A marzo 2020 sarà completato l'imponente Kanda Square, un maestoso edificio di ventidue piani (compreso quello sotterraneo), situato nel distretto di Nishikicho (dove è ubicato anche il palazzo imperiale), nel quartiere speciale di Chiyoda, a Tokyo. Nell'ultima conferenza con gli azionisti, alla conclusione del terzo quarto fiscale, Shuntaro Furukawa, sesto presidente
Nintendo, ha annunciato che saranno trasferiti lì, tutti assieme - per favorire la cooperazione - i quattro studi aziendali di Tokyo. Per la precisione, occuperanno l'ottavo, il ventesimo e il ventunesimo piano: l'intera sommità dell'edificio, in sostanza, più un piano inferiore. Qui sorge il primo dubbio: perché rimanere così lontani dall'ottavo piano, se l'obbiettivo è la vicinanza fisica? Più tardi proveremo a rispondere. Prima un altro dettaglio importante: qualche ora dopo l'annuncio di Furukawa, Nikkei, la prestigiosa rivista finanziaria nipponica, ha divulgato un'informazione preziosa. E cioè che anche Game Freak, società che ha sviluppato tutti i giochi principali di Pokémon (compresi gli ultimi due, Spada e Scudo), si trasferirà nello stesso distretto, a Nishikicho.
Una grande coincidenza: vista anche la prossima terminazione dei lavori a Kanda Square, dubitiamo che la sede di destinazione possa essere diversa. Ma nessuno dei piani precedentemente elencati sarà occupato da Game Freak, perché è una sofware house indipendente, e Furukawa non può parlare per loro né, soprattutto, inserirli sotto la denominazione "Nintendo".
Prima di speculare ulteriormente su questo probabile avvicinamento logistico, è necessario fare chiarezza su quali siano, o possano essere, i quattro studi Nintendo che si trasferiranno; e, contemporaneamente, ricordarvi la storia di Game Freak, e la complicata gestione del brand Pokémon.
Nintendo Tokyo
La stranezza dell'annuncio di Furukawa, che non è stata colta da molti, risiede proprio nell'enumerazione degli studi edochiani Nintendo: non c'è traccia di queste quattro divisioni. Anche nel sito ufficiale, oltre alle due sedi principali di Kyoto, è elencato un solo edificio, quello ad Asakusabashi (nel quale, tra l'altro, abbiamo anche provato a entrare). Lì lavora il gruppo EPD numero 8, quello che si occupa della saga tridimensionale di Super Mario, nonché di Captain Toad, e di altri progetti minori tra cui NES Remix. Le figure chiave sono Hayashida, Shimizu, Motokura e, soprattutto, Yoshiaki Koizumi: quest'ultimo ormai non è isolabile a una singola divisione, vista l'importanza che riveste per l'intera azienda, ma - tra le tante occupazioni - è anche il capo dell'intera sede di sviluppo software di Tokyo. È il team Nintendo più importante assieme al numero tre, quello che crea The Legend of Zelda, e quest'anno, stando alle tempistiche abituali, presenterà il suo nuovo titolo.
Quali possano essere le altre tre sedi Nintendo è totalmente ignoto. Escludiamo con certezza che siano altrettante divisioni del gruppo otto: in passato era scisso in due parti, che però sono state recentemente reintegrate in una sola. Perciò, indagando un po', siamo giunti alla conclusione che le altre tre, come ipotesi più probabile, siano le tre aziende di Tokyo che Nintendo possiede interamente, e che Furukawa, legittimamente, può definire "Nintendo" senza ulteriori specificazioni. Ci riferiamo a 1-Up Studio, ex Brownie Brown, formata soprattutto da sviluppatori (circa cinquanta) provenienti da Square-Enix, che già adesso si concentra soprattutto sul supporto al gruppo EPD di Tokyo. Poi c'è NDCube, azienda composta da ex dipendenti Hudson Soft (circa cento), che sviluppa primariamente la serie di Mario Party. Infine ci sarebbe Monolith Soft, che ha uno studio principale e due secondari a Tokyo, nonché uno di supporto (per EPD 3, principalmente) a Kyoto. Sono circa 200 dipendenti.
In totale quindi, avessimo ragione noi, si trasferirebbero a Kanda Square circa 500 creativi Nintendo. Magari l'ottavo piano sarà lasciato interamente a Monolith Soft, con EPD 8, 1-Up Studio e NDCube a riempire il ventesimo e il ventunesimo. E creare così una sede di sviluppo numericamente più fluida e dinamica, sulla linea dell'esempio kyotese.
Game Freak e Pokémon Company
Game Freak, che come abbiamo detto ha creato tutti gli episodi principali di Pokémon, è indubbiamente una società di successo; altrettanto indubbiamente è una software house contestata. Vanta circa 150 dipendenti, che non sono affatto pochi: tuttavia il grande numero di creativi non ha impedito l'insorgere di difficoltà tecnologiche che, giocando Spada e Scudo, al di là della qualità dell'opera, sono sotto gli occhi di tutti. Insomma, Pokémon è il brand più lucroso al mondo (non solo dei videogiochi, vende più di Star Wars, Hello Kitty, ecc...), e il fatto che venga sviluppato da una società del genere è, come dire, "strano". Un po' come se la Mercedes di Hamilton, nel 2020, finisse tra le mani di Felipe Massa (qualcosa del genere).
