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The Last of Us: dietro il migliore episodio della serie tv

Il regista Peter Hoar ci ha raccontato com'è stato dirigere l'episodio 3 della serie TV di The Last of Us, indubbiamente il punto più alto della trasposizione HBO.

The Last of Us: dietro il migliore episodio della serie tv
INTERVISTA di Vincenzo Lettera   —   31/01/2023

The Last of Us è, più di ogni cosa, una storia d'amore. L'amore che unisce Joel ed Ellie, certo, ma anche l'amore come propellente che spinge l'umanità a combattere per sopravvivere. Per restare uniti, anche se lì fuori c'è l'inferno. Ne è convinto il regista inglese Peter Hoar, che per la serie TV ha diretto quello che è senza dubbio l'episodio più riuscito ed emozionante, ma allo stesso tempo anche quello più rischioso. Perché laddove la serie di The Last of Us ripercorre in maniera molto fedele il materiale originale del videogioco, l'episodio 3 (intitolato "Tanto tanto tempo") è invece una digressione completamente inedita al viaggio di Joel ed Ellie, un filler che prende spunto da un frammento di storia per costruire un racconto originale attorno a due personaggi secondari. Poco importa se qualcuno si lamenterà singhiozzando perché "nel gioco era diverso": la storia di Bill e Frank, questi Bill e Frank, è una delle più belle e appassionanti raccontate negli ultimi anni in una serie TV e, ci potete scommettere, sarà ricordata come l'apice dell'acclamata trasposizione curata da Craig Mazin e Neil Druckmann.

Di questo episodio abbiamo potuto parlare proprio con Peter Hoar, che in occasione di un incontro con la stampa ci ha raccontato com'è stato girarlo e quali sono stati i momenti più significativi.

Attenzione Spoiler

In questo articolo si fa direttamente riferimento ad alcuni eventi dell'episodio 3 di The Last of Us, "Tanto tanto tempo". Se non lo avete ancora visto, il consiglio spassionato è di leggere quanto segue solo dopo esservi goduto l'episodio della serie disponibile in esclusiva su Sky e NOW.

Long long time

Peter Hoar, regista del terzo episodio di The Last of Us
Peter Hoar, regista del terzo episodio di The Last of Us

Nella storia originale creata da Naughty Dog per il videogioco, Bill è un personaggio secondario che Joel ed Ellie incontrano lungo il viaggio. Si tratta di un sopravvissuto che si è difeso barricandosi nella città di Lincoln, trasformata appositamente nella sua personalissima fortezza.

Nel breve tempo passato in sua compagnia, si viene a scoprire che il suo vecchio compagno Frank è morto, e che i due si erano lasciati con apparente disprezzo l'uno per l'altro. Eppure, Bill e Frank si amavano. "Non ci siamo inventati il loro rapporto: c'è sempre stato", racconta Hoar. "Il fatto che avessero una relazione veniva accennato nel gioco, anche se magari si era troppo presi a scappare dagli infetti e a qualcuno potrebbe essere sfuggito. Trovo che il modo in cui è stato spiegato nel gioco sia delicato e intelligente".

La musica che racconta storie e unisce le persone. Un tema ricorrente in The Last of Us
La musica che racconta storie e unisce le persone. Un tema ricorrente in The Last of Us

Craig Mazin, Neil Druckmann e Peter Hoar hanno visto in questo frammento di storia l'opportunità di arricchire il personaggio di Bill, di dargli più spessore e, in definitiva, di raccontare una storia d'amore toccante, riscrivendo la relazione tra Bill e Frank per farla evolvere (e concludere) in maniera differente e più significativa. Nick Offerman, nel ruolo di protagonista di questo episodio, è un gigante, e non c'è dubbio che il suo Bill sia un personaggio più riuscito e memorabile di quello del videogioco.

L'episodio attraversa diversi anni, e racconta come Bill, survivalista convinto, ha affrontato il tracollo dell'umanità, il suo primo incontro con Frank e la loro relazione nel tempo. Lo fa in maniera a volte divertente, altre struggente, ma sempre delicata, dipingendo in modo impeccabile un rapporto affettuoso e puro. Il regista spiega: "Nella storia Bill scopre un amore che la maggior parte delle persone non ha la fortuna di conoscere: è un sentimento che viene dal profondo, e che finalmente può sbocciare nonostante il mondo sia un posto inospitale. Da un po' tendo a gravitare sempre più verso storie di questo tipo, ed è una cosa che mi rende molto felice. Credo che l'autenticità sia fondamentale, e in quanto uomo gay penso di riuscire a trasmettere quest'autenticità in quello che faccio".

