L'approccio di Nintendo agli esport è sempre stato piuttosto controverso, lo abbiamo sottolineato varie volte, e la scarsa apertura della casa agli eventi competitivi online - visti spesso più come uno showcase per i titoli coinvolti che come avvenimenti capaci di reggersi sulle proprie gambe - ha creato più di un disguido tra loro e chi invece ha abbracciato totalmente questo mondo fatto di streaming, campioni con riflessi quasi innaturali, e meccaniche portate al limite massimo dell'umano. La situazione è di recente migliorata alla grande, e dal quartier generale di Kyoto sembra sia ormai avviata una timida (ma importantissima) missione di supporto alle community competitive. Il forte conservatorismo della grande N ha però influito anche su questi smottamenti, andando a settare formule atipiche nel più importante torneo ufficiale dedicato al titolo numero uno della casa in questo ecosistema: le World Championship Finals 2019 di Super Smash Bros. Ultimate. Le tappe del mondiale a squadre sono state sempre spettacolari, certo, e abbiamo seguito con enorme piacere la finale europea tenutasi ad Amsterdam; tuttavia la volontà di mantenere nel set di regole le Final Smash ha reso il torneo poco appetibile alla fanbase storica, andando a impattare inevitabilmente sul numero di spettatori. Nella finalissima di Los Angeles, vista la volontà di usare gli oggetti, c'era pertanto il rischio di un crollo simile, sventato in parte da Nintendo organizzando un furbo evento "misto": un trittico di show contenente una sfida tra youtuber noti tra vari livelli di Mario Maker 2, le finali di Splatoon 2, e la succitata finalissima di Smash. Abbiamo seguito il tutto direttamente dagli USA, apprezzando molto, e vogliamo ovviamente farvi un bel riassunto, sempre sperando che questi primi passi siano un segno evidente di una futura evoluzione completa della casa in questo campo.
Il teatro del gaming
La location scelta per questa grossa festa del videogioco con tornei annessi è stata l'Ace Theatre di Los Angeles: un luogo suggestivo e già teatro di molti show simili, perfettamente "agghindato" per l'occasione, oltre che assediato da un pubblico di appassionati piuttosto numeroso. L'evento, in realtà, non è durato quanto ci si aspetta comunemente da un torneo con giochi multipli: la peculiare strutturazione delle competizioni per ogni gioco e il numero limitato di team presenti hanno permesso di portare avanti lo spettacolo con una certa rapidità, oltre che di mettere in scena una sfida d'apertura molto divertente, che ha visto protagonisti Abdallahsmash, The Completionist, Yellowkillerbee, e Thedragonfeeney (youtuber e streamer più o meno noti, molto apprezzati dai giocatori Nintendo) in una sfida cooperativa - poi divenuta competitiva - su livelli del nuovo Mario Maker. Abdallah ha vinto in modo convincente, ma è stata più una bella parentesi d'intrattenimento che una vera competizione tra campioni. Le cose sono cambiate subito dopo, quando sono entrati in campo i team internazionali di Splatoon 2, e sono partiti gli scontri senza esclusione di colpi.
I gruppi erano quattro: Giappone, Nord America, Australia/Nuova Zelanda ed Europa (il team francese per l'esattezza). La superiorità dei GGboyz nipponici è stata cristallina da subito, ma va detto che almeno in finale la squadra americana si è difesa in modo egregio, tanto da far quasi sperare in un ribaltone completamente inaspettato. Ora della fine, però, non c'è stato modo di fermare la perfetta coordinazione dei favoriti, che con una strategia estremamente aggressiva e una incredibile gestione delle mappe si sono guadagnati il trofeo e i complimenti degli sviluppatori (che hanno pensato bene peraltro di chiudere il tutto con l'annuncio del Final Splatfest). Bello ed esaltante il giusto, ma il piatto forte è stato al solito Smash, anche perché tra i quattro team presenti vi erano giocatori mostruosamente forti - principalmente Light, Zackray e Wrath - e un livello generale altissimo.
Il dilemma del Final Smash
Come detto, formula e regole del torneo erano molto diverse dal solito: niente stock (partite decise ai punti), meglio dei tre in tutti i match tranne la gran finale, oggetti settati a "basso" e Smash Ball fluttuanti capaci di stravolgere l'andazzo di ogni scontro. Sono scelte improponibili per la scena hardcore, ma è impossibile non ammettere come in effetti siano in grado di aumentare in modo enorme l'adrenalina a volte, equalizzando match che sembravano decisi senza possibilità d'appello all'improvviso. Non solo: la scelta di mantenere gli oggetti ha in parte sminuito i pronostici, che davano praticamente per certa una finale tra USA e Giappone (Team favoriti, in quanto comunque provenienti dalle due community più forti al mondo). Lo scontro tra queste due potenze invece è arrivato in semifinale, perché durante la fase iniziale proprio un misto di sfortune, Final Smash e strategie non riuscite ha portato il team nipponico a subire sia i Tedeschi guidati da Light, sia (contro ogni possibile aspettativa) la squadra australiana... almeno finché qualcosa non è scattato in Zackray e i suoi, e durante un 2 contro 2 inizialmente molto tirato non è iniziato un massacro inarrestabile che li ha visti dimostrare l'enorme dislivello di abilità tra loro e gli altri.
Una situazione simile si è ripetuta poi con gli americani contro il team Germania - gli USA hanno subito un numero "illegale" di Final Smash da parte della Peach di RobinGG nel doppio - e il caso ha voluto che la partita conclusiva fosse proprio tra i tedeschi e i giapponesi, con i primi che però hanno potuto ben poco contro una squadra ormai sospinta da un momentum mostruoso e ringalluzzita da un recupero da manuale. Insomma, pare abbia vinto comunque la squadra più forte, oggetti o meno. Con Sakurai in chiusura e il suo "annuncio" di un nuovo personaggio DLC previsto per il Nintendo Direct, quindi, ce ne siamo andati, alquanto affamati di altri eventi del genere. Chissà che nei prossimi anni le cose non diventino esattamente come vorrebbe la fanbase... già così, comunque, lo spettacolo non manca.