Tuttavia questo legame, che non sappiamo se sia vincolato da un contratto, Game Freak se lo è meritato appieno. È stata fondata da Satoshi Tajiri negli anni '80, e inizialmente era una rivista di videogiochi; si è trasformata in una software house solamente nel 1989. Tajiri è anche l'inventore di Pokémon, gioco che Miyamoto ha apprezzato e appoggiato in fase di sviluppo, e che conseguentemente Nintendo ha (parzialmente) finanziato e pubblicato. Durante la lavorazione del primo capitolo, Tajiri si è addirittura tagliato lo stipendio, a tal punto Pokémon stava gravando sulle casse di Game Freak; in soccorso è arrivata Creatures, ex Ape (team che, tra le altre cose, ha realizzato Mother), che in cambio ha voluto una parte dei futuri introiti del franchise. Quello che è successo dopo lo sapete tutti. Pokémon vende a dismisura, e quella iniziale spartizione di un piccolo progetto finisce addirittura per divenire una compagnia, un'azienda che amministra tutto il marchandise relativo alla serie (e non solo): The Pokémon Company, posseduta (pare) equamente da Nintendo, Game Freak e Creatures (di cui Nintendo mantiene delle quote, stimate attorno al 10%).
La situazione tuttavia non è propriamente paritaria, nel senso che Nintendo è l'unica detentrice dell'intero trademark Pokémon: in sostanza, se a Game Freak è permesso sviluppare per altre aziende e pubblicare su altre console (cosa che già è avvenuta, tra l'altro), non gli è concesso farlo con Pokémon. O almeno, non farlo con un Pokémon che si chiami Pokémon, o che utilizzi qualsiasi nome attualmente detenuto da Nintendo.
Un potenziale divorzio tra le due parti, comunque, non è credibile: sebbene in passato ci siano stati alcuni attriti, principalmente derivati del "rischio" Nintendo Switch, attualmente sembra andare tutta bene. Una separazione, tuttavia, pare esserci stata davvero: Creatures, sul sito di Game Freak, non compare più come collaboratrice: si è occupata delle animazioni dei pokémon di Spada e Scudo, che hanno attirato le ire dei fan, perché troppo simili a quelle dell'episodio precedente.
Una collaborazione più stretta?
Adesso che abbiamo chiarito - per quanto possibile - la situazione, analizziamo le ipotizzabili conseguenze di questi recenti cambiamenti. Nonostante in giro sia la speculazione più diffusa, non c'è alcuna ragione logica per ritenere che Nintendo stia per acquistare Game Freak: la collaborazione inerente a Pokémon va avanti ininterrottamente da anni, e non c'è motivo sensato per cui vada sancita in modo maggiormente formale, anche perché Game Freak non è che abbia brillato negli sforzi creativi esterni al brand condiviso. Inoltre va tenuto in considerazione che Nintendo da sempre collabora allo sviluppo della serie, sebbene soprattutto in fase di supervisione: ci riferiamo al gruppo EPD numero 1, quello capitanato da Hitoshi Yamagami.
Questa ventilata acquisizione potrebbe accadere, almeno a nostro parere, solamente se esistesse un contratto (attualmente ignoto) per cui gli episodi principali di Pokémon risultassero di esclusivo appannaggio Game Freak: vigesse un accordo del genere, attraverso l'acquisto della società, Nintendo - ammesso che ne abbia l'interesse - potrebbe occuparsi più direttamente della serie. Ma, è bene ribadirlo, al di là delle valutazioni relative all'ambito qualitativo, le vendite di Pokémon vanno alla grande. Spada/Scudo ha avuto un lancio eccezionale, è già il quinto titolo più venduto per Nintendo Switch, e probabilmente scalerà la classifica (almeno) fino al secondo posto. Insomma, anche dovesse avvenire quest'acquisizione, a nostro parere i fan di Pokémon potrebbero rimanere, al momento, piuttosto tranquilli: Nintendo non ha alcun interesse a rivoluzionare il gioco, o a renderlo più simile alle IP sviluppate internamente. Una maggior vicinanza tuttavia potrebbe aiutare Game Freak a livello tecnologico: che la mano arrivi da EPD 8, da 1-Up Studio, o da Monolith Soft, sarebbe comunque gradita. Anche EPD 3, che ha sviluppato il maestoso Breath of the Wild, si è avvalsa dell'aiuto della divisione kyotese di Monolith Soft, in particolare nell'elaborazione della morfologia di Hyrule.
Game Freak è passata dallo sviluppo su 3DS a quello su Switch, un balzo enorme, con la necessità di aggiornare l'aspetto tecnologico senza alterare le principali qualità di Pokémon: Spada e Scudo non è stato l'episodio rivoluzionario che in tanti si aspettavano, ma da questo punto di vista si è rivelato sicuramente un ottimo compromesso. Nei prossimi anni ci sarà l'occasione di migliorare, magari proprio attraverso uno sviluppo più collaborativo e versatile.