In The Last of Us, Bill è un personaggio pragmatico e che, giustamente, si fida poco degli sconosciuti
In The Last of Us, Bill è un personaggio pragmatico e che, giustamente, si fida poco degli sconosciuti

La relazione di Frank e Bill viene raccontata nei piccoli dettagli di una vita quotidiana apparentemente normale, tra pranzi in compagnia, gli occasionali litigi e le giornate passate a curare l'orto. Ma quello di The Last of Us è un mondo infame, e prevedibilmente la pace della coppia è destinata a interrompersi con violenza. I predoni che assediano la casa di Bill non sono tanto diversi dalle orde di infetti viste negli episodi precedenti, e la regia di Hoar ci tiene a sottolinearlo con inquadrature veloci e frenetiche.

I nemici umani non si vedono quasi mai in volto, ma li si sente urlare e sparare in lontananza, li si vede dimenarsi tra le fiamme e lanciarsi disperatamente sul recinto che protegge la cittadina. "Mi sono divertito molto a girare la scena d'azione", racconta Hoar. "Non è certo il momento più importante ai fini della storia, ma è stato molto impegnativo. Sono stati coinvolti numerosi stuntman alle prese con i lanciafiamme, c'era la pioggia e abbiamo provato a richiamare il gioco con una serie di inquadrature e lunghi piani sequenza".

In The Last of Us, Frank è interpretato da Murray Bartlett (noto soprattutto per il suo ruolo nella prima stagione di The White Lotus)
In The Last of Us, Frank è interpretato da Murray Bartlett (noto soprattutto per il suo ruolo nella prima stagione di The White Lotus)

Un altro bel richiamo al videogioco arriva poi verso la fine dell'episodio, quando Joel ed Ellie visitano la casa di Bill. Il modo in cui gli ambienti, le lettere e gli oggetti all'interno delle stanze arricchiscono la narrativa è un espediente ben noto nella serie di Naughty Dog, e il terzo episodio della serie TV fa lo stesso. Una candela sciolta, qualche bottiglia di vino vuoto, dei dipinti, uno spartito accanto a un pianoforte e una lettera d'addio sono tutti dettagli che contribuiscono a raccontare non solo la storia di Bill e Frank, ma anche di chi è venuto prima di loro.

A riguardo Hoar ha raccontato: "Uno dei momenti che preferisco è quando Frank si mette a curiosare tra gli spartiti e Bill dice 'No, no, quello è di mia madre. La smetti?'. La sua è una reazione spontanea, perché in fin dei conti quella era la casa di sua madre. Dopotutto, se la guardi non dà l'impressione di essere la casa di Bill: è vecchia, c'è un orologio a pendolo che non funziona, e poi c'è quel pianoforte lì in un angolo. Quella casa è piena di oggetti sparsi in giro: c'è un'inquadratura in cui si intravedono delle foto con delle persone, e credo che questi dettagli aggiungano autenticità e ulteriore spessore alla storia".

"È stato meraviglioso dar vita alla casa di Bill", continua il regista. "È stata creata appositamente per l'occasione, visto che la produzione ha costruito una città che non esisteva. C'era solo la strada con l'asfalto, perché un tempo in quel posto c'era un complesso residenziale che venne interamente raso al suolo. E così abbiamo avuto questo set su cui sono state costruite le case e gli interni: è qualcosa che solitamente vedi nella produzione di film, ma è molto raro che capiti con una serie TV".

Non è un caso. Il terzo episodio di The Last of Us, "Tanto tanto tempo", è a tutti gli effetti un breve film di 75 minuti basato su una sceneggiatura di ben sessanta pagine, che ha richiesto 20 giorni di riprese e altrettanti di preparativi. Volendo si potrebbe addirittura guardare e apprezzare l'episodio senza necessariamente aver visto gli altri (ma perché farlo?). "È fantastico che HBO ci abbia permesso di lavorare in questo modo", esclama Hoar. "In pochi ti danno così tanta libertà, e quasi sempre si lavora con tempi di produzione molto stretti o ci si preoccupa del minutaggio. Credo che questo episodio abbia dimostrato che si può lavorare diversamente".

Nella serie TV di The Last of Us, Bill è un personaggio molto più interessante e caratterizzato
Nella serie TV di The Last of Us, Bill è un personaggio molto più interessante e caratterizzato

Nello scrivere la sceneggiatura della serie TV, Mazin e Druckmann si erano imposti una semplice regola: se è meglio del videogioco, allora va bene cambiare, e se questo vorrà dire scontentare qualche purista intransigente poco importa. Tuttavia Peter Hoar è speranzoso che l'accoglienza dei fan possa essere positiva: "Neil è il primo a ritenere che l'episodio 3 potrebbe dividere la community di fan, ma chissà... magari i fan ci sorprenderanno. Magari saranno proprio loro a dire che abbiamo fatto bene a non ripetere per filo e per segno quello che succede nel gioco". Avendo già visto l'intera prima stagione (online trovate la recensione), possiamo però dire con estrema convinzione che l'episodio 3 non solo è il punto più alto della serie HBO, ma è anche la dimostrazione che si possono creare nuovi ed eccezionali racconti ambientati nel mondo di The Last of Us, con personaggi diversi e storie inedite.