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Netflix: 5 videogiochi che dovrebbe trasporre in serie TV dopo The Witcher

The Witcher è stato il primo passo ma ce ne sono molti altri che potrebbero essere mossi per rafforzare il promettente sodalizio tra Netflix e videogiochi. Ecco quindi 5 videogiochi che dovrebbe trasporre in serie TV dopo The Witcher

SPECIALE di Alessandra Borgonovo   —   04/02/2020

Tra dubbi, perplessità, ironia e anche un'errata comparazione con il videogioco, la serie The Witcher ha debuttato su Netflix ottenendo un successo più che discreto: non è perfetta ma considerando la media delle produzioni originali e, in generale, le trasposizioni dei videogiochi a grande o piccolo schermo possiamo affermare che si tratta di un significativo passo avanti almeno sotto il profilo del live action. Non dimentichiamo in fondo che, prima di donare un soldo al nostro Witcher, abbiamo seguito da vicino la lotta di Trevor Belmont contro Dracula e le sue creature nella serie animata Castlevania. Ancora, StudioMDHR ha annunciato lo scorso luglio una collaborazione con Netflix per dare vita a The Cuphead Show! - la serie basata sull'omonimo e pluripremiato videogioco del 2017. Si può dire che le trasposizioni, ora come ora, siano sulla cresta dell'onda. Quale momento migliore dunque per cavalcare questo slancio creativo e pensare a cos'altro Netflix potrebbe adattare a serie televisiva, animata e non? Lasciamoci alle spalle Un regno incantato per Zelda, Super Mario Bros. (il film del 1993) ma anche produzioni più grosse, ambiziose e dimenticabili come Doom o Assassin's Creed, per guardare a un futuro più roseo - e non importa se sono sogni forse destinati a rimanere nel cassetto, l'impensabile è sempre in agguato. Sulla scia di The Witcher, spaziando il più possibile tra i generi, ecco cinque videogiochi che Netflix potrebbe trasporre a serie TV.

Uncharted

Sì, Nathan Drake ha appeso la caccia al tesoro al chiodo ma nulla vieta di esplorare il suo personaggio seguendo altri percorsi. Come del resto dovrebbe fare il film con Tom Holland che, considerata l'età dell'attore, andrà con molta probabilità a esplorare il passato di Drake magari intrecciando quanto mostrato sia un Uncharted 3 sia in Uncharted 4. Sempre che si riesca a trovare un regista, dopo che anche Travis Knight ha abbandonato la nave per via di alcune variazioni nel calendario di produzione. Questo però riguarda il grande schermo. In merito alla serie televisiva, ricorderete che l'epilogo di Uncharted 4 ci ha messo seppur brevemente nei panni di Cassie, figlia di Nathan ed Elena: a dispetto della volontà dei genitori di farle vivere una vita normale, buon sangue non mente e la ragazzina ha tutte le intenzioni di seguire le orme paterne e materne. Potrebbe essere un ottimo spunto per dar vita a una serie incentrata su di lei, novella Sydney Fox (ricordate Relic Hunter?) ma anche un po' Veronica Mars, nel tentativo di bilanciare la passione per l'avventura alla normale vita da teenager.

BioShock

Il film che doveva essere diretto da Gore Verbinski (trilogia de I Pirati dei Caraibi) è passato a miglior vita da diverso tempo, complici, stando alle parole del regista, una classificazione vietata ai minori e costi elevati. Questi ultimi potrebbero essere un deterrente anche per una possibile serie televisiva ma BioShock non deve per forza seguire pedissequamente l'omonima trilogia videoludica. Proprio come Uncharted, anzi, potrebbe trarre giovamento - nella lunga attesa del quarto capitolo - da una narrazione incentrata in questo caso sul prima: il fatto che BioShock si sia largamente ispirato alla filosofia di Ayn Rand, per esempio, potrebbe essere un ottimo punto di partenza per raccontare più nel dettaglio la costruzione, l'ascesa e la successiva caduta di Rapture. Attingendo così dal romanzo ma ampliandone la struttura per darci la possibilità di esplorare più a fondo una delle ambientazioni videoludiche migliori dell'ultimo decennio e oltre. Oppure, sfruttare il multiverso introdotto grazie a BioShock Infinite per raccontare una storia inedita che possa tuttavia allacciarsi all'opera originale.

