondo.

Come funziona?

Difficile prevedere come funzionerà l'esperienza PvP
Difficile prevedere come funzionerà l'esperienza PvP

Il secondo, invece, è il sistema di shooting: se da una parte quello di Halo non è mai riuscito a tramontare definitivamente, la variante introdotta nove anni fa da Destiny continua ancora oggi a fare scuola, aggredita solo da pochissimi agguerriti concorrenti. Marathon sarà ovviamente uno sparatutto in prima persona, e anche se questa volta il focus sarà stretto unicamente sulla componente PvP, Bungie sembra aver scelto un sentiero molto particolare. Sempre Chris Barrett ha aggiunto: "Stiamo costruendo un mondo pieno di zone costanti, che si evolvono, dove i giocatori creano il loro viaggio con ogni partita che fanno. Potrebbe significare un'indimenticabile scontro a fuoco contro un'altra squadra che compete per lo stesso bottino o un'estrazione all'ultimo secondo mentre siete completamente circondati".

L'opera assumerà i connotati dell'extraction PvP shooter nel contesto fantascientifico, mettendo i giocatori nei panni di combattenti cibernetici noti come Runner, impegnati a esplorare una colonia perduta su Tau Ceti IV che non risulterà certamente nuova ai conoscitori della serie. Le vibrazioni emerse dal primo videodiario suggeriscono un titolo nel quale gruppi di giocatori si caleranno in un mondo persistente e in costante mutamento allo scopo di raccogliere artefatti, innesti e potenziamenti, per poi interagire con l'ambientazione e modificarla in modo sostanziale. Non è mai elegante esprimersi per paragoni, ma è molto probabile che l'esperienza di gioco offerta da Marathon si avvicini a quella che sta fiorendo dalle parti di Escape from Tarkov e in modalità come la DMZ introdotta nell'ultima istanza di Call of Duty, sfruttando al massimo l'esperienza maturata dallo studio di Bellevue nell'orbita dei looter-shooter.

Basterà il mondo persistente a sopperire alla mancanza della campagna?
Basterà il mondo persistente a sopperire alla mancanza della campagna?

Vale la pena soffermarsi su una frase apparsa sul PlayStation Blog che abbiamo già menzionato in precedenza: "In pratica, stiamo creando un gioco dove le azioni dei giocatori avranno ramificazioni sul mondo e sui giocatori con ogni nuova stagione". Tale affermazione - oltre ad aver confermato implicitamente l'esistenza del sistema stagionale tipico dei giochi come servizi - sembra suggerire la presenza di risposte attive al comportamento dei giocatori, una meccanica che la casa ha ampiamente testato sulle sponde di Destiny 2. In caso non foste giocatori di Destiny, sappiate che nel suo mondo persistente intere missioni o ampie sezioni delle mappe planetarie rimangono spesso irraggiungibili finché il primo gruppo di giocatori non riesce a portare a termine determinate attività, attivando eventi speciali che portano conseguenze dirette sull'esperienza di tutti gli altri Guardiani. Un'ipotesi, questa, ulteriormente confermata in video, quando lo staff ha menzionato la possibilità di ottenere il "world first" anche in Marathon, un titolo che solitamente viene riservato al gruppo di giocatori che completa un nuovo Raid prima di chiunque altro.

"Marathon è stato progettato dall'inizio come un gioco incentrato sul PvP e non avrà una campagna per giocatore singolo. Invece, con l'esperienza PvP come base, stiamo creando opportunità per lo sviluppo di storie guidate dal giocatore, storie integrate nella narrativa complessiva del gioco", ha proseguito Chris Barrett, ponendo ancora una volta l'accento sull'integrazione trasversale del racconto attraverso le meccaniche di gioco. A questo punto, tuttavia, ci troviamo nel pieno del reame della speculazione: è possibile che la colonia di Tau Ceti IV offra assalti, raid, boss, bottini perduti e diversi tipi di attività che hanno incontrato il successo dalle parti di Destiny. L'unica certezza risiede nella struttura PvEvP, un'architettura nella quale gli altri giocatori rappresentano solamente un'ulteriore minaccia posta in vetta a un ambiente che è già di per sé ostile, la cui esplorazione diventa il motore scatenante del ciclo di gameplay.

In conclusione

Il lavoro da svolgere sembra ancora piuttosto lungo
Il lavoro da svolgere sembra ancora piuttosto lungo

"C'è ancora molto lavoro da fare prima del lancio o persino prima del momento in cui saremo pronti a parlarne nel dettaglio. Il team lavora alacremente e abbiamo una grande base di partenza, ma c'è ancora molto altro da fare, compreso ingrandire il nostro team". Questa dichiarazione del direttore generale Scott Taylor sembra indicare che i lavori siano ancora in alto mare, unitamente al fatto che la chiusura del post pubblicato sul blog di PlayStation invita esplicitamente ulteriori sviluppatori a inviare la propria candidatura a Bungie. Considerando che sono ormai dieci anni che la compagnia non si presenta sul mercato con una IP originale, è possibile che ci voglia ancora parecchio tempo prima di metter mano alla formula definitiva di Marathon.

A margine, lo studio è attualmente impegnato con La Forma Ultima, quella che sarà l'espansione conclusiva di Destiny 2, o quantomeno l'epilogo del principale filone narrativo, e in un recente sondaggio ha domandato ai giocatori se fossero interessati in un'ipotetica terza iterazione della serie. Certamente quella di portare avanti due diverse produzioni live-service non è un'impresa da tutti - visto e considerato che in molti fanno fatica a stare dietro a una sola - specialmente per uno studio come Bungie, che dovrà senza dubbio ampliare l'organico; il primo video diario, a questo proposito, si è concluso con l'invito ad attendere il prossimo appuntamento, che sarebbe avvenuto molto a ridosso della pubblicazione.

Si tratta di uno fra i ritorni più inaspettati in epoca recente
Si tratta di uno fra i ritorni più inaspettati in epoca recente

Erano in molti ad aspettarsi un vero e proprio rilancio dell'originale saga di Marathon, un'avventura in giocatore singolo, magari a bordo di una nuova nave spaziale in cui andare a caccia di terminali, vivendo un racconto in tempo reale fra intelligenze artificiali impazzite e specie aliene dai nomi improbabili; forse la deviazione verso la formula PvP dipende proprio dal fatto che quell'antica fantasia è ormai maturata oltre ogni aspettativa sulle sponde di Halo e Destiny, prosciugando il pozzo creativo dal quale lo studio non ha mai smesso di attingere nel corso degli ultimi ventinove anni.

Se si trattasse di qualsiasi altro sviluppatore sarebbe lecito nutrire grossi dubbi riguardo la natura del progetto, ma quando si parla di pianeti alieni e architetture sci-fi, di sparatorie e di improbabili armi da fuoco, della capacità di costruire mondi persistenti nel contesto del multigiocatore, sono in pochi ad aver maturato un'esperienza paragonabile a quella di Bungie.