Con il Six Invitational 2020 si è chiusa una stagione competitiva di Rainbow Six piena di sorprese e di novità, che ha portato alla vittoria degli Spacestation Gaming di cui vi abbiamo parlato proprio appena conclusasi la finale di settimana scorsa. Se dunque la scena competitiva che ci attende a partire dalla Stagione 11 della Pro League si prospetta molto interessante, è merito di ciò che è accaduto in questi dodici mesi che sono intercorsi tra un Invitational e l'altro.
Siamo a febbraio 2019, i G2 Esports sono nel massimo del loro splendore, il loro dominio non è solo legato a una forza incontrastata dei membri più rappresentativi come Pengu e Kantoraketti, ma anche a un affiatamento collettivo che mostra pochi punti deboli. Lo abbiamo detto più volte: l'armonia, la sinfonia di Sacchiano stampo mostrata durante le competizioni maggiori ha permesso sempre ai G2 di imporsi e l'Invitational 2019 non è stato da meno. I Team Empire, sconfitti con un sonoro 3-0, non avevano potuto niente contro lo strapotere di Pengu & co. che come un caterpillar hanno macinato avversari rodati e giovani rampanti. Se dunque la prospettiva futura sembrava decisamente scritta, i mesi successivi all'Invitational hanno segnato l'inizio della fine, per così dire.
I G2, ormai probabilmente sazi di vittorie, hanno snobbato le Finali Pro League della stagione 9, svoltesi a Milano, iniziando così a mostrare il fianco verso gli affamati rivali che da tempo puntavano il mirino vero i pluricampioni europei. Le finali di Milano hanno quindi permesso alla scena competitiva di Raibow Six di abbracciare il vero potenziale dei Team Empire. I giovani e gelidi cavalieri rampanti provenienti dalla Russia si sono consacrati proprio nella Milano che qualche mese prima gli aveva visti debuttare e dominare in una competizione entusiasmante quale fu quella svoltasi alla Milan Games Week del 2018. Un cerchio che si è chiuso dunque e che ha visto emergere una compagine solida, cinica, maturata rispetto a quanto visto nella finale dell'Invitational 2019 che ha messo al servizio della squadra le abilità di Joystick (il loro migliore giocatore) ma allo stesso tempo ha fatto in modo che le sinergie tra gli altri quattro componenti del team esaltassero le capacità individuali del loro campione.
La finale della Pro League stagione 9 ha poi portato allo sviluppo del Major di Raleigh nell'estate del 2019, un major dall'alto potenziale, in cui i Team Empire arrivarono carichi di voglia di vendetta per il 3-0 subito all'Invitational dai G2, presenti questa volta alla competizione. Il tremendo declino di Pengu & co. dunque era iniziato e il leone affamato Team Empire non ha lasciato superstiti: il cammino nella competizione è stato perentorio, da squadra vorace e conscia delle sue capacità in grado di piazzare vittoria dopo vittoria risultati sempre più solidi. Il 3-1 messo a segno dai giovani Russi è un macigno sulle spalle dei G2, mai in partita e davvero scarichi, probabilmente, a livello mentale. Non solo dunque i Team Empire hanno vinto il confronto, ma hanno anche dominato gli scontri singoli mettendo in scena una sinfonia degna del miglior direttore d'orchestra con giocate ariose, run out impensabili e pick dalla tremenda freddezza. Se la Traviata fosse una partita di Rainbow Six allora i Team Empire grazie a tale prestazione avrebbero dimostrato di essere il Giuseppe Verdi del titolo competitivo targato Ubisoft. Il tracollo dei G2 e la sonora lezione impartitagli dal Team Empire ha poi condotto alle finali Pro League della stagione 10 svoltesi a Nagoya.
La sfida andata in scena nella terra del Sol Levante ha dato seguito a quanto visto a Raleigh, con i G2 in caduta libera verso un baratro inconcepibile e la presa di posizione dei rivali a dimostrare che per la corsa al titolo la storia non è mai scritta a priori. Con le aspettative rivolte dunque verso i Team Empire, la scena competitiva subisce un ulteriore scossone quando la Pro League di Nagoya propone una competizione ricca di sorprese e colpi di scena a partire dall'assenza non solo dei G2 ma anche dei Team Empire che desta non poco scalpore. Il palcoscenico è tutto dunque su squadre meno solide ma in grado ora di dimostrare che il dualismo bipolare può essere allargato ad un oligopolio più allargato.
La scena la rubano i NaVi (Natus Vincere) team in rampa di lancio ricco di giovani talenti ma soprattutto di un gioco fresco e ricco di strategie poco convenzionali. La finale contro i Darkzero, squadra veterana della scena competitiva di Rainbow Six dimostra come le nuove leve siano in grado di mettere in difficoltà i grandi, attraverso un modello simbolico portato avanti da quei Team Empire che dovranno dimostrare di non essere stati solo una fiammella nella notte. Dopo un anno di competizioni e battaglie serrate dunque si arriva all'Invitational 2020, una competizione che partiva con le aspettative più alte di tutto l'anno iniziato proprio all'Invitational 2019. I G2 incerottati racimolavano un invito per difendere il titolo in extremis, i Team Empire dovevano dimostrare di essere rimasti la squadra granitica mostrata durante la prima parte dell'anno, i NaVi arrivavano dalla bella prestazione a Nagoya e gli Spacestation Gaming portavano a Montreal due dei più grandi eterni secondi della storia delle competizioni di Rainbow Six: Bosco e Canadian.
Lo svolgimento è storia: i Team Empire e i NaVi non superano i group stage, i G2 escono malamente al primo turno di eliminazione diretta e gli Spacestation Gaming arrivano alla vittoria in maniera epica, entusiasmante e decisamente emozionante. L'anno appena trascorso ha mostrato come il panorama eSport di Rainbow Six abbia subito il più grande scossone da quando è nato, il nuovo anno inizia con nessuna certezza, quattro realtà dalle diverse situazioni: chi è in crescita (Ninjas In Pyjamas e Spacestation Gaming) e chi in declino (Team Empire e NaVi) e una grande incognita (G2). A livello individuale invece, la scena competitiva si prospetta come il più grande degli intrighi medioevali: abbiamo il vecchio re in declino (Kantoraketti), il giovane reggente impulsivo (Joystick) e i due fratelli usurpatori (Bosco e Canadian). Ad affiancarli non solo il cavaliere esiliato (Pengu), ma una corte di giovani promesse come il roster dei NaVi e di veterani d'armi come quello dei Ninjas In Pyjamas e dei Darkzero.
Cosa ci aspetterà non è dato saperlo, ma il panorama eSport di Rainbow Six si appresta a vivere l'anno più importante e sorprendente che ci si potesse aspettare. Un anno che se dal punto di vista logistico si prospetta di transizione, dal punto di vista competitivo potrebbe offrire degli spunti entusiasmanti e delle sentenze irrevocabili. Riusciranno i G2 a risorgere come l'araba fenice? I Team Empire imporrano di nuovo il freddo dominio russo? O gli astronauti che non si arrendono mai continueranno a colonizzare le nuove frontiere dell'eSport?