Bloodborne

Dopo le avventure à la Relic Hunter e la distopia in salsa orwelliana, dovendo scegliere verso quale orrore muovere i passi la scelta più istintiva va a Bloodborne. Yharnam è piena di ambientazioni e creature da incubo che potrebbero dar vita a un Penny Dreadful più folle, cupo e sanguinario. Tutte le ispirazioni del videogioco di From Software, da Bram Stoker a Lovecraft, sono già state utilizzate come basi di numerosi film e serie televisive, perciò c'è abbastanza cognizione di cause per tentare il salto nel buio: tutto sta nell'avere il coraggio di trattare un universo incredibilmente generoso ma altrettanto vasto, persino troppo per cercare di intrecciare fra loro i numerosi fili. Senza dubbio non sarebbe interessante, forse nemmeno possibile, una serie che segua le vicende del gioco originale poiché si dovrebbero prendere scelte molto drastiche che andrebbero a cozzare con la storia stessa. Altro discorso sarebbe nel voler raccontare qualcosa che esuli dalle scelte del giocatore, come tutti i retroscena che ci sono stati solo vagamente introdotti: la scoperta delle tombe pthumeriane e del Sangue Antico da parte degli studiosi di Byrgenwerth, come è stata fondata la Chiesa della Cura, la guerra tra Esecutori e Vilesangue, il Villaggio dei Pescatori e la maledizione di Kos... O ancora, si può pensare a una miniserie, meno ambiziosa in termini di episodi e magari con una sola stagione, che vada ad approfondire personaggi come Henryk, Padre Gascoigne o addirittura Lady Maria, uno dei personaggi migliori che il gioco abbia offerto. Nel pensare a Bloodborne trasposto a serie televisiva si aprono possibilità praticamente infinite, qualcosa che potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio.

Mass Effect

Dal dark fantasy/horror gotico allo spazio profondo il passo è breve, almeno a parole. Mass Effect: Andromeda è stato un capitolo difficile, per usare un eufemismo, ma questo non significa vietare a Mass Effect di esprimersi attraverso un altro medium. Come e anche più di Bloodborne, la decisione di lavorare a una serie televisiva sul colosso BioWare porta con sé il problema di una struttura basata interamente sulle scelte del giocatore: gli sceneggiatori dovrebbero caricarsi dell'onere di mettere dei punti fermi alla lunga odissea del comandante Shepard, a partire dal fatto se sia uomo o donna, ma questa potrebbe essere l'occasione per rimettere mano al cosiddetto "effetto Bandersnatch". Il riuscito azzardo di Black Mirror potrebbe essere sfruttato come apripista come trasporre alcuni tipi di videogiochi sul piccolo schermo ma, considerato il soggetto in esame e la portata di una serie TV rispetto a un film, è se possibile un azzardo ancora più grande e da ponderare con grande attenzione. Mass Effect è peraltro una di quelle serie che potrebbe seguire due tipi di sviluppo: quello live action sulla scia di Battlestar Galactica, forse l'ideale se si sceglie di investire bene negli effetti speciali. Oppure, sulla falsa riga di Dead Space: Downfall, una trasposizione animata antecedente ai giochi. Fantascienza, romanticismo, alieni, epici scontri a fuoco. Cosa mai può andare storto? Tutto e nulla.

Red Dead Redemption

Dovendo pensare al genere storico, inevitabilmente il pensiero va ad Assassin's Creed. Visto l'exploit del film, tuttavia, forse sarebbe meglio abbandonare le speranze e lasciare che sia un sogno proibito. La storia però non è solo quella antica e nemmeno medievale, soprattutto perché con The Witcher e Game of Thrones di medioevo, spade, scudi, draghi ne abbiamo fin sopra i capelli. Un periodo che sta lentamente tornando alla ribalta, dopo il suo periodo d'oro nel cinema e una grande diffusione anche sul piccolo schermo, è il western: da Deadwood a Westworld fino alla miniserie prodotta dalla stessa Netflix, Godless, ci sono le premesse per Red Dead Redemption. La serie di Rockstar Games ha tutte le carte in regola per essere trasposta a livello televisivo, che si tratti di ripercorrere i passi di John Marston o Arthur Morgan, oppure come già espresso nel caso di Uncharted seguire invece John "Jack" Marston Jr. e tessere così un filo conduttore che va dal tragico finale del primo capitolo all'epilogo dello stesso. A prescindere dalla direzione da eventualmente intraprendere, il franchise, se addirittura vogliamo azzardarci a includere Red Dead Revolver, copre un periodo che va dal 1880 al 1911, con un salto poi in avanti al 1914 quando il cerchio si chiude del tutto. C'è materiale quanto basta per dar vita a un progetto in grande stile, che sia di una o più stagioni, ma è proprio la portata di una simile produzione a fare paura: anche lo sceneggiatore più coraggioso potrebbe farsi indietro.